domenica 19 settembre 2010

Evviva la natura – Evviva la vita – Evviva l’amore – Evviva il giusto.

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Anzitutto,

saluti per tutti gli internauti dilettanti e professionisti, per tutti gli erranti nella blogsfera, belli e brutti, anziani e giovani, uomini e donne, buoni e cattivi, credenti e non credenti, poveri e ricchi, bianchi, neri, gialli ed olivastri; di centro, di destra, di sinistra ed apolitici, colti, meno colti e ignoranti, terrestri ed extraterresti, e, dopo avere adempiuto a questo primario dovere

                                  Vi

                   presento il mio blog

                               con l’idea di:       

ascoltare, apprendere, conoscere, sapere, comunicare, commentare, consigliare, condividere, esternare, creare, proporre, coltivare, divulgare  

               con saggezza e lungimiranza

nei limiti intellettivi, economici e di tempo cui posso disporre

         idee, opinioni, pensieri, progetti, amicizie

e quant’altro possa manifestarsi propizio, utile perché la gente incominci a riflettere e capire che feste, vizi e lussi altro non sono che false configurazione mondane che distolgono dalla realtà vitale; che allontanano le nostre azioni dal concetto di umana civiltà e saggezza; sono schegge deviate dal corpo delle vere, impellenti, inderogabili, inalienabili bisogni del genere umano quali sono, in particolare la salute, il lavoro, la cultura, l’educazione, la lotta alla povertà e la civile convivenza; sono l’oppio che aliena i popoli dai principi inderogabili e preminenti di una vera giustizia sociale, da quella economica a quella dell’ordinamento giuridico, da quella dei diritti e dovere uguali per tutti a quella della libertà senza licenza, nonchè a quella della politica alta e nobile fatta di uomini colti e particolarmente seri e  onesti, che hanno piena coscienza dei loro doveri e compiti istituzionali.

Lancio questo modesto blog per esporre quanto rima meglio con la pratica anziché con la grammatica; quanto è più attinente ai fatti maturati attraverso la scuola dell’esperienza duramente e virtuosamente vissuta e non alle attuali, invadenti demenze dei matti; quanto è più vicino alla verità anziché alla santità; quanto suona meglio con sostanza e non con apparenza o burbanza;

                                     in modo semplice e naturale

                            senza compromessi 

in completa indipendenza e giusta, circoscritta libertà,

                      adoperando correttamente

                             ingegni e congegni,

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il tutto coniugato con

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                                 ( Vivere - Godere – Regnare )

                                      oppure

                  ( Vivere – Governare – Resistere )

secondo regole comportamentali degne di persone sane di mente, non necessariamente dotte, ma di elevata educazione civica e morale.

Punto e accapo.

Fine della presentazione.

Ed ora:

Uno…due…tre…via !!! Al lavoro con le inserzioni, i rompicapo, con gli incontri, riscontri e scontri, con i chiaroscuro, le luci e le ombre di questa avventura nell’orizzonte del web.

Bummm!!!

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Ecco, il big bang ha avuto inizio e la sua esplosione, per ora (tanto per provare), ha prodotto i seguenti modesti pezzi di materia del mio pensiero da far girare nell’orbita “internettiana”.

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                                                                              Crigiochiaro

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                             Pagine di riflessione

Primo pezzo:

Tra mistero e realtà

L’Universo (o Multiverso?) è quanto di più assiomatico vi sia nell’esistente visibile ed in quello invisibile, nell'esistente ipotizzabile ed in quello impensabile: evidente ed indefinibile, certo quanto misterioso.

Materia normale e materia oscura, buchi neri, vuoti cosmici, galassie, nebulose, stelle, stelle binarie, nane bianche, pianeti, satelliti, meteore, asteroidi, comete, magnetismo, gas, energia, dinamismo, spazio e tempo, distanze incalcolabili dell'ordine di miliardi di anni luce, forse infinite; materia a sua volta composta, come dicono gli scienziati, da atomi, molecole, cellule, protoplasmi ed ancora da elettroni, neutrini, quark, ecc. ecc, e con essi fuoco, ghiaccio, vento, tempeste, terremoti e tanti altri elementi e componenti fisico-chimiche, questa è l'effettiva realtà dell'universo in mezzo al quale ci siamo anche noi che avvertiamo alcune sensazioni che la natura ha poste in essere, come la luce ed il buio, i colori, il caldo ed il freddo, il rumore, gli odori gradevoli e sgradevoli, il contatto con la superficie della materia.

Al centro o ai margini di questo incommensurabile sistema cosmico, tra evoluzioni ed involuzioni, tra attrazioni e repulsioni, tra rotazioni e traslazioni, tra compatibilità dell'incompatibile e incompatibilità del compatibile, tra vita, morte e quant'altro a noi ancora incognito, c'è il pianeta terra con le sue stagioni, la sua vita sessuata, la sua biosfera con i suoi microbi, virus, insetti, animali in genere, c'è, in particolare, tra ricchezza e povertà, tra saggezza e fanatismo, tra onestà e disonestà, tra gioie e dolori, il cosiddetto essere umano con differenti organi di riproduzione, con la sua scienza, i suoi idiomi, le sue ideologie politiche e religiose, le sue usanze, le sue puttane pubbliche e private, i cornuti inconsapevoli e quelli contenti, ci sono le sue conquiste, le sue bestialità e le sue sozzure.

Fin qui tutto o quasi è certo ed incontestabile, ma, la domanda è: come si è formato e perché esiste tutto questo? La risposta inequivocabile è: nessuno in questo pianeta, fin'oggi, lo sa, nè la scienza né tanto meno le religioni, se non facendo congetture e speculazioni.

L’immaginazione non ha limiti potendo essa spaziare oltre la realtà. A questa facoltà della mente umana l’uomo spesso fa’ ricorso per cercare nell’irreale speranza e conforto.

                                                                           crigiochiaro

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Secondo pezzo:

Il lavoro e un mondo di scansafatiche.

Se è vero che ogni lavoro degno di questo nome può rendersi oltre che fattibile, utile e gratificante, anche se, nella provvisorietà, dovesse risultare meno rimunerativo rispetto ai desideri od ai meriti, comunque, è sempre un rimedio opportuno per sbarcare il lunario e darci una certa indipendenza economica, e non solo questa, ma, nello stesso tempo, essere motivo valido per incominciare a temprarci nel fisico e nell'animo, in quella che direi essere una imprescindibile necessità dell'uomo di darsi da fare per vivere onestamente, per non mendicare, delinquere o vivere come parassita sulle spalle del prossimo. Stabilito questo, credo che di lavori da fare, rispecchianti dette regole, ve ne sono a sufficienza per tutti. Purtroppo, la verità è, che, molti lavori, chiamiamoli meno ricercati, umili ma pur sempre dignitosi, dove vieni pagato per quello che sei e quello che fai, dove devi dimostrare ingegno o vigoria e impegno, dove non devi stare a guardare l'orologio o il calendario, dove non devi passare il tempo a prenderti il caffè, fumarti le sigarette e leggerti il giornale, questa tipologia di lavori, per ignavia, superbia, noia, allergia alla fatica o non bisogno, sono regolarmente ricusati.

In ogni modo, a parte i suddetti fattori, anche altri motivi interagiscono nella mentalità di chi vorrebbe intraprendere un determinato lavoro più che un altro e, tra i tanti che concorrono a questa epocale pretesa, secondo la mia opinione e conoscenza, soprattutto i seguenti sono i più evidenti: 1) un benestare, anche modesto, nell’ambito familiare della persona inoccupata; 2) l’assistenzialismo sociale; 3) la presuntuosa ricerca di un lavoro non faticoso, non di manovalanza o di operaio comune, di quei lavori cioè che costringono a rimboccarsi le maniche della camicia, a sudare, a farsi i calli alle mani, ma possibilmente un'occupazione in un bell'ufficio, preferibilmente pubblico, con cravatta e pantaloni con la piega, tanto per dire, si, perché, in tale evenienza, data l'usanza, si andrebbe a lavorare con gli "gins" (Jeans) stracciati, con il culo di fuori, con tanto di orecchini appiccicati in tutte le parti del corpo, e, nel caso del sesso "debole", inoltre, con cosce, mammelle ed ombelico in bell'esposizione. Poi, come se non bastasse, il posticino di lavoro dovrebbe risultare stabile e meglio ancora se vicino casa propria; 4) la velleità di andare oltre la scuola obbligatoria anche quando non si hanno attitudini, consapevole indirizzo verso gli studi, ma si continua ad affollare gli istituti scolastici superiori e l'università per copione, apparenza, boria od invidia, perché il "pezzo di carta" con la scritta diploma o laurea ce l'ha Caio e Sempronio. Cioè, invece di imparare un mestiere od un'arte, sicuramente di più facile, immediata, soddisfacente rimunerazione e, per certi versi, anche più educativi, si continua ad andare a scuola per fare bordello o per delinquere, per divenire asini con le orecchie penzoloni e senza una stalla e, come tali, socialmente poco utili o inutili quando non anche pericolosi.

Non è vero che c'è la disoccupazione perché non vi è lavoro, ma, viceversa, vi è chi non sa fare niente o non vuole fare niente.

Nelle suddette considerazioni e nella trasformazione della società da artigianale ed agricola ad industriale e burocratica, sta, in buona parte, il dramma della presente epoca intitolato “menefreghismo”, oppure, più specificatamente, "lavativismo".

Sia irreversibilmente chiaro ed inequivocabile che colui il quale, per pigrizia o egoismo, è abituato a oziare o pensa di vivere alle spalle degli altri senza impegnare gli arti e la mente, si colloca, tra gli scalini della società civile, in una posizione disagevole, umiliante e disonorevole.

La poltronaggine schiavizza la vita e intorpidisce il fisico. Il lavoro, qualsiasi onesto lavoro, fortifica e nobilita l’uomo, esso si rende gratificante per chi ne fa una ragione di vita.

Finiamola, quindi, con la cantilena sulla mancanza di lavoro e della disoccupazione involontaria, perché queste cose, se non sono barzellette sono un romanzo intitolato: "Un mondo di scansafatiche" .

La pigrizia separa, isola l'uomo dalla realtà del mondo e della vita.

                                                                             crigiochiaro

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Terzo pezzo:

Le quattro P dominanti.

L’individuo, il popolo, la società, il mondo intero, dalla preistoria ad oggi, sono sempre stati dominati da quattro P: padroni, padrini, predoni e preti. Questi, a loro volta, si estrinsecano in singoli, associati, privati e pubblici. Essi, avvalendosi del potere economico, finanziario, politico, religioso e burocratico-amministrativo che detengono, condizionano ogni cosa: dall’ambiente naturale alla qualità di vita dell’uomo. Hanno licenza di prevaricare le leggi, di esigere diritti e di imporre doveri. Dettano le regole della libertà, della giustizia, del lavoro, della pace e della stessa democrazia, il tutto a loro immagine e somiglianza, in pratica, nei modi e nelle forme a loro più consone per ampliare e rafforzare sempre di più il loro predominio, adesso sulla terra, domani, forse, su altri pianeti.

Questo, purtroppo, è il quadro triste e sconfortante per il cittadino comune il quale vorrebbe vedere tutelati la propria dignità, le esigenze del suo essere e della sua stessa esistenza da una società più equa, più giusta, più umana

Tuttavia, il guaio peggiore, la cosa più preoccupante è appurare che i popoli che ci hanno preceduto, quando hanno deciso di liberarsi dai padroni privati o pubblici che fossero, cui erano sottomessi, dopo le rivolte o le rivoluzioni (visto e considerato che allora vi erano tutte le condizioni per farle), non so se per ironia del destino o per altra causa, detti popoli e con loro le presenti generazioni, si sono ritrovati con nuovi, più forti ed inattaccabili padroni. Infatti, con l’avvento del grande capitale, delle multinazionali, delle coalizioni nazionali ed internazionali del potere industriale, finanziario, economico e politico, la gente qualunque, i lavoratori, i popoli del mondo, sono sotto il torchio di questi nuovi regnanti dell’era cosiddetta post-moderna, azionari e reazionari, più che mai legati al divo denaro fatto di cifre astronomiche, all’affarismo capitalistico più sconvolgente e preoccupante..

Oggi non solo le condizioni per fare le rivoluzioni sono tramontate, ma anche quelle per limitare lo strapotere della ricchezza eccessiva ed accentrata. Sono finite le possibilità di avere leggi che vietino il disumano squilibrio sociale, l’instaurazione delle dittature capitalistiche. Non vi sono più le condizioni per ottenere leggi idonee ad impedire che un privato cittadino,singolo o associato, venga a trovarsi economicamente più forte dello Stato, dal momento che la politica, la democrazia elettiva, le istituzioni sono alla mercè di un nuovo potente potere economico e finanziario non solo locale ma sempre più globalizzato, sempre più incontrollabile.

Il capitalismo coalizzato ed internazionalizzato ha tarpato per sempre le ali al proletariato ed al corpo elettorale i quali non potranno più volare verso le agognate mete di una vera libertà, di un’autentica giustizia sociale.

In ogni modo, per concludere, con o senza rivoluzioni, una cosa e certa: fino a quando alla gente ed in specie alla nuova generazione piace essere coccolata dai vari ritrovati tecnologici, farsi attrarre da quanto viene esposto nei negozi e supermercati o reclamizzato attraverso i mass-media, navigare tra le onde pericolose del consumismo più sconsiderato, ubriacarsi in mezzo a una marea di ipnotizzanti quanto diseducativi intrattenimenti; fino a quando il popolo continuerà a rimanere senza idealità socio-politiche proprie o di riferimento, preferendo interessarsi, anche nel giorno stesso che viene chiamato a votare; per esempio, del gioco del calcio, di campioni drogati o evasori fiscali, oppure di un cantante o di una canzone come quella della "minchia sig. tenente", invece di aggiornarsi e prepararsi ad affrontare, con cognizione di causa, un evento così importante come il voto, il quale, per i motivi anzidetti, è stato ormai degradato a semplice formalità, anzi, ad un’indecente baratto di voti e favori tra elettori impreparati, senza idealità o corrotti e politici corruttori; fino a quando il mondo rimarrà immondo, i poveri resteranno sempre poveri, i ricchi sempre più potenti padroni dell’esistente e quindi, per i popoli sottostanti, le quattro P saranno sempre più determinanti e producenti di una sequela negativa di altre P: pagamenti, palliativi, pandemoni, pasticci, patimenti, pedate, pellegrinaggi, penitenze, perdizione, persecuzione, pignoramenti, precarietà, preghiere, prigione, processioni, prosternazioni, prostituzione e, dulcis in fundo, più povertà. Quest’ultima intesa in tutti i sensi: economica, culturale e morale.

Se non fosse per la noiosa monotonia potrei proseguire nella citazione di altre pregiudizievoli conseguenze prodotte dalle quattro P dominanti, rimanendo sempre nell’ambito delle parole che iniziano con la lettera P. Altrimenti, se dovessi adoperare tutte le lettere dell’alfabeto, dovrei scrivere un vocabolario delle preposizioni negative che la casta privilegiata delle quattro P infligge a quella parte di società che vive di diuturno, faticoso, onesto, utile quanto indispensabile lavoro, a quella parte di società che trascorre l’esistenza dignitosamente, tirando la cinghia anziché compromettersi, senza obblighi nè servilismo, senza cioè, come si dice nel comune e familiare gergo, leccare il sedere a nessun domine, a nessun potente di questo pianeta.

Nessuna poltrona può cambiare pregi o difetti fisici e morali dell’uomo. Anche sul trono più alto del mondo, si sta seduti sul proprio culo.

Gli gnomi di Zurigo, i loro emuli ed accoliti, tutti affaccendati a rincorrere denaro ed averi, dimenticano che la vita è una breve parentesi e si comportano come se non dovessero mai scendere dal loro pulpito. Dimenticano che viene il giorno in cui, tra chi ha goduto e chi sofferto, tra chi ha sguazzato sommerso dalla ricchezze economiche e chi ha desiderato anche il necessario, per tutti, prima o poi (meno male che questo dipende solo dal destino), senza fare distinzione di casta, inesorabile arriva la morte, la quale pone fine a tutte le umane iniquità ed accomuna, sia coloro che sulla terra sono stati le quattro P dominanti che i popoli sottostanti, la ricchezza e la povertà, in una uguale, sola ed eterna P, cioè: polvere.

                                                                          crigiochiaro

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Quarto pezzo 

Feste e ordine naturale

I cortei, le processioni, i trionfi, gli spettacoli, le celebrazioni, le feste in genere, sono finalizzati alla promozione del consenso, ostentando cerimoniali e apparati elaborati e sontuosi. Normalmente queste manifestazioni si svolgono nelle ore pomeridiane e notturne e se esse sono, per la massa, un incentivo alla trasgressione, ai sogni ad occhi aperti, all'umore provocato dalla libertà di fare, per qualche ora, o qualche giorno, quello che solitamente è proibito, e, per gli addetti ai lavori, per il marketing, luccicanti affari, festeggiare di notte in particolare, illuminando il buio in modo sproporzionato, con rumori e spari assordanti, creando tonnellate di immondizia in più, stando svegli quando gli altri, quelli che vogliono dormire, che hanno necessità di riposare perché stanno male o perché all'indomani, già dalle prime ore del mattino, ben altre realtà serie li attendono, significa sovvertire l'ordine naturale delle cose. Significa anche non avere dimestichezza con la realtà quotidiana la quale ci dice che le vere esigenze umane non sono quelle di bruciare denaro, salute e vita per fare baldoria, ma quella di vivere in modo tranquillo e sereno, possibilmente senza feste faraoniche e dispendiose, senza povertà economica, culturale ed educativa, senza viziati e senza pazzi.

                                                     crigiochiaro

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     Quinto pezzo   

Gli agglomerati urbani

A proposito di smog, di inquinamento ambientale in particolare in determinate zone territoriali del globo terrestre, oltre alle industrie e cause naturali, sicuramente concorre, a provocare alterazioni e danni all'aria, al mare, al suolo ed alle falde acquifere, a creare squilibri climatici, condizioni atmosferiche anormali ed il cosiddetto effetto serra, dicevo, sicuramente contribuisce ed in maniera determinante alla devastazione dell'ambiente naturale l'abbandono delle campagne, delle colline e dei monti, ed il concentramento della popolazione nelle zone di pianura e rivieraschi, dove, con l'aumento spropositato del numero degli abitanti, si creano grossi agglomerati urbani, malsani e disumani.

Agglomerati urbani i quali, oltre alla disgregazione dei valori morali, introducono nell'ambiente naturale, molto oltre ogni ragionevole misura, fattori fisici degradanti e sostanze chimiche altamente tossiche.

Inoltre, l'abbandono di detti terreni, facendo venire meno la vegetazione con i suoi prodotti più sani e genuini per uso alimentare oltre che industriale, fa mancare anche quelle difese proprio contro l'inquinamento che si hanno attraverso la sintesi clorofilliana delle piante le quali, come è evidente a tutti, stanno scomparendo dalla faccia della terra, sia a causa degli incendi, sia perché nessuno più, se non qualche raro eroe, pianta e cura un albero nella sua naturale sede e non nei vasi che imprudentemente vengono collocati nei balconi che si affacciano sulle pubbliche vie.

Anche se, un giorno, che non sappiamo quanto lontano, non saranno state solo le attività umane a scompaginare definitivamente l'equilibrio naturale, a provocare cataclismi e rendere invivibile questo pianeta, sarebbe più prudente, intanto, abbandonare vizi e brutte abitudine e condurre una vita più sana, libera e morigerata, lontana dal caos. Le possibilità ci sono se c'è volontà e coraggio. Meglio dire chissà e non se avessi saputo.

Non sto scherzando! Parlo sul serio! Meglio invertire ora, finchè si è in tempo, l'attuale tendenza al consumismo, al menefreghismo, all'egoismo, all'opportunismo, al fanatismo (scusate tutti gli "ismo" ma non possa fare a meno di aggiungere ancora un'altro sostantivo, cioè il sempre più in voga "fanculismo"), se non vogliamo essere responsabili o corresponsabili di eventuali disastri ecologici.

Per fare un albero ci vuole un seme, per fare un fiore ci vuole un albero, per fare un frutto ci vuole un fiore, ma soprattutto ci vuole del tempo. Per vivere tranquilli, in armonia ed in pace, ci vuole onestà, amore e volontà sagace, ma anche concretezza e niente fumo, senza sprecare inutilmente, banalmente o irresponsabilmente il tempo, il quale, inarrestabile com'è, non aspetta nessuno.

Pertanto, prima che l’entropia culturale e le cattive abitudine prendano il completo sopravvento, sarebbe ora di dare una buona inversione di tendenza a questo andazzo.

"A buon intenditore poche parole." "Uomo avvisato è mezzo salvato".

                                                   crigiochiaro

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Sesto pezzo

Un mondo di pazzi e degenerati

Un giorno di oltre 60 anni fa, alla mia età di circa 16-18 anni, non ricordo dove lessi (libro, giornale, rivista) e neppure il nome dell'autore il quale scrisse la seguente frase : “Verrà il giorno in cui i pazzi saranno in maggioranza e diranno che loro sono savi e che i savi sono pazzi”. Ma già allora ho dovuto percepire tutta la fondatezza, cioè, la possibilità che quella che era una semplice ma cattiva congettura di uno scrittore potesse diventare realtà, con le conseguenze annesse e connesse, tanto da essermi rimasta, dopo tantissimi anni, così fortemente impressa nella mia pur labile mente, da serbarne ancora immutato ricordo. Infatti, oggi, con cognizione di causa, si può affermare che detta previsione è stata azzeccata alla perfezione.

Quel giorno è già giunto con l’aggravante (cosa che neanche quel presago scrittore avrebbe potuto immaginare), che in maggioranza (stimata intorno al 52% sull'intera popolazione) ci sono non solo i pazzi da manicomio, cioè quelli con alterazioni delle proprie facoltà mentali, ma degenerati di ogni tipo: ladri di regime, corrotti e corruttori privati ed istituzionali, froci, lesbiche, pedofili, imberbi fumatori, mocciose o racchie fumatrici, drogati e viziati d'ogni specie, pornostar e puttane d'ogni calibro (anche se queste ultime, da che il mondo è mondo o immondo, vi sono sempre state) ma il peggio è, che, una buona parte di questa gente sta nelle istituzioni, amministra la cosa pubblica e detta leggi (una delle prime leggi da loro fatta, non appena sono diventati maggioranza, è stata proprio quella della chiusura dei manicomi). Non dimentichiamo che la pornostar "cicciolina" fu eletta deputata ed ebbe l'onore di sedere nel parlamento Italiano in mezzo ai cosiddetti onorevoli .

Poi, intorno a questi individui marci, ci sta una massa (stimata intorno al 38% sul totale della popolazione) di imbecilli tolleranti, di pusillanimi incapaci di reagire di fronte allo scempio dei valori civili e morali, di insulsi simpatizzanti di questi anormali individui, di questa razza animale fuorviata.

In conseguenza di ciò, anche quest'ultima categoria di persone, cioè gli imbecilli, i tolleranti ed i pusillanimi, già affetti da insufficienza della loro psiche se non congenita acquisita, traumatica, anche se la loro situazione dal punto di vista patologico è un po’ meno grave delle altre su citate categorie di infermi, comunque, per il fatto stesso che essi assistono compiacenti, dispiacenti o indifferenti a certe esibizioni, a determinati processi involutivi del modo di vivere di questa nuova generazione di irresponsabili, senza prendere posizione per contrastare questo fenomeno di dilagante immoralità, senza porre un freno alla crescente e preoccupante ineducazione, rimanendo passivi, vuoi per paura, per coazioni, vuoi per opportunismo, per conformismo, perché incapaci di ragionare con la propria testa e di avere la cultura, il coraggio e la costanza di difendere, a tutti i costi, i principi fondamentali di disciplina, ordine, serietà, onestà e buona creanza da queste nuove, "moderne invasioni barbariche" da parte di gente senza scrupoli, pericolosamente folli, ripeto e dico (alla faccia di questa lunga frase) che, nolenti o volenti, anche questo 38% di individui, in bilico tra pazzia e saggezza, visto e considerato che l'epidemia del mal costume ha già preso il sopravvento, saranno prossimi alla perdita delle loro rimanenti essenzialità individuali positive, all'esaurimento delle loro restanti dimensioni di appartenenza agli uomini sani e seri, alla scomparsa delle proprie sempre più sfuggenti caratteristiche di esseri umani ragionevoli, andando ad infittire il popolo degli umanoidi degeneri.

Una tolleranza irresponsabile ed una cultura deviata sono, infatti, l'emblema della odierna società sempre più dominata da elementi negativi, da fattori qualunquistici; società che, con gli attuali presupposti morali, culturali, educativi andrà sempre più a catafascio, innescando viepiù pericolosi processi psicologici interni che si estenderanno alle azioni osservabili.

Ragion per cui, giusto come prevedeva quell'ignoto autore, quei rari uomini che possono ancora dare garanzia di saggezza (stimati intorno al 10% sul totale della popolazione), che ancora sopravvivono a questo trasformismo culturale, ai comportamenti demenziale della nuove generazioni, a questo cataclisma sociale, alla depravazione degli istinti, degli ingegni e dei costumi, devono rassegnarsi a sentirsi affibbiare gli epiteti di pazzi, ladri e degenerati, subendone le conseguenze, mentre saranno, anzi, molti lo sono già (è stata conferita la laurea honoris causa ad uno spericolato dello sport, un certo Rossi, il quale, poi, è risultato essere un grosso evasore fiscale), onorati o santificati delinquenti, scostumati ed infermi mentali.

Pertanto ribadisco, senza mezzi termini, che i pazzi già imperversano nelle varie istituzioni ed i risultati di questa occupazione sono all'ordine del giorno, come si evidenzia dalla degenerazione sempre più intensa, profonda del tessuto socio culturale, educativo e morale, in particolare in quei popoli o in quegli strati di popolazione che stanno meglio economicamente.

E' assodato ormai che gli giusti e onesti vanno in galera, mentre ladri e disonesti se la spassano in libertà, quando non vengono anche glorificati.

Se l'ignoto autore della frase di cui in premessa è ancora, come vorrei, in mezzo a noi mezzi saggi e mezzi fessi, e potessimo sentirlo, chissà cosa avrebbe ancora da preventivarci per il tempo futuro, in considerazione dell'andazzo del tempo presente.

Se, invece, malauguratamente, proprio non ce l'avesse fatta a rimanere in mezzo a noi già da molti anni, quando i pazzi erano ancora in minoranza, e ritornasse oggi in vita, dopo essersi messo le mani nei capelli o, comunque, se calvo, alla testa, non so cosa direbbe della presente epoca dominata da diverse categorie di pazzi diabolici, di persone pericolosamente nocive per la morale e la civile convivenza, a quell'epoca poco conosciuti, sconosciuti o inesistenti .

Forse direbbe: "Che schifo! Quì non ci stò! Preferisco tornare nella mia tomba prima di passare per pazzo"!

Scritto nell'anno 2007

                                              crigiochiaro

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Settimo pezzo

Maquillage e DNA

Il trucco, oppure, come "anglosassonicamente" si dice, il lifting, non cambia il DNA dell'individuo, il suo carattere, la sua intelligenza (ammesso che chi si trucca ne abbia), la sua naturale inclinazione al bene o al male, cioè la sua identità interiore. Esso, intendo dire il trucco, è una specie di palliativo che persone le quali si vergognano di apparire sane, non artefatte o alterate, cioè, che disdegnano di vedersi allo specchio come le ha create madre natura, usano per mostrarsi verosimilmente manomessi durante il giorno, quanto brutte ed orrende la mattina quando si alzano dal letto; senza considerare il precoce invecchiamento che questa futile, dispendiosa quanto antigienica pratica arreca alla loro pelle, al loro fisico.

Altro che prodotti curativi, emollienti, disidratanti, igienici, tonificanti, nutrienti, deodoranti ecc., ecc., questa è tutta chimica che impedisce al sistema immunitario di distinguere gli elementi estranei pericolosi da quelli che non lo sono, sistema immunitario il quale, privato del suo normale allenamento, reagisce a sproposito favorendo allergie e altre patologie.

Il trucco se può andare bene per carnevale o per esigenze teatrali non vale per il resto della vita, per i giorni in cui occorre avere saggezza e concretezza; quando cioè, come disse Francesco De Sanctis: "… la serietà vuol dire che l'intelletto non si arresti alla superficie, ma scruti le cose nella loro intimità".

Il “lustramento” del viso, la pitturazione degli zigomi, degli occhi, delle labbra, dei capelli, delle unghie delle mani e dei piedi e non so quale altre parti anche intime del corpo, sono la cosa più deturpante, la maschera più schifosa che un essere umano possa fare alla sua originalità.

Si fanno modifiche dell'aspetto naturale delle persone come la correzione del setto nasale, l'aumento del volume del seno, la modifica degli occhi e delle labbra, cioè la ritidectomia del volto ed artifizi vari in altre parti del fisico, solo per inseguire un concetto di “bellezza” assurdo, esteriore, solo di facciata, spesso per nascondere le vere brutture interiori.

"La faccia è la firma, lo specchio dell'individuo, l'immagine della sua identità, l'espressione fenotipica del suo sé.

Il viso rappresenta nel modo più forte ed inequivocabile l'identità personale, intervenirvi con tecniche di alterazione, sostituzione o aggiustamenti, è una forma di attentato all'unicità della persona."

L'essere umano, così come risulta concepito sin dalla nascita, in tutte le sue forme e peculiarità interiori ed esteriori, negative o positive che siano, almeno fino al momento in cui scrivo questo pensiero, è unico ed irripetibile e a nulla vale, se non alla prosopopea ed alla vanità, ogni forma di aggiustamento artificiale del suo fisico, salvo casi patologici, accidentali o di obiettiva necessità.

I valori estetici hanno senso se sono subordinati a quelli morali, quando la saggezza è considerata prioritaria nel confronti dell'esteriorità, dell'apparenza.

La manomissione delle proprie sembianze, la falsa apparenza non sono pregi ma difetti, una escamotage per ingannare il prossimo sbadato.

La vera avvenenza è quella nascosta, quella che non si vede, quella che sta dentro il cuore e la mente che si esprime con gli ideali di serietà, di modestia, assennatezza e praticità.

E' tutto tempo perso quello che si passa allo specchio quando non si ha sostanza sana dentro il cranio. E’ tutto denaro sprecato quello che si spende per le decine e decine di cosmetici e artifici vari per correre dietro un modello di “bellezza” innaturale, artefatta, insensata, spregevole.

Dissimulare la realtà del proprio fisico impiastrandolo di coloranti e di polveri anche quando l’epidermite e la carnagione sono sane e vegete, estranaturandolo con artifici spesso controproducenti e rischiosi non vuol dire essere emancipati e civili, intelligenti e di buona cultura, ma ciò è, invece, un elemento negativo, un vizio che diminuisce il pregio, il vero senso di detti valori.

Apparenza non vuol dire sostanza, ma, al contrario, se manca la sostanza l'apparenza non ha alcun valore, è tutta roba inutile.

Mentre tra apparenza e sostanza c'è solo una consonanza di vocali, c'è, invece, in pratica, molta affinità tra sostanza ed intelligenza.

Il trucco è l'arte della dissimulazione e se oggi gode di un gradimento eccessivo e senza precedenti è perché molte persone, in specie quelle che non badano ad essere naturali ma preferiscono vedere imbalsamata la propria immagine, hanno soldi in avanzo per impiastrasi il corpo con centinaia di prodotti chimici che sicuramente non fanno bene alla salute ed onore a chi ne fa uso e consumo..

Dice un proverbio. "Non è l'abito che fa il monaco".

“L’esteticomania” al pari della droga e delle sigarette è una dipendenza che fa bene solo a chi approfitta di queste debolezze umane per fare business.

Quindi, danno non solo fisico ma anche morale ed economico.

La bellezza del nostro fisico è tale quando è naturale, il resto è spazzatura.

                                               (crigiochiaro)

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Ottavo pezzo

I partiti italiani

Sarebbe veramente bello, se in Italia, i partiti di destra fossero partiti di destra, i partiti di centro partiti di centro e quelli di sinistra partiti di sinistra! Purtroppo non è così. Accade allora di ascoltare partiti di destra che parlano come partiti di sinistra, partiti di sinistra che parlano come partiti di destra e partiti di centro che parlano un po’ a destra ed un pò a sinistra senza centrare nulla. La confusione è indescrivibile. Poi, come se ciò non bastasse ci sono, in tutti i partiti, le varie correnti concorrenti a non far funzionare niente. Infine, a confondere ancora di più le idee, ad imbrogliare maggiormente la flaccita matassa politica vi sono una serie sempre nuova, diversa di partitini che parlano il linguaggio dell'accattone. Come si vede e come si sa, nella politica italiana la speculazione è vergognosa. Il problema è che di pudore non ne ha più nessuno.

                                             crigiochiaro

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Nono pezzo

Libri e narrazioni

La letteratura influenza la società perché alimenta alcune idee, ne scoraggia altre, ne crea sempre di nuove tra buone, mediocri e pessime.

Vi sono opere scritte che racchiudono in se storie, narrazioni, creazioni della fantasia, dell'immaginazione di autori appartenenti ai vari periodi storici i quali non fanno altro che raccontarci sempre lo stesse cose. Cambiano le epoche e con esse l'ambientazione, il carattere, l'aspetto, ma gli schemi, le trame base definite topoi, sono quasi sempre le stesse, costituiti da luoghi comuni. Drammi, narrazioni di fatti inventati, episodi che hanno sullo sfondo bambini orfani, abbandonati, od arrivati da altri pianeti, tutti destinati a riscattarsi, a divenire dei miti, ad affermarsi nel mondo.

Trame variamente adattate, modificate, ma che hanno stesse origini e quasi tutti un lieto fine: chi diventa re, chi profeta, chi superman, chi vendicatori di oppressi.

Amori proibiti, donne contese, viaggi avventurosi, isole misteriose, gesta eroiche, prodigi ecc.,non sono altro che principi fondamentali, essenziali, principali di ogni trama.

Tutte o quasi hanno capacità di influenzare, di suggestionare parte di opinione pubblica. Vedi Mosè: il neonato lasciato abbandonato in un cesto sulle acque del Nilo e salvato dalla figlia del faraone. L'avventurosa nascita di Gesù, la sua crocifissione e la resurrezione (non poteva che finire così). La leggenda di Romolo e Remo anche loro abbandonati, salvati ed allattati da una lupa; di Robinud, Ercole, Zorro, Giulietta e Romeo, la Bella addormentata nel bosco, l'Odissea e tanti altri romanzi, tutti improntati sulla medesima falsariga, tutti capaci di condizionare i nostri comportamenti: se ai bambini il bosco fa paura ciò si deve alla "selva oscura" di Dante, oppure a Cappuccetto rosso e del lupo cattivo. Se il popolo israeliano per quanto attiene al culto religioso è caratterizzato dal mosaismo lo si deve all'omonima leggenda. Leggenda la cui speculazione ha fatto assurgere Mosè addirittura a mediatore dell'alleanza tra Dio ed Israele. Lo stesso discorso vale per altre leggende, per altre situazioni, per altri popoli.

Poi, quanto c'è di vero, per fare un esempio, sulla storia risalente a oltre tremila anni fa, anche se ancora esiste, dicono, qualche sprazzo di testimonianza, del regno di babilonia e sui codici del re hammurabi o hammurapi, quando non siamo in grado di conoscere con esattezza gli avvenimenti del secolo appena trascorso?

Dicono che il libro dei codici di hammurabi sia ancora conservato perfettamente.

Ecco, quì voglio aprire una breve parentesi.

Lo so, sono ignorante, un po’ diffidente, ma ho tanta voglia di sapere, sapere perché, oggi, un'opera, per esempio, come la Treccani, te la danno con carta garantita per 200 anni, mentre, certi scritti di migliaia di anni fa, tempi in cui non esistevano la tecnica ed i ritrovati di oggi per produrre carta ed inchiostri di qualità (salvo le incisioni su pietre, quindi più durevoli), sono, se come presumo il riferimento è alle opere originali, "perfettamente consultabili"? Mistero anche quì? Oppure, anche in questo caso, è tutta opera di qualche "spirito misterioso, conservatore" ?

Gli antichi scrittori, spesso, non hanno lasciato su fatti e circostanze dei tempi, notizie certe, apprezzabili, anche a causa dell’imposta reticenza su quanto rivestiva carattere industriale, militare o di interessi della casta dominante poiché ciò costituiva un <sacrum> non violabile impunemente.

Comunque, rientrando nel concreto, è innegabile che vi sono libri, di tutti i tempi e di tutte le epoche ai quali spesso si attribuisce decisiva importanza anche come fonti d'ispirazione, che incidono nei sentimenti umani, che fanno presa sulla credibilità delle persone. Composizioni letterarie belle o cattive, utili o dannose per la cultura, per la società civile, da far sembrare effettivo ciò che spesso è frutto di una mente fervida, sana o perversa, da rappresentare contenuti inesistenti in immagini sensibili.

Storie che servono ad entusiasmarci a rassicurarci, anche se, in realtà, nella vita non si sono verificati e non si realizzeranno quasi mai, salvo rari casi in cui lo scrittore riesce, quando buona sorte lo accompagna, a prevedere, a preconizzare determinati sviluppi naturali o scientifici. Libri, questi ultimi, che conservano, dietro la trama avventurosa, un notevole interesse scientifico.Vedi il romanzo "Ventimila leghe sotto i mari", di Jules Verne, protagonista il capitano Nemo la cui fine è descritta nel romanzo "L'isola misteriosa". Libro meritatamente famoso anche per aver previsto certi sviluppi della tecnica.

"Ventimila leghe sotto i mari", infatti, è un romanzo avventuroso scientifico in cui l'osservazione della realtà e la conoscenza della tecnica sono spinte fino a geniali ipotesi le quali si sono in parte avverate (grazie anche all'amicizia di Verne con uomini che gli offrirono i fondamenta ai più fantastici ed incredibili sviluppi, rivelatesi spesso, alla luce della posteriori realizzazioni, come altrettante profezie).

Vi sono poi libri che non hanno o non dovrebbero avere alcuna forma speculativa, se non solo quella di informare e di educare in modo corretto, i quali dovrebbero descrivere, rappresentare, insegnare fatti di storia realmente avvenuti, con assoluta obiettività come i libri scolastici.

Perché metto il condizionale anche per i libri scolastici? Lo metto perché, purtroppo, checchè si pensi e qualunque cosa di dica, questa è la verità: anche in questa categoria di libri, per determinati avvenimenti, gli enigmi non mancano e neppure il pretesto per conseguire vantaggi.

Anche quì indagini storiche e scientifiche mentre tante volte riescono a fare chiarezza sui più famosi misteri di tutti tempi, altre volte si trovano di fronte a formidabili rompicapo che non fanno altro che aumentare i rebus. Anche qui, determinati fatti di cui invece si ha piena conoscenza o vengono ignorati oppure artefatti, stravolti a piacimento per interessi di parte a seconda dei poteri dominanti in una data epoca.

Quì mi viene istintivo parafrasare Sir Winston Churchill, dicendo che: "mai nella storia degli inganni umani così tanti sono stati imbrogliati da così pochi".

Un viaggio ricognitivo attraverso il continente perduto di Atlantide, oppure nel mistero delle piramidi, tra la maledizione di Tutankhamon, nell'incredibile retroscena dell'affondamento del Titanic al Triangolo delle Bermude, al sangue di San Gennaro e poi ancora: Stonehenge, il Santo Graal, le linee di Nasca, la mappa di Piri Re'is, Re Artù, La spada nella roccia, Mesmer, la levitazione, Giovanna d'Arco, l'abominevole uomo delle nevi e molti altri enigmi, ci fa conoscere quanto sia ostica la via della verità. Viaggio nel tempo tra clamorosi abbagli e sensazionali scoperte, che ci ha costretto a dubitare di tutto quello che credevamo di sapere. Un viaggio di verifica tra autentiche truffe e veri misteri che ha messo in discussione conoscenze che parevano acquisite.

Interessi di vario genere  sono, non di rato, all'ordine del giorno di ogni testo. "Ognuno tira l'acqua al suo mulino". E se da un lato si accusano gli studiosi di far sparire le prove "scomode" dall'altro è giusto far notare che anche i “misteriomaniaci” danno, ogni tanto, una "aggiustatina" ai fatti per incastrarli a perfezione nelle loro teorie.

In specie per la storia riguardante epoche lontane è più difficile venire a capo della verità, avere notizie attendibili, non solo per le note ed altre sconosciute ma possibili falsificazioni, ma anche perché le fonti originali sono poche, frammentarie e, spesse volte, poco decifrabili.

E' possibile che per rendere più interessante la storia l'autore aggiunga un po’ di colore, un po’ delle sue idee e sarebbe più producente, corretto ed onesto se ne facesse pubblica ammenda, ma stravolgerla per scopi di parte, per fine speculativo è indegno e deleterio per la collettività.

L'uomo ha sempre sentito il bisogno, la necessità di comunicare e spesso ha affidato il proprio pensiero alla parola, una delle massime espressione umane che, nata come narrazione orale è stata poi consegnata alla letteratura la quale ha subito, nel corso dei secoli, importanti trasformazioni.

L'essere umano, aiutato dalle innovazioni tecnologiche, ha imparato a comunicare in modo sempre più veloce, complesso e multimediale: prima con l'introduzione della scrittura, poi dellacarta, quindi della tipografia, ieri con l'avvento dalla radio, oggi con la televisione e conl'affermarsi di nuovi media.

L'arte dello scrivere, di mettere "nero su bianco", nasce dalla esigenza di fissare le proprie idee e i propri sentimenti per poterli trasmettere agli altri. Ma la scrittura quando è scevra di contenuti retorici, di tornaconti particolari o di elementi ideologici e partigiani ha anche uno scopo sociale: far conoscere gli stati d'animo collettivi, diffondere il sapere.

In queste situazioni entra in gioco oltre alla conoscenza, preparazione professionale e culturale dello scrittore, anche la sua onestà intellettuale. Ragion per cui, essendo giunti in un'era in cui i pazzi ed i mestatori sono in maggioranza o quasi, c'è poco da credere in tutto e più da dubitare. Molti falsi storici, purtroppo, sono diventati culti, sono entrati nella nostra cultura, fanno parte di questa civiltà.

Molti di noi, intanto, educati e culturalmente cresciuti in tutta questa variegata letteratura, continuiamo a sperare che molti misteri, prima o poi, possano essere chiariti e che la verità possa coniugarsi con la realtà, per vivere meno complessati e più sereni.

Intanto……"campa cavallo che l'erba cresce".

  Pubblicato il 26/09/2010

                                        crigiochiaro

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Decimo pezzo

Inversione dei ruoli nell'ambito del genere umano.

Stiamo assistendo alla preoccupante inversione di ruoli tra i compiti che la natura ha assegnato a ciascun essere umano secondo il suo sesso, rispetto al genoma, alle qualità, attributi e caratteristiche fisiche e psichiche posseduti da ognuno dei due differenti sessi.

Infatti, l'uomo, quello per cosi dire più occidentalizzato o effeminato (modi, comportamenti, lineamenti), sta cedendo lo scettro di comando, la sua prerogativa e dignità, il suo diritto-dovere di guida della famiglia e della società di fronte alla supremazia numerica e soprattutto alla sfacciataggine del sesso femminile occidentalizzato o mascolinizzato (modi, comportamenti).Genere femminile il quale, eccetto la propensione a denudarsi per motivi erotici o per altri bizzarri fini, non essendo più neanche buono a cucinare o a fare un panino imbottito, figuriamoci per la più difficile e virile arte di fare rispettare le regole di civile convivenza.

Questo è il motivo per cui il mondo rischia di rimanere orfano di guide idonee a mantenere la morale, la cultura e la civiltà a livelli accettabili.

Ecco perché gli adolescenti non trovano più un modello sentimentale cui riconoscersi. Ecco perché i giovani di oggi sono dei sprovveduti e banali romantici. Ecco perché i ragazzi di oggi sono a livelli molto bassi quanto a cultura, formazione scolastica, partecipazione politica. Ecco perché la gioventù di oggi è alla deriva tra discoteche e sostanze eccitanti.

Non avendo modelli di riferimento validi nell'ambiente familiare e tanto meno a scuola e nei mass-media, non avendo un'arte o un mestiere da imparare, non avendo esempi forti di virtù e di moralità da imitare sono costretti a rifugiarsi in ciò che gli propone una società commerciale, sleale, fraudolenta, drogata, piena di banali reality e di stupidi quanto triviali show, di rappresentazioni canore, teatrali e programmi televisivi spazzatura.

Non essendovi in casa più nessuno che comanda, oppure comandano tutti anche la domestica, il cane e la gatta (chi ha la mania di tenerli con se), non avendo, specialmente la generazione di genitori eredi del '68, l'inclinazione a dare buoni esempi e validi indirizzi educativi, quelli, per capirci, che hanno mandato avanti il mondo per circa 5000 anni, quando l'uomo era un maschio ideale e la femmina era una donna senza grilli per la testa, è oltremodo logico che scurrilità e schizofrenia siano diventate, oggi, il pane quotidiano della gente.

In questa disgregazione di ruoli e di costumi, se qualche saggio tenta soltanto di fare osservare l'incoerenza comportamentale anche se conforme a legge, ma in contrasto di fronte alle esigenze superiori della natura, l'unico ritornello che si sente ripetere da parte di questa generazione allo sbando è: "che male c'è"; "lo fanno tutti"; "chi se ne frega"; e, detta in siciliano, "cu mancia mancia fissa cu non s'arrancia", "cu futti futti Diu pidduna a tutti".

Una volta il mondo era composto da uomini combattenti e faticatori, di artisti e scienziati, di uomini che provvedevano alle necessità e alla difesa della famiglia, allo sviluppo civile, culturale e tecnologico nel modo più retto e corretto possibile; era composto da donne che sapevano allattare ed allevare i figli come si deve, curare i molti più gravosi lavori domestici di oggi, oltre a fare, chi ne aveva l'esigenza e volontà, anche altri lavori dipendenti o meno, facendo bene ognuno il proprio mestiere, secondo inclinazione ed idonietà, senza demandarlo ad altri, senza affidarlo a chi non compete.

Se una volta venivano venerati gli dei, poi Dio, Gesù ed i Santi, oggi si enfatizzano e si adorano con fanatismo sviscerale divi e dive del cinema , della TV, della canzone, dello sport e del porno.

Non si sa nemmeno, oltre agli onorevoli, o meglio disonorevoli deputati e senatori, oltre ai presidenti nazionali, regionali, provinciali, oltre ai ministri, ai sottosegretari e segretari, agli assessori, ai sindaci, ai consiglieri e via dicendo, quanto tipi di miss (che, poi, non è vero che sono le migliori del mondo ma le più sfacciate, le più raccomandate, le più truccate, le più…condiscendenti) vengono eletti o nominati tutti i 365 giorni di ogni anno.

Quanto prima si arriverà ad eleggere anche miss mammelle, miss culo o miss fica .

Insieme alla tassa sullo smaltimento rifiuti soliti urbani (la chiamano anche "tariffa igiene ambientale", piuttosto che prezzo da pagare all'ambiente mafioso), è veramente un bel giro di sporchi affari.

In questo qui pro quo, in questa giostra nel cambiamento del mondo, un solo genere non ha subito metamorfosi, è stato sempre di moda: il mestiere delle prostitute.

D'accordo che molte cose dai secoli scorsi ad oggi sono migliorate ma non si può far finta di non sapere o vedere che altrettante sono peggiorate, tra cui proprio quello, e questo è uno dei punti più importanti dello squilibrio della condotta degli umani, della modifica in negativo dei ruoli di ognuno dei due sessi e della mentalità delle singole persone e della società.

La tanta declamata rivoluzione del 1968 è fallita se è vero come è vero che oggi, dopo 39 anni, come prima, peggio di prima, la cultura, la morale, la giustizia, la democrazia, la civiltà sono allo sfascio.

Qualcuno, naturalmente, potrebbe essere portato a dire che c'entra il discorso della inversioni di ruolo tra i due sessi con il 1968. Eppure c'entra. Si, c’entra perché non si può negare che, soprattutto ad iniziare da quell'anno, anche se la cosa incominciava a intravedersi da alcuni anni prima, è nata una nuova rivoluzione nel campo scientifico e sociale a favore del sesso femminile che ha portato all'abdicazione, alla rinuncia da parte del maschio di ciò che prima era suo naturale patrimonio.

Io non sono tanto d'accorso con il poeta americano Allen Ginsberg quando leggo, in merito agli avvenimenti del 1968, questo trafiletto ricavato dal sito internet Cronologia.Leonardo.it/storia:

"Noi siamo tutti dei personaggi transitori. Noi teniamo molto al passato per essere avvenire. Ora ci eclisseremo per far posto alle genti a cui appartengono veramente l'avvenire e la nuova società".

Il discorso non è così semplice, né liquidabile con una battuta o una sentenza.

Certo, noi non siamo l'avvenire ma siamo i costruttori, perché nessun avvenire può essere ipotizzato senza una base di partenza che è il passato trasmesso al presente e proiettato nel tempo che verrà. L'avvenire si costruisce sull'esperienza del passato perché senza passato non vi è alcun avvenire, vi è un salto nel buio, nessuna indicazione della strada da percorrere.

Se sappiamo costruire e rappresentare un presente concreto e sereno i nostri successori si ritroveranno da affrontare un mondo più limpido, vivibile, una vita più facile e sana, altrimenti ci sarà per loro, ineluttabilmente, il peggio del peggio di oggi.

E' naturale che quando una generazione non è più, quella nuova dovrà provvedere a gestirsi la vita come meglio crede. Comunque, sulla base di ciò che sapremo loro tramandare potranno apportare delle migliorie, degli aggiustamenti secondo esigenze temporali, ma non potranno non tenere conto di ciò che di buono, di utile (esempi ed insegnamenti), gli abbiamo saputo inculcare.

Infatti i giovani del 1968 di strada per cambiare secondo le loro teorie ed aspirazioni ne hanno percorsa ben poco se di quei moti sono rimasti soli i ricordi ed il loro avvenire è segnato dal fallimento complessivo delle loro rivendicazioni.

In loro è mancata una guida ideale ed educativa non soltanto istituzionale ma in particolare nell'ambito del nucleo familiari. E' venuta a mancare l'autorità paterna, nel senso civile, culturale e naturale del termine.

Se le loro proteste, le loro rivendicazioni per una scuola più moderna ma seria, di diritto al lavoro o concernente il lavoro, di una democrazia compiuta, sono approdate nel nulla, ciò si deve alla loro inesperienza. Mancando un indirizzo educativo familiare valido essi si sono fatti abbindolare dalla ideologia di quanti hanno saputo approfittare del loro cervello immaturo.

Questo anche perchè, la maggioranza dei sessantottisti, più che avanzare un idea nuova si sono ritrovati, inconsapevolmente, nell'orgia di una ideologia che perseguiva la lotta di classe di stampo marxista maoista come obiettivo primario. Essi si sono incontrati senza accorgersi con Daniel Cohn Bendit in Francia, Rudi Dutsce in Germania, Mario Capanna in Italia, cioè con quella cultura politica che se avessero avuto più esperienza e maggiore insegnamenti avrebbero rinnegato, ed il loro movimento avrebbe forse preso una piega diversa, più coerente e credibile.

Lo stesso comunista Giorgio Amendola definì quella rivolta studentesca con queste parole: "sono ragazzate, rigurgiti di infantilismo".

Wolfgang Goethe scrisse: " Cieca è l'esperienza senza l'idea; cieca l'idea senza l'esperienza.

Però, qualcosa di nuovo, in parte collegata al 68, ma tutta a vantaggio del sesso femminile, dal quel momento, è incominciata a maturare nel mondo. La femmina ha ottenuto alcune importanti concessioni: il divorzio e l'aborto. Inoltre, scienziati, medici ed industria chimica hanno lavorato attivamente, in combutta, per fornire alla femmina la pillola anticoncezionale, quindi la libertà di fare le corna all'uomo senza problemi, con più tranquillità, non avendo l'assillo di rimanere incinta; hanno affinato le "armi" della chirurgia plastica per artefarle viso, seno ed altre parti del corpo, per renderla più sexy, più eroticamente conturbante.

Da quando alla femmina sono stati concessi alcuni nulla osta, per esempio quello per fare la guerra…all'uomo, esse non hanno più tenuto la loro mano e sono andati sbandando di qua e di la urtando con violenza il concetto fondamentale di famiglia e di prole. Questa è solo una delle tantissime concessioni che le sono state fatte, assolutamente e vergognosamente negative. Colpa del "68? Può essere, anche se non del tutto. Certamente merito della generazione femminile e demerito di quella maschile succedutesi dal 1950 in poi.

Insomma, quello che c'è di sicuro, è, che da quando sono accadute tutte queste cose, la donna si è messa le brache e l'uomo è diventato moscio in cerca di protesi e di viagra.

Questa si che si può chiamare rivoluzione riuscita e senza….. "palle".

A prescindere da ciò che dico, dalla mia opinione in merito alla problematica della degenerazione nei ruoli e nei comportamenti dei due sessi, i quali hanno perduto le principali qualità originarie, proprio a salvaguardia di ciò che sostengo, mi corre il dovere di aggiungere a queste mie argomentazioni frutto di attenta riflessione, maturate sul campo del vivere quotidiano, che, logicamente e naturalmente non mancano le eccezioni nel senso positivo, cioè, non mancano quelle persone, di ambo i sessi, ancora valide sotto ogni profilo. Purtroppo, il guaio è, che, esse, vanno diminuendo sempre più di numero oltre che di sostanza. Infatti, senza bisogno di fare statistiche accademiche, senza andare a disturbare esperti di sondaggi, ma semplicemente e praticamente riscontrando l'evidenza, stando ai fatti che viviamo tutti i giorni, che sono sotto i nostri occhi, che tocchiamo con mano, quando si parla di persone serie ed oneste si deve incomincia a parlare proprio di eccezioni in quanto che, come calcolo io, non dico con matematica precisione ma, poco + o poco -, li vicino, che: savi e pazzi o seri e smidollati sono percentualmente al 50% tra le due tipologie di persone 40/55 enni; tra i 30 ed i 40 enni le persone giudiziose sono il 20/25 % contro il 75/80% degli screanzati; nei giovani, adolescenti e ragazzi, per il 90/95% c'è poco da sperare, presi tutti, come sono, da gravi disturbi della psiche.

Queste sono percentuali ottimistiche valevoli fino ad oggi, anno 2007.

Quali garanzie vi sono che queste percentuali, in un prossimo avvenire non si modificheranno in peggio, cancellando, così, anche le eccezioni? Nessuna! Pervertiti e perdona cannibali possono accomodarsi. La via è aperta, la porta spalancata.

Con queste femmine calde, viziate, smaniose di nudo, di fumo e di sesso e con questi maschi, anzi, omiciattoli flosci, senza virilità e senza potestà, c'è ne ben donde per rallegrarci.

L'uomo ha commesso degli errori idioti, ora è la donna che commette errori idioti. Ma l'umanità nel suo complesso continua a subirne le conseguenze. Non importa chi commette idiozie, ma è in questo modo che l'umanità non potrà evolversi.

Quando vedo una donna fumare sigarette... semplicemente non credo ai miei occhi! Se l'uomo tabagista mi fa schifo la donna mi fa orrore. E penso. Quale sarà la prossima mossa della femmina? Forse farà pipì stando in piedi! Forse farà sesso pubblicamente con le bestie! Sembra che debba fare tutte le sciocchezze che ha fatto l'uomo e di più.

La donna se vuole stare in pace con l'uomo, se vuole per compagno un essere umano di sesso maschile all'altezza del compito, deve mantenersi al di sopra delle reazioni e creare tanta grazia e tanta bellezza intorno a sé da contagiare l'uomo, che a sua volta inizierà ad avere una individualità più bella, una personalità più aggraziata. Il loro incontro non dovrà essere destinato a diventare matrimonio allo scopo indegno di raggiungere particolari interessi; matrimoni che spesso sfociano nel divorzio. Essi dovrebbero avere la capacità di essere amici, al di là del vecchio concetto di amicizia. La parola amicizia, ci fa ricordare una relazione. Questa relazione umana ed affettiva è affondata portando con sé l'intera umanità. Ora non ci sono più vie sicure che possono essere percorse con la certezza che dopo l'andata ci sia il ritorno. Ora non ci sono più amori, affetti, amicizie, relazioni umane vere, sincere e permanenti; non c'è più comprensione ed altruismo. C'è la bestialità, l'incoscienza dell'uomo e della donna i quali divergono sempre di più dalle loro naturali peculiarità

Non intendo fare il saccente o lo sputasentenze, ma la realtà, magari sotto diverse e più ampie sfaccettature, risiede tutta in queste poche, scarne righe.

  A proposito di "68 traggo da internet, autore Enzo Peserico, quanto segue:

"Il fenomeno del Sessantotto italiano si sviluppa a partire da una diffusa situazione di insoddisfazione, soprattutto giovanile, derivante dalla disgregazione dei valori dominanti, progressivamente erosi da un modello di "società opulenta" incapace a sua volta di rispondere ad attese di profilo diverso dall'innalzamento del livello materiale di vita, peraltro ottenuto attraverso un disordinato processo di industrializzazione e di allargamento artificioso dei consumi, che aveva portato rapidamente a una squilibrata espansione delle periferie urbane dell'Italia Settentrionale e allo sradicamento culturale di ampie fasce della popolazione.

Il Sessantotto si presenta quindi, nel suo aspetto più profondo, come una Rivoluzione culturale, che ha inciso sul costume e sui comportamenti sociali molto più che sulla politica. Certamente il desiderio di un mondo nuovo, ossia l'aspetto utopico della contestazione, è stato sepolto insieme alle numerose vittime degli anni di piombo, e si è capovolto nella tragica disperazione di chi più intensamente ha creduto ai miti dell'ideologia e li ha visti dissolversi fra le "urla dal silenzio" delle vittime dell'esperimento comunista, oppure nel fallimento esistenziale dell'utopia libertaria.

Tuttavia, se l'utopia libertaria e l'ideologia marxista si sono frantumate nel confronto con il reale, la generazione del Sessantotto ha smarrito anche la memoria di quel patrimonio di verità individuali e sociali contenuto nella tradizione storica e popolana e già sfigurato dai modelli liberali e illuministici della "società opulenta". D'altra parte, il Sessantotto ha mostrato inequivocabilmente l'incapacità della Modernità, con il suo arsenale ideologico, di fornire risposte significative alla sua deriva nichilista, e ha quindi reso evidente, per contrasto, l'esistenza di un'alternativa reale alla dissoluzione personale e sociale: alternativa culturale e politica, questa, né utopistica né relativista, e percorribile attraverso la riscoperta dei valori che caratterizzano l'uomo naturale, ben evoluto e che fondano la sua civiltà".

Art. scritto nell’anno 2007

Pubblicato il 26/09/2010

                                              crigiochiaro

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  Undicesimo pezzo      

Cose di questo mondo

Da noi, intendo parlare in particolare dell'Italia, del paese dove sono nato e si è maturata la mia esperienza la quale mi autorizza a dire come stanno certe cose, dicevo, da noi che viviamo nell'emisfero nord occidentale di questo pianeta, cioè in quello più sviluppato economicamente, ma anche della vita esagerata, dell'eccesso, degli abusi e degli usa e getta, dove si ostentano snobismo e cretinate firmate o doc, la concorrenza e le importazioni dei paesi emergenti, dove si lavora (eccetto fannulloni e scansafatiche onnipresenti) per quattro soldi, dove si mangia poco e solo riso, leguminose e verdure selvatiche, dove la mand'opera viene sfruttata fino all'indecenza, fanno strappare i capelli o grattare la testa ai nostri produttori. Fanno agitare i nostri sindacabili sindacati; fanno scricchiolare i nostri infermi governi e le nostre corrotte istituzioni; fanno diventare sempre più spregevole la nostra società; fanno imperversare fallimenti e la recessione, come se non bastassero le corna preconiugali e coniugali, miete vittime tra le famiglie meno abbiente, tanto in quelle che badano al risparmio, che, in maniera più tangibile, in quelle sprecone.

Questo accade perchè una massa enorme di popolo, di cittadini di quei paesi cosiddetti "in via di sviluppo", conosce solo il lavoro e la fatica e non sa cosa sia il lusso e lo spreco, lo scialacquio di ogni forma di bene vitale; perché quei paesi non hanno evasori fiscali quanto da noi, non hanno il campionato di calcio con le squadre zeppe di stranieri come da noi, non hanno i big miliardari della moda, della canzone, dello spettacolo, della finanza, come nelle nostre dimensioni; perché quei paese non riconoscono il decimale dei prezzi al consumo, ma la cifra intera; perché quei paesi non hanno manager e top manager con il segreto e le virtù di far apparire verde ciò che è rosso o bianco ciò che è nero, e, anche se li hanno sono una sparuta schiera, non enfatizzati, divinizzati e portati sugli altari degli onori e, nello stesso tempo, dei guadagni più scandalosi, del malcostume diventato costume della vita sociale e culturale, come da noi.

Ma non solo questo. Noi abbiamo anche i più raffinati e furbi economisti, consulenti e programmatori, che stanno nei palazzoni di vetro e acciaio, in mezzo a tanti elaboratori sempre in moto, quelli che ti hanno inventato la virgola e il decimale e che sanno come farli funzionare, come sfruttarle al meglio. Essi risolvono tutto, o quasi e non per tutti, ma solo per coloro i quali hanno denaro in avanzo, con la rapidità e facilità che un tempo si attribuiva agli interventi divini.

Purtroppo, quì, da noi, popolo di consumatori e spreconi, i loro programmi, tra virgole, decimali, conversioni, cambi e scambi monetari ed economici, tra notti bianche e giorni in rosso o in nero, tra scioperi e sciupio producono effetti devastanti per le tasche e la salute dei cittadini comuni, con eccezione, non c'è bisogno di spiegarlo, di quei pochi cui servono le loro escamotage. Pertanto, che farne di questi dotti "computerman"? Semplice! Si pensi al problema gravissimo degli sceicchi che debbono programmare le visite alle loro numerose consorti, minimizzando il rischio del comprensibile fiasco (s'intende non economico ma sessuale, non essendo il tadalafil <Cialis>, il sildenafil <Viagra> o altri prodotti sinergici per combattere disfunzioni erettili e stanchezze erotiche, sufficienti a garantire tante prestazioni giornaliere, per accontentare tutte le mogli, senza rischi per la salute e la vita.). Questo è un classico problema che i nostri programmatori e consulenti potrebbero risolvere. Solo che li, praticamente, si va per numeri interi. La virgola non è apprezzata, e, negli harèm, non è concepibile fare l'amore virtuale, computerizzato, ma solo quello del vero contatto carnale. Non l'amore fatto a furia di file, pixel, clic e chat, ma in carne ed ossa, introducendo un argomento retto in un discorso verticale .

Pertanto, visto quanti fiaschi, in particolare economici e finanziari, essi hanno procurato in questa parte del mondo sviluppato si ma di inviluppi; considerato che gli sceicchi non saprebbero che farsene di loro, delle loro virgole e decimali, con la seccatura degli arrotondamenti per eccesso o difetto, nè dei loro programmi per fare l'amore finto, sarebbe ora che questi complicati, una volta utili e due volte dannosi cervelli animali che si avvalgono sempre più di sofisticati cervelloni elettronici, voltassero pagine per reinventare un nuovo modello di business.

Senza incidere sulla produzione in specie di beni di prima necessità, cambiare rotta per non rimanere nella solita cattiva strada.

La crescita dei ricchi fondata sul debito e sulla bolla immobiliare, sugli spreghi e sugli imbrogli deve essere fermata per dar vita a una dinamica di sviluppo economico delle classi meno abbienti.

Quindi, aspettiamoci molti altri annunci imprevisti e una concentrazione di fuoco propagandistica meno invasiva ed ingannevole delle precedenti che non vada ad incidere sul costo e qualità dei prodotti e sulle debolezze mentali del consumatore esagerato.

L’esperienza ha segnato la rotta: niente forza bruta, ma reinventare in base alle nuove, concrete, indispensabili esigenze facendo prevalere quelle più sagge, più sane . Sarà un lavoro lungo, difficile ma necessario. Ci riusciranno?

Nel frattempo, sperando che i man del pandemonio economico e finanziario rinsaviscano, a noi poveracci ci toccherà, come sempre, stare con il naso in su, a guardare i nuvoloni che si scontrano, si sfilacciano, si addensano in vento, pioggia o grandine, che si trasformano, tra tuoni e fulmini, in tempeste disastrose. Loro in alto, noi in basso, loro a fare il bello e cattivo tempo, noi ad aprire l’ombrello finchè regge. Tanto, alle nuvole non può spiacere se restiamo anche senza ombrello, fino a quando gli spreconi continueranno a fare il gioco degli gnomi di Zurigo e dei businessman.

Non per niente questi specialisti dell'affarismo, questi project manager, queste teste di ca…volone, esperti di moltiplicatori e dividendi nonché di multicomplicazioni e… sottrazioni con o senza elaboratori elettronici, ci hanno escogitato i mercati, quelli iper, quelli super, quelli finanziari (la borsa…o la vita), quello delle analisi (non del sangue, delle urine e delle feci, ma analisi di mercato che vuol dire sondare nel cervello umano), quello dell'economia, quello della frutta e verdura, del bestiame, del pesce, quello fiacco, quello nero, quello nazionale e quello mondiale. Ma ancora non ci hanno inventato, per convenienza di quanti non pongono limiti al rialzo del prezzo dei prodotti e all'incessante aumento del costo della vita, la pillola antishoppingmania (shoppingmania: influenza che induce le persone contagiate all'acquisto di beni voluttuari e superflui) o antitruffaldinomania (truffaldinomania: patologia cronica insita nel corpo del sistema di produzione, distribuzione e vendita dei prodotti). Purtroppo, per noi poveracci, le vie del caro vita sono effettivamente infinite, mentre sono finite quelle della vita tranquilla, aliena da eccessi e superfluità che spesso risultano gravemente deleterie tanto per la salute, che per l'economia familiare e per la pace sociale. .

Finiti i tempi dei cibi naturali, sani e genuini di una volta, per lo più preparati in casa, sono arrivati gli alimenti confezionati, sottovuoto, congelati ecc., preparati chissà dove, chissà da chi, chissà come e con quante sostanze chimiche.

Si pensi, per esempio, al problema dell'obesità nei paese industrializzati. E' infatti accertato, da numerosi studi scientifici, che ormai l'obesità è un'epidemia sociale. L'imputato principale è il cibo spazzatura che trionfa grazie all'aggressiva politica promozionale che ha creato fenomeni di vera e propria dipendenza.

Per rendere sempre più vorace il commercio e striminzito il portafoglio del basso e medio ceto ci mancava il mercato on-line. Ora c'è anche questo! E, per rimanere soltanto nel nostro paese, un'altra bella consolazione oltre che per il management, maneggiatori e borsisti di Telecom, Tiscali, Fastweb, Vodafone, Tele2 ecc, e dei produttori di hardware e software, anche per i pirati della rete internet.

Ce poi un altro mercato ancora sommerso, ma molto sviluppato, mercato il quale quanto prima gli addetti ai lavori lo renderanno libero, usufruibile e conveniente anche con incentivi statali: il mercato degli esseri umani.

Ci hanno sedotti e violentati con ogni tipo di ritrovato, di invenzione per renderci la vita più comodamente stressante, traumatica, innaturale e la morte senza pace nè pietà.

Fra lingua italiana imbastardita, zeppa di incomprensibili e scialbe parole albioniche; tra additivi chimici, sia nel campo alimentare (circa 3000 additivi), che nello sport e spettacolo, nel sesso e in quant'altro qui omesso per non perdere tempo a pensarci; tra lotto; 10elotto; lottoroscopo; superenolotto con il jolly o senza, con o senza super star, con giocafacile; totocalcio; totogol, totip; gratta e vinci; miliardario (con il culo) ecc. ecc.; fra casinò, discoteche, bar e ristoranti, tabacchini e tabacchi; tra passerelle della moda e la moda della prostituzione anche nei luoghi pubblici; tra bancarellisti e bancarottieri nostrani, comunitari ed extracomunitari; tra romeni e rom, albanesi, marocchini e cinesi; fra computer, cellulari, videogame, tv analogica, satellitare, ad alta definizione, con decoder incluso o da comprare per vedere il digitale terrestre e schermi di varie grandezze e tipologie; tra romanzi storici, rosa, neri e gialli; tra fiction, reality e altri sancta sanctorum televisivi; tra mail, mmc, mms, sms, spam e adsl con pro…mozioni fatte su misura per acchiappare sempre più clienti o utenti inappagati pagatori; tra feste, festini, ricorrenze e cerimonie varie (nazionali, religiose e private); tra bancomat, postamat; tra decine e decine di carte di credito, carte prepagate, carte revolving, di credito a saldo, di credito a rate; tra carte da gioco e gioco delle tre carte; fra funzionari e dipendenti pubblici assenteisti e parassiti ed una stressante burocrazia; tra raccomandazioni, favoritismi e la corruzione che impera dappertutto; tra trucchi e truffe; tra altri espedienti ed una serie infinita di annessi e connessi quì non menzionati vuoi per brevità, sia perché al momento non mi vengono in mente o non sono a mia conoscenza; il tutto fatto a regola d'arte per spillarci fino all'ultimo centesimo; il tutto fatto a bella posta per fare la vera festa al nostro portafoglio e alla nostra tranquillità, alla nostra salute, alla nostra dignità…. mentre i fuochi d'artificio sono ancora in corso.

Tra fotocamere, videocamere, microspie, cimici e cor…nici digitali, non mancano le liti coniugali.

Fra stampa finanziata e sfacciatamente allineata; fra inquinatori ed ecologisti, guerrafondai e pacifisti, non mancano speculatori ed arrivisti.

Tra fiere campionarie, campionati e campioni, ci manca solo la gara dei montoni.

Tra star e pornostar, modelle, veline, miss e dive, ci hanno spogliato di tutto e…. scassato il pen…drive.

Fra navigatori satellitari e satelliti spaziali; tra missili intercontinentali e testate nucleari; fra donne navigate ed uomini annichilati; tra barzellette e verità, abbiamo intrapreso la via dell'aldilà.

Tra mafiosi e camorristi ci son di mezzo anche i teppisti.

Fra discoteche, alcol, spinelli, suoni assordanti, infila dentro e butta fuori, sono pieni i cimiteri.

Tra formula uno, Renault, Briatore e compiacenti sostenitori, ci stanno tanti guastafeste ed esperti sabotatori.

Tra Piazza Affari e affari loschi, speranzoso il povero risparmiatore, va con le tasche piene e torna, afflitto e ramingo, con le mani vuote e tanto malumore.

Tra iniziative baldanzose e azioni criminose, sono diminuite le entrate ed aumentate le pretese .

Tra progetti, appalti e opere pubbliche spesso inutili e costose, è scritto ed palese che dovrà essere sempre il povero a farne le spese.

Tra S.p.A. (Società per Azioni), S.r.l. (Società a responsabilità limitata), S.n.C. (Società in nome collettivo), S.a.S. (Società accomandita semplice), S.A.P.A. (Società in accomandita per azioni); tra società di capitali e di persone; tra società cooperative e consortili; tra P2; società anonime, segrete e a delinquere; tra società offshore (o off-shore) cioè dei paradisi fiscali; società di padroni e società di poveracci, o se la fanno a pugni oppure a calci, poiché, l'un contro l'altro armati, gli scopi sono ben delineati e, detto brevemente, c'è chi mangia molto e chi niente.

Fra immigrazione clandestina e connivenza nostrana; tra moschee, al-qaeda, kamikaze, burka e vù comprà, fra chi sta sopra e chi sta sotto, qui ci sta qualche complotto, poiché, tra Gesù e Maometto è totale lo sconcerto e, tra Bibbia e Corano, la pace non si vede neppure da lontano.

Fra pontefici, cardinali, vescovi e preti, vi sono più croci e genuflessioni che fatti concreti.

Tra cattolicesimo e laicismo vi è di mezzo il pessimismo.

Tra mille religioni l'un con l'altra avverse, le vie della concordia si son per sempre perse.

Tra insegnati, medici e giudici dilettanti, si va più indietro che avanti.

Tra gay, lesbiche, trans, escort, pornostar, massaggiatrici, pedofili, drogati e fumatori, se non son follie son malori; tra ladruncoli, ladri e ladroni privati e di regime, delinquenti screanzati e presuntuosi, i giorni non son chiari ma sempre nebulosi; tra democrazia e burocrazia, favoritismi e lassismi, tra antifascismo e “lavativismo”, tra corruzione e maleducazione, tra tradimenti e corna non c'è più da fidarsi nè dell'uomo né, in particolare, della donna, né del tribunale e neppure del legale, né del medico né dell'ospedale, né del reo né di Dio e questo non lo dico solo io ma milioni di persone di cervello ancora sane.

Fra partiti e partitini, politicanti, politicuzzi e politicazzi, onorevolicchi e disonorevoloni, correnti e controcorrenti, sono tutti sconvenienti e senza tanto da pensare sono tutti da scartare .

Fra Bossi, Fini e Berlusconi; tra Dalema, Rosy Bindi e Bersani; fra Pannella, Di Pietro e Casini…politici; tra Prodi ed altri ignoti, siamo tutti rovinati.

Tra tarantelle e valzer, spumante, tarallucci e vino, ci hanno infinocchiati sia sull'ateo che sul divino.

Insomma, come si dice in gergo, ci stanno conciando per le feste.

Tutte belle cose, dall'apparenza di rose, ma che nascondono pungenti spine.

Dopo tutti questi "fra" e "tra" non vorrei essere né fra…inteso (male interpretato), né tra…visato (letto al buio), perché, giustamente e doverosamente, faccio salve le immancabili, anche se rare, ma sempre valide e ammirevoli eccezioni.

Chi non se ne è ancora accorto della martellante pubblicità con la quale ci bombardano in ogni momento del giorno in TV, sui giornali, con manifesti murali, nelle cassette postali e persino telefonicamente ?!

Tanti espedienti, tanta reclame per radicare nel consumatore fattori psicologici e creare i presupposti per un uso indiscriminato, eccessivo, deleterio di qualunque tipo di prodotto, di ogni tipo di prestazione, di ogni argomento, opinione, idea. Tutto all'insegna di vantaggi commerciali, finanziari, professionali, politici. Tutto all'insegna di raggiri, falsificazioni, mistificazioni, mitizzazioni e speculazioni ecc. in parte legalizzati, in parte consentiti e liberamente messi a disposizione del pubblico anche se dannosi per la cultura e la morale, nonchè per l'ambiente, la salute ed il portafoglio, e un'altra parte illegali, non consentiti e venduti al mercato nero, che poi tanto nero non è visto e considerato che ad esso attingono, ne fanno arbitrario uso e consumo anche persone altolocate della società e delle istituzioni. Come in nero sono le prestazioni di alcuni professionisti. Mercato e prestazioni in nero che la gente, per motivi soprattutto mentali o di risparmio (rispammiari a cinniri e cassariari a farina: risparmiare la cenere e disperdere la farina) non disdegna di alimentare.

Purtroppo, è inutile negarlo, viviamo in un'epoca ed in una società in cui non si bada più alla sostanza ma principalmente all'apparenza, più che alla praticità alla complicanza, più che alla serietà alla dissolutezza, più che alla morigeratezza alla cupidigia, per cui, anche se non ci stai, sei costretto, come dice un vecchio detto, o a mangiarti questa minestra o a buttarti dalla finestra.

Ma tutte queste attrazioni, queste moinerie te li fanno apposta per creare malattie organiche e psicosomatiche, te le fanno per la gioia delle industrie farmaceutiche e farmacie le quali fanno affari d'oro con medicine che alla produzione, come tutti i prodotti che compriamo, costano quattro soldi. Farmaci con lo stesso principio attivo ma con prezzi molto differenziati, farmaci a pagamento, col ticket o esenti (esenzioni cui godono almeno il 60% di pseudo invalidi e imbroglioni di varie tipologie), prodotti da banco e…sottobanco, farmaci dove trovi, dentro la confezione, l'immancabile foglietto illustrativo con le varie raccomandazioni, controindicazioni, effetti indesiderati e interazioni che, appena lo leggi ti metti le mani alla testa e non sai se buttare tutto via o farne uso col rischio di altre complicanze per la tua salute, oltre a quelle per cui ne avevi richiesto la cura.

Inoltre, non manca modo ai "cervelloni" della medicina e farmacologia di inventare anche influenze per ogni stagione e prodotti antinfluenzali pieni di batteri e virus, detti vaccini, per distruggere le difese immunitarie naturali del nostro organismo e… per fare soldi.

Vaccini che, solo per l'influenza chiamata A/H1N1, i produttori hanno introitato, a livello mondiale, la "misera" cifra di circa 16 miliardi di Euro (fonte TG4 serale del 24-10-2009). Influenza che di fatto si è rivelata una messinscena.

Con questo non voglio dire che non esistono epidemie influenzali che si sviluppano in modo naturale e che di tale epidemie, senza prevenzione e adeguate cure, si può anche morire, ma gli allarmismi, il panico suscitato tra le popolazioni dai mass-media sono tanti e tali da far morire la gente soprattutto per malattie da influenza psicologica, contro la quale non esistono rimedi famacologici ma solo dimostrazione di serietà e di onestà.

Comunque, a me chi dice ed assicura che questi virus influenzali o batteri patogeni che, come dicono gli studiosi in materia vivono e si riproducono all'interno di cellule viventi, non vengano anche coltivati in laboratorio e poi introdotti, sparsi di proposito o accidentalmente, nell'ambiente esterno dove si svolge la vita animale, provocando i contagi e le conseguenze che conosciamo? Boh! Forse l'ho sparata grossa ? Più no che si, perché ciò fa parte delle cose possibili di questo mondo e non è detto, con tanti irresponsabili, con tanti speculatori senza scrupoli che ci stanno in giro, che, se ciò non è ancora avvenuto non possa accadere.

Una cosa è certa, da che il mondo è mondo le patologie di carattere influenzale sono sempre esistite e se in epoche in cui i farmaci venivano preparati dal farmacista qualcuno ci lasciava la pelle ciò era dovuto al caso o al destino come dir si voglia, mentre, oggi, con tutti i vaccini e farmaci antinfluenzali di ogni genere e sofisticati strumenti di diagnosi, chi è predestinato muore lo stesso ma non per motivi dovuti ai virus influenzali, ma a causa dei virus trasmessi attraverso notizie tendenziose ed allarmistiche, da parte della propaganda speculativa la quale, questa si, diventa la vera pandemia, che, infondendo paura tra la gente, può produrre effetti patologici letali o aggravare quelle eventualmente in corso.

Si, perché tutto questo crea processi psichici che si ripercuotono sugli aspetti fisici, in quanto che il campo di azione sul sistema nervoso umano, quale apparato integratore per eccellenza, e in particolare sulle funzioni sensoriali e percettivo motorie, sui meccanismi nervosi che intervengono nell'adattamento comportamentistico, sul ruolo del comportamento nelle relazioni delle funzioni vegetative, sui rapporti tra il comportamento emotivo-affettivo e la vita vegetativa nonché tra le funzioni vegetative e la condotta motivata, scatena aspetti psicofisiologici in negativo o in positivo spesso imprevedibili ed inspiegabili. In negativo quando una persona si ammala senza un apparente motivo; in positivo quando una persona guarisce, per vie emotivo-sensoriali, da un male anche incurabile.

A proposito. Le guarigioni inspiegabili (?) li chiamano miracoli. Ma le morti inspiegabili, innaturali immature, di che cosa fanno parte? Possono chiamarsi anche miracoli? Interventi divini?

E quando muoiono bambini innocenti a causa di catastrofi naturali (terremoti, maremoti, tempeste e altre calamità programmate da chi ha creato il mondo), nonché per la povertà, per denutrizione, per mancanza di cure, cioè a causa anche delle ingiustizie, delle guerre, degli egoismi e le follie degli uomini, possono chiamarsi, anche questi spiacevoli quanto crudeli ed inumani casi, interventi miracolistici.?

Dov'era e dov'è Dio quando in nome delle religioni, sia nella loro nefasta storia che nel presente, milioni di essere umani furono e continuano ad essere, in tante parti del mondo, discriminati, inquisiti, torturati, assassinati, sbudellati? Forse si trovava e tuttora si trova, "in tutt'altre faccende affaccendato", in altre parti dell'universo?

Scusate la mia ignoranza ma non riesco a credere che nel mondo vi sono tanti miliardi di oppiati dalle religioni che non si domandano dove sta Dio quando muoiono tanti innocenti a causa di disastri naturali o causati della pazzia degli uomini. Eppure, in questo mondo succede anche questo. Succede che la gente di fronte a tanti dolorosi eventi si mette a pregare e invocare fantasmagoriche divinità, invece di badare ad arrangiarsi, a sistemare le cose, a raddrizzare le situazioni disagevoli con impegno e serietà. Invece no! Invece di risolvere i problemi che sono alla loro portata, di fare qualcosa di utile, di giovevole, si mettono a perdere tempo con salmi e recite del rosario.

C,è che crede che sia il diavolo a volere disastri e morte. Ma, insisto nella mia ignoranza e mi domando, anzi, faccio una domanda a chi pretende o s'illude di essere esperto in materie mitiche, del mondo del divino : il diavolo, chi lo ha creato? Dio? Se lo ha creato Dio, perché lo ha creato, considerato che nei fatti dimostra di essere più potente dello stesso suo creatore? Se non lo ha creato Dio da dove è venuto fuori? E Dio da che cosa trae origine e consistenza? Dicono che è uno spirito. Ma non specificano di che tipo di spirito si tratta. Perché di spiriti ne conosciamo tanti. C'è quello estratto dalla buccia di limone o di altri agrumi e prodotti, vi è quello per disinfettare. C'è anche quello, come si dice, di patata, cioè delle battute insulse e di cattivo gusto, come potrebbero sembrare queste righe a menti illuse o ai cultori dell'illusionismo, agli affaristi del mitico. Ora, tutti questi spiriti li conosciamo, sappiamo che cosa sono e a che servono. Ma lo spirito santo o divino, che nessuno ha mai visto e sentito, com'è fatto, dove sta, cosa fa, a che serve. Teorema, questo, indefinito ed indefinibile.

Insomma, dobbiamo credere che esiste qualcosa di sovrannaturale solo per ipotesi, per immaginazione. Però, in tale situazione la credenza è soggettiva e non può essere demandata solo ed esclusivamente ai dogmi religiosi, ma all'idea che ognuno di noi è capace di formarsi sul rebus dell'esistenza universale. La religione, invece, insiste sull'astratto, sulla fede, sul complesso delle "verità rivelate" (escamotage, racconti e menzogne spudorate di antichi ed influenti o importanti personaggi atti a condizionare i popoli e sottometterli ai loro voleri), da accettare incondizionatamente, non discutibili e non dimostrabili con la ragione, cioè credenza cieca ed assoluta.

Affermare positivamente l'esistenza di una divinità è umanamente impossibile. Per farlo ci vuole una bella faccia tosta, tanta disonestà intellettuale.

<L'unica cosa di cui abbiamo certezza è il fatto che esitiamo. Del resto non abbiamo certezza alcuna. Siamo esseri trascurabili nel grande gioco dell'universo e men che meno potremmo avvicinaci alla verità. Scagliati in un angolo remoto dell'universo e sopraffatti dalla nostra angoscia ci aggrappiamo spesso a religioni, credenze, miti nella speranza, utopica, di un "dopo". In questa conversazione l'Avv. Bacchiega delinea questi concetti a cui l'uomo non riuscirà mai a dare una spiegazione.

Mario Bacchiega (Rovigo, 10 febbraio 1926) è un avvocato e accademico italiano.

Avvocato, studioso di sacro e già docente universitario è ritenuto uno dei massimi studiosi di antropologia delle religioni.

Mario Bacchiega ha insegnato per vent'anni storia delle religioni alla pontificia università "Marianum" in Roma come incaricato di storia delle religioni. Conduce da moltissimi anni una rubrica televisiva. Collabora a riviste specializzate e con circoli culturali. È socio emerito dell'Accademia dei Concordi . Il suo sito internet (http://www.bacchiega.it) , tenuto in collaborazione con l'ing. Ludovico Polastri, raccoglie numerose sue conversazioni inerenti temi storico-religiosi.>

<ANSA) - MOSCA, 25 GEN 2010 - Sono finiti all'ospedale intossicati dall'acqua di una sorgente ritenuta sacra 104 fedeli ortodossi della citta' siberiana di Irkutsk. Fra i ricoverati ci sono 47 bambini. Gli intossicati festeggiavano l'Epifania ortodossa.>

Anche questi sono miracoli? Oppure è il diavolo che si è messo di mezzo? Trattandosi in particolare di gente che stava celebrando un rito religioso, Dio dov'era? Ha lasciato fare il diavolo per sua inpacacità, incuria o in combutta, permettendogli di invadere un campo…santo, cioè una manifestazione di fede di natura divina? Boh!

<Corriere della Sera. it>

Redazione online

25 gennaio 2010>

MOSCA - “Doveva essere acqua santa e, invece, si è rivelata maledetta. Tanto da far finire in ospedale 117 fedeli russi ortodossi che l'hanno bevuta nella città siberiana di Irkutsk, in occasione dell'Epifania ortodossa. Un portavoce della polizia ha riferito che sono state 204 le persone che hanno dovuto far ricorso alle cure mediche e 117 sono state ricoverate. Tra queste anche 48 bambini. Tutti accusano forti dolori intestinali ma secondo le autorità sanitarie è ancora troppo presto per dire che cosa li possa aver provocate. Il caso è curioso, perchè è noto a tutti che l’acqua in Russia non è potabile…..”

Nella Russia l'acqua non è potabile e se non sono state rispettate le norme di igiene e sicurezza per la salute non esiste acqua santa che, se ingerita, possa impedire il diffondersi di malattie. Su questo non ci piove! Sulla provvidenza divina, si!

La cosa più sicura è che anche in questo campo, la fantasia furbesca dell'uomo, con la creazione delle narrazioni mitiche, inventando divinità, angeli, madonne, santi, diavoli, crocifissioni, risurrezioni e miracoli ha trovato una fonte potente e redditizia di speculazioni. La più indovinata quanto spacciata speculazione a livello mondiale.

Pertanto trovo vergognoso, indecente e intollerabile che, tanta gente, di fronte ai crimini, ai delitti, alle bugie di tutti i tempi e di tutte le religioni, nonché di fronte ai disastri ed ai morti non attribuibili agli uomini, si mettano a pregare quel Dio biblico inventato dalle stesse religioni e rivelatosi nei loro racconti e nei fatti un assassino, terrorista, genocida, infanticida, intollerante, borioso e criminale a tal punto da pretendere di essere venerato con sacrifici umani ed animali. I racconti biblici, infatti, non mancano di evocare in modo macabro e orrido un messaggio altamente immorale, diseducativo e psicologicamente deleterio come l'assassinio di un Dio-figlio perpetrato dal un Dio-Padre. Insomma, una figura di Dio che più cattiva di così non potevano inventarla e descriverla.

Non avevano tutti i torti Freud e Marx quando consideravano le religioni fonte di arretratezza e "oppio dei popoli", una trasposizione delle ideologie delle classi sociali dominanti.

Sempre Freud non ha avuto esitazioni nel definire le religioni istituzionali, delle gigantesche autentiche nevrosi universali, una tragica iattura storica.

Lasciando da parte il mitico non essendo nelle mie intenzione farne uso e consumo improprio e rientrando in ambito sanitario, non riesco a farne a meno di parlare, inoltre, di denti, dentiere e dentisti. Quì, in quest'altro campo di attività, non so se affondare il bisturi del linguaggio selvaggio e passare per totale maldicente; non so se stare a bocca chiusa o aprire bocca, non per farmi una protesi dentaria in considerazione del fatto che sono completamente sdentato, ma per sputare (scusate il termine volgare) fuori il motivo per cui ho rinunciato a tale possibilità. Anzi i motivi sono due e, aprendo appena le labbra per sillabare, brevemente e pacatamente, ma tristemente dico quali sono: uno è soggettivo (mal sopporterei una cosa innaturale nella bocca) e l'altro economico (non mi va di pagare una dentiera, la cui efficienza e durata è sempre aleatoria, migliaia di euro quando il suo costo alla produzione è solo di poche centinaia di euro).

Tutte speculazioni, sulla salute, sulle credenze ed anche sulla vita del genere umano, da Oscar, da premio Nobel o da laurea honoris causa.

E con la giustizia come la mettiamo ?

31 gennaio 2010 - "L’efficienza della giustizia italiana è inferiore a quella del Gabon"; così ha detto il Procuratore Generale della Cassazione all’inaugurazione dell’anno giudiziario.

Certo si tratta di un’affermazione verosimile. Il nostro sistema giudiziario è così irragionevole ed ingiusto che ben difficilmente quello di altri Paesi, anche molto meno sviluppati del nostro, potrebbe essere peggiore.

Pensate che sono retrogrado o disinformato? No! Fino a prova contraria non sono uno scervellato, qualche grammo di cervello sano ancora lo posseggo e, per chi non è allergico alla verità, questo scritto, anche se retorico, ne è la più chiara testimonianza.

Sono per lo sviluppo, il progresso, per la scienza esatta, ragionata e non speculativa.

Sono per una società fatta per vivere e convivere in modo sano e civile.

Non sono per le follie, neppure per amare.

Intanto molte persone, diciamo meglio la massa, quella attratta e plasmata da una propaganda incessante, spesso subdola, ubriacata com'è dai media, nonchè gli ammalati di testa che hanno la smania o la velleità di apparire quelli che non sono, che pretendono ciò che non possono avere, non solo alimentano e aumentano i guadagni di ogni tipo di speculazione, ma essendo ormai fuori senno confondono l'uso con l'abuso, lo charme innaturale e dispendioso con lo stilè amabile, naturale e alieno da eccessi, il giusto con il superfluo e l'ingiusto, l'allegria con la follia, la verità con le bugie, la serietà con il malcostume, il naturale con l'artificiale, i figli con i cani, l'ossigeno e l'aria pura con il fumo, la saggezza con la pazzia, la pace con la guerra.

Gente che preferisce ballare il mambo o il cha cha cha., invece di un moderato, signorile e meno stressante tango o habanera.

Comunque, a tutto c'è rimedio, direbbe un attempato saggio, tanto ai fiaschi sessuali che a quelli economici, nonché ai vizi, con o senza bisogno dei cervelli cui ho fatto cenno nelle precedenti righe. Solo che, purtroppo per noi che stiamo in basso, in mezzo ci stanno almeno sette umani difetti ai quali non si potrà mai porre rimedio con gli attuali programmi, con l'attuale mentalità: la stupidità, la speculazione, l'ingordigia, il "menefottismo", la pazzia, l'involuzione dei costumi e della cultura, le tasse. Queste son tutte alienazioni che finiscono solo con il terminar della vita.

Ormai, per fare soldi, non quelli spiccioli, fino a mille/millecinquecento euro al mese che è la soglia entro la quale si scagliona la povertà assoluta, ma andando per cifre tonde, senza virgola e con almeno sei zeri preceduti da uno o più numeri dall' uno al nove, con tassazione, quando non evasa, posticipata, senza aspettare che arrivi il fatidico giorno della busta paga o dei pagamenti agli sportelli di banche e uffici postali, c'è chi specula giornalmente su tutto e dappertutto in parte legalmente, in parte disonestamente, in parte per mentalità, per costituzione, ed in parte per vorace emulazione .

E' naturale ed è socialmente giusto che coloro i quali per impegno personale, volontà, capacità intellettive si rendono oltremodo utile alla comunità, meritano di avere trattamenti economici adeguati alle proprie prestazioni. E' ingiusto, però, che ci siano persone le quali, senza alcun merito particolare se non addirittura con demerito, ricevono compensi ed onori che offendono quei prestatori d'opera che, oltre all'impegno spesso anche mentale, mettono a repentaglio i loro arti, i loro muscoli, la loro incolumità fisica per fare andare avanti la macchina del lavoro e del progresso, senza i quali l'economia, la ricchezza, il benessere non avrebbero possibilità di esistere, e, per giunta, subendo l'umiliazione di sapere che tra la loro paga e quella di un manager che se la spassa in auto di lusso ed aerei, che non suda e non fatica, o uno che si passa il tempo e si diverte giocando col pallone come fanno in particolare i calciatori professionisti, oppure un cantante o altra roba della spettacolo e dello sport, le prestazioni dei quali, non di rado, sono il frutto di additivi chimici, di droghe, vi è una differenza abissale, direi da crimine passibile di condanna con l'ergastolo o con i lavori forzati a vita.

Sono i lavoratori umili e silenziosi, gli operai delle fabbriche e delle varie imprese, sono i contadini e gli artigiani, gli impiegati pubblici e privati competenti e ligi al dovere, quelli che lavorano per bisogno ma con volontà, passione ed onestà, la vera leva e la forza con le quali si solleva il mondo e non certamente chi fa cose senza le quali il mondo andrebbe avanti lo stesso, ma, in conseguenza di una anacronistica legge di mercato o consuetudine, incassa somme da sballo, da extraterrestre .

Insomma è cosa indegna vivere in un mondo in cui c'è, per ironia di chissà quale destino, chi, tra bilancio o budget, tra attivo e passivo, tra preventivi e consuntivi, deficit ed avanzi, boom, crac e patatrac, tra disonorevoli onorari che alcuni o tanti professionisti, ripeto ancora una volta, incassano senza degnarsi di rilasciare la dovuta ricevuta fiscale, tra droghe e altre diavolerie, crea delle situazioni in cui ci sguazza e chi, invece, tra illusioni e delusioni, prigioniero com'è di questi complessi, archimediani elaborazioni di carattere numerico, economico e finanziario, spettatore e vittima in una situazioni di natura immorale, rimane sempre e comunque consunto dal pessimo consuntivo e da uno squallido preventivo, rimane sempre e comunque coinvolto, soffocato, senza vie di scampo, in uno stato di fatto assurdo, in una situazione contraria alla ragione ed alla giustizia.

Anche l'eros è caduto nella trappola imbrigliato tra le maglie della chimica delle varie pillole. Ci mancava solo l'eco, il bio, il riciclo per fare anche sesso verde o ecologico. Ora c'è anche quello. Il tocco green all'amore .

Così, tra calcoli (non solo biliari, renali ecc., ma anche numerici, degli utili, dei guadagni e delle perdite), tra conti, tornaconti ed alchimie varie, il piacere del sesso è stato separato dalla riproduzione violando un principio naturale e inalienabile per la stessa sopravvivenza del genere umano.

Questo è niente di fronte a quello che, forse, l'establishment del top guadagno sta preparando, nelle segrete stanze, con l'aiuto degli scienziati, consulenti, programmatori, manager e top manager per conto delle industrie elettroniche e chimiche: trasformare ciò che è virtuale, immaginario, in realtà. S'intende facendone pagare agli utilizzatori un prezzo molto salato, e, come sempre, vedi fatture Enel, Telecom ecc., comprensivo di virgole e decimali, oltre iva, addizionali e voci varie.

Intanto, queste teste di ca…pra, adottando un procedimento inverso, un'altra cosa sono riusciti a crearla, e cioè, trasformare in virtuale l'igiene pubblica o ambientale. Infatti questa nuova moderna, civile invenzione ce la stanno facendo pagare con la realtà di quanto pesa e quanto puzza tutta la spazzatura lasciata per settimane lungo le vie delle città, attraverso le più che salate bollette di pagamento emesse periodicamente dagli enti che gestiscono il servizio, che non si vergognano di chiamare di "igiene ambientale". Tanto igienico che più antigienico non si può.

Questa è un altro esempio, una prova certa come all'alba del terzo millennio il sole vero, quello naturale, sta per tramontare per dar posto ad un sole virtuale che non scalda e non illumina senza euro e senza dollari, senza pizzo e senza tangente.

Se mi è consentito vorrei fare un'ultima considerazione. Una volta, in tempi più tranquilli, uscivano dai cervelli umani i libri dei sogni. Leggerli era bello. Ci si addormentava e si partiva per un mondo di cose desiderabili, anche se improbabili. Oggi, la situazione è cambiata. Il libro non fa sognare ma provoca allucinazioni. E' come il passaggio dalla marijuana alle pillole di LSD .

Ed a proposito di libri sapete che cosa vi hanno inventato oggi? L'e-book, cioè il libro elettronico. Questa mi sembra l'ennesima «imposizione» commerciale. Come si vede siamo sempre più supini ad accogliere le decisioni delle multinazionali quasi fossero disposizioni di legge o decreti del destino.

Si dice: « II mondo va così...», « è il futuro che avanza...». ìo penso, invece, che il futuro siamo noi, e lo costruiamo noi. Farlo decidere passivamente dai soliti grossi gruppi economici mi sembra sconveniente, deleterio, triste.

Prima di tutto, ciò che non mi piace è l'idea che ci stiamo dirigendo verso una società sempre più asettica, senza tatto, senza contatto, senza più forme di affettività, senza naturalezza.

Sarò pure un romantico ma ogni buon ricordo dei verbi, dei libri, degli scritti, della musica, delle canzoni, dell'armonia di sentimenti e di idee, di affabilità ed affidabilità tra la gente del passato mi suscita entusiasmo e nostalgia.

Si, perché oggi i verbi che si coniugano solo quelli difettivi, con vi sono più quelli paradigmatici; la musica è frastuono, un tam tam continuo, monotono, sgradevole e fastidioso, disarmonico, senza melodia, senza dolcezza; le canzoni sono impopolari, non orecchiabili, scialbe, che sanno tanto di anglo-americanismo. Finito il tempo delle canzoni come "mamma", "campagnola bella", "volare", ecc. ecc, è finito anche il tempo del festival della canzone italiana. E' rimasto il festival di S. Remo con "minchia signor tenete" e canzoni similari; festival che meglio sarebbe chiamarlo degli affari loschi.

Insomma, la speculazione non conosce limiti in nessun campo, in nessun settore neanche in quello dell'educazione e della cultura scolastica, perché, per rimanere ancora in solo in tema di libri, non so che bisogno c'è, se non solo quello di ingrassare autori, case editrici ed altri "mangianti" collegati, di andare a scuola, già dalle elementari, con zaini zeppi di decine di chili di libri che non servono per niente alla istruzione scolastica, anzi, è arcinoto che gli studenti di oggi, sono più asini di quelli che in tempi passati, per studiare avevano solo uno o due libri e per giunta vecchi di parecchi anni, i cosiddetti libri di seconda mano.

Non venite a raccontarmi che in tempi lontani e meno lontani le esagerazioni, gli spreghi, gli abusi e quant'altro di negativo, baccanali o orge, corruzioni e ladrocini compresi accadevano pure. Questo lo so anch'io. Solo che allora questi fenomeni degenerativi del tessuto sociale erano limitate a poche persone e controllabili, mentre, oggi, essendo diventati un fatto popolare, di massa, oltre a essere incontrollabili, risultano maggiormente aggressive e possano comportare conseguenze imprevedibili. Pensate agli ordigni nucleari che ieri non esistevano e che oggi sono in mani di chissà quali e quanti pazzi, pronti ad usarle nel caso che le pillole LSD non fossero più sufficienti per procurargli sballi più intensi, più forti.

Se non vogliamo soccombere rincorrendo progresso e successo mettiamo in moto il motore della saggezza e un buon freno agli istinti.

Non dico che dobbiamo copiare Catone "il Censore", vale a dire i conservatori o i tirchi, ma neppure Scipione "l'Africano", cioè gli sciuponi. Non dico che dobbiamo vivere nell'arretratezza ma neppure nel lusso e nell'esagerazione. Non dico che non bisogna credere in nulla nè fidarsi di nessuno, ma bisogna saper discernere, valutare ogni cosa, ogni situazione, con attenzione, con occhi aperti e mente serena.

Son tutte cose di questo mondo, di questo pianeta per natura bello e fantastico, pianeta che, però, l'uomo, un poco alla volta, sta riducendo ad un ammasso di ferro, cemento e spazzatura; sono soprattutto cose, anormalità e spropositi di una umanità (?) sbadata, fuori di senno.

Senza voler imitare colui il quale di tutti parlò male, fuorchè di Dio, scusandosi col dire "non lo conosco", anche se con un po’ di ironia, vergo queste righe con malinconia e con il desiderio ardente di un'autentica giustizia sociale, di rispetto delle buone regole comportamentali da parte di tutti e, copiando alcune riflessioni e massime, dico:

”Niente basta a chi non basta ciò che è sufficiente” (Epicuro)

“La parsimonia è proporzione, chi la trascura è uguale a chi si lascia trascinare dai desideri eccessivi”. (Epicuro)

“Non bisogna rovinare il bene presente col desiderio di ciò che non si ha, ma occorre riflettere che anche ciò che si ha lo si è desiderato”. (Epicuro)

“L’uomo giusto è sereno, l’ingiusto è pieno di turbamenti”. (Epicuro)

“Non fare filosofia per scherzo, ma sul serio; perché non abbiamo bisogno di apparire sani ma piuttosto di esserlo veramente”. (Epicuro)

“Non bisogna forzare la natura, ma persuaderla, e la persuaderemo soddisfacendo i desideri necessari, quelli naturali se non recano danno, contestando invece aspramente quelli che recano danno”. (Epicuro)

"La necessità è un male, ma non è necessario vivere nella necessità".(Epicuro)

"Non è possibile vivere felicemente senza vivere con saggezza, virtù e giustizia, né vivere con saggezza, virtù e giustizia, senza vivere felicemente. A chi manchi la saggezza, la virtù e la giustizia, manca anche la possibilità di una vita felice". (Epicuro)

"Esercitare liberamente <ed in modo utile e giusto, aggiungo io> il proprio ingegno, ecco la vera felicità". (Aristotele)

"La felicità non è un sostantivo ma un verbo difettivo, che si coniuga al passato per mezzo del ricordo, al futuro per mezzo della speranza, e manca del tempo presente". (Lèon Gatayes)

"Saggio è colui che non ritiene infallibile il suo giudizio e non si lascia abbagliare da tutto ciò che gli sembra buono". (Hazrat Ali)

"Il mercato è un posto particolare dove gli uomini possono ingannarsi e mettersi nel sacco a vicenda". (Anacarsi)

"Neanche il futuro è più quello di una volta" .(Herman Josef Abs)

" Date ad un uomo tutto quello che desidera e nonostante ciò, proprio in questo istante, egli sentirà che tutto non è tutto". (Kant)

"…L'eccesso impone di riflettere sulle diversità culturali, sulle distanze sociali ed economiche, sui modelli educativi e l'effetto dei mezzi di comunicazione. Un argomento al quale vale la pena dedicare attenzione". (Corriere della Sera dell'11-8-2009, art. di Eva Cantarella)

"Dio ama il povero ma aiuta il ricco" (prov. Yiddish)

"Chiedi al Signore aiuto ma non startene seduto" (Autore ignoto

"Per chi vuole accrescere il capitale o Cristo o Maometto è tale e quale" (Autore ignoto)

"La ricchezza è come il letame: accumulata puzza, sparsa ingrassa" (Autore ignoto)

"Denaro risparmiato due volte guadagnato" (Autore ignoto)

"Medico inesperto cimitero aperto". (Autore ignoto)

"Il dentista mangia con i denti degli altri". (Autore ignoto)

"Chi vuol essere poltrone trova sempre una ragione". (Autore ignoto)

"Campar senza fatica é una voglia molto antica". (Autore ignoto)

"Fatti buon nome e piscia a letto, diranno che hai solo sudato!" (Autore ignoto)

"Ecco il vezzo più italiano, lamentarsi e far baccano" (Autore ignoto)

"Non c'è virtù né vittoria più bella di saper comandare e vincere se stessi". (Autore ignoto)

"Sono avaro di quella libertà che sparisce non appena comincia l'eccesso dei beni". (Albert Camus)

"Le due migliori cure che ci siano (anche per un amore finito): una bella risata e una lunga

dormita". (Proverbio Irlandese)

"La vita è un dono della natura; ma una bella vita è il dono della saggezza". (Proverbio greco)

"...perche' oggi non e' piu' ieri e non e' ancora domani: e' un giorno unico che non abbiamo ancora completamente vissuto e, passando il quale, non lo vivremo piu'." (crigiochiaro)

"Lo dico io, lo confermano i fatti, che oggi a comandare sono i matti". (crigiochiaro)

"Mai nella storia degli inganni umani così tanti sono stati imbrogliati da così pochi". (Sir Winston Churchill)

Sono proprio questi "pochi" i mandanti virtuali di tutte le fesserie (?) che ho scritto. Pertanto non chiederti perché mi stai leggendo ma chiediti cosa speravi di leggere e sentire tuo.

E per finire, se mi è concesso il privilegio, la libertà, la licenza, la briga (scegliete il vocabolo che volete) di dire a quanti non sono d'accordo con me, ai cosiddetti big, ai manager, ai produttori, ai venditori, a chi esercita le arte, le professioni, lo sport, lo spettacolo, ai consumatori imprudenti, ai clienti impazienti ed a quelli pazienti, ai simpatizzanti e tifosi sfegatati e deliranti, ai politici e politicanti, ai media, agli atei e religiosi: fate come vi piace, l'importante è che non rompete le scatole al prossimo e per farlo occorre : evitare gli eccessi, mantenere l'equilibrio, non perdere la testa.

Grazie per l'eventuale attenzione e scusate se è poco quando ripeto, dico e sostengo che, oggi, a prevalere sono profittatori, delinquenti, ladri, pazzi, drogati, screanzati e manovratori del mitico. Il resto siamo tutti mammalucchi incapaci di reagire e svincolarci almeno dalle "bordellerie" inutili e nocive, da piovre e sanguisuga, dal caro vita, dal caro bollette, dallo sport professionistico e mercificato, dai can…tanti "abbaianti" e da tanti cani vaganti, dai tabacchi, droghe e drogati, dalla moda stravagante e "sgualdrinata", dai miti e dalle menzogne, dalle genuflessioni e croci, da una politica sporca, dal lusso e dal ghetto e da una società che ha perso il ben dell'intelletto.

Un salutone e….divergenze a parte, amici per vivere questo breve spazio di vita con saggezza, in pace ed armonia, senza pregare, senza oziare, senza strafare, senza sparare, senza odiare e, nel ben operare, saper anche amare.

Testo iniziato il 24 Agosto 2009.

Ultimato il 29 Gennaio 2010.

Pubblicato il 27/09/2010

                                            crigiochiaro

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I sottoriportati articoli sono una testimonianza che quanto sopra da me evidenziato in merito ad alcune problematiche non sono cose campate in aria ma il frutto di una realtà inoppugnabile:

Le accuse del responsabile sanità del Consiglio d'Europa

L’H1N1? Una truffa colossale

L'influenza A, le cui conseguenze per settimane hanno tenuto in allarme milioni di persone, in realtà era una "falsa pandemia" orchestrata dalle case farmaceutiche pronte a fare miliardi di euro con la vendita del vaccino: l'accusa arriva da Wolfang Wodarg, il presidente tedesco della commissione Sanità del Consiglio d'Europa.

Wodarg ha anche accusato esplicitamente le industrie farmaceutiche di aver influenzato la decisione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità di dichiarare la pandemia. Pesante il j'accuse di Wodarg, ex membro dell'Spd, medico ed epidemiologo, secondo cui le multinazionali del farmaco hanno accumulato "enormi guadagni" senza alcun rischio finanziario, mentre i governi di tutto il mondo prosciugavano i magri bilanci sanitari spendendo milioni nell'acquisto di vaccini contro un'infezione che in realtà era poco aggressiva.

Wodarg ha fatto approvare una risoluzione nel Consiglio d'Europa che chiede un'inchiesta sul ruolo delle case farmaceutiche; e sulla questione il Consiglio d'Europa terrà un dibattito a fine mese. La denuncia, riportata con grande evidenza dal Daily Mail, arriva qualche giorno dopo quella secondo cui i governi di mezzo mondo stanno cercando di sbarazzarsi delle milioni di dosi di vaccino, ordinate all'apice della crisi. Il Mail ricorda che, in Gran Bretagna, il ministero della salute aveva previsto 65.000 decessi, creato una linea-verde e un sito web per dare consigli, sospeso la regola che vieta di vendere anti-virali senza prescrizione medica; furono allertati gli obitori e persino l'esercito, che doveva essere pronto a entrare in campo qualora si fossero verificati tumulti tra la popolazione a caccia dei farmaci.

Secondo Wodarg, il caso dell'influenza suina è stato "uno dei più grandi scandali sanitari" del secolo. Le maggiori aziende farmaceutiche, secondo Wodarg, sono riuscite a piazzare "i propri uomini" negli "ingranaggi" dell'Oms e di altre influenti organizzazioni; e in tal modo potrebbero aver persino convinto l'organizzazione Onu ad ammorbidire la definizione di pandemia, il che poi portò, nel giugno scorso, alla dichiarazione di pandemia in tutto il mondo.

"Per promuovere i loro farmaci brevettati e i vaccini contro l'influenza, le case farmaceutiche hanno influenzato scienziati e organismi ufficiali, competenti in materia sanitaria, e così allarmato i governi di tutto il mondo: li hanno spinti a sperperare le ristrette risorse finanziari per strategie di vaccinazione inefficaci e hanno esposto inutilmente milioni di persone al rischio di effetti collaterali sconosciuti per vaccini non sufficientemente testati".

Wodarg non fa alcun nome esplicito di persona in conflitto di interessi; ma lo scorso anno il Daily Mail aveva rivelato che Sir Roy Anderson, uno scienziato consulente del governo britannico sull'influenza suina, fa parte del consiglio d'amministrazione della GlaxoSmithKline. L'azienda farmaceutica, che produce antinfluenzali e vaccini, ha immediatamente replicato alle accuse, definendole "sbagliate e infondate".

Fonte: AGI (14 gennaio 2010)

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CRONACHE

Sono 90 al giorno i morti per malasanità in Italia

Indagini di anestesisti e giornali specializzati: il 50% dei decessi si poteva evitare. Si punta a un Osservatorio rischi

ROMA - Un dato e un convegno che fanno già discutere. Gli errori in medicina causano più vittime degli incidenti stradali, dell'infarto e di molti tumori. Si stima che siano 90 i morti al giorno in Italia per sbagli commessi dai medici, scambi di farmaci, dosaggi errati, sviste in sala operatoria.

Inoltre le cause pendenti nei confronti dei medici per presunti errori sono fra le 15 mila e le 12 mila l'anno, anche se si stima che i 2/3 dei sanitari vengano alla fine assolti. La richiesta di risarcimento danni (secondo i dati Ania, l'associazione che rappresenta le imprese assicuratrici) ammonta a 2,4 miliardi di euro l'anno.

17 settembre 2004 - Corriere della Sera.it

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La teoria dei germi come causa delle malattie

Luciano Gianazza - http://www.medicinenon.it

"Gli esseri umani, la forma potenzialmente più elevata di espressione della vita su questo pianeta ha costruito la vasta industria farmaceutica con lo scopo primario di avvelenare la forma di vita "più bassa" presente sul pianeta -- i germi! Una delle più grandi tragedie della civiltà umana è quella di dare la precedenza alle sostanze chimiche invece che all'alimentazione" -- Dr. Richard Murray

"Nelle scienze, le persone considerano con slancio come loro propria proprietà personale quello che hanno imparato ed è stato trasmesso a loro dalle università e dalle accademie. Se qualcun altro arriva con nuove idee che contraddicono il Credo e di fatto minacciano persino di rovesciarlo, allora tutti gli sforzi vengono indirizzati contro questa minaccia e nessun mezzo viene lasciato intentato per sopprimerla. Le persone fanno resistenza in tutti i modi possibili: fingendo di non averne mai nemmeno sentito parlare, parlandone con disprezzo, come se non valesse nemmeno lo pena di approfondire l'argomento. E così una nuova verità può avere una lunga attesa prima di venire finalmente accettata. -- Goethe

Le concezioni erronee sulla salute sono radicate nella nostra cultura. La strada per capire il processo di mantenere e ripristinare salute è stata lunga e contorta. La scienza ha preso il sopravvento sulla conoscenza antica e intuitiva, ha fatto errori colossali, rimanendo aggrappata ad essi nel timore di venire sopraffatta. La saggezza e le scoperte scientifiche sono state rigettate a favore di un sistema più diffuso, conveniente, o politicamente desiderabile. Proprio come Socrate è stato avvelenato per le sue idee, e Galileo è stato forzato da un clero fanatico a ritrattare le sue dichiarazioni sull'astronomia, ignoranza e potere possono essere una combinazione pericolosa.

Noi non prendiamo malattie. Le fabbrichiamo. Lavoriamo duramente per sviluppare le nostre malattie. Dobbiamo lavorare più duramente di quanto dobbiamo per ripristinare la salute. La presenza di germi non costituisce la presenza di una malattia. I batteri sono gli spazzini della Natura ... riducono i tessuti morti agli elementi di base. I germi o i batteri non hanno alcuna influenza di alcun genere sulle cellule vive. I germi o i microbi prosperano facendo gli spazzini nelle aree malate. Vivono solo con i rifiuti metabolici non elaborati e con i tessuti malati, denutriti e deboli. Non sono la causa della malattia, allo stesso modo che le mosche e i vermi non sono la causa della spazzatura. Le mosche, i vermi e topi non causano la spazzatura ma piuttosto si nutrono della spazzatura. Le zanzare non sono la causa dell'acqua stagnante. Vediamo sempre i pompieri vicino al fuoco, ma non significa che abbiano causato il fuoco. Le iene e gli avvoltoi ripuliscono la prateria e la savana dai cadaveri, non sono la causa della morte.

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www.disinformazione.it

Il mercato della salute

A cura di Valerio Pignatta

Il business alla base della ricerca scientifica e dell’eccessivo consumo di farmaci

Un articolo di Steve Connor pubblicato sull’inglese The Indipendent1 è subito circolato tra gli addetti ai lavori e gli interessati (vedi il testo integrale a pag. 8), ci ha informato di qualcosa che chi si occupa di medicina naturale, o anche più semplicemente chi è un po’ più attento alla propria salute, sapeva già da tempo e cioè che quasi tutti i farmaci sono inefficaci in più della metà dei pazienti. Quando addirittura non sono nocivi.

L’affermazione non è dell’uomo della strada di turno intervistato all’uopo, ma è di un amministratore capo della più grande compagnia farmaceutica inglese (e una tra le più grandi del mondo), la GlaxoSmithKline.

I dati forniti in questo articolo sono veramente disarmanti, tanto più se consideriamo le autorevoli e interessate fonti di provenienza per cui qualche maligno potrebbe pure supporre che se le cifre rese pubbliche sono queste, quelle reali potrebbero essere anche peggio. Ma partiamo dal presupposto che abbia trionfato la buona fede e la trasparenza e vediamo questi dati.

La frequenza di risposta, ossia la percentuale di efficacia di alcune categorie di farmaci per le principali patologie attuali è quella che segue:

TABELLA DELLA FREQUENZA DI RISPOSTA DEI FARMACI

Settore Terapeutico % di efficacia del farmaco

Alzheimer 30

Analgesici (Cox-2) 80

Asma 60

Aritmie cardiache 60

Depressione (SS RI) 62

Diabete 57

Epatite C (HCV) 47

Incontinenza 40

Emicrania (acuta) 52

Emicrania (profilassi) 50

Oncologia 25

Artrite reumatoide 50

Schizofrenia 60

Ma l’affermazione più drammatica e riassuntiva la fa Allen Roses, vicepresidente della linea genetica della Glaxo, quando afferma che «la stragrande maggioranza dei farmaci — più del 90% — funziona solo nel 30-50% degli individui». Consiglierei di rileggere con molta lentezza l’affermazione qui esposta e di fare una pausa riflessiva. Credo che per qualsiasi umano di senno sia una pausa veramente devastante...

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www.rubenet.it/.

Il consumismo

a cura di Simone Giotti, Gabriele Mauriello, Marcello Quintini

I PROBLEMI CREATI DAL TROPPO BENESSERE

Gli anni Novanta si sono caratterizzati anche per altri aspetti. Lo sviluppo basato sulla rivoluzione tecnologica in campo informatico e telematico è apparso incapace di creare nuovi posti di lavoro.

La crescita economica ha prevalentemente interessato le piccole e medie imprese e i posti di lavoro precari, mentre la grande industria ha continuato a distinguersi per un preoccupante calo dell’occupazione.

Sul piano sociale hanno perso terreno le istituzioni tradizionalmente importanti in passato, come la famiglia, la scuola e la fabbrica. In compenso si è andata affermando una società di tipo individualistico che ritrova la propria identità in una rete di possibili rapporti fondati sul gusto e sugli stili di consumo, sull’origine o sulla generazione a cui appartiene.

Nello stesso tempo il calo di natalità, si è ulteriormente accentuato fino a raggiungere, in alcuni paesi, la cosiddetta “crescita zero”.

Conseguenza diretta del calo demografico nei paesi più ricchi è stato il progressivo invecchiamento della popolazione che ha determinato la crisi del sistema pensionistico.

D’altra parte, nei paesi più poveri del pianeta, in Africa, in Asia, nell’America Latina, la popolazione ha continuato a crescere perché la limitazione delle nascite è stata ostacolata dalle consuetudini locali e dall’ opposizione religiosa.

A spingere l’individuo all’acquisto e a persuaderlo dell’importanza nella sua vita, del processo di beni, di consumo o di lusso, fu la pubblicità.

Il termine indica un’attività di propaganda, volta a far ottenere a un determinato prodotto la preferenza del pubblico.

Con il passare degli anni, gli spot pubblicitari, mirarono, più che a informare, a persuadere i potenziali acquirenti della necessità di comprare.

Il consumatore, rapito dalle immagini dello spot, si sente spinto ad acquistare quel determinato prodotto.

Le grandi città perdono abitanti a favore di quelle medie o medio-piccole, dove la vita pare meno faticosa e più gratificante.

In Africa, in Asia e nell’America Latina la popolazione delle grandi città tende invece ad aumentare in modo considerevole.

Le conseguenze economiche e sociali di questo tipo d’urbanizzazione sono drammatiche: nelle megalopoli dei paesi del Terzo Mondo grandi masse di poveri senza lavoro vivono ammassati in baracche nei quartieri periferici, in netto contrasto con la modernità e la ricchezza di quelli centrali.

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Wikipedia -L'enciclopedia libera

Al giorno d'oggi

Alla base del consumismo vi è l'idea di sfornare continue novità in ogni campo facendo sì che le persone si abituino ad acquistare prodotti non per la loro necessità ma piuttosto per quello che questi rappresentano. Il contributo della pubblicità ha aggravato questo processo ormai presente nella società odierna; essa invoglia i potenziali consumatori ad acquistare i prodotti che vengono mostrati.

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www.albanesi.it

Il consumismo è uno degli aspetti più controversi delle moderne società occidentali poiché coniuga fattori positivi con altri negativi e un giudizio negativo globale non può comunque prescindere da un'analisi approfondita. Prima di esaminarlo, diamo la definizione classica: il consumismo consiste nell'aumento dei consumi, sostenuto in gran parte dalla pubblicità, con effetto espansivo sulla produzione e ulteriore bisogno indotto di nuovi consumi.

Gli aspetti positivi

Consumismo Il consumismo è sicuramente legato al fatto che la società in cui si diffonde è economicamente avanzata. Infatti, una caratteristica del consumismo è che tocca un ampio strato della popolazione e quindi è indice di ricchezza non marginale. Il consumismo è quindi tipico dei Paesi più ricchi. Questa affermazione può non essere condivisa da chi continua a vedere le difficoltà economiche di questi Paesi, ma è indubbio che parlare di consumismo in uno Stato del Terzo Mondo sarebbe abbastanza assurdo.

Sicuramente il consumismo sostiene una parte dell'economia di questi Paesi e va compreso quando e come promuoverlo. L'attuale eccessiva propensione a esso deve essere corretta in base a una valutazione razionale degli aspetti positivi.

Gli aspetti negativi

Sono di ordine economico e psicologico.

Dal punto di vista economico, già il marxismo metteva in guardia dal santificare i consumi, ma il fatto che il consumismo interessi ampi strati della popolazione lo rende un pericoloso fattore di instabilità sociale. Se da un lato dovrebbe sostenere la produzione, dall'altro, in momenti di crisi, può deprimere ulteriormente i ceti meno abbienti comunque entrati nella spirale consumistica. Non è difficile notare che molti degli intervistati sulle difficoltà economiche di un Paese sono vittime comunque di un consumismo ormai irrinunciabile, per esempio la persona che racconta come sia difficile arrivare a fine mese e poi nell'aspetto rivela un'attenzione a tante costose frivolezze.

Dal punto di vista psicologico, il consumismo amplifica la sindrome del compratore in colui che identifica la soddisfazione esistenziale nell'acquisto e nel consumo di beni materiali. L'inclinazione allo shopping è l'esempio più classico di questa sindrome che è ampiamente diffusa nella popolazione. Chi, in giro per turismo o per semplice piacere, non prova il desiderio di acquistare comunque e sempre qualcosa, a prescindere dai propri bisogni reali? Chi non si circonda di cose del tutto inutili semplicemente perché "carine"? Chi non ha nel guardaroba abiti messi solo due o tre volte (con un "costo per occasione" stratosferico!)? Chi non ha nella biblioteca libri che non ha mai avuto il tempo di aprire? Sotto questa luce psicologica, il consumismo è l'acquisto di merci che poi non servono a nulla di concreto. Ed è sicuramente negativo.

La correzione di questi problemi consiste quindi nell'indirizzare verso i consumi veramente utili all'incremento della qualità della vita (consumismo qualitativo).

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Dodicesimo pezzo

         Il pomo della discordia
Il prezzo al minuto di un paio di scarpe, più o meno, è pari al doppio o al triplo del prezzo alla fabbrica. Il prezzo al minuto di una maglietta, di un abito o di un qualsiasi oggetto di vestiario va da due a quattro volte il prezzo alla produzione. Non parliamo poi delle confezioni di moda per cui non c'è nessun rapporto ragionevole tra prezzo al minuto e costo di produzione o comunque prezzo al fabbricante. Ciò si potrebbe ripetere per le bottigliette di bibite, per i mobili, per le case, per le attrezzature domestiche e così via. Ma di queste cose il mondo cittadino non si scandalizza affatto. Delle mele si!

Come si spiega? Forse è un fenomeno legato alle primitive passioni che risiedono in quella misteriosa landa che Freud chiamò inconscio. Chissà quale valore simbolico la mela riveste, chissà quali appetiti scatena e quali inibizioni fa sorgere. Sta di fatto che molti, disposti a spendere cifre enormi per beni che hanno un valore intrinseco modestissimo, di fronte alla mela perdono la testa e s'infuriano se si accorgono di pagarla di più del prezzo dovuto al contadino.

La mela è sempre stata fonte per l'umanità di terribili sconvolgimenti. La prima, quella di Eva, precipitò l'umanità nel mondo del lavoro e delle sofferenze. Di li nacque tutto il bene ed il male dell'uomo. La seconda, quella d'oro, disputata tra Era, Atena e Afrodite e che l'eroe troiano Paride assegnò ad Afrodite provocando prima le ire delle altre due contendenti e poi la famosa guerra tra greci ed asiatici che portò alla conseguente distruzione di Troia. Numerose altre mele, quasi sconosciute o sconosciute, come quella di Newton, di Fourier e via dicendo, hanno scandito la storia dell'umanità per giungere fino alla mela di oggi, venduta nei negozi, contestata e discriminata dal distratto ed incauto consumatore. Senza voler giustificare la speculazione che talvolta i commercianti fanno sulla pelle di agricoltori e consumatori, lasciamo stare in pace, una volta tanto, questa mitica, storica quanto amata e bistratta mela e, per ridurre il costo della vita, volgiamo la nostra attenzione incominciando dai prodotti industriali: farmaci, sigarette, abbigliamento, cosmetici, telefonini, automobili, mobili ed immobili, moda, lusso e generi buoni solo per la vanità. Ne guadagnerebbero i consumatori, l'obiettività e la serietà.

Il motivo dei nostri mali sta in noi stessi, nel nostro stile di vita, nella nostra innata propensione di apparire e non di essere. Questo è il vero pomo della discordia tra chi bada all'utile e chi al futile. La mela in tutto questo non c'entra. Il suo costo è solo un pretesto per deviare il discorso sui costi esosi dei prodotti che danneggiano non solo il portafoglio ma anche l'ambiente, la salute e la nostra stessa vita.

                                             crigiochiaro

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Il big bang continua a produrre pezzi di varia natura. Fino a quando? Non si sa.

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   <13 P>

Il fallimento ed il disonore dell'attuale classe politica e dirigenziale Italiana

Non è il velleitarismo impotente e sognatore di certa recente sfera politica di qualsiasi forma di schieramento, sia esso di sinistra, di centro, di destra o miscelato, che può dare ordine ad una società impazzita, che lentamente, inavvertitamente, annebbiata, oppiata dall'uso accelerato di beni e servizi anche non necessari, sta avviando il mondo verso il disfacimento oltre che dei valori morali anche di quelli materiali.

Forse mai nessuno riuscirà a correggere l'involuzione di un'evoluzione sconsiderata, dove la ricchezza esagerata, accumulata nelle mani di pochi, dissemina di ogni tipo di povertà la stragrande maggioranza della popolazione, ed, a maggior ragione, non potranno farlo coloro i quali con le chiacchiere dicono che la gestione del potere deve essere affidata al popolo ma, nei fatti, intendono gestire il popolo con il potere più autoritario che ci sia e cioè quello economico, degli interessi precostituiti o costituiti in corso d’opera.

Non potranno mai riuscire nell'intento di mitigare le assurde differenze economiche dei vari strati della società, in particolare coloro i quali hanno una visione unilaterale dei problemi della comunità, una visione a senso unico di quelli che sono le capacità culturali, intellettive, morali, di imprenditoria dei singoli individui e la loro esigenza di libertà per esprimersi al meglio, per progredire, ognuno nel proprio campo di attività, senza trasgredire le leggi a danno del prossimo.

Non sono idonei a risolvere così grandi, ciclopiche questioni, soprattutto coloro i quali dicono di essere per il progresso ed il benessere materiale dei popoli e, poi, si oppongono alla costruzione delle centrali nucleari, degli impianti di gassificazione, dei termovalorizzatori, alla costruzione di nuove e più veloci vie di comunicazione stradali e ferroviarie, di nuovi aeroporti, alla costruzione del ponte sullo stretto di Messina, ecc..

Non sono in grado di realizzare un così ideale quanto necessario progetto, come quello di dichiarare guerra alle ricchezze improduttive e fare in modo che la povertà decresca, quei soggetti politici i quali, invece del progresso civile, vorrebbero creare uno stato amorale, libero solo per quanto riguarda l'uso di droghe, fumo di tabacco, divorzi e aborti a piacimento, matrimoni omosessuali, vita sterile con cani e gatti al posto dei figli, ed altre bassezze.

Non sono adatti ad affrontare una cosi seria esigenza sociale ed umana coloro i quali fanno o appoggiano leggi con le quali si condannano le persone, anche con la galera, se uccidono o trattano male un cane o un gatto, mentre chi fa traffico illecito di denaro, di beni e favori a danno della gente onesta, oppure uccide o fa strage di essere umani lo si manda a vivere in un albergo di lusso in riva al mare, oppure, nella peggiore delle ipotesi, lo mandano a casa "agli arresti domiciliari".

Non possono compiere questa missione quanti non sono in grado di fermare, quando non favoriscono, la selvaggia invasione del nostro paese da parte dei clandestini, i quali non vengono da noi per lavorare, ma per delinquere, sporcare, mendicare e rompere le scatole

Non sono degni di farsi chiamare onorevoli coloro i quali non solo non hanno la cultura, la preparazione interiore per reggere l'ordinamento dello stato, ma danno pessimi esempi, distinguendosi solo per la loro litigiosità ed il basso profilo morale.

Non sono in grado di gestire un così arduo quanto nobile compito, quei soggetti che si riempiono la bocca di problemi ecologici, di ambiente e, poi, invece di prendersene cura in prima persona, demandano questo incarico ad altri, magari ostacolando le opere necessarie a tale fine, oppure lasciando fare camorristi e mafiosi, invece di aiutare concretamente chi ha passione ed agisce con il proprio lavoro ed a proprie spese per conservare o migliorare la natura. Sono coloro i quali di fronte all'emergenza spazzatura come quella che stiamo attraversando non sanno che pesci pigliare, non sanno prendere iniziative valide perchè non hanno familiarità con la realtà. Manca in loro il senso della proporzione, del raziocinio. Sconoscono o fanno finta di sconoscere che la legge dettata dalla natura ha stabilito, in modo incontrovertibile ed irrevocabile, che tutto ciò che è materialmente presente in questo mondo deve essere vario, diverso, multiforme e multifunzionale, prolifico e nello stesso tempo razionale ed armonico. Un mondo fruttifero e non sterile. Un mondo in cui l'uomo deve intervenire, dove può, a migliorare le condizioni di vita adottando misure serie e non con comportamenti stravaganti. Un mondo in cui, soprattutto la classe dirigente sappia prendere iniziative energiche, efficaci, intelligenti ed oneste, non di parte ma nell'interesse di tutta la collettività, dando, in primo luogo, personali prove di saggezza ed affidabilità.

Non può assumersi e portare avanti un simile compito non solo la sinistra estrema o moderata ma tutta l'attuale classe politica Italiana, tutta l'attuale deputazione parlamentare, la quale si dimostra sollecita e brava solo quando si tratta di apportare, alla chetichella, aumenti al loro trattamento economico, ai loro privilegi. Solo in questo caso, essi, a qualsiasi estrazione ideologica appartenenti, sono tutti uniti e pacifici. Nessuno che dica no, che rinunci al sovrappiù o si dimetta per vergogna.

Che credibilità può avere una nazione come la nostra dove vi sono parlamentari che ci rappresentano (per modo di dire) a livello Nazionale ed Europeo, i quali risultano tra i più pagati o i più pagati e meno attivi dei loro colleghi degli altri Stati dell'Unione. Quando il presidente di una piccola regione italiana viene pagato più del Presidente del Parlamento della Germania; quando abbiamo dei lavoratori la cui busta paga è tra le più basse d'Europa; quando abbiamo partiti di sinistra, per numero di sigle ed iscritti, organizzazione e poteri economici, tra i più forti d'Europa; quando abbiamo anche i più politicizzati sindacati dei lavoratori esistenti al mondo.

Che stima può avere uno Stato quando un deputato qualsiasi, forse o senza forse anche evasore fiscale, senza far niente se non solo l'atto di presenza e votare le varie leggi, percepisce, centesimi in più o in meno, di preciso lo sanno solo loro, circa € 15.000 netti al mese tra indennità parlamentare, diaria, ecc., oltre ad altri privilegi ed agevolazioni, e, per non perdere € 206,58 per ogni giorno di assenza (è ritenuta assenza se un deputato non partecipa almeno al 30% delle votazioni effettuate nell'arco di un giorno), incarica un collega compiacente, chiamato "pianista", a votare anche per lui. In un simile Stato c'è poco da rallegrarsi e stare tranquilli. C,è poco o niente da fidarsi di questi sfacciati parla…mentieri, i quali non si vergognano di farsi chiamare onorevoli.

Una classe politica, la nostra, che, in simbiosi con altri, alti e meno alti organi istituzionali, partorisce leggi con tanti e tali espedienti che invece di porre fine agli imbrogli di tanta gente che vive lussuosamente senza lavorare finisce per favorirla.

Un sistema di amministrare, di governare la cosa pubblica, il nostro, nel quale individui senza un' Euro di capitale o falliti, attraverso brogli e sotterfugi istituzionalizzati, gli vengono affidati appalti per lavori pubblici di grande interesse e costi. Una cuccagna quella Italiana adatta per individui senza scrupoli i quali protetti da leggi e gerarchie istituzionali permissive se la spassano anche praticando attività illecite, facendola sempre franca, e, se, per caso, vengono scoperti, denunziati e passati al vaglio della magistratura (istituzione anche questa inaffidabile), a distanza di qualche giorno, in prima persona o, come al solito, sotto mentite spoglie, ce li ritroviamo sulla scena a ricominciare, allegri, con imperterrita faccia tosta, la solita bella vita, i soliti intrecci ed intrallazzi tra affari e politica.

Ed ancora. Sarà una questione di costumi, di moda, di pazzia generale, di assenza di leggi, fatto stà che stiamo attraversando un’epoca in cui le bestie hanno maggiori attenzioni, più rispetto di quanto se ne riserva agli essere umani. Infatti è semplicemente assurdo, demenziale sapere e vedere che vi sono cani e gatti che vivono nei salotti e forse dormono anche in comodi letti, assieme ai loro padroni, mentre ci sono esseri umani che vivono, quando non vi è di peggio, nei tuguri, nelle topaie e dormono in miseri, scomodi, duri letti.

Vergogna per chi tiene bestie in casa ed in particolare negli appartamenti condominiali. Vergogna per chi questi animali porta a spasso nei luoghi pubblici per fargli fare i loro bisogni, sporcando strade, marciapiedi, aiole, muri di fabbricati e ruote delle auto. Vergogna per il legislatore e per tutta la classe politica che, non so per quale poco chiaro fine, non prendono provvedimenti (limiti, tributi, pene pecuniarie e detentive serie) atti ad impedire simile sconcio, mentre, invece, continuano a tollerare tale antigienica, insalubre, indecorosa situazione.

Vergogna, anche se non ne provano data la loro faccia di bronzo, per la classe politica di tutti i tempi e di tutte le tendenze che non hanno mai saputo dare onore al merito partendo dal basso, dalle classi meno abbienti e maggiormente produttive; che non hanno saputo dire mai basta alle ingordigie di manager, di dirigenti incapaci e strapagati, di fannulloni politicizzati e sindacalizzati i quali, senza far niente di utile, fanno carriera e guadagnano un mare di soldi, tanti da non poterli neanche contare. Si tratta, in molti casi, alla faccia della povertà, di guadagni dell’ordine di migliaia di euro al giorno per i meno importanti e di milioni di euro al giorno per i papaveroni.

Se esiste la povertà, se vi è un’abissale divario economico tra chi lavora, produce, non sperpera e chi, invece, magari dirigendo qualche azienda, qualche ente pubblico o privato, andando gironzolando da mattina a sera con auto di lusso o in aereo, con scorta d’appresso e non sempre per ragioni che hanno a che fare con l'onesto lavoro, ma per ben’altri motivi personali, magari quello di far fruttare al meglio i propri investimenti; se esiste la camorra, la mafia, gli spacciatori di droghe, i fumatori, i fannulloni, gli evasori fiscali; se la giustizia, gli ospedali, le scuole, i servizi pubblici non funzionano, se il costo della vita aumenta in maniera spropositata, tutto ciò lo si deve non soltanto alla incapacità, al carattere, all’educazione culturale e morale, alla disonestà, alla inciviltà delle singole persone, ma soprattutto alla mancanza di efficienza dello Stato nel suo complesso dovuta in particolare al basso profilo morale e professionale di chi è preposto a rispettare per primo e poi fare rispettare agli altri, con assoluta imparzialità, le leggi ed vari ordinamenti.

Questo è il fallimento della democrazia e della classe politica Italiana di tutte le estrazioni (salvo qualche rara, singola eccezione), fallimento occultato dalla concessione della libertà di dire corma e peste di chi si vuole, come e quanto si vuole e di sguazzare nell'illecito senza pagarne il fio.

Ed i fessi stiamo a guardare questo osceno spettacolo, persino pagandone un prezzo molto salato.

Sicuramente aveva ragione lo scrittore francese Honorè de Balzac (Tours 1799 - Parigi 1850), quando disse: "Le leggi sono ragnatele che le mosche grosse sfondano, mentre le piccole ci restano impigliate!"

                                                                                               (crigiochiaro)

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    Riflessioni serie riguardanti una grande stupidità umana

Perché molte persone fumano, anche se:

1) Chi fuma e tutto ciò che è a contatto con i fumatori puzza in maniera repellente, pestilenziale.

2) È ormai certo che il fumo delle sigarette aumenta notevolmente il pericolo di: contrarre malattie cancerogene, rovinare le arterie coronarie ed il cuore, avere acciacchi alla laringe, trachea e bronchi, subire disfunzioni degli organi genitali, soffrire menomazioni al cervello, rovinare, in una sola parola, la salute e la vita non solo dei tabagisti ma anche di chi va incontro al fumo involontario.

3) E' saputo e risaputo che il fumare è decadenza, fatuità, debolezza interiore, esaltazione, offuscamento della mente, che sotto apparenze piacevoli nasconde veleni ed evidenzia, assieme all'esalazione di prodotti gassosi di combustione, una realtà disumana, meschina e spregevole.

4) Il fumatore, facendo sempre più ricorso alle sue risorse economiche per comprarsi le sigarette, non solo spende soldi in negativo per guastare la sua salute e quella del suo prossimo, ma sostiene ed arricchisce chi gli vuol male come l'ex monopolio di Stato oggi società per azioni, le multinazionali del tabacco e la mafia ad esse collegata.

5) Sul pacchetto delle sigarette vi stanno chiaramente scritte, certo non per capriccio, scherzo o fandonia, ma perché imposto per legge, perché è lapalissianamente vero, malgrado lo stesso legislatore, paradossalmente, per discutibili fini, non ne vieti la fabbricazione e la vendita, avvertenze come queste: "Il fumo danneggia gravemente te e chi ti sta intorno", "Proteggi i bambini: non fare respirare loro il tuo fumo", "Il fumo crea una elevata dipendenza, non iniziare", "Il fumo uccide", ecc. ecc. .

Motivazioni incontrovertibili

Alla base di questo comportamento c'è, anzitutto, una ragione biologica che rende difficile abbandonare l'assunzione di sostanze che determinano una dipendenza. Come le droghe o l'alcol, anche la nicotina presente nelle sigarette agisce a livello cerebrale. Quando si cerca di smettere di fumare, il cervello, ormai assuefatto alla sostanza, entra in crisi di astinenza. Ma c'è anche un'altra spiegazione: secondo gli psicologi entra in gioco quella che chiamiamo "sfida onnipotente", cioè la tendenza a sfidare, nel tentativo di vincerli, il niente o poco da fare, attese, inquietudine, tensioni nervose, pensieri legati alla morte, e, infine, soprattutto le femmine, per debolezza interiore e vanità.

Fumare, nonostante la certezza (e la consapevolezza?) dei danni che i vari componenti della sigaretta provocano, comporta l'illusione di sentirsi più forti, onnipotenti, rispetto ai problemi quotidiani della vita, alla malattia e di conseguenza alla morte. Da vari studi è emerso, inoltre, che il "quadro" psicologico di molti fumatori è simile a quello dei depressi, pur non manifestando i sintomi tipici della depressione. E allo stesso modo di una persona depressa il fumatore insiste in una scelta negativa verso se stesso, oltre che verso gli altri.

E, per chi non lo sapesse

a) Il fumo di tabacco è un aerosol micidiale di sostanze nocive. Esso contiene oltre 4000 sostanze tossiche: idrocarburi aromatici policiclici, nitrosamine, benzopirene, benzoantracene e queste sono tutte sostanze sicuramente cancerogene e cioè possono provocare tumore; poi vi sono sostanze irritanti quali: acido cianidrico, acetaldeide, formaldeide, ammoniaca., ecc.

Chi fuma un pacchetto al giorno assorbe in un anno l'equivalente di una tazza di catrame e in 20 anni 6 chilogrammi di particelle di polvere. Nicotina, condensati (catrami o bituminosi), monossido di carbonio e tanti altri gas contenuti nel fumo, sono agenti molto nocivi e pericolosi per la salute e la vita di fumatori e di chi è costretto ad assorbire e subire il puzzolento e velenoso fumo passivo.

Inoltre, venti anni fa circa fu scoperto che nelle sigarette vi sono, oltre a tutte le altre migliaia di sostaze tossiche da tempo antecedente già conosciute e, sopra, in parte evidenziate, anche componenti radioattivi. E mentre di ciò nessuno ne parla, mentre chi di dovere non prende provvedimenti in merito, l’ignaro e stupido o incosciente fumatore continua ad inquinare il suo organismo e l’ambiente, facendo, altresì, ingrassare le finanze di chi, sfacciatamente e disonestamente, specula su questa pazzia dell’uomo.

b) Per colpevole reticenza finalizzata a sporchi interessi o altri equivoci scopi, vi è chi sa e non dice (istituzioni, mass media ed ambientalisti in testa alla lista di rei e correi) che il fumo delle sigarette, oltre ad essere di pregiudizio per la salute dei tabagisti e di chi respira fumo passivo, inquina l'ambiente né più e né meno delle discariche industriali. Se, poi, al fumo aggiungiamo le ceneri, i mozziconi sozzi di saliva e di cosmetici, pacchetti delle sigarette vuoti, accendini usa e getta, il tutto sparso e cosparso in ogni parte del territorio, in ogni ambiente, anche dove il fumo è vietato o non dovrebbe essere praticato come regole di galateo, comportamento giudizioso ed una efficiente educazione vorrebbero, dobbiamo ammettere che, pur non traendo benefici ma svantaggi da questa dannata pratica, la massa dei fumatori inquina più degli stabilimenti industriali che, almeno, in compenso, qualche utile lo danno.

Il fumo di tabacco è la principale, la più indecente e pericolosa fonte di inquinamento dell'ambiente prodotta dall'uomo; ma anche della sua mente, del suo fisico in generale.

c) Recenti studi in materia hanno dimostrato, oltre ogni ragionevole dubbio, che il fumare, più che un vizio dal qual sarebbe facile disfarsi, è una dipendenza dalla quale è molto difficile uscirne.

Dipendenza opprimente, invincibile, che rende il fumatore schiavo della nicotina, come ogni drogato lo è della cocaina, della morfina o altra sostanza stupefacente.

Il tabagismo è una malattia ( lo afferma anche l'OMS nella decima revisione della classificazione internazionale delle malattie: ICD X -International Classification Disease: include la dipendenza da tabacco nella lista dei disturbi legati all'uso di sostanze farmacologiche) e come tale deve essere trattata.

Deduzione

In questo quadro affumicato, buio e triste, chi fuma non può che essere rappresentato in una categoria di persone, a voler essere generosi, se femmine: sciocche, di indole debole, vanitose, senza pudore, stravaganti e stolte imitatrici di maschile morbosità e di popolano malcostume, degenere; se maschi: insensati, senza autostima, propagatori di un pessimo esempio, passivi, senza forza di reazione fisica e morale all'infausta, diabolica tentazione di fumare, a questa pessima abitudine, a questa deplorevole, inveterata quanto nociva pratica. Poi, in eguale misura, in ambo i sessi e nella stragrande maggioranza dei "fumaroli", detti anche tabagisti, vi sono individui maleducatamente presuntuosi, il che, in un solo termine, vuol dire: incivili.

La persona ben evoluta, di indole sana, forte, sà che la dipendenza da nicotina, nonché di altre sostanze droganti, più che un destino scritto nei geni è un destino segnato da comportamenti socio-culturali ed educativi sbagliati, da una mentalità infantile o da istinti mal dominati, per cui, o non inizia simile nefasta esperienza, oppure, se disgraziatamente ci casca, trova l'impulso necessario per scrollarsi di dosso questo male, questo triste destino; trova la volontà di rialzarsi e tornare essere persona veramente ed orgogliosamente libera, cosciente e civile.

                                                                    (crigiochiaro)

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   <15 P>

Il tempo fenomeno di astratta nozione.

Le stagioni passano e si ripetono, si alternano le notti ed i giorni tra il buio e la luce, secondo per secondo, minuto dopo minuto, ora dopo ora, giorno dopo giorno, anno dopo anno, secolo dopo secolo, millennio dopo millennio, da miliardi di anni di ininterrotto tempo, ed in tutta questa successione cronologica, la vita, nella sua diversità e complessità, cerca ed occupa spazio inseguendo il tempo che, nella sua invisibile stabilità, è sempre più inesorabilmente sfuggente.

Ma il tempo è solo vita o anche morte? Cioè, il tempo in se stesso, quello virtuale, si può concepire come qualcosa che dal punto di vista estrinseco alla provvisorietà della materia vivente soggetta a limiti di tempo, ha punti di riferimento intrinseci, indicatori di un suo valore calcolabile in cifre, in quantità e termini ? E’ qualcosa di collegato, insito nella materia vivente che la segue di pari passo e ne subisce lo stesso destino? E’ un’illusione oggettiva o soggettiva alla quale si è dato corpo attraverso misurazioni e calcoli, ore e date (orologio e calendario)? E’ un punto astratto, fermo, immobile nella sua invisibile onnipotenza ed onnipresenza, che aspetta, segue, insegue, condiziona tutto e tutti? E’ senza inizio, senza percorso e senza fine, oppure tutte le tre cose che si susseguono a rotazione continua ? E’ relativo, assoluto, variabile? E’ qualcosa che non nasce e non muore, ma che esiste, che domina e spazia nell’universo? Insomma, che cos’è ? E’ nulla di tutto, un tutto di nulla o tutto di tutto ? Ritengo che sia, fino a prova contraria, tutte le cose del creato messe insieme.

Ma il tempo che è passato ritorna indietro? E’ se ritorna, è sempre il medesimo oppure è un tempo diverso?

E' un tempo che corre sempre in avanti oppure all'indietro o, forse, in tutti i due sensi secondo i vari processi della vita, della sua evoluzione e della involuzione?

Faccio queste domande a me stesso perché vorrei capire se il tempo che sto passando o che sta trascorrendo mentre penso e trasformo in caratteri ciò che mi detta il cervello, deponendoli in questi fogli, è un tempo che sottraggo ad altre cose che potrei fare, oppure un tempo guadagnato qualora me ne fossi stato a perdere altro tempo senza far di nulla.

Forse, quando avrò finito, rileggendo ciò che ho scritto, ripercorrendo il tempo passato, attraverserò altro tempo senza la certezza di poter stabilire se l’ho fatto trascorrere invano, destinato a perdersi definitivamente, oppure, eventualmente, facendolo perdere anche ad altri, me lo ritroverò, postumo, senza possibilità di quantificarlo, proiettato nel tempo a venire.

Se c’è tempo che ritorna è forse questo? Quello che ognuno di noi fa perdere agli altri?

Nossignori! Il tempo cammina dritto, va sempre avanti, non si volta indietro, non guarda in faccia nessuno, non ritorna. Ogni volta è un tempo nuovo, che passa, che vola via inesorabile e chi lo perde non lo ritrova più. C’è un tempo indefinito che si suddivide in tanti tempi definiti per ognuno di noi, per ogni cosa del creato.

Restano solo i ricordi fintato che esso, misterioso, imperscrutabile ed inafferrabile tempo, non provvede a distruggere anche questi.. E quelli sono momenti di un tempo passato che cancella se stesso.

Mentre tutto (escluso il tempo, che, per i viventi, un po’ passa subito ed un po’ sembra non passare mai) apparentemente si ripete allo stesso modo, senza che si intravedano particolari, sostanziali mutamenti nell’immediato, assomigliando ogni cosa allo stesso modello precedente, quello di tutti i giorni e gli anni, ed, invece, simultaneamente ed inavvertitamente avvengono, complice sempre il tempo, impercettibili variazione riguardanti, in misura minore la struttura universale, ed in maniera più rapida quella biologica e le creazioni dell’uomo.

In tutto questo contesto naturale di avvenimenti e di avvicendamenti apparentemente immutabili nella loro lenta evoluzione verso forme sempre più compiute e perfette ed il susseguente progressivo cedimento delle stesse verso forme senza autenticità, decadenti, obsoleti, che tendono alla scomparsa definitiva, sicura e rapita per alcune esistenze marginali, accessori al creato, come l’elemento uomo, il quale, anch’esso materia ripetibile nella sua invariabilità originaria, il tempo continuamente e lentamente tende a modellarlo, senza che lui, quasi, riesca ad avvedersene, mentre, molto più lento, quasi insignificante, è, viceversa, il decorso dell’elemento strutturale universale e di alcune delle stesse realizzazioni umane.

Nell’elemento strutturale universale il tempo è uno dei fattori fondamentali

Nelle realizzazioni epocali, di cui il tempo si incarica di dare spazio ed indicare percorso e durata, tra le altre cose, di estrazione umana, vi è il libro.

Esso è la fotografia, la testimonianza più durevole dello stato d’animo, della cultura, delle idee, pensieri, creazioni; delle passioni, trascorsi di vita, memoria del tempo che fù, immaginazione di eventi futuribili.

Impresse in esso possono rivivere momenti di storia del mondo, cronache, vicende umane diverse, invenzioni e fantasie, verità e bugie, espressioni e vocaboli tra i più disparati e variegati.

Quindi, il libro cartaceo od elettronico che sia (ritengo, comunque, quello cartaceo, più pratico, più durevole, più a dimensione d’uomo), e quando parlo di libro intendo ciò che nelle sue pagine vi è inserito, sviluppato in parole le quali non possono così essere ritrattate o contraffatte, dai racconti alle favole, dalla registrazione degli avvenimenti mondani, alla illustrazione di progetti fattibili, alle idee fantascientifiche spesso divenute realtà, a ciò che intrattiene, che può far entusiasmare, rilassare o impressionare, ridere o piangere, che può apportare allegria o tristezza, indurre a riflessione, essere oggetto di apprendimento, veicolo di cultura, contenitore di parole, di pensieri impressi con l’inchiostro sulla carta. Esso, tra le tante realizzazioni umane è una tra le poche o forse la sola che riesce, portandosi con se, in modo più durevole, racchiuse nelle sue pagine, le memorie attraversate dal tempo, mantenendole vive per altro periodo indefinito, passandole di generazione in generazione, a non subire gli influssi, le mutazioni, lo stesso limite di vita cui va incontro, invece, a causa del fluire di questo fenomeno dell’esistenza di astratta nozione definito tempo, lo stesso suo autore.

Ricordi che rimarranno scritti fino a quando questo quid dell’essenza della vita chiamato tempo, esaurendo la sua provvisoria generosità, non emetterà, quando non sia complice l’uomo, anche per questa creazione che è il libro, il tiranno verdetto della fine.

Ed, in materia di tempo, Mussolini, si, proprio lui, Benito, l’ex duce, quello che ha governato per un ventennio ( chiamato ventennio fascista ) l’Italia, proprio quel dittatore buono o cattivo, lo si giudichi come si vuole ma senza pregiudizi. Io, anche se preconcetta ricorrente opinione di parte è indirizzata a far risaltare solo i suoi lati negativi, ritengo oltremodo giusto, per una corretta informazione, descrivere anche i lati buoni. Pertanto, scevro da patologie ideologiche di ogni genere, come ho già fatto in precedente pagine, pongo pregi e difetti di Mussolini, sullo stesso piano di qualsiasi altro uomo al mondo, che nella storia dei popoli abbia avuto, di più o di meno, influenza e responsabilità, ascendenza e potere.

Ora, siccome nessuno o quasi parla di Mussolini di ciò che anche di valido possedeva, non solo sotto l’aspetto della personalità e della intraprendenza, ma anche sotto il profilo culturale, ne di quando è stato al governo e neppure quando, in qualità di attivista prima, come dirigente poi, si occupava, si dibatteva in organizzazioni politiche di sinistra.

Ebbene, siccome sono arcisicuro che per intelligenza e cultura poteva ancora oggi far da professore a tanti, tantissimi insegnati di istituti scolastici di grado superiore, docenti universitari compresi, mi piace citare qui e riportare integralmente il tema da lui svolto, a proposito dell’elemento “tempo”, molto prima di andare al potere, in occasione di un concorso per l’insegnamento del francese e del tedesco.

Nella prova obbligatoria di italiano gli viene assegnato il seguente tema: “Il perder tempo a chi più sa, più spiace, disse Dante. Con quale ragione lo disse? “. Ecco il suo svolgimento ed ecco come su questa teoria generale valevole per tutti, che è quel fenomeno astratto che in italiano chiamiamo tempo, in inglese time, in spagnolo tiempo e per non perdere altro tempo meno male che non so come esso viene chiamato nelle altre circa 3000 lingue, ecco dicevo, su questa cosa che condiziona, che da durata ad ogni forma ed espressione della vita e, forse, anche all’inesistente, quale erudita deduzione ne ha tratto, nel suo tema, Mussolini: “La massima del sommo poeta non può essere intesa nel senso della morale utilitaristica inglese. Un popolo di mercanti e di trafficatori considera l’impiego del tempo in relazione alla rapidità del guadagno. Pel cervello di un solvibile rigattiere una dissertazione sulla metrica dei rapsodi antichi o della ricerca sulla primitiva cultura degli Indi costituisce una perdita di tempo; l’onesto agente di cambio ritiene <parassiti> tutti quelli che <speculano> col pensiero e non coi <valori industriali>; sarà molto difficile che un maresciallo della benemerita a riposo si convinca che gli Studi Manzoniani del d’Ovidio (Francesco, filosofo e critico) possano <anche> valere la carta sulla quale sono stampati.

Oggi, malgrado i conati idealistici delle nuove scuole filosofiche, è diffuso - specie fra le masse – un sentimento di disdegno per chi non può mostrare le ormai troppo rettoriche e tribunizie mani incallite, per chi produce intellettualmente e non trasforma delle merci.

Giogio Sorel guarda dall’alto al basso les professionnels de la pensèe ai quali - secondo le sue previsioni - non sarà certo facile di trovar posto e pane nella futura società composta esclusivamente di produttori sindacati.

Per contro - notiamo in Italia - da qualche anno una specie di pronunciamento contro questa concezione grettamente utilitaristica del tempo e della vita umana. C’è una rivista, <Caenobium>, scritta da un uomo di vasto sapere - che ricordo con particolare gratitudine per l’aiuto prestatomi in una circostanza critica della mia vita - e ci sono dei giovani - hominis novi - che unitamente con Giuseppe Renzi bandiscono dalle colonne di <Caenobium> una specie di buddismo a uso e consumo dell’occidente. La loro dottrina è un attacco aperto e qualche volta ben condotto contro il valore che la morale da al lavoro <materiale>. La vita dovrebbe essere contemplativa e riassumersi in una specie di <godimento spirituale>.

Non voglio discutere quì il valore di questa concezione. Può essere un altro <segno dei tempi> ma temo molto che essa trovi degli aderenti. Per essere <contemplativi> senza rischiare il codice penale, bisogna avere una rendita di almeno lire 50 al giorno, altrimenti si passa per <vagabondi> . La morale tradizionale borghese poi non accoglierà mai nel suo grembo , per quanto capace, una dottrina che, nell’applicazione pratica, si risolverebbe precisamente in una <sistematica inattività>, ergo in una assoluta, enorme, perdita di tempo.

A questo punto però non posso resistere alla tentazione di fare una piccola incursione nel campo della filosofia. Che gli antichi e i moderni, che i sommi e lillipuziani filosofi non mi serbino rancore se entro per poco nella loro repubblica. Ecco, la frase <perdere tempo> è un assurdo, è una contradictio in adiecto, quando non si riferisce alla vita umana, come fenomeno determinato e determinabile.

Astraendo da ogni considerazione di ordine immediato, utilitario, pratico - dall’empirismo cioè dall’enunciato – è possibile di perdere il tempo ? E coloro che lo perdono potrebbero non perderlo ? E quale appendice umoristica, se il tempo si perde, chi lo trova ?

Mi sembra che dopo aver convenientemente posta la questione nei suoi veri termini logici sia lecito concludere che: Non è possibile perdere il tempo, categoria dello spirito, nozione filosofica; è invece possibile, e biasimevole secondo i casi, trascurare l’impiego migliore della propria vita. Utilitaristi o idealisti, costruttori di ponti o cenobiti, operai del braccio o asceti, non possono però divergere nel dare un valere supremo al tempo in rapporto alla nostra vita. Sul valore più o meno dell’impiego di questo tempo si può dissentire, ma il tempo in sé è la vita. Senza la nozione dello spazio e del tempo non sapremmo di esistere. Perdere del tempo non significa altro che rinunciare parzialmente o completamente alla propria vita. Chi sente ciò ed è forzato dagli eventi a vegetare inattivo prova dolore acutissimo. Il verso di Dante è il risultato di una meditazione sul valore e sulla brevità della vita umana. La natura che dispone del tempo può economizzare lo sforzo ma gli uomini no. Perdere tempo o più esattamente perdere delle energie è un delitto, è una dissipazione folle di un incalcolabile tesoro.

Il danno prodotto da coloro che vegetano bestialmente ricade sulla stirpe. E’ una specie di furto del quale tutti possiamo dolerci.

La nostra vita è una breve parentesi. Domani non saremo più. Ad altri sarà dato di passare per questi

<odorosi colli> e di naufragare nelle nostre città. Consigliamo noi l’orazione: Ede, bibe post mortem nulla voluptas? Questo, altro che importa? Importa di vivere intensamente - di <diffondersi> direbbe Gurjan – di <conquistare> direbbe Nietzsche, di utilizzare il tempo non in futilità puerili, ma per seguire un ideale di bellezza, di forza, d’amore… trarre dalla nostra anima come da un meraviglioso eptacordo tutti i suoni, tutti i canti e le nuove e le vecchie armonie… poi - giunti all’ultima sera - con la calma degli stoici antichi calare nel regno delle ombre.”

                                                                                  crigiochiaro

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La femmina, oggi più di ieri fem…mina vagante ó

Man mano che la donna tende ad "emanciparsi" (forse sarebbe meglio dire: a perdere il comune senso del pudore) diventa sempre più intrigante, sempre più provocante,sempre più vanitosa, sempre più avida di vizi, pretendendo, inoltre, non sò per quale irrazionale spinta interiore, di fare quelle cose che richiedono caratteri morfologici e funzionali propri del maschio, quando, invece, anche per pisciare è costretta ad incurvarsi, a rannicchiarsi e mettere a nudo, nolente o volente, le parti più intime del suo corpo. Certamente non vi è nulla di scandaloso se per emettere i secreti dal rene è obbligata a scoprire parti interessanti (sessualmente parlando) del suo fisico, rientrando ciò nella naturale sfera di quei procedimenti comportamentali dovuti alla sua struttura anatomica. Il punto di contrasto, invece, risiede nel fatto che, ormai, per la donna, il denudarsi, mettere in bella mostra gli elementi costitutivi del suo sesso come se fossero una qualsiasi mercanzia da vendere al primo offerente, "l'impuparsi" e vestirsi come una marionetta, rientra nella logica deviata, in una filosofia di vita caratterizzata da alterazione profonda del rapporto con la realtà, da dissociazione mentale che, come un'epidemia influenzale (speriamo con gli stessi limiti di diffusione tra la popolazione e nel tempo) si stanno facendo sempre più strada in questo ventunesimo secolo, per cui, scoprirsi per pisciare, oppure per far notare meglio il suo aspetto fisico o per quant'altro ciò possa servire a secondi ignobili fini, è lo stesso.

Essa, sesso debole non solo per antonomasia ma in detto e in fatto, non sa (perchè se lo sapesse il suo fine non sarebbe l'attrazione spregiudicata, la tendenza a sperimentare sempre di più eccitamenti sessuali), che uno dei cardini dell'erotismo, se è proprio a questo che ci tiene, è il complesso gioco del "vedo-non-vedo", il quale va oltre l'attrazione per il corpo nudo o seminudo. Una copertura che magari lascia intravedere una parziale trasparenza o un piccola scollatura è più sexy di un nudo completo. Se il nudo attrae, la copertura fa desiderare di più la donna e rende più piccante lo strip (spogliarsi).

Poi, un conto è non indossare più la biancheria intima cioè le consuetudinarie mutande, se non proprio quelle che vestivano mia nonna o mia mamma, ma quelle che fanno riferimento al vocabolo stesso ("tipo di corti calzoncini portati sotto gli abiti a diretto contatto con la pelle"), ed un altro conto è, invece, avere la pretesa, secondo l'immaginario femminile, che, dei "subligaculum", delle sottilissime bende chiamate con termini diversi: slip, minislip, perizoma, tanga, i quali, etimologicamente parlando, sono intesi come "mutandine cortissime sgambate, anche da bagno, cioè, indumento che s'infila <e… fa infilare> con facilità", possano adempiere alla funzione di copertura del loro apparato genitale.

Organo genitale il quale, data la scarsa garanzia di copertura che offrono le minigonne e queste microscopiche mutande, per non essere fotografato nella sua interezza, per essere meno provocatoriamente esposto alla morbosa visione di qualche sfacciato (?), da sguardi in…discreti,alle istintive strizzatine d'occhio di qualche ficca…naso, e, l'altrettanta incapacità di essere occultato dalle succitate tipologie di fettuccine di tela larghe qualche centimetro, messe a stretto contatto con la vulva o pudende muliebre, per rendere il tutto meno visibile, meno apparente, oppure, vorrei dire, meno…. attraente, detto organo viene spesso mutilato della sua naturale e caratteristica peluria, la quale, se la natura l'ha collocata anche in quel punto, vuol dire che lì sta bene, e, quindi, un significato, non solo di occhio, di aspetto, ma, in particolare di attrattiva sensuale, di funzionalità dovrà pur averlo. Inoltre, queste fettuccine di tela, data la loro sottigliezza, potrebbero facilmente andare ad incastrarsi, a conficcarsi, non solo dentro l'ano ma pure tra le grande labbra e le ninfe,divenendo, pertanto, questa forma striminzita di copertura dell'orifizio genitale femminile, oltre che spiona anche invadente, che più che coprire scopre, che più che chiudere apre, col rischio di irritareil sensibile clitoride.

Proprio per questo, visto e considerato che queste mutande (chiamiamole così per modo di dire) in arciminiatura non riescono a nascondere la "pubescenza" facente parte del più interessante organo sessuale femminile, ne deriva che cotante similfemmine sono costrette, ripeto e dico, a denudarlo di più, togliendogli, oltre al normale abbigliamento, anche i peli naturali che lo contornano, che la natura ha posto in essere, con il risultato di far diventare questa regione particolarmente eccitante del loro corpo glabra, denaturata, meno seducente, obsoleta, simile a qualcosa che sa di vecchiume, se non altro alla vista. Cioè, pur di vestirsi nella maniera più maniacale possibile e tentando di non dare completo sazio agli occhi altrui, preferiscono trasformare un'oasi naturale in un deserto, una foresta (vergine, semivergine o deflorata che sia) in terreno incolto, scialbato, privo di vegetazione. Peccato!

Non parliamo poi del reggiseno che più che reggere e nascondere quell'altro organo femminile di attrazione sessuale che sono le mammelle, naturali o artefatte che siano, sembra una provocante finestra aperta per far notare meglio, voglio dire molto procacemente, il loro volume, la rotondità, la pigmentazione dei capezzoli.

Capita anche che questi indumenti femminili oltre ad essere micro formate sono anche magro trasparenti, totalizzando così il non plus ultra della nudità.

Ora, lasciando da parte queste personali ma fondate osservazioni, questo complicato quanto opportuno excursus, dicevo poco prima, un conto è che questa rappresentazione la donna la faccia per mestiere, per avidità di denaro, per fottere l'uomo di scarto, anche se ciò non è che sia un fatto da lodare ma ugualmente da biasimare, un'altra cosa è, invece, esporre le sue parti erotiche dappertutto, dalle pubbliche vie ai posti di lavoro, per carpire l'attenzione dell'altro sesso, per allettare, eccitare di più il maschio, il quale, ormai, con la new age (così la chiamano gli esterofili e molti media, mentre a me suona meglio chiamarla nuova de…generazione), si è ridotto all'impotenza, senza stimoli e virilità, mezzo cornuto e mezzo frocio, più cretino che credente. Infatti, essa, "calda" e smaniosa com'è di far sesso, non manca occasione di provocare, senza remore, senza paura nè pietà, l'incapace omiciattolo. Ho detto esattamente omiciattolo! Omiciattolo perché non più idoneo a soddisfare e domare, né moralmente nè sessualmente, questa ingorda figlia di Eva. Omiciattolo perché incapace di reagire, non necessariamente con i piedi, ma schifando questo genere di femmina viziata, piena di anormale eccitazione. Omiciattolo perchè si è fatto togliere dalla femmina la sua potestà maritale, cioè quella naturale supremazia necessaria per dare compattezza e perciò governo unitario alla famiglia, corretta emancipazione ai figli.

Un essere, quest’omiciattolo, sempre più distratto, smarrito, sempre più effeminato, sempre meno uomo degno di questo nome. Un essere sempre più rinunciatario delle sue virtù, di quel ruolo dettato dalle caratteristiche del suo organismo; un essere che ha abbandonato ogni principio ideale ed originario di cui era titolare per legge del destino, che ha abbandonato o sta completamente ed incoscientemente abbandonando quei principi e comportamenti che invogliano l’altro sesso a percorrere il suo alveo naturale senza straripamenti come quello della sua sempre più crescente mascolinizzazione.

C'è un detto, molto azzeccato, che dice: "In casa non vi è serietà nè pace quando la gallina canta ed il gallo tace". Ed io aggiungo: quando l'uomo abdica dalle sue prerogative originarie e naturali di primario, di pace e serietà come non ve n'è in casa, non ve n'è neppure nella società.

Peraltro, questo comportamento libertino, insolente ed insulso della femmina, questo modo di vestirsi, di usare abbigliamento succinto al limite di ogni sopportazione fisica, indumenti spesso dall'aspetto meschino, non ha nulla da spartire con l'eleganza, nè può essere giustificato dal desiderio di correre dietro la moda, anche quella stravagante, perchè la verità è ben altra, unica ed inoppugnabile, verità definibile con una sola parola che dalle nostre parti di chiama: "mangiaciumi" (prurito ano-vaginale).

Vi è eleganza ed eleganza, c'è modernità e modernità: quelle serie, inimitabili, di pregio, durevoli, per tutti i tempi, e quelle frivole, di massa, di passaggio, buone solo per persone senza "gnegnu" (galateo), oppure affetti da encefalopatia.

Solo per citare un caso delle sue innumerevoli improntitudini, non credo che possa corrispondere a criteri di compostezza, di serietà e neppure di eleganza, quando, la donna, per stare seduta, è costretta ad attorcigliarsi l'un con l'altra le gambe e metterle, particolarmente se le ha lunghe, di traverso sul piano di appoggio, alternativamente dell'uno o l'altro piede; oppure, sempre quando posa il fondo schiena su di un appoggio più basso di una normale sedia (es. divano), essere costretta ad assumere un'altra ingombrante e scomoda posizione: compattare, congiungere strettamente le cosce e posizionare gli arti inferiori, dalle ginocchia alle caviglie, divaricate, a forma di una V capovolta, ed i piedi alla sghimbescio, mettendo cosi i suddetti arti anche a rischio di malformazioni.

Ebbene, perché la femmina si autocondanna a tutti questi contorcimenti, a queste irrazionali posizioni del suo corpo? Semplice quanto umanamente inconcepibile: per non fare intravedere pubblicamente e totalmente (non so fino a quando ed a che punto), a causa della misera copertura del corpo, le parti più recondite, più intime del suo repertorio erotico, rendendosi così, oltre che ridicola, schiava di uno stile di vita improntato più all'apparenza che alla sostanza, suscitando si la curiosità di qualche guardone, ma anche opinioni disdicevoli, dalla manifesta civetteria, alla mancanza di dignità.

Non penso che possa definirsi eleganza, oltre alla gonna cortissima e strettissima, neppure il pantalone appiccicato strettamente alla gambe, che lascia scoperto l'ombelico e la parte superiore del culo anche in pieno inverno, oppure gli jeans laceri e sgualciti, gli stivali e stivaloni da scudiero o da ussaro, e, per apparire più alta, calzare scarpe con 20 cm di tacchi a spillo caricando il peso corporeo sulle dita dei piedi. Per il resto, simile scarpa, con tacco alto e punta eccessivamente rastremata, in cui le dita del piede vengono schiacciate, pressate uno contro l’altro, ovvero l'opposto della loro naturale geometria, cambia completamente il corretto equilibrio di tutto il corpo, il cui baricentro si sposta in avanti, con effetti negativi sulle ossa dell'intero scheletro, sino a provocare forme di artrite od artrosi. Inoltre, la loro conformazione elevata ed instabile, può creare, anzi crea conseguenti problemi di equilibrio e rischi di cadute a terra con possibili distorsioni, lussazione,fratture a carico della struttura ossea tanto inferiore che superiore .

Malgrado le costrizioni cui sottopone il suo corpo, malgrado essa è costretta a camminare in modo disarmonico, innaturale, per vanità non rinuncia a stare sui trampoli, senza rendersi conto che “la vanità è la gioia degli stupidi”.

Condividendo un articolo letto sul sito internet Albanesi.it, dico che: “La vanità, sia essa cosciente o inconscia, è sicuramente uno dei difetti più inutili che una persona possa portare con sé: non solo non offre nessun vantaggio pratico (se non una patetica autogratificazione), ma è uno degli ostacoli più grandi alla realizzazione di rapporti umani sinceri e duraturi”. Chi vuole dimostrare agli altri di valere qualcosa, di essere qualcuno,in particolare con trucchi ed escamotage,spesso e sempre non vale nulla, è niente mischiato con nessuno.

Tutte queste contraffazioni dell’aspetto naturale, tutte queste uscite di carreggiata cui la femmina di oggi va incontro non portano da nessuna parte, ad alcun fine serio e giovevole, ma solo ad esercitare attrazione erotica, a palesare stupidità e nient’altro.

Tutta roba che fa assomigliare la donna, di volta in volta, secondo gli indumenti che indossa, ad una pupazza o una puttanazza, ad un povero barbone oppure ad un soldato napoleonico, a qualcosa cioè che sa più di stravaganza che di essenza.

La voglia matta di farsi notare ad ogni costo, anche al costo di rendersi ridicola e frivola, la porta a sottovalutare ogni concetto di serietà e raffinatezza della donna intellettualmente ben evoluta.

Non riesco a capire, inoltre, da quale infimo istinto la donna d'oggi si lascia trascinare quando non sente disdegno di svolgere quelle attività che per loro stessa natura esulano dalla sua sfera di azioni e che implicano: manifestazioni di energia, di forza, di coraggio, predisposizione al rischio, anche ruvidezza, nonchè valutazione morale. Per esempio: imbracciare le armi per fare la guerra; fare il poliziotto od il carabiniere con tanto di pistola appesa ai fianchi.

Continuando di questo passo, mentre già oggi vediamo una bestia di donna che fuma peggio di uno stronzo d'uomo, che puzza di bruciato, di tabacco combusto come un decrepito tabagista (una volta fumava sola qualche puttana); una femmina "sgualdrinata" che fa la guerra come il peggiore lanzichenecco, in un non lontano domani, visto che i nuovi maschi crescono sempre più indulgenti a sopportare corna e costi morali oltre a quelli economici, vedremo questa femmina geneticamente mutata, con i propri cromosomi sballati a tal punto da farle nascere la coda e irti, ruvidi peli in tutto il corpo, viso compreso. In breve, una specie di chimera, un ibrido tra il peggiore uomo ed un topo di fogna, una civetta o una tigre.

Insomma, in un prossimo futuro, a causa di una nuova categoria di omuncoli maccheroni e scoglionati, "umanimali", frutto di un ibrido tra una lesbica ed un animale cornuto o un porco, vedremo una schifezza di femmina ancora più spregiudicata e cinica di oggi.

Altro che corpo e sembianze naturali, pelle liscia e pura all'acqua e sapone, altro che romanticismo, sentimenti intensi di affetto, di amore sincero, la donna sta diventando sempre più un serpente tentatore, il diavolo personificato.

Altro che gentil sesso, altro che lineamenti e carattere amabili, altro che sposa, madre e nutrice ideale, questa, anche se ancora non in maggioranza ma quasi, quando non è una baldraccaccia, è una femmina disumana, sguaiata, con l'aspetto di una "bambolaccia" istigatrice, senza scrupoli, dall'istinto bestiale.

Una donna vanitosa che non conosce il vero amore, quello che si offre una volta, con il cuore, per tutta la vita, né quello sentimentale, nè platonico, né sensuale, ma soltanto reazioni carnali, l'inclinazione a soddisfare solo stimoli sessuali

Intanto, questo genere di femmina, dato il grande spazio concesso dai media alle sue spudoratezze ed il chiaro scopo economico di chi trova conveniente speculare sulla sua voglia di denutarsi e sulla sua forma mentis, anche se le più trasgressive rispetto alla morale comune sono ancora in minoranza è però una minoranza che sta stravolgendo le buone regole comportamentali di tutte.

Qualora la descrizione dei lati negativi del sesso femminile fin qui descritti, per qualche cornutone non dovessero risultare sufficienti per catalogarla come persona inaffidabile, ecco allora qualche altro motivo valido per tutte le credenze e per tutte le epoche, non solo per avere conferma della sua slealtà, ma per dimostrare, inoltre, qualora ve ne fosse bisogno, quanto essa sia malvagia e pericolosa.

Mi chiedo e chiedo a quell'incredulo castrone di "uominchiolo": chi è che butta nei cassonetti della spazzatura i figli appena nati? Chi è che ammazza o vende i figli ancora in tenera età senza alcuna inquietudine? Chi è che copia, fino a portarli all'estrema esagerazione, le cattive abitudini ed i peggiori vizi dell'uomo, come la stupida quanto sporca, indecente ed inveterata abitudine di fumare? Chi è che soggiace con facilità ai capricci? Chi passa intere ore allo specchio per truccarsi, per nascondere la sua vera fisionomia, per ingannare il prossimo, per ostentare ciò che non è e non ha? Chi è che si riempie di chimica, di prodotti cosmetici, di cerume, dalla testa ai piedi, alterando il suo naturale aspetto esteriore? Chi è che per rendersi spocchiosa non disdegna alcuna pratica, anche la più rischiosa, pur di cambiare forma e volume alle proprie mammelle? Chi è che fa ricorso a materiale gelatinoso, alle protesi in silicone, alla chirurgia plastica per modificare l'aspetto non solo del seno ma anche del viso ed altre parti del corpo? Chi è che si carica a bizzeffe il corpo (tatuaggi visibili e nascosti a parte) praticando il cosiddetto piercing, di orecchini, monili ed ornamenti vari, naso compreso e perfino la lingua e i genitali ? Chi è adusa alla chiacchiera, al pettegolezzo, alla più totale indiscrezione, a fare da attaccabrighe e causa di liti anche mortali? Chi è quella stupida sboccata che per condire una frase o un discorso non indugia ad usare un linguaggio rozzo, scurrile, villanesco, facendo sovente improprio riferimento a vocaboli che si richiamano agli organi sessuali maschili? Chi è la madre di tutti i tradimenti? Chi è che si prostituisce oltre che per "prurito", per denaro, per interessi materiali o altri ignobili scopi? Chi è che presta il suo corpo alle più spudorate speculazioni erotiche, alla sua mercerizzazione o mercimonio senza provare vergogna? Certamente non è un animale qualsiasi, dal timido coniglio al fedele cane, e neppure una bestia feroce, i quali, tutti, dai più mansueti ai più selvaggi, hanno una loro particolare sensibilità nei confronti dei loro figli neonati, un comportamento normale e più affidabile tanto nell'ambito della loro specie che nei rapporti con l'uomo, ma, quell'animale bipede, insensibile, capace di far tutto questo e di peggio è solo e soltanto proprio l'infedele, istigatrice e corruttibile compagna dell'uomo.

Ed a proposito di estetismo, trucco o civetteria (chiamatatelo come volete, si possono cambiare i termini ma la sostanza resta tale e quale) molto in voga, o meglio in uso, tra la maggioranza delle femmine che prediligono il sex appeal o sexysismo alla serietà, senza escludere alcuni o cotanti omicciuoli, aggiungo: Il trucco, oppure, come "esteroanglosassonicamente" si dice, il lifting, non cambia il DNA dell'individuo, il suo carattere, la sua intelligenza, la sua naturale identità. Esso, intendo dire il trucco, è una specie di palliativo che persone le quali si vergognano di apparire sane,non artefatte o alterate, cioè, che disdegnano di essere come le ha create madre natura, usano, per mostrarsi verosimilmente manomessi durante il giorno, quanto scolorite, squallide, brutte ed irriconoscibili la mattina quando si alzano dal letto, senza considerare, oltre ad altri possibili guai, il precoce invecchiamento che questa futile e stupida pratica arreca alla loro pelle, al loro corpo.

Il trucco, se può andare bene per carnevale o per esigenze teatrali, non vale per il resto della vita, per i giorni in cui occorre avere saggezza e concretezza; quando cioè, come disse Francesco De Sanctis:"… la serietà vuol dire che l'intelletto non si arresti alla superficie, ma scruti le cose nella loro intimità".

Il lustramento del viso, l'aggiustamento degli zigomi, la pitturazione degli occhi, delle labbra, dei capelli, delle unghie delle mani e dei piedi e non so quale altre parti anche intime del corpo, sono la cosa più deturpante, la maschera più schifosa che un essere umano possa fare alla sua originalità.

Si fanno modifiche dell'aspetto naturale umano come la correzione del setto nasale, l'aumento del volume del seno, la modifica degli occhi e delle labbra, cioè la ritidectomia del volto ed artifizi vari in altre parti del corpo, solo per inseguire un concetto di bellezza assurdo, esteriore, solo di facciata, spesso per nascondere le vere brutture interiori.

"La faccia, insieme al cervello, è la firma della persona, l'immagine della sua identità, l'espressione fenotipica del suo sé.

Il viso rappresenta nel modo più forte ed inequivocabile l'identità personale, intervenirvi con tecniche di alterazione, sostituzione o aggiustamenti, è una forma di attentato all'unicità della persona."

L'essere umano, così come risulta concepito sin dalla nascita, in tutte le sue forme e peculiarità interiori ed esteriori, negative o positive che siano, almeno fino al momento in cui scrivo questo pensiero, è unico ed irripetibile e a nulla vale, se non alla prosopopea ed alla vanità, ogni forma di aggiustamento artificiale del suo fisico, salvo casi patologici od accidentali.

Essa, femmina frivola, quindi, così come non trova serenità ed equilibrio nei fatti della vita quotidiana, non trova requie, ha una cattiva nomea anche nei racconti biblici: Eva disubbidì alle raccomandazioni di Dio facendosi ingannare dal serpente; Maria di Gerusalemme sembrerebbe di aver tradito Giuseppe con un soldato romano dal cui rapporto nacque Gesù; Lot, figlio di Aran e Nipote di Abramo, pare, stando a quanto sta scritto nei libri, che, dalla sue donne di famiglia, abbia ricevuto più sventure che piaceri: dalla moglie perché contravvenendo ad un ordine divino (fuggendo da Sodoma assieme al marito non doveva voltarsi indietro, ma, al contrario, disobbedì) fu tramutata in statua di sale; le due figlie, invece, dopo averlo ubriacato si unirono a lui sessualmente dal cui incesto nacquero Ammon e Moab. Ecc.ecc. .

Altro che <femminino sacro>, altro che <Maddalena>, quì siano di fronte a femminacce sfacciate, sleali, invasate di ogni più sfrenata forma di diavolerie, dal cervello ottuso e dal cuore di pietra.

Forse non avevano tutti i torti i padri costituenti del cristianesimo ortodosso e quelli delle più importanti religioni esistenti, se, nel processo di fondazione e sviluppo della ideologia del mitico,relegarono la donna a figura di secondo piano, quando non la hanno esclusa completamente da ogni ambito decisionale, non consentendogli di occupare posti preminenti, di comando tra le varie gerarchie ecclesiastiche, ed in altri settore della società e, oltre che essere esclusa da ruoli guida, fu fatta oggetto di segregazione, o costretta, come ancora si usa in molti paesi mussulmani, a vivere negli harem o a coprirsi il corpo con vesti (burka) lunghe dalla testa ai piedi, faccia compresa.

Si sa che da quando il mondo è mondo, anzi immondo, dalla civiltà ellenica a quella romana, dal nord al sud, dall' oriente all'occidente, in particolare tra i ceti più evoluti non sono mai mancati riti orgiastici a cui la donna non si sia "compiacentevolissimevolmente" prestata. Però, come si dice in linguaggio paesano: "l'acqua biniditta ci voli ( piccù a voli), ma no a nniari", e poi, "San Gilommu,San Gilommu tanti conna non ci vonnu".

"E' incredibile quanti interrogativi susciti nell'uomo la lettura della Bibbia! ... la donna è facilmente corruttibile ed è causa anche dei peccati dell'uomo".

Pertanto, lasciando da parte racconti biblici e pensando di più alla storia presente e vera, se la donna agisce così, se si comporta in maniera tanta spregiudicata è forse perché non ha consapevolezza di se, ha smarrito il senso della misura? Ha perso il controllo degli istinti e di quello sessuale in particolare? E' Irrequieto e smodato desiderio di….qualcosa che sia sempre di diverso? E' uno squilibrio mentale? Psicopatia dovuta all'eccessiva produzione di ormoni sessuali? Forse nei suoi geni al posto dell'istinto di coprirsi sta scritto quello di scoprirsi?

Oppure, volendo escludere ogni forma di parafilia, si tratta soltanto di mancanza di pudore, di scarso senso di discrezione, di un'educazione sbagliata, di cervello imbottito di stoppa? Boh! In ogni caso, considerato come stanno i fatti, senza tralasciare altre ipotesi, quando non vi è di mezzo una vera e propria patologia di tipo psicofisico, credo che l'ultimo interrogativo, in tutte le sue quattro proposizioni messi insieme, risulta essere la cosa più ovvia ed inconfutabile.

E' vero, la donna ha i capelli lunghi e la mente corta, come è innegabilmente vero che questo suo modo di comportarsi è dovuto, in buona parte, all'acquiescenza dell'altro sesso, nel quale, essa trova, con facilità e delizia, tanti merli addomesticati o addomesticabili ed altrettanti polli da spennacchiare.

C'e un proverbio che dice: "Bacco, tabacco e venere riducono l'uomo in cenere".

Non per niente fu pronunciata la seguente allocuzione: "Chi disse donna disse danno".

Una cosa, comunque, è certa: chi non ha serietà non ha neppure identità.

Tuttavia, per non essere considerato più matusa di quanto non lo sia, ma soprattutto per sgombrare il mio dire da ogni forma di interpretazione errata sul concetto che ho del ruolo della femmina, sia nel suo naturale contesto che nel campo delle umane discipline, dando bando ad ogni stantio moralismo, che non approvo, perché potrebbe sembrare oltre che arcaico insincero, in quanto che, in fondo in fondo, anche a me piacerebbe fare "all'amore illimitato", non quello bestiale, lussurioso, che procura guai, ma quello che appaga e non si paga, ciò premesso e poichè non è nelle mie intenzioni fare la guerra al sesso, qualche concessione all'essere della mia stessa specie ma con differente struttura anatomica e mentale, gliela voglio fare, dicendo che: "la donna è come le acciughe, tolta la testa, il resto, quando è fresco, è buono".

E, poi, vorrei anche aggiungere che le femmine sono sempre sensibili alla voce, alla preghiera di quel "missionario" balbuziente (affetto da spasmo intermittente dell'apparato fonatorio) ma pieno di virilità, che va predicando così: "…eee, vvvoi don…don…donne, diii…diiispen…dispensss…atrici di pia…piace…piacevoli mooo… mo…menti di lib…liberrr…libertà, di gene…genero…generose "vedute", aprite anccc…ancora di più le vostre cooo…cosc…coscienze e fate entrare il mio nervvv…nervooo…nervoruto sentimento". Preghiera, questa, quasi sempre accolta con un placido: "così sia, amen".

Da questa mia dura ma chiara requisitoria faccio salve, come sempre, le rare ma debite eccezioni.

Non me ne vogliano, quindi, le donne serie e degne di rispetto, che hanno una mentalità, un'indole incorruttibile di fronte al problema morale e che, come tali, non possono che condividere questa fosca rappresentazione su determinati atteggiamenti delle loro sessualmente consimili, ma dai comportamenti lontani anni luce dai principi dell'educazione, dell'onestà, del garbo, dall'assennatezza.

Posso garantire che non ho mai sofferto e non soffro di misoginia e che, anzi, se potessi, oltre che con l'unica donna con la quale, per legami matrimoniali, affettivi e sentimentali, condivido le mie giornate, sarei ben lieto e felice se potessi trascorrere idee, pensieri, sentimenti, lavoro e quant'altro di utile e dilettevole in mezzo a tante altre donne come dico io, donne naturali e verace. Donne senza grilli per la testa (L'espressione popolare <non avere grilli per la testa> vuol dire avere maturità ed equilibrio rifiutando eccentricità, fantasie, idee strane e bizzarre, desideri stravaganti o capricciosi).

Donna educata, donna apprezzata; donna screanzata, donna disprezzata!

Non ho nulla da ridire di quelle donne non necessariamente eccezionali fisicamente ma indispensabilmente sane di cervello, le quali, proprio perché rare, sono degne di stima, sono da desiderare e da tutelare. Di quelle donne la cui posizione concettuale rispetto ai problemi impellenti ed inalienabili della vita risulta corretta. Ed è proprio a questo tipo di essere umano, a questo genere di donna sana e virtuosa, alla quale, invece, va tutta la mia stima, che mi sento più vicino ed auguro che possa sopravvivere a quest'ondata di "forviatismo", fortemente sperando che non si faccia infettare, che non si lasci corrompere dalla razza malsana che oggi ovunque imperversa e che possa, essa si, all'unisono con l'uomo giusto e degno di questo nome, dettare e far rispettare le regole di una veramente civile convivenza in una società sana.

Non potrebbero essere i lati negativi della donna quì evidenziati a determinare quello che in diverse forme, con l'acquiescenza generale, anzi, con il consenso collettivo, è in corso da millenni e che alcuni definiscono sterminio del sesso femminile? Certamente si.

Perché si dice "auguri e figli maschi"? Per gli stessi motivi per cui viene praticato lo sterminio della femmina.

Non dico altro. Tanto non varrebbe a nulla aggiungere altri argomenti, magari più concreti e seri di quanto sopra evidenziato, considerato che ormai l'involuzione dei costumi risulta essere una prassi normale, accettata dalla maggioranza, direi quasi istituzionalizzata, per cui, prima di essere passato per pazzo, quì metto un punto e basta.

Spero soltanto che quanti ancora se ne intendono di galateo, di serietà, di vita e di costumi integri, non facciano fatica a comprendere il senso morale di questa mia provocante ma inequivocabile critica, indirizzata ad una particolare quanto negativa specie di femmina: quella senza intelligenza, senza educazione e senza pudore che bada principalmente o solo all'esteriorità ed alla lussuria; quella il cui stato mentale anormale è caratterizzato da velleitarie valutazioni di se stessa, da fuga dalle idee sane, da ostentata esibizione delle parti più intime del proprio corpo, da aumento dei desideri sessuali e aggressivi; quella che ha dato motivazioni al suo parziale sterminio; quella per cui la società del passato, ed alcune civiltà ancora oggi, le hanno negato o limitato quelle attività non proprio congeniali al suo ruolo, non in linea, non in simbiosi con le funzioni che la natura le ha assegnato.

                                                                             crigiochiaro

 

 

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Questa figura evidenzia una tra le tante posizioni scomode e sgangherate ( V rovesciata ) delle gambe di una femmina con minigonna, seduta su di un divano.

 

 

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Queste foto evidenziano le parte erotiche di femmine in cui il perizoma o tanga è incastrato dentro la fessura delle natiche, incollato all'ano ed alla vulva.  Dove sono le mutande?

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LE DONNE VIOLENTE ”Ci si domanda se è vero che sono sempre e solo le donne a subire violenza passando per vittime dell’uomo e della società, o se invece non si tratta, in molti casi, di un effetto “boomerang” dovuto alla violenza che la donna stessa provoca, e che si ritorce contro di lei. Sfidare con arroganza gli uomini a forza di ostentare il proprio corpo seminudo in tutti gli ambienti, scuola, ufficio, laboratorio, ecc. e urlando contro chi osa allungare una mano su tanta “merce appetibile”; sfidare gli uomini nei vizi ed in quelle discipline del sociale che per natura non sono confacenti, sia per costituzione fisica che per questioni morali, al sesso femminile, tutto questo non è forse fare violenza? Non è immorale?”

Donne che se non sono violente sono sicuramente puttane, che procurano guai, o sciocche in cerca di guai.

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Investire nel futuro

Per investire nel futuro, per una vita serena e degna di essere vissuta, per rafforzare, conservare e consegnare ai figli ed ai nipoti i valori positivi dell'uomo, per evitare che le generazioni future, sia individualmente che collettivamente, siano soggetti a crisi suscettibili di sviluppi gravi ed irreversibili, non solo dal punto di vista morale ma anche economico ed ambientale, bisogna ricucire il tessuto di una società sempre più frammentata, sempre più allo sbando, sempre più passiva nei confronti dei doveri educativi. Di una società, sotto l'influsso delle rappresentazioni e pressioni esteriori, sempre più incline, alle futilità, alle trasgressioni, agli scialacquamenti più irresponsabili e vergognosi.

Una società frastornata dal bailamme della pubblicità, drogata dalla tecnologia e dalla moda, ipnotizzata dalle divulgazioni masmediatiche non di rado corrompenti e da spettacoli spesso frivoli o indecorosi.

Se non si cambia tendenza l'umanità rischia una fatale sentenza: la strage collettiva.

Cosa si può fare per cambiare rotta? Semplice quanto salutare. Rinunciare a privilegi, egoismi, vizi e spreghi; lavorare tutti, di più e meglio; comportarsi con onestà e decoro. Cioè, non come persone che vivono in una certa epoca in cui i costumi morali sono in discesa libera, ma da persone veramente intelligenti e civili, educate in modo corretto,

Contrariamente, se non si riuscirà a riportare tutto alla normalità con il buon senso, vuol dire che, in un non tanto lontano avvenire, chi avrà la responsabilità del governo dei popoli (presupponendo che rimangano ancora uomini degni di questo compito), se vorrà ristabilire l'ordine, la pace, il benessere collettivo ed il rispetto tra esseri umani, non rimarrà che sfogliare il calendario all'incontrario e ritornare ai tempi del cappio e dei lavori forzati a vita.

Spero tanto che queste mie lugubri prospettive, nel tempo che non sarò più quì, possano essere smentite e che al posto dei lavori forzati vi siano lavori decenti per tutti, ma soprattutto maggiore impegno, sia nel lavoro che nella cultura, nell'educazione e nella morale singola e collettiva, per una evoluzione corretta del concetto di civiltà.

Questo, però, deve essere fatto da parte di tutti, nessuno escluso, emarginando o inducendo a miglior consiglio, con mezzi idonei ed efficaci, i cosiddetti figli della gallina bianca o di puttana, papaveri e paperoni, ed altro materiale umano di risulta, ad incominciare dai funzionari pubblici inefficienti o corrotti.

Per un utile investimento nel futuro è necessario, quindi, cambiare tendenza oggi, eliminando l'inutile, il superfluo, i mangiafranco, gli spreconi e con essi viziati e maleducati

                                                              crigiochiaro

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Uguaglianza

L’uguaglianza tra i popoli, per tanto tempo sbandierata dai sistemi politici di sinistra, è una teoria irrealizzabile, perché, ciò, nella natura stessa delle cose non esiste, non può esistere. Di questo, oggi, i vertici di quei partiti sostenitori di tale utopica idea se ne sono resi conto abiurando questa e altre tesi similari per sposare invece i comandamenti propri delle dottrine di destra. D’altronde, mi domando, certi soloni di sinistra che cosa volevano eguagliare: forse l’aspetto fisico delle persone? Quello intellettivo e di pensiero? Quello economico? Il principio di uguaglianza tra gli umani non è contemplato dalla legge della natura, è uno slogan politechese con fini speculativi.

Diversità vuol dire varietà, molteplicità, vitalità, nei quali si possono far rientrare i primi due interrogativi. Per cui reputo giusto che sia così, invece di vedere una società indistinguibile, senza interesse al perfezionamento.

Il terzo punto interrogativo è una conseguenza dei primi due. I fattori che lo determinano dipendono, in particolare, dall’intelligenza, dall’attitudine al miglioramento, dalla capacità e anche dalla fortuna che ogni individuo ha di poter innalzare autonomamente il proprio stato culturale, economico e sociale, al di sopra di un altro che non riesce ad emergere per sua inidoneità.

Per cui reputo normale, anche se qualche desiderio dovrà rimanermi inappagato, che sia così, invece di vedere un’umanità standardizzata, amorfa, senza emulazione per una evoluzione in positivo, senza interesse a competere per migliorarsi.

Le leggi dell'uomo, dal punto di vista del benessere economico della società, possono solo stabilire solidarietà ed equità tra le varie categorie di cittadini. Semmai, sarebbe da pretendere, dalla società organizzata, garanzia assoluta di eguaglianza di diritti e doveri di tutti i cittadini di fronte alle istituzioni, cosa che, in effetti, per mancanza di alcuni indispensabili presupposti come la correttezza e l’onestà degli uomini, non c’è, non vi è mai stata, non vi sarà, sotto nessun tipo di governo, nè comunista, nè fascista, nè democratico, laico, clericale, autoritario o liberale che sia.

Per cui l’uguaglianza tanto invocata nel recente passato dai partiti di sinistra, altro non era che una folle messa in scena.

A tal proposito, uno tra i più grandi scienziati di tutti i tempi, Albert Einstein disse: "Rendo omaggio a Lenin come colui che ha dedicato tutte le sue forze alla realizzazione della giustizia sociale, sacrificando a questo fine la propria individualità; non credo però che il suo metodo sia giusto".

                                                             crigiochiaro

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Date persecutorie

Siamo perseguitati dalle “date simbolo”, dalle ricorrenze, dalle scadenze, dal calendario e dall’orologio.

Feste laiche e religiose, compleanni, onomastici, matrimoni, divorzi, battesimi, cresime, prime comunioni, lauree, appuntamenti, visite, pagamenti, competizioni e impegni vari, tengono sotto tensione e fanno diventare nevrotiche le persone.

E' una malattia, un vizio, una passione? Sono dei doveri, oppure dei piaceri? Sono capricci, necessità o implicazione della vita sociale?

Società allo sbando

"Una società che in realtà ci affoga nella solitudine, vorace e impietosa, che impone ritmi, competitività ed ambizioni, in cui dominano accelerazioni, pressioni, bisogni impropri suscitati dai modelli mediatici, in cui serpeggiano il malessere, la fragilità, l'inquietudine, in cui siamo tutti bravi a muoverci nella complessità della tecnologia e analfabeti nell'amore, nel rispetto reciproco. Sconosciamo il galateo, non osserviamo le leggi, abbiamo perso il senso delle proporzioni, del progresso e della civiltà intesa nel suo esatto termine.

Una società in cui i genitori stanno abdicando al ruolo educativo e lasciano i figli a gestire da soli l'esistenza sotto l'influenza di altri adulti, sotto l'imperversare dei ritrovati dell'elettronica, di internet, dei media ".

                                                                 crigiochiaro

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Anima

"Nell’Orfismo si crede che l’anima, di origine divina, cada sulla terra imprigionata nel corpo a causa di una colpa originaria. Il suo fine ultimo è quello di ritornare alla patria celeste, suo luogo originario. I Pitagorici e Platone fanno dell’anima un elemento divino, che si eleva a cogliere l’armonia del mondo dopo essersi purificata dal corpo. In Aristotele l’anima è vista come la forma dei corpi viventi.
Nel
Cristianesimo l’anima è intesa come dono divino; mentre in epoca moderna indica il principio che da vita e coscienza, parte spirituale ed immortale dell’uomo.
Nei suoi postulati della ragion pratica,
Kant, ammette l’esistenza e l’immortalità dell’anima per poter far raggiungere all’uomo la santità, ovvero la perfezione".

Ma quali prove si hanno per sostenere tali tesi? Con quale esperienza, con quale fondamenta si può parlare di anima quando ciò non può essere dimostrato nè in pratica nè in teoria? Quale elementi reali, scientificamente ammissibili si possono avanzare per sostenere la fondatezza di una cosa così astratta? La fede e la credenza non indicano qualità percepibili dai sensi, non sono in rapporto con la verità immanente, essendo fondate su congetture che non attestano alcunchè di accettabile.

Anch'io penso che, forse, al di fuori di ciò che i nostri sensi percepiscono, di ciò che si vede, si tocca , si sa, si crea, nasce e si sviluppa, potrebbe esistere quello che ancora non si sa, ma per non restare nel vago, per stare nel concreto, per rimanere, come comunemente si dice, con i piedi per terra, mi affido a quello che so, che conosco, che mi è familiare.

Alle suggestioni di chi specula sulla sfera affettiva ed emozionale dell'umanità, alla convinzione di chi crede e di chi non crede, mi tengo le mie idee basate sul principio che non sono da prendere in seria considerazione quelle affermazioni che mancano della dimostrazione pratica della loro giustezza e fondatezza.

L'affetto, l'amore, i sogni, i desideri, tutti quei sentimenti intimi risposti dentro il nostro io, altro non sono che facoltà sensitive del soggetto pensante consapevole delle proprie attività logiche e psicologiche. Esse non sono un mistero, sono la vera anima che esiste fintanto che esiste la vita. Poi, per quel che fin'oggi è sicuro, vi è il buio perenne .

                                                                         crigiochiaro

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Il fallimento del comunismo e la crisi delle democrazie parlamentari.

Comunismo, in termini lessicali, vuol dire:

"Regime sociale caratterizzato dalla comunità di tutti i beni e dell'assenza della proprietà privata. Dottrina politica, economica e sociale che tende all'instaurazione di un simile regime.

In quanto regime, il comunismo, messa in comune di tutti i beni (mezzi di produzione e beni di consumo) è da distinguere dal collettivismo (messa in comune dei mezzi di produzione solamente), dal socialismo agrario (messa in comune delle terre) e dal socialismo di Stato (che reclama la proprietà collettiva unicamente quando l'interesse generale lo esige). E' da distinguere anche dal socialismo nato dalla dittatura del proletariato (URSS), poichè tale socialismo è, nella teoria marxisistica, solo una tappa transitoria destinata a preparare l'avvento del comunismo propriamente detto. Tuttavia, nella pratica, per comunismo in senso lato si intende appunto quello sovietico".

In teoria:

"In teoria, comunismo significa sistema politico, economico e sociale fondato sull'abolizione di ogni forma di proprietà privata e dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, mediante la collettivizzazione dei beni e dei mezzi di produzione e la distribuzione dei prodotti secondo i bisogni di ciascuno". "Come teoria sociale, il comunismo apparve già nel IV secolo a.C. presso i filosofi cinici Antistene e Diogene (che preconizzavano il ritorno integrale alla natura e la comunità di tutti i beni, ivi compresi le donne e i bambini), nonchè nella repubblica di Platone".

In pratica:

Dalle idee dei pionieri del socialismo umano, dai tempi dei padri fondatori della teoria dell'accomunamento ed usufruibilità, su base egualitaria o paritetica, dei beni di produzione e consumo, dalle corrente di pensiero del socialismo utopistico, a quelle del comunismo materialista, dal socialismo scientifico al materialismo dialettico, da Engels a Marx, da Lenin a Trotzhij, da Stalin a Mao Tse-tung; da quelli che volevano, secondo i propri principi, una <<società degli eguali>> e che andavano predicando i seguenti motti: <<a ciascuno secondo le sue capacità, a ogni capacità secondo le sue opere; <<a ciascuno secondo i suoi bisogni>>; <<da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni>>, fino alle idee delle susseguente generazione di sognatori del Marxsismo Leninismo, lungo il tragitto dell'ultimo secolo, l'originaria ideologia comunista, di annacquamenti, compromessi, deviazioni ne ha subiti tanti e tali da trasformarla da dottrina dei buoni propositi, degli umani sentimenti come quelli di dare un ridimensionamento, un limite all'estrema miseria ed all'eccessiva ricchezza, a partito dei fallimenti e dei pentimenti, a partito dei fannulloni e dei gerarchi.

Idee teoricamente belle, giuste, in parte condivisibili, quelle degli originari propugnatori di un sistema sociale in cui non vi siano ricchi e poveri alle opposte estremità, se non fosse che la storia del mondo che è il tribunale dell'umanità, ha sentenziato che questa via, per cause naturali che di ordine logico e pratico, di interessi materiali e morali, non è percorribile, come l'esperienza sta a dimostrare in tutti quegli Stati dove tale regime è stato o è ancora al potere.

Questa via non è praticabile non soltanto perchè motivi di ordine pratico quali sono quelli di competere per migliorarsi, di sviluppo dell'economia la quale diventa più fattibile e celere in una società basata sul libero mercato, di stimolo alla concorrenza possibile solo attraverso l'iniziativa privata, di complicanze quale l'abolizione della proprietà privata ed altre non secondarie riforme, ma soprattutto perchè qualcuno dovrebbe pur governare, amministrare, rispettare e far rispettare con obiettività, coscienza, onestà, un simile sistema e, oggi, non esistono più, sulla faccia della terra, persone che sappiano dare tale garanzie, e, se qualcuno c'è teme di immischiarsi in gozzoviglie politiche, di avventurarsi in un tunnel oscuro e senza via d'uscita, perchè sa che non vi sono nè le condizioni ambientali, nè uomini coraggiosi, fedeli ed onesti in numero sufficiente e decisi a seguirlo in una battaglia dura e lunga per il raggiungimento di un traguardo di vera civiltà.

Non potendo e non sapendo, la generazione dirigenziale comunista dell'ultimo secolo, valorizzare e mettere in pratica quelli che erano i veri ideali degli inventori di questa scienza, di questa materia politico-sociale tanto trattata, amata e bistrattata, ne hanno fatto del partito comunista qualcosa che assomigliava ad un edificio con tanti inquilini ed un unico dispotico padrone che ne dettava le regole di convivenza, ed in cui dovevano sottostare, nolenti o volenti, con più doveri che diritti, con trattamenti di tipo militare in tempi di guerra, forzatamente insieme, pazzi e saggi, poltroni e volenterosi, ottusi e uomini di talento, persone civili e gente screanzata, col rischio, nel caso di disubbidienza, di essere sfrattati senza possibilità di appello, senza la possibilità di un'abitazione alternativa. Senza la possibilità di poter uscire dal rango di massa per dar vita, attraverso capacità e meriti personali, ad un'attività libera ed indipendente. Insomma, una specie di ammasso obbligatorio in unico contenitore di ogni risorsa umana, dei valori individuali. Naturalmente non mancando di salvaguardare i privilegi dei soliti burocrati, funzionari di partito e leccaculi, i quali hanno avuto ed hanno, da sempre, in ogni Stato, in ogni ordinamento sociale, vita facile, trattamenti particolari.

Ecco perchè il comunismo è fallito. E' fallito perchè sono state disattese le aspettative della gente, dei lavoratori. E' fallito perchè ha cancellato la libertà, ha imposto regimi totalitari, ha perseguitato con la galera e la morte i suoi oppositori. E' fallito perchè in economia, dove ha governato e dove ancora continua a governare, invece che migliorare, ha peggiorato le condizioni della popolazione, della società nel suo insieme, specialmente nei confronti degli Stati a regime capitalista. Vedi Stati dell'Europa occidentale in cui le disponibilità economiche, la loro gestione, la legge di mercato vanno a briglia sciolta, senza correttivi, ed, invece, gli Stati dell'Europa orientale, Russia compresa, dove, fino a non molto tempo fa, governava il comunismo ed in cui non esistevano, o erano molto limitate, le anzidette libertà; vedi Corea del nord a regime comunista e Corea del sud a libera economia; vedi Cina, in cui il regime comunista di Mao e dei suoi successori si è trasformato, per necessità, per poter competere con il Giappone e altri Stati industrializzati dell'occidente, in una sorta di neo capitalismo, cioè, in un partito comunista di nome, capitalista di fatto. Un capitalismo, però, quello cinese, che, a differenza di quello progredito, produce merce copiata, falsificata, beni di consumo di nessun pregio o nocivi e dove la manod’opera viene selvaggiamente sfruttata.

Non quelli finora visti, conosciuti, ma un comunismo, un socialismo, oppure, il partito dell'Asso di Bastoni, idealmente e praticamente giusti, un partito, cioè, nè di sinistra, nè di centro, nè di destra, ma un soggetto universale, per tutti i ceti, per tutte le esigenze, dal volto umano, che predilige non la società degli uguali, ma una società con parità di diritti e di doveri, una società equilibrata, senza privilegi e faziosità, con alla guida uomini altrettanto giusti, inflessibili nel far rispettare con assoluta imparzialità questi principi, in grado di fare osservare, con scrupolo e fermezza, i valori di civile convivenza, non avrei alcuna esitazione a sottoscriverlo.

Purtroppo, mi tocca constatare con amarezza, con profonda inquietudine e con la consapevolezza di non poter far nulla se non solo fantasticare, che un sistema di governo dei popoli, di organizzazione della società senza che vi siano vergognose, intollerabili, inconcepibili ed inumane discrepanze tra ricchezza e povertà, non esiste in nessun presente sistema politico praticato dentro la sfera di questo pianeta.

La cosa che causa in me maggiore tristezza, che mi ossessiona, che mi fa tanta rabbia da farmi pensare che, se non fosse perchè il giudice è un uomo e quindi soggetto a sbagliare o corruttibile, la pena di morte per decapitazione, per certuni, sarebbe il male minore, anzi un bene necessario, è, assistere, oltre che alla inefficienza della pubblica amministrazione, alla corruzione, al mal costume totale in tutto e dappertutto, anche alla schifosa situazione, alla soperchieria di avere ceti, pezzi della società, di cui se ne potrebbe anche fare a meno, i quali, spudoratamente, guadagnano tanto da far diventare povera quella parte di società, di popolazione senza la quale non vi sarebbe sviluppo e benessere.

Infatti, è assurdo, è pazzesco dover accertare che chi lavora duro, chi sgobba dall'alba al tramonto e chi dal tramonto all'alba, chi fatica di più, chi rischia tutti i giorni la propria incolumità fisica e la vita; chi fa cose senza le quali le grandi imprese, i processi di produzione, scambio e consumo dei beni e dei servizi atti alla soddisfazione dei bisogni e dei desideri umani, direi la vita stessa, come, ad esempio, l'operatore ecologico, il minatore, il lavoratore della terra, l'operaio comune e quello specializzato, molti settori del pubblico impiego e di quello privato, debbono considerarsi, anzi sono, delle persone economicamente povere. Queste ed altre categorie di prestatori d'opera, di lavoratori subalterni od autonomi, compreso tutto il ceto medio e medio basso, sono delle persone povere se rapportiamo le loro paghe, i loro guadagni, le loro pensioni, con quelle di individui che, quando non fanno niente non fanno cose indispensabili, senza le quali si potrebbe vivere decorosamente lo stesso, anzi, più tranquilli. Individui sanguisuga come i grandi manager, gli alti dirigenti della pubblica amministrazione e di aziende private, dei governanti, senatori, deputati nazionali ed europei, dei calciatori, dei personaggi del mondo dello spettacolo, prostitute, magnaccia e via dicendo.

Prestatori d'opera e ceto medio il cui reddito viene continuamente inflazionato ed impoverito da chi ha redditi milionari o miliardari. Cedo medio e medio basso, lavoratori a redditi fisso, salariati, stipendiati, pensionati, piccoli commercianti ed artigiani i quali rappresentano la stragrande maggioranza della popolazione mondiale, è povera anche perchè, ubriacata dalla pubblicità degli affaristi, non sa mettere ordine alle proprie idee, eliminando spese superflue; senza capire che spesso fanno il passo più lungo della gamba, indebitandosi con le banche per cambiare spesso l'auto; per circolare anche a capriccio con la macchina di lusso ed il caro benzina; acquistando telefonini più costosi e sofisticati, telefonini che servono spesso per tenerli appiccicati per ore alle orecchie solo per "cuttigliare" (parlare di banalità); frequentando ristoranti e comprando abiti firmati; fare gli assidui clienti di tabaccherie, bar e sale da gioco, perchè non si accorgono che così facendo altro non fanno che arricchire di più chi è già ricco e che questo procedere li rende sempre più poveri. Non dico che le persone debbano fare gli sparagnini ma neppure gli spendaccioni.

E' vergognoso, è criminoso permettere che esista gente che introita tanto denaro al giorno quanti un buon operaio specializzato possa guadagnarne in più di un anno, e tali incassi avvengono non solo non facendo nulla che torni utile alla collettività ma anche frodando il fisco. Entrate di cassa, giornaliere o mensili che siano, in tanta abbondanza, da parte di tanti profittatori, i quali, poi, possono permettersi il lusso di accedere con facilità, inflazionando il mercato, ai beni di rifugio, a quei beni durevoli come fabbricati e terreni, investimenti nei paradisi fiscali, beni e investimenti che fanno accrescere sempre più il reddito degli strapagati, e la ricchezza derivante da lucro illecito.

Ripeto e dico, è delittuoso sapere e permettere che vi sia gente che vive di stenti e chi, sfacciatamente, in un'ora sola, scialacqua per i suoi capricci e le sue follie, quanto ne basterebbe ad una normale famiglie per vivere degnamente per alcuni anni.

E' tanto spropositato l'introito di denaro, sia che avvenga in palese che all'insegna del nero, e l'altrettanto immorale spreco, da parte di cotanti sfacciati, di individui ingordi, di lestofanti spesso agevolati e protetti da organi istituzionali, da fare accapponare la pelle anche ai morti, da fare inorridire ed incazzare, nel chiuso delle loro tombe, Lenin e Marx, i quali, se potessero, ne uscirebbero fuori con in mano uno la falce e l'altro il martello per fare pulizia di questa immonda gente.

Fantasticherò, ma un bel partito anticonformista come l'Asso di Bastoni, il quale mi è rimasto in gestazione nel mio libro intitolato "il mio orizzonte" nel capitolo "elezioni politiche del 13-5-2001", partito o movimento il quale ha per principio assoluto, da raggiungere con le buone o cattive maniere, "il necessario a tutti, il superfluo a nessuno", si rende quanto mai indispensabile in un'epoca così assurda come quella che stiamo attraversando.

Propongo organizzazione apolitica della società che abbia alla sua base, nella sua costituzione, la fine dello sfruttamento di chi con il suo lavoro, fatto di fatiche da schiavi, di sacrifici spesso disumani e compensi da elemosina, che produce benessere e da la possibiltà di fare la bella vita, tra agi, sfarzosità e lussuria, a chi non fa niente, fa poco o fa cose non indispensabili, quando non fa cose indecenti o dannose. Un'idea delle menti e dei mezzi che pongano fine all'odissea di quelle persone sfruttate e mal pagate, le quali, poi, per giunta, per ironia di chissà quale destino, debbono vedersi governati, umiliati, divorati dalle tremende, avide fauci di siffatti famelici animali. Il punto è, come riuscire a raggiungere tale traguardo. La chiave di volta è : eliminare, comunque, in primo luogo, vizi, sprechi e cattive abitudini.

Vorrei un ordinamento giuridico che metta fine allo sfruttamento dell'uomo corrotto sull'uomo onesto, un governo della cosa pubblica che non promette il diritto alla felicità, ma garantisca a tutti il diritto alla tranquillità economica e morale, il diritto ad una vera giustizia sociale.

Visto e considerato che il comunismo è fallito come antagonista del capitalismo, visto e constatato che anche le democrazie, da quelle meno evolute a quelle più evolute, non sono riuscite ad equilibrare l'enorme scompenso economico tra le varie categorie di cittadini, anzi hanno aumentato il divario tra chi è ricco e chi non lo è, a questo punto spunta naturale all'orizzonte della mia mente, l'idea che quì ci vuole qualcosa di nuovo, di molto diverso, per regolamentare la società, per dare ordine e prospettive migliori, più decenti, più umani, alla popolazione presente e futura.

Altro che il comunismo sovietico o cinese, altro che Stalin o Mao Tse-tung, altro che moratoria ed appelli per l'abolizione della pena di morte, quì ci vuole qualcosa e qualcuno che faccia sul serio anche al costo di tagliare qualche testa ammalata!

Che si chiami Asso di Bastoni o di Mazzi, Liberalsocialismo o Liberalcomunismo oppure Terremoto o Uragano, che sia un regime totalitario o parlamentare, non importa tanto nè il nome nè il sistema quanto piuttosto i fatti. Qualunque cosa che possa eliminare la libertà negativa per dar vita alla libertà positiva, che riesca ad evitarci i sinistri della sinistra, i buchi e la gravità del centro, il conservatorismo della destra; qualsiasi forma di società, di governo che possa liberarci dalle correnti e controcorrenti, da saziati e insaziabili, da gabbati e scontenti, da chi spreca, da chi spera e chi spara, da chi prega, dagli onorevoli disonorevoli, dai magisteri di palazzo, da dirigenti pubblici e magistrati da strapazzo.

I popoli del mondo ed in particolare quello italiano debbono imparare, anzitutto, che la dignità di essere uomini, di società, di nazione non si conquista con la vanagloria, con il libertinaggio, con la ricchezza economica accumulata in poche mani e spesso non utilizzata al fine di conseguire un utile d'impresa, cui possa trarne beneficio anche la collettività, ma impegnandosi, tenacemente lottando, perchè vi sia un benessere equamente distribuito.

Un popolo, una nazione non hanno dignità nè prestigio quando gli viene a mancare l'amor patrio, quando vengono rappresentati oltre che da persone faziose, avvelenati dalle loro meschinità tribali, anche da recchioni, lesbiche e pornostar. Quando si è governati da persone che si odiano anche all'interno dei loro partiti, che non riescono a stare insieme nemmeno quando hanno lo stesso simbolo e gli stessi scopi. Uomini, anzi, "ominchioli" gelosi, biliosi, vanitosi, piccini, indisciplinati, indecenti, che non si vergognano di farsi chiamare "onorevoli", i quali pensano solo ai propri interessi personali. Non si preoccupano che per la propria carrieruccia, la propria gloriuccia, la loro popolarità di periferia e da periferia.

Una società non ha possibilità nè speranza di miglioramenti economici e morali quando viene rappresentata e amministrata da persone che, nello “spartimento” della gestione del potere si fanno dispetti, si scornano, si contraddicono, si tradiscono e tradiscono, si accusano, si sbuttanano, al solo ed egoistico fine di prendersi il malloppo più consistente.

Non si ha dignità e prestigio quando si svendono agli stranieri le nostre migliore e prestigiose aziende; quando i nostri ricercatori, i nostri scienziati, le nostre migliore menti debbono andarsene in altri paesi per poter lavorare e portare avanti i loro progetti.

Questo accade in un paese diviso come il nostro dove è facile e possibile, volendo, anche ad un nonnulla come me, fondare partitini e partitucoli a proprio uso e consumo e c'è pure chi gli da il voto, e, se viene eletto, lo chiamano "onorevole".

Questo è possibile nel nostro paese, in questo paese geograficamente ed economicamente disomogeneo, in questo paese politicamente pasticcione ed inverecondo, dove nascono partiti come funghi, dove ne esistono decine e decine, che a loro volta si frantumano, si rifondano, si attaccano e ridistaccano come fossero fatti di velcro. Piccoli raggruppamenti politici da quattro soldi, a scopo di lucro, senza fini ideali se non solo quello di sistemare parenti e amici.

Queste anomalie sono cose normali ed accettate con indifferenza, in questo paese in cui sono sempre esistite leggi elettorali che permettono ad un partito dell'1% di dettare leggi, di imporre diktat a chi ha ricevuto anche il 50% di consensi elettorali. In un paese in cui vi è un surplus di deputati, senatori eletti e senatori a vita. Senatori a vita i quali, pur non avendo ricevuto alcun mandato popolare, possono essere determinanti per l'approvazione di leggi e della stabilità del governo. Ci mancavano i rappresentanti delle comunità Italiane all'estero. Ora ci sono anche loro a complicare di più le cose. Tutti strapagati, tutti che godono privilegi inconcepibili, tutti mantenuti dal popolo attraverso tasse vessatorie ed angherie fiscali da loro stessi imposte.

Un paese, il nostro, in cui le raccomandazioni sono legge, un passaggio obbligato se vuoi trovare lavoro, se vuoi un ottimo voto a scuola, un posto per essere ricoverato all'ospedale nel caso di malaugurato bisogno, se vuoi essere curato bene, se non vuoi aspettare il tuo turno telefonando al numero verde, se vuoi essere visitato subito e possibilmente senza impegnativa, se vuoi avere una pensione di invalidità pur essendo in pieno in vigore fisico, oppure una pensione d'altro genere senza averne diritto alcuno; se vuoi vincere una causa anche quando ai torto sfacciato. E tante altre cose . Se non fai questo, se non vuoi, per dignità personale, rivolgerti ad una tra le tante persone che fanno questi "favori", dei tanti sbrigafaccende (sindacati e patronati di assistenza compresi) esistenti in Italia, se non paghi il pizzo, hai voglia di affidarti alla polizia, all'avvocato, al giudice, sarai sempre e comunque deriso, fottuto e strafottuto.

Un paese, l'Italia, dove la laicità dello Stato è andata a farsi strabenedire dal Vaticano, dai vari pontefici di turno; dove la cultura è in discesa libera, con insegnanti e studenti tra i più scadenti d'Europa.

Un paese, il nostro, in cui la popolazione è tra le più spiate del mondo e, paradossalmente, anche costretta a pagarne gli esorbitanti costi, anch'essi tra i più dispendiosi del mondo, per le intercettazioni telefoniche, per micro e macro video camere, per dispositivi acustici e "pulci" varie, per servizi segreti, inchieste e procedure conseguenti. Tutto questo perchè abbiamo leggi inefficaci e giudici privi di attitudine al mestiere, non idonei a gestire la giustizia con professionalità ed imparzialità; perchè abbiamo una politica fatta di veleni che non bada alle cose serie ma si compiace di mettere alla berlina, con ogni mezzo, lecito o illecito, con mascalzonate la controparte.

Tutto questo perchè ogni cosa ha come ideale, come fine assoluto il business, pulito, sporco o macchiato di sangue che sia, purchè si spadroneggi.

Questo si verifica in un'Italia dove c'è tanta gente che vende la sua reputazione per un coito, per uno spinello, per una droga, per una schifosa sigaretta, per il ripugnante fumo di tabacco.

Non so dalle altre parti del mondo, ma con certezza so che ciò accade in Italia.

Vogliamo continuare con questo andazzo, con queste vergogne? No!

Allora ci vuole un dispositivo livellatore, politico o antipolitico, un'organizzazione, un movimento, non so, un'idea coraggiosa, forte, veramente innovativa che non lasci spazio ad interpretazioni, che traduca in pratica le seguenti prioritarie finalità: dare ad ognuno secondo meriti, capacità ed utilità effettiva del suo operato, del suo lavoro; fare in modo che ognuno faccia qualcosa di concreto e giovevole per se e la società e che nessuno campi con escamotagi o poltronite acuta o cronica; che nessuno faccia una vita vegetativa o piena di vizi; che nessuno mendichi; che nessuno si metta in ginocchio o con il viso a terra ed il culo per aria stando a pregare inutilmente per ore, invece di piantare e curare un albero o fare qualche altra cosa di giovevole, come il loro Dio vorrebbe.

Chi vuole cantare canti pure ma non ragli o abbai, non produca inquinamento acustico, ma faccia anche qualche altra cosa di più utili per guadagnarsi da vivere; chi vuole giocare al pallone si diverta pure, ma non pretenda di fare solo questo e con compensi stellari; chi vuole rompersi il collo gareggiando con moto e auto da corsa è libero di farlo, ma non si aspetti, solo per questo, gli astronomici miliardi alla Rossi (laurea ad honorum per le sue qualità di spericolato e spregiudicato evasore del fisco) o quelle alla Shumacher (che di Italiano conosce solo i quattrini che non sa più dove metterli). Chi vuole intraprendere la via della libera professione (medico, dentista, avvocato, ingegnere, consulente ecc. ecc.), dovrà accontentarsi di onorari dettati da una legge ad hoc, che dia loro, si, la possibilità di vivere dignitosamente ma non di arricchirsi evadendo anche il fisco.

Chi vuole fare lo spogliarello, mostrare il corpo seminudo o nudo, fare la danza del ventre e delle natiche, chi vuole prostituirsi lo faccia pure ma nei bordelli e sotto severo controllo e non in pubblico ed in televisione.

Chi vuole amministrare, governare la cosa pubblica si accomodi pure, logicamente con retribuzione adeguata anche per questa categoria, ma sappia che se sbaglia o imbroglia lo aspettano almeno i lavori forzati a vita.

Consensualmente e pacificamente, se è possibile, o con la forza della legge derivante da un alienabile dovere umano, ognuno deve essere economicamente soddisfatto, secondo sue prestazione, in modo adeguato e non "ad muzzum", a libito.

Agi, privilegi e sprechi non sono solo responsabilità morali, ma illeciti penali ai danni delle persone per bene e, quando parlo di persone per bene, intendo dire lavoratori, intendo parlare della gente seria, onesta e volenterosa, delle persone disagiate. Ogni eccesso, ogni sovrappiù del dovuto, del lecito è un'offesa alla povertà, è un delitto e come tale deve essere punito.

Ed, inoltre, perentoria eliminazione di tutti gli enti ed istituzioni inutili e della burocrazia.

In breve, trovare la chiave per aprire la porta che impedisce di mettere in pratica queste idee in modo che nessuno faccia cose distrattive, dilettevoli o necessarie che siano, per erigerli a professione a scopo di lucro e questa chiave è possibile trovarla se la maggioranza del popolo è d'accordo e saprà scegliere chi drovrà traghettarlo verso questa grande, giustissima, civilissima rivoluzione socio economica e morale.

Il fallimento del comunismo e la crisi delle democrazie parlamentari le quali, a loro volta, passano molto tempo a discutere, a litigare, ed, alla fine, per non perdere le loro comodo poltrone, per continuare a governare con la solita solfa, arrivano a molto ambigui, scandalosi compromessi per sopravvivere, elemosinando un contentino alla volta, un pò ad una ed un pò all'altra categoria sociale, lasciando insoluti i problemi di fondo, di grande interesse e rilevanza; tutto questo esige un tipo diverso, più avanzato, anche prendendo i più sani, idonei principi delle attuali contrapposte teorie politiche, perfezionando ed amalgamando il tutto in sola entità che sappia interpretare al meglio le esigenze collettive, che si prefigga, in tutti i modi, leciti per i ragionevoli, all'agrodolce per i meno ricalcitranti, amari per i duri di capa, di avvicinare e non di allontanare le distanze di ordine economico, dei diritti e dei doveri, di giustizia nel più ampio significato del termine, delle varie classi sociale. Unendo e non disunendo. Amando e non odiando.

Metto a lampeggiare insieme tre idee, quelle che si ispirano ai più umani sentimenti dei loro migliori precursori, da fondersi in una, per dare vita ad un nuovo progetto di società. Le idee di coloro che in tempi più difficili da attuare, con la loro determinazione nel praticare, con azioni coerenti, con propositi di uguaglianza sostanziale fra tutti gli individui, contribuirono a formare ed educare masse di diseredati, prive di ogni coscienza e di senso di appartenenza. Le idee di coloro i quali, per primi, intuirono che la libertà è tale se vi è un nesso stretto tra uguaglianza politica ed uguaglianza economica e sociale, e cioè: l'dea Liberale, la Radicale (non quella Pannelliana della libertà di drogarsi e fumare, ma, viceversa, quella di abolire, radicalmente, tali deprecabili, dannosi vizi) e l'idea Socialista. Idee che, depurate dal marcio del politicismo, eliminando da ognuna di dette correnti di pensiero ciò che non coincide, mantenendo quanto vi è di coesivo e di fattibile, compenetrandosi e completandosi reciprocamente, possano fare splendere di luce propria, stabile ed intensa un caldo Sole accanto All'asso di Bastoni quale simbolo di una nuova, determinata, definita, definitiva, univoca ed inequivocabile idea di indirizzo, guida e messa in atto di quegli strumenti atti alla risoluzione di un problema sociale tanto teorizzato e mai realizzato. Il sole perchè risvegli i sentimenti, riscaldi le volontà, dia coraggio e vigore a chi vuole realizzare questo progetto, il bastone per sistemare le teste ottuse e tetragone.

Nel 1952 il regime democratico ha decretato che l'apoliga del fascismo è reato. Perché non viene fatto lo stesso per chi continua non solo a fare apologia ma ad usare liberamente simboli, slogan e tutto ciò che fa riferimento al comunismo? Questa è libertà solo a senso unico.

Fallita l'idea comunista e socialista per inconciliabilità tra i vari presupposti che attengono alla governabiltà tra libertà, benessere, progresso, uguaglianza di diritti e di doveri, giustizia sociale nel rigore delle regole in maniera uguale per tutti, anche il sistema democratico, non potendo e non sapendo far di meglio, con le sue contraddizioni, sta decretando il suo fallimento come idea di governo ugualitario, valido per tutti i ceti sociali, soprattutto per la gente onesta.

Per cui quello che conta per una corretta, imparziale gestione della cosa pubblica non è tanto la formula quanto la sostanza. Quindi, che sia un regime parlamentare monarchico o repubblicano, che sia una dittatura non è questo che conta ma piuttosto il metodo, i fatti e le cose concrete che ogni forma di governo sa mettere in atto per meglio conciliare, senza privilegi e prevaricazioni le esigenze dei vari strati della popolazione. Il resto è tutta illusione e messinscena ad incominciare dalle elezioni.

E' difficile definire che cosa sono la libertà e la giustizia. Una libertà può essere giusta per alcuni a danno di altri. Lo stesso dicasi della giustizia che non riconosce il dovuto secondo equità ed imparzialità, ma attraverso regole del potere dominante.

In effetti è facile riempirsi la bocca di questi vocaboli, enfatizzarli per fini propagandistici, pro o contro una causa, una ideologia, quando, in pratica, essi sono solo un'attrazione subdola, uno specchio per le allodole. Magari saranno di beneficio per una categoria sociale a danno di quella sottostante.

Ed a proposito di democrazia e libertà ecco un argomento tratto dal sito: Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Le contraddizioni della democrazia.

Studi recenti di economisti e matematici mostrano come la democrazia non sia qualcosa di compiuto e ben definito, come si tende a credere nel senso comune. In effetti un approccio filosofico tende a considerare la democrazia un concetto intrinsecamente contestabile.

La prima critica che si fa alla democrazia è il paradosso insito in se stessa, ovvero se la maggioranza delle persone desiderasse un governo antidemocratico, la democrazia cesserebbe di esistere. Tuttavia se si opponesse cesserebbe di essere democrazia in quanto andrebbe contro alla volontà della maggioranza. Quindi in pratica la democrazia non può esistere, è solo una teoria utopica.

In secondo luogo si puntualizza un fattore semantico troppo spesso volutamente frainteso: le parole "democrazia" e "libertà" non sono sinonimi. Ogni sistema politico può essere democratico o non democratico. In ogni sistema politico può esserci libertà oppure non esserci. Ma queste due parole non necessariamente vanno di pari passo. In un sistema può esserci democrazia senza libertà, e può esserci libertà senza democrazia.

Il nobel Amartya Sen ha dimostrato che se valgono sia il principio di libertà di opinione che quello di unanimità allora un individuo può avere al più dei diritti. Ossia:

1. la libertà di opinione è meramente (=soltanto) fine a se stessa

2. la società può essere vincolata a tenere conto al massimo delle preferenze di un solo individuo e ad andare contro quelle degli altri.

Kenneth Arrow ha dimostrato che se valgono il principio di unanimità, di dipendenza dal voto e libertà di opinione allora esiste un dittatore. In altri termini, in una democrazia come correntemente intesa in occidente, le decisioni sociali riflettono sempre le preferenze di un solo individuo (e per estensione di una sola classe sociale: quella dominante).

Il discorso non vi garba? Arrivederci e tanti ringraziamenti lo stesso. Io, comunque, per precauzione (non si sa mai cosa riserva l'avvenire) e coerenza con il mio stile di vita, non cambio parere, non indietreggio di una virgola.

Ricchi, spreconi, mangiasoldi e fannulloni; pascià, nababbi, ingordi di denari, squinternati, apologetici della malora e novelli farisei della politica ricordatevi che: "se il popolo si desta, Dio (se è vero che esiste, altrimenti chi per lui) si mette alla sua testa, la sua folgore gli dà".

Extraterrestri! Se ci siete fatevi avanti e fate realizzare questo sogno, il sogno di libertà e giustizia senza enfasi, basati su di un effettivo, inderogabile e rigoroso ordine pratico, ai lavoratori del braccio e della mente, agli uomini saggi, alle persone oneste, a chi non vuole denigrate le proprie virtù, calpestata la propria dignità!

                                                                     crigiochiaro

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<22 P>

Salve le dovute eccezioni.

C’era una volta l’UOMO: integerrimo, probo, lavoratore infaticabile, coraggioso, forte .quanto leale, virile. In una sola parola: l’uomo da desiderare.

Oggi c’è l’OMICIATTOLO: perverso, crudele, corrotto, inetto, infingardo, ipocrita, ambiguo, gay, pederasta, mammone, cornuto contento. In una sola parola l’essere da detestare.

C’era anche la DONNA: virtuosa, amabile, illibata, fedele sposa e madre ideale, consapevole del compito inimitabile, insostituibile, naturale, grande quanto delicato che le spetta nell’ambito familiare e sociale. In una sola parola: donna da sogno.

Oggi c’è la FEMMINA: vanitosa, viziosa, frivola, fedifraga, lesbica, sguaiata, stravagante, senza pudore, tanto truccata quanto gasata, completamente fuori dal ruolo ideale e morale che madre natura le ha attribuito. In una sola parola: malafemmina

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Con lo scorrere della vita, i tempi cambiano, gli oggetti e i soggetti si modificano sempre di più: alcuni migliorano, altri peggiorano. Fin quì tutto bene. Il male, però, sta nel fatto, che, mentre quelli che migliorano diminuiscono, quelli che peggiorano aumentano.

                                                                  crigiochiaro

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<23 P>

Suonare l'allerta, per far tornare i sensi a chi li ha smarriti.

Gli uomini giusti, di sani principi morali e culturali, di buona volontà, che hanno coraggio civile, nelle cui vene scorre buon sangue (buon sangue non mente), si sveglino, si uniscano, si diano da fare per riprendere la guida della società e delle istituzioni. Facciano sentire la loro voce, facciano valere la forza della ragione, in primo luogo dando personali esempi di saggezza ed onestà, quindi promuovendo e sostenendo leggi idonee a scoraggiare, ed all'occorrenza rimuovere, tutte le porcherie, le cataste di lordure che stà producendo questa società, la malacreanza di tantissima gente.

Visto e considerato che, con i tempi che corrono, le buone maniere, i tentativi di persuasioni parolaie non sono più efficaci, non producono effetti se non in negativo; stimato che di teste calde e dure in circolazione ve ne sono molte ed il loro numero va sempre più crescendo, non aspettiamo ancora che scenda il buio completo sull'orizzonte della civile convivenza.

Diamo subito fiato alle trombe perché suonino l'allerta a tutta le gente che ha a cuore la sorte dei propri figli, dei propri cari, dell'umanità intera.

Suonare l'allerta per cambiare la musica stonata del permessivismo, perché essa venga sostituita da quella intonata del giusto, doveroso, civile rigore "muscolare".

Quando i buoni esempi, gli insegnamenti e le raccomandazioni a non camminare sul seminato, a seguire vie giuste e virtuose non bastano, quando si perde l'uso del procedere civile ed il lume della ragione, quando non si ha consapevolezza delle proprie azioni, vuol dire che non vi è di meglio, per normalizzare comportamenti singoli e collettivi, per far tornare i sensi a chi li ha smarriti, che usare la naturale e salutare legge delle costrizioni.

Il fisico Albert Einstein, considerato il più grande scienziato o uno tra i più grandi scienziati di tutti i tempi, disse: "Il mondo è un posto pericoloso da vivere, non per colpa di quelli che fanno del male, ma sì, per colpa di quelli che osservano e lasciano il male accadere".

                                                                        crigiochiaro

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<24 P>

Modo di dire e modo di fare

Il taoista, seguace della dottrina filosofica e religiosa cinese che si richiama al Lao-Tzù e al Tao-Teching, per affermare il suo distacco da ogni formalismo, da ogni impegno pratico, da ogni dovere sociale e civile, anche se sta vedendo cadergli addosso il mondo, senza alcun turbamento, va dicendo: " E con ciò?"

L'occidentale, credente o miscredente che sia, invece, meno compassato, più intraprendente, più libertino del suo consimile orientale, per affermare la sua supremazia in fatto di civiltà e doveri, pur vedendo che la spazzatura d'ogni genere lo sta affogando, con disinvoltura esclama : "Chissenefrega!"

Se, poi, qualche buon samaritano cerca di dargli una mano per aiutarlo ad uscire dalla melma, sempre lui, l'occidentale, per non smentire la sua collaudata e consolidata volgarità, con modi sprezzanti lo apostrofa così: "Ma vai a fare in culo!".

Altro che trattato e trattatello di Giovanni Della Casa dove si insegnano le norme per un comportamento da gentiluomo, quì, oggi, si varcano abbondantemente i confini di ogni possibile indecenza. Si gareggia per stabilire chi è più mascalzone.

                                                     crigiochiaro

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<25 P>

Maleducazione giovanile

Non possono ritenersi nè civili né normali ma vandali i giovani che imbrattano muri, facciate di edifici storici,  monumenti, vagoni ferroviari, mezzi pubblici e quant'altro gli capita sotto tiro, con slogan, con scritte farneticanti, con disegni di stravagante fantasia, inutili quanto controproducenti, procurando danni economici e nocumenti di vario genere; non possono considerarsi giudiziosi nè intelligenti, ma solo delle teste strambe, quei giovani studenti che sui muri della propria scuola (vedi Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri "Leonardo da Vinci" di Milazzo) scrissero questa frase: "Noi siamo la scuola e le leggi li facciamo noi".

Non sanno che loro sono solo un componente subalterno della scuola, perché la scuola è il corpo insegnante, la disciplina, le lezioni, lo studio, l'apprendimento a cui loro sono soggetti; non sanno che la scuola è una istituzione che persegue finalità educative attraverso un programma di studi e attività metodicamente ordinate che si ha l'obbligo di rispettare. La pretesa, poi, di fare anche loro le leggi, se non fosse una trovata ridicola, da sbarbatelli, verrebbe da far rizzare i capelli anche ad un calvo completo.

Come si vede, nei loro atteggiamenti, nelle loro azione vi è molto fumo e poco arrosto, proprio perché il loro sviluppo mentale non è sufficientemente maturo per fare quelle cose che richiedono anni ed anni di esperienza, di incontri e scontri con la realtà, non hanno abbastanza criterio per non dire e fare cose da irresponsabili.

Prevale in molti giovani un senso di anarchismo che non è solo desiderio di autonomia e libertà dalla politica e dal governo, non è soltanto il rifiuto di delegare la loro esistenza a degli organismi, a degli Stati, ma quello di poter fare ogni cosa a proprio piacimento senza pagarne alcuna pena, magari quello di rompere le scatole al prossimo che ama l'ordine, la disciplina, la pace sociale.

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<26 P>

Educazione dei figli e responsabilità dei genitori

Nei fanciulli e negli adolescenti le facoltà della mente di apprendere e fissare immagini, atteggiamenti, suoni e parole allo stato grezzo, sono molto alte, così come sono molto basse quelle facoltà mentali che danno la possibilità, attraverso l'esperienza, di condurre un ragionamento in modo che le idee siano connesse e coerenti, quindi di discernere ciò che è giusto da ciò che è errato, di giudicare, valutare, distinguere, riconoscere rettamente e correttamente ciò che vedono, sentono, percepiscono.

Ragion per cui, oggi, con la costante stimolazione al fittizio, al surreale, con la continua insinuazione di esempi spregiudicati, di inoculazione di sentimenti riprovevoli in primo luogo da parte dei genitori e poi dei media, della scuola, della società nel suo insieme, man mano che essi, fanciulli, ragazzi o giovani che siano, avanzano negli anni senza adeguati correttivi, nella loro mente si stabilizza la convinzione che tutto è facile, possibile, lecito, senza regole; nel loro cervello si matura il concetto di poter fare e disfare tutto a proprio piacimento senza doverne dare conto a nessuno; nel loro intelletto si andranno a fissare quegli elementi negativi (il virus dei vizi, come lo chiamo io) che, se non repressi in tempo, neppure l'età avanzata potrà più eliminare se non solo, forse, i mezzi coercitivi ma più sicuramente la morte.

In questa situazione, di fronte alla incosciente e crescente spavalderia ed ineducazione, alla condotta sregolata della nuova generazione di minorenni, quello che più preoccupa, che deve far profondamente riflettere è l'altrettanto pessimo comportamento di una gran parte degli attuali genitori i quali, con il loro permissivismo, con quella tendenza a tollerare o incoraggiare ciò che i loro figli fanno di palesemente controproducente, di negativo, per quell'errato atteggiamento conformista, per quel loro insensato adeguamento alle azioni stravaganti, irresponsabili delle persone di massa, ripeto, questa nuova classe di padri e di mamme, poco proliferi ma molto lassisti, attenti più alle digressioni, ai sollazzi che ad una corretta educazione dei propri figli, non ha capacità e titolo per un così importate compito, per una così delicata missione qual'è quella di allevare ed educare i figli.

Quello che fa paura, che non merita considerazione ma riprovazione e sdegno, è, vedere, in questi genitori, l'indifferenza, anzi, vorrei dire la vanità, l'aria prosopopeica di sapere, congolanti, che i propri figli sono dei bullisti, dei libertini, dei baby squillo o neofita del gangsterismo; di conoscere, senza alcuna inquietudine, che i propri figli sono in evidente, plateale contrasto con ogni

modello di virtù, che sono oltremodo lontani dalla vita vera, sana, e che, anche quando divergono dagli obblighi di convivenza civile, invece di dargli una efficace tiratina d'orecchi, se li coccolano, li esortano a continuare a fare i capricci e quanto vi è di peggio.

Per cui, con questa gente, non si potrà neanche sperare che qualcuno ascolti, ma neanche che ve ne sia uno che possa mettersi in evidenza ed incitare gli altri a seguirlo sulla buona strada, cantando questo inno: "Avanti popolo alla riscossa del perduto senno, prima che il declino culturale ed educativo diventi eterno".

Insomma, se la generazione del 68 non è riuscita a cambiare il mondo in meglio, ha raggiunto il fine di farlo in peggio.

Ben a ragione Alberti Leon Battista, uno dei più universali, brillanti ingegni dell'umanesimo disse: "Chi non sa con senno correggere non merita di essere nè maestro nè padre".

E, F. Alberoni, nel "Corriere della Sera",1-11-2004, tra l'altro, a ragion veduta, scrisse: "Non dite sempre si alle richieste dei figli (se li amate)".

                                                                crigiochiaro

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Ecologia (tratto dal libro "Il mio orizzonte" pag. 161)

E' probabile che vi sia inquinamento provato ed inquinamento delle prove dell'inquinamento, così com'è certo che vi è anche inquinamento ideologico dell'inquinamento. Tanto sicure sono queste certezze quanto evidente questa specie di scioglilingua che non tiene conto dell'ortografia.

Ora, io, non so se ad inquinare di più è la natura, l'uomo, oppure la teoria dei cosiddetti ecologisti.

No, perché non vorrei che questi cultori del verde definissero inquinamento anche quello che sto producendo in questo svolgimento.

Capisco, alla faccia dell'interpunzione e del rigore grammaticale, che, in mancanza di una guida intellettuale, sto riempendo queste pagine di frasi lunghe più del dovuto, di concetti inconsistenti e ripetuti .

Me ne rendo conto ma, trattandosi di una questione di forma più che di sostanza, che può fare, si, a pugni con la grammatica, con lo stile letterario, ma non con le questioni di fondo che intendo esprimere, per cui penso, con queste note di verità, di non arrecare danno a nessuno, né all'ambiente, né agli ambientalisti, né ai moralisti, né agli antimoralisti. D'altronde, in queste righe, dietro questo libro senza pretese di pubblicità, non vi sono interessi precostituiti, occulti, né secondi fini di nessun genere.. C'è solo il desiderio di dire pane al pane e vino al vino per iscritto in formato elettronico o, volendo, su carta.. C'è l'esigenza che il mio pensiero, la mia modesta esperienza non vengano cancellate dal tempo, perché io possa rileggere e ricordare le umane demenze, perché chiunque possa averne contezza, farne tutte le considerazioni che vuole, anche le più critiche.

Comunque nessuno riuscirà mai, neppure il più eminente cattedratico di questo mondo, a farmi togliere una virgola dalla pessima opinione che ho di questa società malata di protagonismo esasperato, piena di comportamenti scellerati. Di questa società che invece di progredire civilmente si evolve verso forme sempre più estreme di imbarbarimento, di inciviltà educativa, morale e che coinvolge non solo buona parte di popolazione ma le stesse istituzioni.

Non ci si può più fidare di nessuno; non vi è nulla che funzioni in modo normale; non si conoscono i doveri; l'onestà è stata sostituita dalla corruzione; non vi è giustizia che tenga; l'educazione è stata bandita dalle famiglie e dalla scuola; non vi è serietà e sostanza sia in chi governa, sia in chi sta all’opposizione; non vi è distinzione tra istituzioni statali e organizzazioni mafiose. L'una vale l'altra. Tanto sono correlate che se non esistesse l'una non esisterebbe l'altra.

Più degrado di così? Peggio di così dove lo vai a trovare.? Dove sono le prove? Eccole: se non dormite, se non siete ipnotizzati dalla quantità e varietà di prodotti di consumo di massa che vi vengono offerti, dai comportamenti indecenti di chi deve dare esempio di saggezza, guardate attentamente e spassionatamente, invece che nel monitor della televisione spazzatura, nel quadro delle vere, impellenti necessità della vita. Lo vedrete scuro, pieno di incognite, irrimediabilmente inquinato non solo ecologicamente ma anche moralmente e culturalmente. Se è questo che volete, accomodatevi pure. Io non ci sto!

La prima cosa che un vero ambientalista ribelle, come ogni cittadino che non ne può più, dovrebbe prefiggersi, se vuole veramente bene all'ambiente, è quella di combattere, senza indugi nè pietà, l'inquinamento della vita pubblica e privata. E' quì che si annidano i microbi di tutti i mali di questo pianeta. Il resto, quando non sono bazzecole, sono problemi facilmente risolvibili. Basta essere volenterosi, intelligenti,educati bene, ma soprattutto Onesti con la O maiuscola.

                                                                 crigiochiaro

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<28 P>

Se la terra ritornasse all'anno zero.

Non lo penso solo io ma sono molti personaggi del sapere a dirlo, che, su questo pianeta, nel caso di eventi catastrofici di natura cosmica o nucleare, guarda caso, per una sorta di giustizia della natura o

per ironia del destino, se ci sarà gente che avrà la sorte di scamparla, poi, a sopravvivere sarebbero solo quegli uomini che non conoscono gli agi, le comodità della società tecnologica, che per campare sono costretti a sforzare arti e cervello, che sanno autoprodurre, che sanno essere autosufficienti, che sanno orientarsi e calcolare il tempo attraverso il sole e le stelle, che sanno prevedere le condizioni atmosferiche scrutando l'orizzonte.

A sopravvivere sarebbero quelle popolazioni primitive dove la cosiddetta civiltà e la sua evoluzione in termini di creazione e sviluppo di mezzi che facilitano la vita non è riuscita a penetrare e fare breccia per cambiare usanze e ordine naturale.

Ad avere la meglio e quindi diventare punto di riferimento per la gente adusa alle comodità, ai piacere, alla bella vita, al consumismo e che avranno la sorte di uscire vivi da un evento di tal genere, sarà quella gente che abita le zone più impervie della terra o che ancora sa arrangiarsi a vivere come si viveva nel neolitico; saranno quei pochi individui che non fanno uso di auto, di treni e di aerei per spostarsi; che non necessitano, in caso di pericoli ed urgenze, dei numeri telefonici di emergenza, di pubblica utilità, verdi o di servizio, nè di ospedali e farmacie per curarsi; a sopravvivere con una certa facilità; sarebbe quella gente che non usufruisce dei benefici o artifici di stare comodamente seduti su di un vaso, magari firmato, per andare di corpo; che non necessita della carta arrotolata e morbida, del bidè e del detergente intimo per pulirsi l'ano, della vasca da bagno, della doccia o dell'idromassaggio per lavarsi, del fono per asciugarsi i capelli; che per coprirsi sa fare a meno di indumenti attillati e firmati, del perizoma, dell’ abbigliamento sex; che non conosce gli artifici con cui si nasconde, si maschera o si falsa la realtà per trarre gli altri in inganno, come il maquillage ed altri trucchi; che non sa cosa sia il computer, il telefono fisso o il cellulare; che non bisogna del cagnolino per portarselo a spasso e farlo cacare per le strade, marciapiedi ed aiole pubbliche; che non conosce l'impianto di riscaldamento ed il climatizzatore; che per sfamarsi non ha bisogno di supermercati, ristoranti o cucine a gas; che per abitare non ha necessità di una struttura in cemento armato, che non bisogna di energia elettrica per illuminare il buio, di piezoelettrici o fiammiferi per accendere il fuoco.

Tutto questo potrebbe sembrare uno scenario da fantascienza ma non impossibile.

                                                                        crigiochiaro

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<29° P>

Transitorietà della vita umana

Sono passati milioni di anni, chi dice 70, chi 490 e chi 560 dalla comparsa dell’uomo sulla terra. Insomma, chi ne capisce è bravo.

Comunque, milioni in più o in meno sempre di molti milioni di anni si parla e la vita dell’uomo è sempre stata un momento transitorio che ha avuto come epilogo la morte, la quale, essendo di carattere stabile e decisivo, ha sancito, in tutti questi milioni di anni, la definitiva scomparsa di chissà quanto miliardi di persone.

In tutti questi milioni di anni e tra tutti quei miliardi di esseri umani fin'oggi deceduti, nessuno di loro è mai rinato, in nessun tempo, in nessuna forma e sostanza. Così è sempre stato, così sarà per sempre. Il resto sono tutte fantasie o desideri di chi non vuole rassegnarsi a questa cruda realtà. All’infuori della vita terrena e della morte non vi sono al momento altre alternative che si conoscono

La vita e la morte altro non sono che il naturale, perenne fluire di tutte le cose, dal nulla all'essere e dall'essere al nulla.

Proveniamo dal principio e, dopo un periodo di essere, ritorniamo al principio? Oppure l'origine e la fine hanno spazio, itinerari e compiti diversi?

Veniamo dalla terra e, dopo un primo periodo di sviluppo e un secondo tempo di decadenza, in essa ritorniamo.

Quello che è certo che proveniamo dal nulla concepito sotto diversi aspetti e confluiamo nello stesso posto, cioè nel nulla comunque immaginato.

                                                                     crigiochiaro

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<30° P>

L’incomprensibile atteggiamento di Fini

L’atteggiamento di Fini, da quando, per merito di Berlusconi e, prima, in parte, anche di Crax, è stato sdoganato da rappresentante di un partito (ex M.S.I.) che, fino a quel momento, fu considerato un partito antidemocratico (nostalgico residuato del fascismo) e quindi lasciato fuori dai rapporti tra partiti del cosiddetto “arco costituzionale”, e, successivamente, sempre grazie a Berlusconi, entrò nel circuito dei partiti ammessi alla spartizione del potere governativo, inebriato da cotanta occasione, incominciò, un poco alla volta, a perdere la testa, faccia compresa.

Ma, finchè il suo decadimento mentale, la sua metamorfosi, il suo camaleontismo si fossero limitate solo al rinnegamento del suo passato ideologico, al cambio della denominazione del partito (quest’ultima è la terza versione o meglio inversione), oppure alla caricaturale apparizione con in testa il kippah durante una sua visita in Israele, beh, a voler essere generosi, tutto questo poteva essere tollerato, si poteva, al limite, usare un pò di indulgenza, supponendo che lo facesse in buona fede.

Oggi, però, alla luce, anzi nel buio delle sue nuove uscite di senno. non c’è indulgenza che possa essere concessa. Più che a buona fede, questa volta, non avendo egli denunziato fatti clamorosi che potessero giustificare le sue imprevedibili quanto inconcepibili decisioni di inveire contro Berlusconi e di “lavorare, cercando il pelo nell'uovo, per giunta in un momento di difficile crisi economica nazionale ed internazionale, per far cadere un governo eletto a stragrande maggioranza dal popolo italiano ed in cui egli stesso ne è un componenti importante (presidente della camera eletto con i voti del PdL e della Lega), a questo punto è ovvio, è naturale che si deve parlare di malafede, di vigliaccheria, di tradimento, di vendita ai partiti di opposizione e di svendita di ogni serietà, di ogni affidabilità sia sul piano politico che come uomo. E continua non solo a farsi chiamare onorevole ma a fare, inoltre, il Presidente della Camera dei deputati !

Anche se a tradire il popolo che nel 2008 ha votato per la coalizione politico elettorale di centrodestra capeggiata da Berlusconi, Fini sarà stato indotto da una variante del suo gene DRD4 (politico), non c'è scusante che può essere accettata.

Non si capisce, questo sdoganato, cosa vuole fare e dove vuole arrivare. Forse vuole fare un torto a Berlusconi per i suoi non sappiamo quali reconditi fini? Eh no, perché mentre a Berlusconi, di tutto questo, può fregargliene un ca…volo, il vero torto lo fa all’elettore, incominciando da me, che ho votato per questa maggioranza e per lui stesso.

Comunque, ormai è assodato che, politicamente parlando, almeno per quanto mi riguarda, Fini va scritto con la “e” finale e cioè: Fine. Fine della politica alta e nobile, fine di un’idea, fine di una illusione....

E, poi, se è vero che  Berlusconi ama le belle donne e gli piace fare sesso, non vedo che male c'è.

Ciò  dimostra che a governare l'Italia abbiamo ancora, per fortuna, un uomo vero e non un asessuato, un orecchione, un pederasta, un omosessuale e altra roba del genere o degenere. 

A Silvio, anche se so che  egli non ha bisogno delle mie esortazioni, non so esimermi dal  dire: vai avanti a fronte alta e, nei confronti di nemici ed avversità,  stai come torre ferma che non crolla giammai la cima per il soffiar dei venti.

                                                                        crigiochiaro

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<31° P>

Malefatte e malafede della comunità internazionale.

Ancora una volta la comunità internazionale, la lobby del potere politico, economico e finanziario che regge il mondo, con la più banale ed ipocrita delle scuse, con le più assurde motivazioni, con sfrontatezza degna del peggiore lanzichenecco, decide di intervenire militarmente negli affari interni di uno stato indipendente alle prese con problemi d’ordine e di guerriglia interna per la ribellione, contro chi governa, di una parte della sua popolazione.

Ora, dico io, se ogni popolo ha il governo che si merita, se ogni nazione libera da occupazioni ed interferenze esterne ha il diritto di gestire i propri interessi, le proprie usanze, la propria civiltà, la propria cultura, la propria politica come meglio crede, in maniera più consona alle proprie tradizioni e condizioni ambientali, che cavolo c’entrano gli altri stati ad andare a rompere le uova nel paniere dei loro affari interni, in questo caso della Libia, solo perché si stanno spezzando le corna tra loro.

Non sono sicuro al cento per cento ma quasi, che, in questa faccenda libica, cioè in questa sommossa anti Gheddafi, non ci sia anche lo zampino dei soliti servizi segreti degli stati volponi che, della Libia, hanno solo l’interesse del suo abbondante e pregiato petrolio e non certo quello di carattere umanitario. Però, questi onnipotenti reggitori e registi dell’ONU e della NATO, questi capoccia dalle idee oscure, privi di sentimenti alti e nobili, si agitano, si affannano per darci ad intendere a noi disperati, desiderosi solo di pace e di giustizia sociale, a noi poveracci, a noi che dobbiamo sopportare il peso dei loro errori materiali e morali che, per evitare gli ammazzamenti di civili provocati dal caos che da qualche mese a questa parte regna in alcune nazioni arabe delle coste africane e asiatiche del mediterraneo, hanno inventato una ennesima missione chiamata inizialmente “Odissea all’alba”, e, dopo disaccordi, accordi e discordie tra i vari stati invasori, gli hanno cambiato il nome con quello di Unified protector (Protezione unificata).

Si, odissea, “odissea unificata” per i libici che muoiono sotto il fuoco delle armi dei cecchini, degli insorti, di Gheddafi e ora anche dell’ONU. Odissea che si protrarrà dall’alba al tramonto e dal tramonto all’alba e non solo per quella parte di popolazione più debole, più povera della Libia e del mondo arabo, ma per tutta la popolazione mondiale sotto il dominio degli gnomi di Zurigo.

Ecco, questa è l’Onu, questi sono gli stati democratici: gli U.S.A. la Gran Bretagna, la Francia, la Germania, la Spagna, l’Italia, ecc.. Stati che a chiacchiere dicono che sono contro le guerre ma approfittano, quando non attizzano il fuoco o vi soffiano sopra per espanderlo e trovare, così, un appiglio per far tuonare i loro cannoni, per mettere in funzioni le loro micidiali armi di distruzione e di morte, per sottomettere i popoli più poveri, le nazioni militarmente più deboli, ai loro voleri, ai loro poteri.

Altro che stati democratici! Questi sono stati demoniocratici!

Dall’abbronzato americano Barack Hussein Obama, premio nobile per la pace 2009 (Quale pace? Quella eterna?), al napoleonello Nicolas Sarkozy, dal britannico David Cameron suddito di s.m. la regina Elisabetta II, all’impotente (militarmente parlando) presidente dell’Italiuccia dai mille partiti ed altrettanti spartizioni e contraddizioni, nonchè altri facsimili gestori del potere internazionale che per brevità e risparmio di tempo evito di citare, sono solo idealisticamente e diplomaticamente, dei mezzucci da dozzina che altro non sanno fare che farsi attrarre dalle multinazionali industriali, commerciali e bancarie e mandare in giro per il mondo i propri soldati per farli ammazzare senza riuscire ad ottenere risultati concreti dal punto di vista dell’ordine sociale, della pace e della dilagante povertà economica, intellettuale educativa e morale, Vedi Vietnam, vedi Balcani, vedi Iraq, vedi Afghanistan, vedi medio oriente e continente africano nel suo complesso.

Per parlare solo del nostro paese, oltre a quelle già passati alla storia, siamo ancora impegnati all’estero in non so quante missioni di vario genere con costi finanziari che si aggirano a decine di milioni di euro al giorno. Quali sono i vantaggi di queste missioni per la gente comune, per il popolo ? Nessuno. Vi sono solo interessi occulti o palesi ma che interessano la società degli affari e chi non ne è interessato ne paga le conseguenze negative in fatto di perdita di vite umane e di imposizioni fiscali.

Questi neo governanti dell’era tecnologica ed atomica, con le loro uscite di testa, altro non fanno che glorificare Gheddafi, Bin Laden, Mahmoud Ahmadinejad e altri capi islamici e farci rimpiangere Stalin e Mussolini.

Non sono neanche capaci di fermare il flusso migratorio di migliaia di clandestini mussulmani che, come penso, vengono reclutati oltre che dai soliti ed immancabili affaristi, anche da qualche regia occulta volta a destabilizzare la nostra civiltà, il nostro ordine sociale, per invadere impunemente il nostro paese e l’Europa, portandoci disperazione, fame e disordine . Flusso migratorio che solo all’Italia, per quel discutibile senso di accoglienza umanitaria(?), sta costando la non indifferente cifra di 10 miliardi di euro escludendo il costo che, per queste emergenze, deve affrontare il servizio sanitario nazionale. Servizio sanitario che, mentre lesina l’assistenza per noi che paghiamo regolarmente i dovuti tributi, non pone condizioni ed assiste normalmente gente sconosciuta, compresi avanzi di galera abusivamente approdati nel nostro territorio.

Se Roosevelt, Churchil, Napoleone, De Gaulle, Cavour, Mazzini e Garibaldi, potessero uscire dalle loro tombe chissà cosa direbbero o farebbero ai loro odierni preminenti (politicamente parlando) connazionali!

Il meno che gli direbbero: “andata a farvi friggere con grasso bollente nel deserto del sahara”!

Il meno che gli farebbero: dotarsi di robuste scarpe chiodate e prendere a pedate, nel fondo schiena, questi improvvisati ed improvvidi governanti, buoni solo per fare guerre ed affari segreti, per niente chiari, per niente nell’interesse della maggioranza dei sottostanti popoli.

                                                                            crigiochiaro

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<32 P>

- Il caso, lo spirito, la cosa -

Infrangendo la barriera del pregiudizio, di ogni forma di superstizione, io dico, che, se un essere soprannaturale c'è, questo certamente non è quel Dio dogmatico decretato dalle religioni ed imposto ai popoli della terra nelle più difformi rappresentazioni, fatto credere e venerare dai vari sistemi religiosi con prescrizioni e formalità tra le più disparate, le quali, quando non sono speculative nel più ampio significato del termine, sono stravaganti. Non è quel Dio fatto osservare con precetti e riti i quali vanno ascritti alla mente inventiva, fantasiosa di chi vuol campare di rendita. Non è quel Dio fatto venerare dal complesso delle narrazioni mitiche con norme e regole frutto della bizzarria dell'uomo astuto, con pratiche che sono in evidente contrasto con le scritture e scritture in condizioni di incoerenza con la prassi, con le leggi della natura, con la realtà vivente.

Sono, invece, più che convinto, perché è tanto elementarmente vero da poterlo comprendere anche il più ottuso tra le gente, che, quell'essere superiore di cui si suppone esserci l'esistenza è qualcosa di più semplice da capire, completamente diverso da concepire, da raffigurarsi alla mente umana, qualcosa a cui si possa credere attraverso il requisito della ragione e che abbia valore di praticità, di trascendente forse ma non al di fuori della natura, cioè anche immanente. Qualcosa non circoscritta all'idea di fede su ipotesi assurde ed irrealizzabili ma basata su concetti razionali e logici, che possa poggiare su idee e convinzioni annesse, connesse e coerenti.

Sarà un aspetto della realtà oggettiva o soggettiva, materiale o ideale, concreta o astratta che, comunque, non ha nulla a che vedere con tutte le congetture, sentenze, finimondi, peccati di vario genere (originale, capitale, mortale, venale), leggi divine, azioni sacre per attrarre favore, grazia o lancio di anatemi, litanie, eu…carestie (transustanziazioni), "ora pro nobis", trinità e trimurti, ecc. ecc. .

Sarà una realtà cosmica indeterminata ed indefinibile al di fuori o dentro la materia, non si sa, ma certo è, che, sotto qualsiasi aspetto tale interrogativo lo si voglia porre, comunque si voglia rappresentare il fenomeno iniziale della creazione, l'idea più chiara, ovvia ed inequivocabile risulta essere quella che, esso fenomeno spirituale, materiale o rappresentato da tutte due le cose insieme, oppure da qualcosa ancora di diverso ad oggi neanche ipotizzabile, non ha nulla da spartire con le funzioni ecclesiastiche e con tutto quanto descritto nei testi religiosi, i quali altro non sono che un grande escapismo.

Insomma, in mancanza di ogni sia pur minima prova, di un segnale convincente, intanto, io immagino questa Entità, a differenza di quella o quelle ipotizzate dalle religioni, una fonte illimitata di energia, di potenza creativa si ma insita nella universalità dell'esistente realistico, che non impone condizioni, che non si adira e non si indigna come, viceversa, si trova ripetutamente scritto nell'Antico Testamento (vedi "l'ira di Dio" che tanto spazio ha nella Bibbia), che non pretende nulla dall'umanità e pensa solo all'equilibrio dell'universo ed all'evoluzione della natura, assegnando sin dalla nascita ad ogni cosa prodotta, posta in essere, caratteristiche, funzioni, sviluppo e destino, nel bene e nel male, che nessuna terrena raccomandazione o preghiera potrà più far modificare.

Immagino una Entità migliore, più credibile, veramente al di sopra di tutti e di tutto, se volete anche misteriosa, che è al di là dei limiti di ogni conoscenza possibile, ma che non scende a compromessi con nessuno, né per virtù o intermediazione di alcun messia, spirito santo o indiavolato che sia, nè per intercessione di alcuna vergine o immacolata, né dietro suffragi sacerdotali o papali, il che sarebbe ridicolo solo pensarlo.

Le manifestazioni umane di carattere religioso come di qualunque altro genere non sono influenti, non hanno voce in capitolo perché l'itinerario predeterminato ed assegnato a tutte le cose del mondo, da quella straordinaria fonte di energia creatrice che sta dentro o fuori della materia, riposta nei segreti universali o multiversali della natura, ingenita nella immensità indefinibile del cosmo, possa essere cambiato nel corso della vita. Potrà farlo, forse, un giorno, l'uomo, se ciò è previsto nel registro della sua origine.

Dio, se è vero che esiste, non è quella cosa astratta venerata fino al fanatismo sviscerale, di quel fanatismo in cui, proprio per colpa delle false rappresentazioni del reale che danno gli ideologismi ecclesiastici, tanta gente credula, illusa dai predicatori dell'utopia, oppiata dalle promesse di un'altra vita dopo la morte, in nome di una ipotetica divinità arriva al punto di suicidarsi, di fare strage di persone innocente e, se potessero, questi "amatori" di un immaginario "essere supremo", non indugerebbero a provocare anche lo sterminio di quanti non condividono la loro fede.

Dico, quindi, a quanti sono attratti dalle lusinghe religiose, rassegnatevi a vivere da saggi nella concretezza e non fatevi illudere da promesse insostenibili. Non perdete tempo in preghiere, in salmi e salamelecchi vari, ma impiegatelo per costruire qualcosa di utile, di buono. Non lasciatevi trascinare nel mondo irreale di quanto scritto migliaia di anni fa nel corano o nella bibbia, i cui racconti, le parabole, presagi, rivelazioni ecc. altro non sono che il fervore del genio o destro creativo dell'uomo, perché la verità è un'altra, non è nascosta ma sta dentro una luce intensa, viva, in mezzo a noi e della quale, allo stato attuale, non abbiamo specifiche cognizioni. Libri, questi, cosiddetti sacri (sacri proprio perché prefigurano sacrifici da parte della gente) i quali costituiscono soltanto il fondamento ideologico di gruppi, di movimenti costituitesi con funzioni di autorità religiose per stabilire, attraverso il catechistico lavaggio del cervello, un dominio materiale sui popoli; libri, quindi, presi come base per sviluppare i vari teoremi teologici i cui comandamenti e previsioni non hanno ricevuto, non dico da quando è nato il mondo ma da quando esiste questo tipo di essere umano, validi riscontri e prove credibili, se non solo smentite, proprio perché, le teorie e le conseguenti burocratiche quando non strumentali procedure dei governi religiosi si trovano in eterno contrasto con la verità sperimentale, con le regole naturali e, qualora esistessero, con gli stessi principi di finalità divine.

La scienza ha trovato molte cose in contraddittorio con quelli che sono i vangeli e la genesi .
Quando questi libri sono stati scritti, gli autori non hanno considerato che molte cose sarebbero state diverse dal come si voleva far credere, tanto che i primi uomini che riuscivano a trovare soluzioni reali alle favole scritte, venivano condannati per eresie.

Comunque, non c'è bisogno di scienziati, filosofi, teologi, esegeti, maghi e neppure di chissà quale provvidenziale illuminazione dell'intelletto, per accorgersi e capire che:

1) tutto intorno a noi è materia, è sostanza di varia specie e struttura ( liquida, aeriforme, organica; inorganica, molle, solida, vegetale, minerale, acquea, ecc); è energia, è forza debole e forte, è elettricità, magnetismo, radioattività ed altri fenomeni fisici e chimici;

2) noi stessi altro non siamo che materia, sostanza organica nella quale si sono sviluppate alcune facoltà come la vista, l'udito, l'olfatto, il gusto, il tatto, nonché l'intelletto;

3) detti sensi, mentre ci danno la possibilità di verificare, provare e confermare, distinguere praticamente la realtà materiale dell'esistenza, allo stesso modo ci consentono, dando fondo alla perspicacia, alla fantasia del nostro cervello, di inventare e produrre cose reali, ma, anche, di far apparire vero l'inesistente, di escogitare miti, immagini illusorie, di infondere speranze, di creare cose inverosimili, di provocare stimoli, impressioni, tanto in entrata che in uscita dai centri funzionali del nostro organismo;

4) l'ipotesi (la quale è sempre una proposizione di origine organica) che al di fuori della materia e delle sue emanazioni possa esistere qualcosa di astratto non a portata della nostra conoscenza, non percepibile dai nostri sensi e quindi impossibile da verificare, scaturisce sempre dalla facoltà soggettiva di immaginazione di cui è capace la materia cerebrale umana.

Materia cerebrale la quale si ingegna, poi, di dare anche forma, sembianze, caratteristiche, funzioni, ai suoi teoremi, alla cosa eventuale che a quella surreale, ponendo, a modo proprio, ciò che è l'ignoto immaginario sul piano della pratica, materializzando l'idea, dando corpo virtuale al contenuto mentale;

5) attraverso il meccanismo della suggestione, delle emozioni, della dinamica del sistema psichico legato all'attenzione ed alla volontà (altre facoltà, queste, di cui dispone una particolare materia attiva facente parte dell'esistente verificabile) talvolta si possono attivare dei processi tali da modificare anche lo stato delle cellule dell'organismo umano, tanto in senso evolutivo che involutivo, determinando fenomeni eccezionali quali l'incantesimo, l'estasi, il prodigio. Fenomeni innaturali, questi, stando più che alla teoria al modo di pensare da parte di chi crede nell'astratto ma soprattutto di chi ha interesse a prospettarli così. Fenomeni, invece, naturalissimi secondo la mia ignoranza e anche di chi non si crea illusioni e vive di praticità, perché non c'è bisogno di alchimie per stabilire che su quanto viene teorizzato e predicato dalle religioni, più che mistero c'è molta falsificazione.

Tutto questo non è altro che il frutto di un progetto incognito, di cui ancora nessuna sulla terra ha avuto la licenza di costruire castelli in aria.

Forse esisterà un "Etere", qualcosa di differente fin'ora sconosciuta, una condizione che oltrepassa il concetto di materia, di energia, di spiritualità, qualcosa che alcuni scienziati chiamano "Campo Punto Zero". Qualcosa che fin'oggi non siamo riusciti a capire, ad intercettare, ma che comunque non ha niente a che fare con le supposizioni religiose.

Per le sopra esposte considerazione e per quelle non evidenziate perché sono più facili da capire che da spiegare, bisogna convenire, a questo punto, per conciliare esigenza di fede, necessità reale di verità e indispensabilità del sussistente, che all'origine di tutto o vi fù, volendo escludere, se non in tutto in parte, la presunzione di una non creazione o nascita, un "caso", spirituale o d'altro genere non si sa, divenuto "cosa", cioè materia vivente, dentro la quale, e non al di fuori di essa, questo "caso" sconosciuto coesiste in perfetta simbiosi; oppure il "caso" divenuto spirito o lo spirito diventato "caso", in ogni caso, l'uno o l'altro evento unificati, in coppia o separati, non possono essere alieni dalla "cosa" che hanno creato, tranne che non sia stata la "cosa", invece, a determinare anche il mondo irreale, inattuabile, come pratica quotidiana testimonia, insegna.

E' più facile, anzi evidente, che una cosa concreta (es. il cervello) ne crei una astratta, senza rapporto con la realtà (es. l'ipotesi; l'assunto delle divinità; inferni, paradisi e purgatori dell'aldilà), piuttosto che da una inesistenza, da un articolo religioso (es. dalla preghiera), possa venir fuori qualcosa di concreto, di materiale, (es. : pane, medicine, macchine, energia elettrica ed atomica, memorie artificiali, antimateria ecc.)

Motivo per cui è oltremodo, non dico disonesto, ma, riprovevole lusingare, circuire la povera gente con scritti, discorsi, teorie e cose (vedi le 330 profezie) che da tre milioni di anni circa, da quando l'uomo si è sviluppato sul pianeta terra, né nell'età avanti Cristo né dopo, nessuno, dico nessuno e ne sono convintissimo, dai più illustri ai meno conosciuti personaggi di tutte le epoche, da Abramo a Mosè, da Gesù a Maometto, da Budda a Lao Tzù, da S. Giovanni a S.Paolo, tutta l'infinita schiera di santi, e, per uscire dal mitico, da Epicuro a Dante, da Giotto a Raffaello, da Mozart a Bellini, da Galileo ad Einstein, da Darwin a Fermi, da Cesare a Napoleone, ecc., ecc., fino all'ultimo mendicante di questo mondo, ripeto, nessuno ha mai visto o vissuto di persona, nessuno ha mai potuto verificare.

Le sole possibilità che rimangono sono le allucinazioni, fantasie e visioni incontrollabili, può darsi soggettivamente reali, mistificate però come oggettivamente vere, per fede, dai grandi fondatori di deliri universali.

Insomma, tanta artificiosità e contraddizioni sono alle fondamenta del complesso dei dogmi e dei principi delle fedi religiose.

Sui misteri cosmologici bisogna andare cauti e non avanzare assurde pretese di possesso, di conoscenza della verità su ipotesi di esistenza del soprannaturale da parte di chicchessia, specialmente se queste congetture vengono proposte come obbligatorie così come è previsto in molti passi delle sacre scritture i cui assurdi contenuti sono un'offesa alla intelligenza dell'uomo, una lettura negativa dello stesso ignoto ideatore e realizzatore dell'universo il quale, ognuno di noi, può interpretare e chiamare come meglio crede, senza, per questo, andare incontro a castighi e roba del genere.

La sfera affettiva, emozionale, i sentimenti, la consapevolezza della propria esistenza e delle proprie azioni, peculiarità queste proprie della materia della quale è formato il genere umano, lasciamoli stare in pace e non mischiamoli in credenze e miscredenze, con la fobia del divino o dell'ateismo.

La vita che la natura ci ha donato e la via da percorrere che il destino ci ha tracciato, non hanno vincoli di carattere sconosciuto da rispettare, se non solo quelli delle realtà in cui ci troviamo, con i quali ci dobbiamo necessariamente confrontare per migliorarci, tenacemente lottare per soccombere il più tardi possibile.

La vita bisogna viverla di realtà e non di sogni.

Meglio una cosa vista che cento raccontate.

Meglio uno a fare che un milione a pregare.

Naturalmente la materia in questione è molto vasta, delicata, astrusa per poter essere liquidata in così poche righe, ma, a chi non ha complessi di alcun genere, a chi è un libero pensatore ritengo che basti, anche se i concetti sono esposti in maniera rudimentale, solo questo piccolo sunto per cogliere il senso del mio dire, per capire che, in mancanza di prove inconfutabili pro o contro le varie teorie sulla creazione, sempre presupponendo che, comunque causato, vi sia stato un inizio, "credere" o "non credere", devoti, agnostici e atei, vanno messe su di un piano di parità, mentre le religioni, dopo le evoluzioni avvenute in questi ultimi secoli in tutti i campi dello scibile, dovrebbero essere, non dico abolite ma comunque riviste, reinventate, fatte di propositi nuovi in modo che le idee e la pratica siano connesse e coerenti con la vera verità, con la realtà, intanto e principalmente, della vita terrena, cioè di quella vita che ci riguarda più da vicino.

Mentre il mondo cammina, avanza verso forme sempre più progredite, anche se, in questo frenetico sviluppo non mancano le note stonate, le religioni sono rimaste quelle di sempre con tutti i loro difetti compreso l'atavico odio tra di esse, quelle che più di ogni altra causa, come storia d'ogni epoca e recenti fatti di cronache quotidiane testimoniano, sono all'origine di discordie e lotte sanguinarie tra i popoli, in special modo di quei popoli maggiormente ubriacati dalle fantasticherie messe in circolazione dalle migliaia di opposti credi. Credi in contrasto tra loro e sovente in collusione con la politica e gli affari, alla faccia dei fedeli e in dispetto alle stesse leggi del loro spirito di…vino.

Dice un proverbio: "A buon intenditore poche parole".

                                                                                          crigiochiaro

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<33 p>

L'universo, l'uomo, il mistero

"Dallo spazio incommensurabile e dalle distanze abissali del firmamento infiniti mondi ci guardano, ci osservano e, forse, ci guidano, ma noi non ne siamo consapevoli. È un universo che si estende all'infinito nello spazio a noi esterno, anch'esso gerarchicamente ordinato, anch'esso popolato da esseri a noi invisibili ma altrettanto reali, i quali operano a nostra insaputa nel rispetto della legge dell'evoluzione che dalla materia, come vuole Aristotele, conduce alla forma e dalla forma alla essenza delle cose, alle idee (Platone) . Atomi, molecole, cellule da una parte; pianeti, sistemi planetari, galassie dall'altra."

In questa realtà energetica e vibrante, nell'etere cosmico, in quest'ordine universale, in mezzo al tempo e allo spazio c'è l'uomo. Ci siamo anche noi che dallo stato originario, da quel seme iniziale che non conosciamo, da quel quid che ci ha dato l'esistenza temporale, fatta di vita e di morte, e che, attraverso un meccanismo chiamato evoluzione, di generazione in generazione, ci ha portati all'attuale stato fisico ed intellettivo. In mezzo a questa strabiliante natura ci siamo noi che, arrivati fin qui, non ci è dato sapere e neanche immaginare, quanto durerà questa nostra evoluzione biologica e che tipo di percorso avrà nel tempo futuro. Non sappiamo se, con la nostra morte, uscendo dal tempo rimaniamo nello spazio, oppure, rimanendo nel tempo usciamo dallo spazio.

Forse, un giorno, questa cosa impercettibile, indefinita, nella quale si verifica l'inarrestabile fluire degli eventi, dei fenomeni e delle esistenze, in una successione illimitata di istanti, di inizio e di fine, chiamata tempo, ci darà o darà alle generazioni di uomini futuri la possibilità di conoscere ogni segreto della vita? Oppure, forse, mai?

Certo non è bello, non è confortevole restare con questi interrogativi, non avere alcuna certezza del perché e come siamo arrivati su questa terra, perché ci siamo e dove andremo.

Di una sola cosa siamo sicuri, purtroppo per niente gradevole: siamo nati per vivere, ricchi e poveri, onesti e disonesti, belli e brutti, tutti con lo spettro della morte che prima o poi ci aspetta al varco.

E poi, ci sarà un altro tempo? Ci sarà una evoluzione diversa, una super evoluzione che ci farà superare spazio, tempo e raggiungere un nuovo stato di essere nell'infinito ed eterno?

Fino a questo momento non abbiamo alcuna conoscenza, nessuna prova.

Intanto, fino a quando non si saprà di più, fino a quando non ci saranno altre alternative sostanziali, concrete alle attuali conoscenze scientifiche, mi sentirei di dare un consiglio a tutti i miei simili: godiamoci in armonia, in pace, con amore, saggezza e dignità questo breve spazio-tempo di vita, assegnato a ciascuno di noi, sin dal concepimento, da un ipotetica sorte .

                                                                           crigiochiaro

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<34 P>

Per non dimenticare

Per non dimenticare e prenderne esempio, per insegnare alle nuove generazioni la strada maestra da seguire senza sbandare tra eccessi ed abusi, prima che l’educazione familiare, scolastica e sociale perisca o diventi solo menefreghismo, lassismo, permissivismo e quindi bullismo individuale e di gruppo, licenza a delinquere, oppure veicolo di pretese illegittime foriere anche della formulazioni di leggi che non concordano con il principio di vera legalità e giustizia; prima che l'entropia culturale e l’evoluzionismo deviato se li portino totalmente via, è nostro obbligo conservare con cura i ricordi ed imitare le gesta di quelli che fecero l'Italia nel Risorgimento.

Se non altro per capire cosa significa essere uomini forti, coraggiosi, laboriosi, consapevoli della propria esistenza e della proprie azioni, è nostro dovere civico e morale ricordare e prendere a modello da imitare i sacrifici, le privazioni, le rinunce cui sono andati incontro i nostri nonni e i nostri padri, i nostri simili e non solo quelli che sono passati alla storia ma anche e soprattutto di coloro i quali, senza grilli per la testa, senza pretese di riconoscimenti, ubbidendo in silenzio, nella grande guerra, nel ventennio fascista, nell'ultima guerra, sono stati gli alfieri, i pionieri che ci hanno indicato l’itinerario da percorrere per un ordinato progresso, per il raggiungimento di mete nobili ed alte, che ci hanno dato la possibilità di poter, oggi, competere e vivere in un mondo per certi versi più agevole.

Occorre fare ciò prima che sia troppo tardi, prima che la società vada a briglie completamente sciolte, prima che la libertà diventi libertinaggio totale, prima che l’esagerato consumismo ci avvolga, ci immerga irrimediabilmente nell’immondezzaio della sempre più crescente e maleodorante spazzatura solida, umida e mentale; prima che la pazzia umana prevalga irreparabilmente sulla saggezza.

La tecnologia, le comodità, il benessere economico ( se così si può chiamare quando il 50% circa della popolazione mondiale si trova a sopravvivere tra povertà estrema, povertà e semipovertà), il lusso, i vizi e le distrazioni portati all’eccesso altro non sono che un grande e pericoloso escapismo.

Chi ha mente sana, chi non ha smarrito il senso delle proporzioni, chi non ha ancora perso le cognizioni delle proprie responsabilità morali e civili, rifletta e agisca di conseguenza.

Io, per quanto mi concerne, mi adopero, come sempre, per fare la mia modesta parte.

                                                                             crigiochiaro

 

<35 P>

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Il grattamento del portafoglio

I nostri governanti, non solo quelli di oggi, ma di ogni epoca, dai tempi della monarchia a quelli repubblicani, tra balordaggine, incongruenze, beatitudine e tante assurdamente legittime ladronerie…pardon, volevo dire, legittimamente impopolari provvedimenti impositivi e punitivi, oltre al tributo di lacrime, di sangue, di vite umane (vedi guerre e missioni militari all’estero),hanno preteso e continuano a pretendere tributi pecuniari sui quali nulla vi sarebbe da obiettare se fossero equi ed i servizi per i quali si pagano utili, giusti, funzionali ed usufruibili e non per finanziare gli eccessi della casta politica e gli sprechi della pubblica amministrazione. Ma, purtroppo, non è così. Per restare nei nostri tempi, prendiamo ad esempio la TARSU con la quale ci puliscono il portafoglio ma non l’ambiente, le vie, gli spazi pubblici dall’immondizia. TARSU, (meglio sarebbe chiamarla TA.SO.MA. : Tassa sovvenzione mafia), che i volponi ai vertici della cosa pubblica hanno escogitato quando hanno visto che la macchina del consumismo spropositato, sfrenato, da loro stessi incoraggiato, oltre agli incassi dell’iva ed altri aggravi fiscali, era un buon pretesto per tassare, in modo iniquo e balordo, i rifiuti che gli eccessi dei consumi rendono sempre più ingombranti, sempre più soffocanti non solo per il portafoglio ma anche per la salute.

Quindi, sui rifiuti, dopo aver già pagato l’ici all’atto dell’acquisto di qualsiasi prodotto sia esso mobile, immobile, alimentare, farmaceutico ecc., ci tocca pagare ancora per la roba di scarto di detti prodotti, ma non per quella tangibile ma per i metri quadrati dell’area o cespite di proprietà (di proprietà per modo di dire).

Di fatto, la commisurazione della tassa non è legata all’effettiva produzione di rifiuti, ma alla superficie calpestabile dell’immobile.

Ad esempio, un cespite di 50 mq utili abitato da 100 persone ricche e spendaccione paga la metà di un cespite di 100 mq abitato da una sola persona povera, oppure non abitato affatto.

Non potendoci tassare l’aria che respiriamo (per questo la inquinano), ci tassano la salute facendoci pagare l’iva al 10% e 20% (fino ad oggi) anche sui farmaci e dispositivi medici per la cura di eventuali patologie (si tratta di uno dei valori più elevati registrati nell’Unione Europea ); non volendoci dare ad intendere che degli immobili siamo soltanto affittuari (padroni solo di pagare le tasse) e facendo finta di non pretendere il canone, non hanno trovato di meglio che farci pagare la spazzatura, indicando come base imponibile la superficie degli edifici anche di quelli non abitati o adibiti per fini che nulla hanno da vedere con rifiuti e similari, essendo esonerati solo gli edifici e le aree che si trovano in “obiettive condizioni di inutilizzabilità”.

Poi, a parte tarsu, ici, iva , irpef e altre non so quante imposte tra quelle di registro, catastali, di bollo e vari altri espedienti spilladenari, ci mancavano anche le accise sui carburanti, carburanti che in Italia rimangono tra i più cari d’Europa ed in Sicilia, dove si raffina petrolio per mezza Italia; dove vi sono cinque industrie (quasi un terzo di tutte le raffinerie esistenti in Italia) per la raffinazione degli escrementi del pianeta terra e cioè: la Erg Med Isab nord, Priolo (SR) - la Erg Med Isab sud, Priolo (SR) – la Esso Augusta (SR) - la raffineria Eni di Gela (CL) – la RM, raffineria Eni- K.P.I., Milazzo (ME); ripeto, quì, in Sicilia, dove vi sono le suddette industrie petrolchimiche e dove, nel ragusano, vi sono, anche se piccole ma meglio che niente, estrazioni di greggio, i carburanti costano mediamente tre/quattro centesimi in più delle altre regioni e questo a causa dell’addizionale di cui la Regione Siciliana, unica regione italiana con la Campania, con incredibile dabbenaggine, con grande senso di…irresponsabilità, ad onta dell’inquinamento ambientale causato da detta raffinazione, ha inopinatamente deciso l’ applicazione di tale tassa indiretta. Solo politici improvvisati, senza ideali e senza scrupoli potevano mettere in atto un provvedimento così ingiusto e stravagante.

Per rimanere nel territorio dove sto scrivendo queste righe e cioè in terra di Milazzo e suo interland, dove insiste la raffinerie di cui è detto sopra, non posso fare a meno di spendere qualche rigo in più per dire che essa risulta essere una tra le più complesse d’Europa, in grado di ricevere e lavorare una vasta gamma di materie prime ed ha una capacità di lavorazione “bilanciata” di circa 10 milioni di tonnellate all’anno; può ospitare navi cisterna fino a 420.000 tonnellate di stazza; dispone di vaste aree di stoccaggio e di strutture di spedizione dei prodotti finiti che, per circa l’85%, vengono trasportati via mare; per lo stoccaggio, ha un parco di 170 serbatoi con una capacità complessiva di circa 4.100.000 mc; essa si estende su un’area di circa 212 ettari.

E, come se non bastasse questo mostro inquinante, contigua, su di una superficie di 540.000 mq, sorge anche una centrale termoelettrica alimentata ad olio combustibile.
Ed ancora: un ulteriore impianto, definito "Cogeneratore" fa compagnia al petrolchimico ed alla centrale elettrica nel paesaggio sempre più sguarnito, innaturale e disumano della piana "levantina" di Milazzo.

Oltraggiare il territorio di uno dei luoghi, geograficamente parlando, più belli della Sicilia e trasformarlo in terra costantemente in pericolo di catastrofe ambientale non ha alla lunga giovato né alla salute né all'economia dei luoghi che, se meglio sfruttati dal punto di vista paesaggistico e turistico, avrebbero portato ben altri capitali, rispetto al denaro sporco di petrolio e oli non combustibili.

Dopo che nel 1961 venne costruita una delle più grandi raffinerie di petrolio, proprio sul golfo, fattore che deturpò sia la bellezza del panorama che la qualità del mare, dell’aria e dell’ambiente in generale, Milazzo è peggiorata in termini di vivibilità e qualità della vita nel suo complesso.

Questa è stata una delle tante scelte scellerate della politica anni '50 che hanno fatto della Sicilia il "ricovero" dell'Industria pesante nazionale.

In Italia, paese del bengodi e di mangiapagnotte dove ad ogni piè sospinto tutto si risolve aumentando tributi e costo della vita , sono ancora in vigore tasse che fanno parte delle accise sui carburanti, addirittura per avvenimenti di 75  anni fa per arrivare a quelle più fresche, di questi giorni. Per esempio: per la guerra di Abissinia del 1935- per la crisi di Suez del 1956 - per il disastro del Vajont del 1963 - per l'alluvione di Firenze del 1966 - per il terremoto del Belice del 1968 - per il terremoto del Friuli del 1976 - per il terremoto dell'Irpinia del 1980 - per la missione in Libano del 1983 - per la missione in Bosnia del 1996 - per rinnovo contratto autoferrotranvieri 2004 - per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005 - per il finanziamento alla cultura nel 2011 - per far fronte all'emergenza immigrati del 2011, ed è in arrivo un ulteriore rincaro destinato a sostenere il Fondo unico per lo spettacolo (Fus). Sulle accise si paga anche l’iva. Quindi tasse su tasse.

Molte delle accise furono introdotte come temporanee per far fronte a vari eventi straordinari, ma nonostante il venir meno della causa a tutt'oggi non risultano ancora rimosse

Alla famigerata accise si aggiunge, dal 1996, l’addizionale regionale sui carburanti pari a 2,8 centesimi litro che ogni regione ha facoltà di applicare o non applicare..

Naturalmente, come avviene per quelle tasse introdotte per eventi ormai passati alla storia, anche quelle più recenti, di carattere contingente, considerato lo sciupio di tutti gli apparati statali ed enti pubblici per il mantenimento di tanti vergognosi privilegi, tale tasse dureranno in perpetuo.

Lo Stato lucra in modo spietato sul contribuente anche per finanziarsi disonorevoli costi dei suo burocratico apparato . Solo per le auto della pubblica amministrazione, in un anno vengono spesi più di 650 milioni di euro. Per integrare il costo della ristorazione dei senatori, i quali, poveracci come sono (ma di sentimenti alti e nobili), non ce la fanno a pagarsi il vitto per intero, il costo, fino ad oggi (salvo modifiche che sembrerebbe vogliono introdurre nella prossima legge finanziaria) per il contribuente è di 1.200.000 € annui . Queste sono solo briciole, ma partendo da queste briciole si arriva ai macigni, come quello degli stipendi, pensionamenti, annessi, connessi e “topsegretati” di cui sono beneficiari deputati e senatori.

Camera e Senato costano 2 miliardi, 470 milioni e 685 euro all’anno, quando, se vi fosse più serietà ed onestà, potrebbe bastare anche meno della metà di detta somma….e non si vergognano di farsi chiamare onorevoli.

Il "prezzo della Casta di governo" è ormai calcolato in quattro miliardi di euro all'anno. Un buon gruzzolo della finanziaria per "far mangiare il ceto politico". "L'equivalente di un Ponte sullo Stretto di Messina o di un Mose di Venezia all'anno". A questa cifra si arriva sommando gli stipendi di 150 mila eletti dal popolo, dai parlamentari europei all'ultimo consigliere di comunità montane, più i compensi dei quasi trecentomila consulenti, le spese per il funzionamento dei ministeri ecc. ecc,.

Non parliamo poi di un altro grande scandalo tutto italiano: il finanziamento della chiesa cattolica.

Essa costa ai contribuenti italiani all’incirca quanto il ceto politico. Oltre quattro miliardi di euro all'anno, tra finanziamenti diretti dello Stato e degli enti locali e mancato gettito fiscale.

E noi paghiamo! Paghiamo un prezzo molto pesante per una pubblica amministrazione inefficiente e, come se non bastasse, paghiamo sempre a caro prezzo e senza alcun utile, anche per una istituzione non facente parte dello stato italiano ( lo Stato del Vaticano), non eletta dal popolo e non sottoposta a vincoli democratici.

Pensate, riflettete e dopo altro non vi resterà, se siete persone libere, senza etichette ideologiche, senza legami con questo andazzo, che indignarvi, perché, purtroppo, la legge non è fatta per voi, bensì per quanti sanno trarre profitto dalle maglie che essa, di proposito, per umiliare la gente che vuole vivere con dignità e onore, che vuole essere governata da persone degne di stima e di fede, sono lasciate aperte, prima dal legislatore e poi interpretate, manipolati a discrezione dalla magistratura, per cui succede che prostitute, pornostar, lesbiche, recchioni e pedofili, ladri e mafiosi, individui della più squallida tipologia possono sedere negli scanni del parlamento e legiferare a loro immagine e somiglianza.

 Tra i tanti nomi mi viene in mente Cicciolina (Cicciolina, pseudonimo di Ilona Staller, è una cittadina ungherese naturalizzata italiana e deve la sua popolarità principalmente alla sua carriera da attrice di film porno.), la quale, dopo aver passato, tra pose porno sesso e politica, cinque anni come parlamentare, facendosi chiamare anche onorevole, da quanto apprendo dai miedia, il 26 novembre 2011 compirà 60 anni e dal mese successivo percepirà il vitalizio di euro 3 mila lordi, previsto dalla legge .

Non che sia l'unica. Analogo assegno lo prendono già altri parlamentari «di breve corso» ed immeritevoli.

Questo è un clamoroso esempio di malcostume ed ineguaglianza tra poteri che spillano denari,che sguazzano nel superfluo e comuni cittadini che lavorano e pagano tanti e tali riprovevoli discriminazioni.

Ma io me la prendo proprio con questi ultimi, con gli elettori, i quali, come tanti mammaluchi li hanno votati facendoli assurgere a cariche che dovrebbero essere riservate solo a persone all’altezza del compito ed in grado di onorare e non disonorare il mandato.

Non si capisce per quale ragione i parlamentari devono avere un trattamento pensionistico diverso da quello dei cittadini normali! Diciamo che è sempre stato inaccettabile, ma adesso, con i tempi che corrono, la cosa è diventata fin troppo evidente e scandalosa. Quello di Cicciolina è un clamoroso esempio di ineguaglianza e spregiudicatezza .

Il sistema delle paghe e pensioni dei parlamentari è in cima alla lista delle storture del funzionamento della democrazia in Italia.

In questo caso si premiano persone che sono arrivate al successo chissà come, chissà perché e senza meritì. Questa è un’offesa al sistema delle qualità e dei valori professionali e morali, di esperienza, di lavoro, di studio. Certo non è colpa di Cicciolina se essa  beneficia di una pensione foraggiata dai cittadini italiani,  ma forse è arrivato il momento che  i partiti (non quelli che sono andati via ma quelli che, ancora, purtroppo ed in troppi ci sono), ciascuno dei quali ha cercato di ritagliare sulla fetta pubblica una buona parte di privilegi, comincino a fare il mea culpa ed a lavorare con onestà, abnegazione ed altruismo per i cittadini che rappresentano. Altrimenti che vadano via, che vadano a quel paese anche loro.

Altro che festeggiare i 150 anni dell’unità d’Italia, bisognerebbe invece cancellare 65 anni (1946 –2011) di repubblica corrotta, fatta di brogli, di corruzione, di enorme debito pubblico, di vuoto di valori culturali e morali, di politica collusa con la massoneria, con la mafia, con la ndrangheta, con la camorra e criminalità in genere, ed ancora, fatta di recchioni e pedofili, di lesbiche e fumatrici, di porno e di corna, di immigrazione selvaggia, di immondizia, di odio e divisione tra italiani, di sindacati politicizzati, di sottomissione dello Stato Italiano a quello Vaticano.

Un’ Italia delle regioni inutili e sprecone come quella siciliana la quale, mafia a parte, amministrativamente parlando è un carrozzone inefficiente trainato da lupi famelici; dove si formano governi immischiando capre e cavoli pur di spartirsi il potere per fini non certo di pubblico interesse (vedi ex milazzismo e l’attuale lombardismo)…. e così via dicendo.

Tutto questo dovrebbe considerarsi atto contrario alla pubblica decenza, concetto comprensivo di quel complesso di regole comportamentali etico-sociali che impongono a ciascuno di astenersi da condotte potenzialmente offensive del sentimento collettivo della compostezza del decoro, generanti disagio, disgusto e disapprovazione nell'uomo medio”.

Questa è la legge del taglieggiatore e del governamento qualunquistico!!!

Tasse uguale croce e delizia: croce per il contribuente onesto, delizia per lo Stato e per i mangiaspasso e mangiafranco.

Ma, tasse e disonorevoli parlamentari a parte, le dolente note, per il cittadino comune sia esso elettore, contribuente o acquirente, non è che finiscono qui, e, facendo una breve incursione in un altro campo, si trova profondamente illegale ma soprattutto immensamente disonesto che alcune imprese ti vendano i loro prodotti con tecniche suicida, programmate in modo che dopo un certo e piuttosto breve periodo di funzionamento si guastano, si rompono, fingendo che siano le migliori del mondo. Te li costruiscono in modo che se si questa un qualsiasi congegno secondario che potresti sostituire o aggiustare tu stesso, con poca spesa, deve obbligatoriamente chiamare un tecnico, per poi dover magari sostituire tutta quella parte, cioè l’aggeggio, il complesso in cui è integrato il dispositivo guasto, incidendo notevolmente sul costo della riparazione o sostituzione, tanto che, spesso, conviene sostituire il prodotto guasto con uno nuovo.

Questa è obsolescenza programmata, ovvero fabbricare prodotti con la precisa intenzione di farlo durare poco ed alimentare i consumi con il conseguente aumento dei guadagni.

“Ci troviamo di fronte a una lucida strategia codificata, che ha l’obiettivo di mantenere costante la crescita economica a scapito di qualunque altro valore o priorità”.

Ci danno una garanzia tra quella legale e quella commerciale che non si sa mai, con precisione, la durata, l’inizio, il percorso, la fine . Infatti si dice : fatta la legge, trovato l’inganno. L’inganno è che, per esempio,la garanzia di due anni vale solo per alcuni componenti del prodotto, perché la garanzia effettiva ha la durata di sei mesi dalla data d’ acquisto. Vi sono prodotti in cui la garanzia del fabbricante e di un solo anno e l’altro anno, per essere in linea con la legge, dovrebbe concederlo il commerciante venditore. Ma gli brogli, le truffe commerciali non è che finiscano qui perché, nel frattempo, se succede un guasto per vizio di costruzione sempre da dimostrare da parte del compratore, anche se si tratta di difetto o guasto di lieve entità e costo, devi ugualmente pagare almeno dalle 25 alle 40 euro per il cosiddetto “diritto di chiamata”.

Insomma il tutto è fatto di proposito più complicato, più facile da guastarsi e più difficile da riparare, in modo che si spendano più soldi invece di economizzare.

E’ un furto, è un reato! Ed è anche un effetto collaterale dello strapotere di un’altra Casta, di un’altra Lobby, oltre a quella politica e parlamentare, asservita a logiche predatorie. E noi, come tanti fessacchiotti, o meglio, come tanti becchi contenti, ubriacati dalla loro reclame, dopo la fregatura ci teniamo le corna e le bastonate.

Politica, governi, istituzioni pubbliche e private, industria, commercio, terziario, sport, intrattenimenti e mass media, sono tutti diventati dei baccanali in cui c’è chi ci sguazza arricchendosi e chi, attratto da queste sirene allettatrici si lascia coinvolgere nello scialacquamento facendosi grattare il portafoglio, dissipando il denaro che avrebbe potuto impiegare per imprevisti o per un utile futuro. Insomma, non c’è più di chi fidarsi.

Questi sono solo pochi esempi che non pretendono certo di essere esaustivi della complessità degli scenari esistenti in fatto di tasse, spreghi, privilegi, vizi, falsità e falsificazioni, riprovevoli comportamenti individuali, familiari, di gruppi di persone e di un’altrettanta pessima amministrazione della cosa pubblica, di una società in preda ad una profonda crisi dei valori morali, della responsabilità, dell’etica della virtù.

Ora, dico io, per chi non è milionario e vive di onesto lavoro, non è un piacere farsi grattare il portafoglio, già provato dal caro vita e avvilito dal fisco, accise, tarsu, tasse e tassatori, anche da vizi, lussi, superfluità e da cose futili, dalle escamotage della moda e della tecnologia senza vantaggi, quando, svincolati dalle catene di natura speculativa, per non ricadere nella rete delle istigazioni di una società snobista, avida di superficialità e nelle tentazioni massmediatiche, sarebbe più salutare e producente di effetti positivi liberare, con determinazione ed animo sereno, una scrosciante pipì a lungo repressa e risonanti scoreggia (tralascio altre corporali liberazione da riservare agli autori di grattacapi: politici, burocrati, manager, magnati della finanza e plurimilionari di tutte le categorie sociali) indirizzandoli alle fonti del grattamento del portafoglio, sia da parte di enti pubblici ed istituzioni, nonchè a quelli delle insinuazioni droganti, soft o pesante che siano, provenienti dalle speculazioni commerciali, dai produttori di futilità, dall’affarismo senza scrupoli e dai fautori dell’entropia economica.

Alla fine, dopo questo doveroso e saggio adempimento, dopo la ritrovata dignità di essere umani, non vi è di più splendido che sentirsi uniti alla natura, al cosmo, con il fisico rilassato, il portafoglio al sicuro e lo spirito rinfrancato.

Perciò, con la ritrovata consapevolezza delle proprie azioni, spinti da libero naturale impulso, guardando in alto nell’immensità dell’azzurro del cielo ed irradiando il viso di un dolce, gioioso sorriso per avere abbattuto parte delle mistificazioni, delle disonestà e del superfluo, non vi è di più bello che poter gridare al mondo, a voce alta: Ho vinto!!! Evviva la saggezza!!! Evviva la vita onesta, virtuosa, civile!!!

Chi non è d’accordo con questa proposta e vuole continuare a calarsi le brache lo faccia pure ma stia attento a non cadere nella sindrome bipolare e sue conseguenze negative, disastrose, che possono avverarsi nel posteriore, non solo perché si ritroverà con il portafoglio asciutto, ma anche con la testa penzolante ed il fondo schiena livido, pieno di tumefazioni. Insomma, non solo trauma economico ma anche psicologico e fisico.

Auguro un mondo migliore, e questo lo si può avere, senza strafare, senza strafottere, senza ricchi fradici e poveri flaccidi, basta un pò di ravvedimento e buona volontà per dar forza agli apparati escretori del nostro corpo atti ad allontanare quelle tentazioni che, a scopo di lucro, la pubblicità, il mercato ed una sporca politica, con diabolica ostinazione, ogni giorno, ogni ora, ci sbattono tra le nostre zone intime, fanno la guerra al portafoglio, inquinano la nostra mente, demoliscono la nostra personalità.

Lo scrittore francese Camus Albert disse: “Sono avaro di quella libertà che sparisce non appena comincia l’eccesso dei beni”.

Dice un proverbio: “Troppo cibo rovina lo stomaco, troppa libertà l'esistenza.”

La mia preoccupazione, come quella di molte persone che nulla hanno da vedere con Freud e la sua psicoanalisi, deriva soprattutto dal consolidarsi di un circolo vizioso composto da scarsa tutela della legalità (a tutti i livelli), percezione di insicurezza, sfiducia diffusa verso le istituzioni ma anche verso l’intero corpus sociale, scarso procedimento al bene comune. La somma di tali orientamenti relega la nazione, le regioni e le città non tanto nell’immobilismo quanto in una degenerazione progressiva del tessuto sociale. E quanto maggiore è lo sviluppo industriale ed il benessere economico e finanziario, tanto maggiore è la propensione al ripiegamento delle basi della civile convivenza, della certezza morale e del diritto, della sicurezza e della pace individuale e collettiva.

Può sembrare un paradosso ma è verità lapalissiana che, mentre avanza il progresso industriale, tecnologico ed economico, per converso regredisce la naturalezza, la tranquillità, la serenità della vita.

Questa società,vittima dell’ingordigia umana, ha rinunciato a credere che vi siano valore etici assoluti da difendere, principi non negoziabili di umanità, come il rispetto per ogni uomo in quanto tale.

Nella odierna giungla degli uomini esiste soltanto la legge del potere, degli sprechi, degli spreconi e dei menefreghisti.

Sull’altare del consumismo, dei vizi e di un falso perbenismo, si stanno sacrificando la cultura, l’educazione, la morale e persino la biosfera.

Viviamo in un'epoca in cui il superfluo è la nostra unica necessità.

Per entrare nella migliore (per modo di dire) società, oggi, bisogna servire buone colazioni alla gente, divertirla o scioccarla: nient'altro!

Nessuno presta attenzione al significato poco filosofico ma molto pragmatico e realistico della massima che era scritta sul frontone del tempio di Delfi: "Niente di troppo!". Pochi sospettano che la circolazione eccessiva di merci e denari è foriera di disordini sociali e malesseri psicologici.

Al contrario. Ormai un pensiero ossessivo annebbia la mente di ognuno: da una parte quelli che vedono la possibilità di inserirsi in qualche iniziativa, lecita o illecita, per fare soldi; dall’altra quelli che, pur di apparire, sono disposti a venire a patti con il diavolo. Poco importa il modo. E' il fine che conta anche quando esso configura stravaganze o illeciti penale.

Non c'è da sorprendersi, allora, se i consumi, gli sperperi sono investiti, in modo sempre più travolgente, da interessi ben diversi dai motivi di necessità, serietà e onestà. Le regole del commercio penetrano in relazioni ancestrali stravolgendone la natura.

Si dice, non so quanto giustamente ed a ragione, che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, anzi, in alcune situazioni e spesso per mancanza di volontà, di impegno serio e tenace, vi sono di mezzo dei veri e propri oceani; per cui, in attesa che i grandi della terra rinsaviscano e si diano realmente da fare per frenare cattive abitudini le quali possono essere, o sono, anche di pregiudizio per l'ecosistema, forse è il caso di cominciare ad agire in prima persona.

Probabilmente vi chiederete che differenza possa fare, per la sopravvivenza del genere umano, un vostro cambiamento di abitudini, per esempio lo spegnere il televisore e/o altri apparecchi elettrici ed elettronici invece che lasciarli in "stand-by"; non prendere l’automobile anche per andare a pisciare. Beh, se lo fate solo voi cambierà ben poco... ma se milioni di persone iniziano a mettere in pratica comportamenti "virtuosi", anche apparentemente insignificanti, il piccolo risparmio individuale di energia moltiplicato per milioni di individui si traduce in un risparmio energetico consistente e in milioni di tonnellate di C02 in meno riversate nell'atmosfera.

Ciò vale anche per altre situazioni e per altro tipo di sprechi.

Ma a questo proposito una obiezione che viene fatta spesso è: perché dovrei farlo? Ovvero, perché, in una società di spreconi individualisti, dovrei sobbarcarmi l'onere di stare attento a ciò che consumo? Beh, se non lo fate per i vostri discendenti, fatelo, senza aspettare che lo facciano prima gli altri... perché conviene! E non solo per questo, ma perché, prima poi, con l’esaurirsi delle risorse del pianeta, con l’accumulo sempre più gravoso di materiale inquinante da smaltire, con sempre più ricorrenti e fantomatiche crisi economiche e finanziarie che la lungo andare potranno diventare vere ed irreversibili, chi ha iniziato per primo o tra i primi a saper fare di necessità virtù, avrà più possibilità di sopravvivere.

Tradotto economicamente, minori consumi equivale a bollette più basse, a meno erosione delle buste paga, delle pensioni. Insomma, un atteggiamento equilibrato dei consumi e della spesa tutto sommato è utile e salutare .

Quindi bando allo shopping-maniacale, all’ingordigia, ai vizi, alle cattive abitudini, e perché no, anche al permissivismo.

Una Gestione attenta del denaro produce buoni risultati. Un’eredità, per esempio, è quasi sempre il risultato di una grande attenzione al risparmio, al di là delle fortune familiari. E’ il frutto del lavoro e di uno stile di vita parsimonioso, di un procedere giudizioso della spesa, di un equilibrato senso del domani.

L’economia non è una scienza astratta e lontana dalla nostra vita, essa tocca da vicino l’intera collettività, il nostro benessere personale presente e futuro.

Vi siete convinti? Speriamo di sì!

Uomo avvisato e mezzo salvato!

A costo di essere ripetitivo e ancora più farraginoso da far passare la voglia di leggermi a chi eventualmente ne avesse, non riesco a fare a meno di aggiungere qualche altro trafiletto.

Condividendone il concetto, dal sito Albanesi.it traggo e qui, tra virgolette, riporto quanto segue.

“Perché si buttano soldi senza accorgersene? i motivi principali sono tre:

La sindrome del compratore - Si compra per dare un senso alla giornata. Provate a fare un giro nel centro di una bella città che visitate per turismo. Quanto più comprate, quanto più lo state facendo perché comprare, spesso un mare di inutili cianfrusaglie, vi gratifica, non perché serve.

La sindrome dell'apparente - Per l'apparente (cioè chi preferisce apparire anziché essere) avendo un opinione esagerata di se, sostenere un alto tenore di vita è necessario, deve essere un survivente.

La sindrome del frustrato - Si acquista perché se non lo si facesse si sentirebbe la propria condizione di "non ricco". Perché non posso permettermelo? è la domanda inconscia”.

Dicono alcuni esperti di magia e micromagia che ”la mente umana non è in grado di pensare allo stesso modo a due cose contemporaneamente. Nell’acquisto il cervello è condizionato da due spinte emotive contrastanti: il desiderio dell’acquisto ed il problema del costo. Infatti, poichè il cervello non sa gestire due impulsi contrastanti insieme, si distrae e si lascia fregare”.

Purtroppo, quando è nata la stupidità, sicuramente in molti avranno fatto la fila per acquisirla.

In questo quadro la seguente massima può starci a pennello: “La stupidità ha fatto progressi enormi. E' un sole che non si può guardare fissamente. Grazie ai mezzi di comunicazione, non è nemmeno la stessa, si nutre di altri miti, si vende moltissimo, ha ridicolizzato il buon senso, spande il terrore intorno a se”.

Quindi, se non vogliamo diventare stupiti e farci fregare, nelle compere è indispensabile: a) aprire bene gli occhi; b) usare bene tatto ed olfatto: c) non perdere la testa.

Secondo il Censis “la cavalcata consumista appare oggi in declino. Più del 57% degli italiani ha la sensazione che, al di là dei problemi di reddito, rispetto a qualche anno fa nella propria famiglia c'è un desiderio meno intenso di acquistare beni e servizi. Il 25,5% pensa che la propria famiglia disponga già di tutte le cose importanti. C'è la percezione di un «eccesso di abbondanza», dato che oltre il 51% degli italiani vede in casa propria settori in cui si potrebbe consumare di meno tagliando eccessi e sprèchi”.

Forse sulla carta, o forse in alcune zone del paese e in determinati strati sociali sarà così, ma siccome le statistiche non sempre ci “azzeccano” credo più ai fatti che ai calcoli. I fatti sono che i prodotti crescono in numero ed in rincari e che i rifiuti, di ogni genere, aumentano ogni giorno di più in quantità e diversità creando anche gravi problemi per il loro smaltimento. Il fatto è che, dovunque vai, per gli acquisti ed altre necessità giornaliere, dal supermercato al pronto soccorso, devi fare ore di fila. Questa, in pratica, è realtà inoppugnabile. Altro che crisi economica! Questa è la dimostrazione che il consumismo imperterrito continua la sua corsa fino a quando, fonte energetiche, impatto ambientale, aumento dei processi lavorativi automatizzati, crescita della popolazione e conseguente aumento di poveri e disoccupati, non decreteranno il collasso completo dell’attuale sistema economico e finanziario, con ripercussioni da guerra civile. Questo si! Il resto sono campionature soggetti a sfalsare il quadro provvisorio di una situazione economica che un osservatore attento può benissimo constatare.

Porto un ‘altro esempio pratico per dire che la crisi c’è ma non è quella strombazzata dai media, quella che, essendo il sistema economico e finanziario fluttuante, avviene normalmente e ciclicamente, ma quella crisi che non è iniziata ora, che parte da molto lontano, dai tempi in cui l’uomo inventò la moneta quale misura di valore e mezzo di pagamento, e, come sempre, le crisi cicliche, cioè quelle studiate a tavolino dagli affaristi, non toccano chi non ha soldi a sufficienza, perchè la crisi per loro è permanente, si tramanda di secolo in secolo, per cui, se crollano le borse, se i mercati vanno male, se la moneta si svaluta, essi non si sentono neppure sfiorati da tali situazioni, poiché, il lungo digiuno di beni e denari, l’isolamento dalla vita bella quanto screanzata, ha creato in loro degli anticorpi che li rendono invulnerabili a simile epidemie furbescamente programmate.

Rimanendo sempre nel territorio in cui vivo e del suo circondario, uno con l’altro confinanti vi sono due comuni che sono, dopo il capoluogo, i più importanti e popolosi centri della provincia di Messina: Barcellona Pozzo di Gotto, 41.797 abitanti circa, superficie 58,89 Kmq e Milazzo 32.601, abitanti circa, superficie 24,23 Kmq.

Ebbene, per rimanere solo in campo edilizio, ed escludendo per brevità altri settori, altre attività economiche e prodotti che a Barcellona si pagano di meno, tra i due comuni vi è un’abissale differenza di prezzi per l’acquisto di un’abitazione della stessa tipologia e qualità, sia essa usata che nuova.

Infatti, mentre il materiale, la manod’opera ed oneri fiscali per la loro costruzione non hanno differenza di prezzo tra i due centri, chi compro casa a Barcellona paga, mediamente, dal 30 al 50 per cento in meno del prezzo praticato a Milazzo. Perchè? Semplice. Perché a Milazzo, essendo il suo territorio geograficamente meglio posizionato, proiettato quasi tutto sul mare, dotato di un importante porto naturale e collegato con le isole Eolie, vi sono più “pesci grossi” e riciclatori di denaro sporco, soprattutto provenienti da altri lidi, disposti ad investire i loro capitali in beni immobili anziché farseli fregare dalle banche e dalla borsa. Questo non vuol dire che i cittadini di Milazzo se la passano economicamente meglio di quelli di Barcellona, anzi, a causa di una inflazioni più alta, pagano le conseguenze di un maggior costo della vita. In questo caso, come la mettiamo con le campionature? Economicamente parlando il ceto medio, medio basso e quello bassissimo, vive meglio a Milazzo oppure a Barcellona? Al loro portafoglio l’arduo sentenza.

Non ricordo dove ho letto, che:.... “Nell'ambito dell'attuale crisi sistemica necessita un radicale mutamento del paradigma di riferimento. Gli stessi concetti di inflazione e deflazione devono essere interpretati in una nuova luce. Sembra incredibile, ma i dati rivelano chiaramente che siamo di fronte ad una pericolosa coesistenza tra inflazione (nei mercati finanziari) e deflazione (nell'economia reale)”.

Insomma, se non son chiacchiere o cavolate, l’economia si sta trasformando in una sorta di rebus nel senso che non si sa più quali sono le verità e quale le bugie. Quello che si sa di certo, che, in tutto questo bailamme finanziario ed economico imperversano, come tanti ratti cosmopoliti, affaristi senza scrupoli. Ed in questo trambusto, in questo bordello, in questo mondo di imbrogli, di cleptomani, di dicerie, di notizie equivoche, c’è chi fotte e chi viene fottuto. Il tutto fatto di proposito dai primi e da imprevidenza da parte dei secondi.

La vera crisi la creano gli allarmismi che gli speculatori di mestiere inscenano a bella posta, scombussolando i mercati e, nel caos, creare le condizioni per incrementare il loro tornaconto a danno del ceto medio, di chi vive alla giornata (queste speculazioni infatti non lambiscono il povero assoluto e nulla tolgono al ricco); la crisi economica o finanziaria non esiste ma esiste soltanto una crisi profonda, grande quanto il mondo, di correttezza, di onestà, di valori morali in genere, sia nel privato che nel pubblico.

Alla base, nelle profonde radici del sistema sociale esiste tanta disonestà la quale è la causa principale di tutte le ingiustizie, di tutti i mali dell’umanità.

Quando si parla di inflazione, di crisi economica ecc., non è questo che deve più di tanto preoccuparci, ma il grande deficit di democrazia e l’altrettanto grande deficit di onestà, di serietà, di professionalità, di ordine e giustizia sociale, di persone (uomini e donne) giuste al posto giusto. Questa è la vera crisi! Questa è la pura e semplice verità!

Questo avviene perché in questo mondo dai mille stati, delle mille monete ed altrettante quotazioni, dai mille mercati, dai mille sistemi finanziari ed economici, tutto fluttua, oscilla, è variabile, incerto, tutto avviene secondo le sole leggi della domanda e dell’offerta senza quotazioni di parità fissa, ed in questo sistema, chi ha soldi per speculare trova terreno fertile per farli fruttare, per fare business redditizio.

Piuttosto bisognerebbe reinventare il tutto e ridimensionare le caste, da quella politica a quella finanziaria, da quella industriale a quella sindacale, da quella della magistratura a quella degli ordini professionali, da quella dei manager a quella dei sondaggisti perché sono tante e tali che condizionano, distorcendo il tutto a loro esclusivo vantaggio la vita economica e sociale a livello nazionale e mondiale, visto che tutti, chi per un verso e chi per l’altro, hanno l’interesse di nascondere la verità, perché c’è chi la descrive in nero, chi in rosso e chi in bianco, chi a dritta e chi a manca, chi cotta e chi cruda come abitualmente fa la casta dei giornali.

A proposito di giornali e giornalisti ecco qualche rigo tratto dal libro di Beppe Lopez edito nel mese di settembre 2007 da Eretica - Stampa Alternativa - Direttore editoriale Marcello Baraghini.

Distorsione del mercato e della vita democratica

Ma quanti italiani sanno che lo Stato finanzia il Corriere della Sera, rimpolpando gli utili degli azionisti della RCS con elargizioni calcolate, per un solo anno, in 23 milioni di euro?

E come commentare il fatto che gli italiani, tutti gli italiani, lavoratori e imprenditori, laici e cattolici, piemontesi e siciliani - oberati, tutti insieme e individualmente, dal più alto debito pubblico dell'Occidente (che nel 2006 ha sfondato il tetto dei 1.600 miliardi di euro) e da interessi sul debito colossali (ogni anno il 6% del PIL) - siano costretti a finanziare, fra gli altri, anche il quotidiano della Confindustria con più di 19 milioni di euro l'anno, il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana con più di 10 e il quotidiano della Fiat con 7 milioni di euro?”

“Anche le più recenti e clamorose inchieste che hanno puntato l’indice contro la “casta” e i “”costi” della politica glossano su uno dei più grossi scandali politico-amministrativi degli ultimi decenni: il finanziamento statale dei giornali.

Eppure un portentoso flusso di denaro pubblico, calcolato sui 700 milioni di euro in un anno, finisce per mille rivoli, sotto forma di contributi diretti o indiretti – attraverso una stratificazione di norme clientelari, codicilli, trucchi e vere e proprie truffe – nelle casse di grandi gruppi editoriali, organi di partito, cooperative, giornali e giornaletti, agenzie, radio e Tv locali, ma anche di finti giornali, di finti ”movimenti” e di cooperative fasulle.

Rimpolpando gli utili degli azionisti di grande testate in attivo. Alimentando sottogoverno e clientele. E consentendo illecite rendite e privilegi mediatici a un esercito degli “amici degli amici”.

Un dossier/ pamphlet su un intricato caso di rapina delle risorse pubbliche e di distorsione del mercato e della vita democratica indispensabile per capire lo stato di mortificazione dell’informazione in Italia e la sua riduzione a “specchio del diavolo” della casta del potere”.

Un uomo saggio disse: "Quando arrivi all'ultima pagina, chiudi il libro." Ed io sono quasi giunto, se non all’ultima, alle ultima pagine, alle ultime battute di questo articolo, ma prima di finire mi preme sottolineare che sto scrivendo da sveglio, da vivo cosciente, consapevole che l’esperienza è maestra di vita; sto scrivendo da vivo e da sveglio con tantissimi anni di rodaggio in tempi epici, in tempi di pane e cipolle, di pane duro inzuppato nell’acqua pazza (1), di chilometri di strada polverosa fatta a piede per andare a scuola, con uno o due libri e spesso anche di seconda mano, due quaderni ed un pennino metallico attaccato ad piccola asta in legno, pennino il quale. per poter scrivere. bisognava immergerlo in appositi calamai d’inchiostro predisposti nei banchi delle scuole. La custodia per il trasporto dei libri e quaderni consisteva in una cartella di cartone o borsa di stoffa confezionata in casa, oppure legati insieme da un cinturino. Altro che zaini con tanti chili (da 5 chili a 10) di materiale scolastico superfluo quanto inutile sulle fragile spalle degli scolari di oggi! Questo è assurdo, è pazzesco, è consumismo delinquenziale!

Tempi in cui a scuola si andava per studiare e non per fare bordello e il corpo insegnanti era professionalmente all’altezza compito.

Mi riferisco al tenore di vita che conduceva la popolazione catalogabile nel medio e basso ceto, prima del cosiddetto bum economico. Perché, per i ricchi, sempre rapportati ai tempi in cui anche per loro era impossibile avere ciò che non esisteva, per esempio il climatizzatore o la cucina a gas, le cose erano certamente meno tristi. Per l’istruzione scolastica si potevano permettere il lusso di mantenere i figli in collegi, oppure farli istruire in casa con insegnanti privati che facevano scuola a domicilio. E ben altro “epocalmente” disponibile.

Tempi in cui se sgarravi la fifa non era cabala ma certezza di punizioni esemplari. Epoca in cui non si cacava ancora seduti su di un vaso di ceramica possibilmente decorato e firmato, e, la carta igienica, detergenti intimi, saponi liquidi (o liquefatti?) erano sconosciuti. Per lavarsi non esistevano docce e vasche da bagno ma delle bagneruole (recipiente normalmente di forma ovale di lamiera zincata) né il bagnoschiuma ma sapone solido, lo stesso usato per il bucato, prodotto nella ex fabbrica di saponi Vaccarino, in quel tempo in funzione a Giammoro (Pace del Mela).

Tempi in cui si mangiavano legumi, dai fagioli alla ormai sconosciuta cicerchia,quasi tutti i giorni. Qualche volta in famiglia e spesso nei luoghi di lavoro, tutti insieme i convitati a consumare il cibo nella stessa pentola in cui veniva cucinato. Per non dire delle posate (cucchiai e forchette) improvvisate, del vino che si beveva nei fiaschi di terracotta, ma era vino genuino, senza trucchi; per non parlare di acqua, la quale, per tutte le necessità, si attingeva alle fontane pubbliche o in pozzi esistenti nelle campagne e per mantenerla fresca, considerato che i frigoriferi non è erano ancora neppure previsti nei romanzi di Giulio Verne, si teneva in appositi recipienti anch’essi in terracotta.

Tempi in cui le strade non erano intasate di automobili e non vi erano divieti di sosta o sosta a pagamento e non esisteva il fracasso delle sirene delle autoambulanze, come non si conosceva la parola inquinamento ambientale

Tempi il cui il più popolare mezzo di locomozione privato dopo le gambe, erano le biciclette, qualche motocicletta (Moto Guzzi, Gilera e Benelli) calessini, carrozze e carretti trainati dai cavalli, nonchè muli, asini e rare automobili come la Balilla e la Topolino.

A proposito di auto non posso fare ameno di soffermarmi un momento su tale argomento per dire che il modello della Fiat 508 Balilla, costo 10.800 lire, fu presentato alla Fiera di Milano il 12 aprile del 1932 in occasione del Salone dell'automobile. Montava anteriormente un motore a quattro cilindri in linea di 995 cc di cilindrata capace di sviluppare circa 20 CV, la vettura poteva spingersi a circa 80 km/h di velocità massima. Tale versione venne sostituita però due anni dopo dalla Balilla 509 a quattro marce e munita di carrozzeria a due o quattro porte, costo 18.500 lire.

Il 15 giugno 1936 fu messa in vendita la Fiat 500 (dopo ribattezzata 500 A) che gli utenti cominciarono a chiamare "Topolino". Una vetturetta modesta per tecnica e prestazioni, il cui prezzo era di 8 900 lire.

Quando considero che oggi vi sono autovetture che superano agevolmente i 300 Km/h di velocità e che costano milioni di euro senza che esse possano servire a nulla se non ad umiliare il prossimo, sento in me una infinita nostalgia, un desiderio ardente di rivivere i tempi della Balilla e della Topolino, non solo e non tanto per le auto ma soprattutto perché si poteva camminare anche a piedi in modo tranquillo e naturale.

Pensate, velocità modesta ma non da strage a parte, nell'Italia del 1936 circolavano solamente 222 000 automezzi (di ogni tipo, compresi quelli pubblici e militari) per oltre 42 milioni di abitanti. All'incirca un veicolo ogni 192 persone.

Oggi siamo arrivate a queste cifre pazzesche: parco autoveicoli di ogni genere circolanti in Italia al 31/12/2010 complessivamente 48.662.401 di cui 36.751.311 autovetture, più di mezza autovettura per ogni abitante compresi neonati e centenari. Detti dati tratti dal sito dell’A.C.I. dicono inoltre che le auto alle famiglie italiane costano, alla faccia della miseria e della fantomatica crisi economica, la bellezza di 164. 803.420.000 euro, cioè quasi quanto mezza finanziaria dei nostri tempi.

“Continuando di questo passo, se non moriremo per altre cause, moriremo tutti sepolti dalle macchine: l'iperbole rischia di avvicinarsi alla realtà perché nel nostro paese le auto circolanti (per non parlare di quelle da rottamare le quali creano altri problemi per lo smaltimento) continua a crescere in numero, in prestazioni velocistiche, in costi, creando difficoltà serie e senza fine. Non resterà, anche se tale situazione è già in atto, più spazio né per parcheggiare, né per circolare, ne per vivere ma solo per morire incidentati o stressati”.

Tempi in cui non esistevano anticoncezionali e viagra ed in cui l’amore si faceva in privato, di nascosto, nelle abitazioni o in campagna dietro siepi vive,vegetanti, con piante naturali e non in luoghi pubblici; epoca in cui non si tenevano i cani per portarli a passeggio, per fargli sporcare il suolo pubblico e cose mobili ed immobili privati, per farli stare nei salotti o nelle stanze da pranzo quando non vengono anche portati a dormire, cane e padrone/a insieme, nello stesso letto; tempi in cui la disciplina, la vigilanza. il rigore non erano un optional o una opzione ma regole deontologiche imprescindibili da rispettare e far rispettare.

Tempi in cui non si vedevano tante femmine sbandare di qua e di la, andare in giro o al lavoro seminude, invadere campi impropri, fumare e, se si vedeva qualcuna con la sigaretta in bocca, era considerata una prostituta, una gran puttana, una troia, non certamente una donna seria e per bene.

Tempi in cui non esistevano i suoni assordanti, o per meglio dire, i rumori molesti delle discoteche, nè droghe, nè sballi, ma circoli ricreativi e culturali privati e associazioni come l’O.N.D. ( Opera Nazionale Dopolavoro) creata il 1 maggio 1925 dal regime fascista col compito di occuparsi del tempo libero dei lavoratori. Per definizione statutaria "curava l'elevazione morale e fisica del popolo, attraverso lo sport, l'escursionismo, il turismo, l'educazione artistica, la cultura popolare, l'assistenza sociale, igienica, sanitaria, ed il perfezionamento professionale".

Tempi in cui il padre si chiamava padre o papà e non papy o pipì e non aveva ancora abdicato dalle sue funzioni e prestigio, e la mamma era una donna degna di questo nome, all’altezza del compito, una donna che non puzzava di tabacco combusto. Il tutto, da parte di ambo i sessi, sapendo anche affrontare le difficoltà dei tempi con abnegazione e dignità.

Poi, anno dopo anno, dai tempi in cui si cantavano le canzone ideali, appassionate, orecchiabili, significative come: “Giovinezza”, una tra le più diffuse canzoni del xx secolo, cantata in Italia dal 1909 fino alla fine della seconda guerra mondiale, in diverse versioni, che ebbe vasta eco anche all’estero; “Campagnola bella”, anno 1938; “Se potessi avere mille lire al mese”, anno 1939; “Mamma”, anno 1940; e poi alla canzone “Volare”, anno 1958 ; siamo passato ai tempi della canzone “Minchia signor tenente”, anno 1994; ”7000 caffe”, anno 2003 e alla canzone “Luca era gay”, anno 2009.

Ho conosciuto, dapprima la società contadina e artigianale, con anche l’esperienza della seconda guerra mondiale…a seguire la società industriale, con l’irruzione massiccia dell’auto, degli elettrodomestici e dei mass-media…la postindustriale, la fallita rivoluzione studentesca del ’68, tangentopoli con la sua teatralità le sue luci e le sue ombre, la fine delle ideologie: fascismo, comunismo, socialismo e di tutti gli altri partiti facenti parte dell’ex arco costituzione e così via; a seguire la società globalizzata, la società informatizzata, e l’attuale società dei rifiuti, della trafficopoli e truffaldinopoli.

Dopo aver attraversato tempi duri, di carestia, ma anche di insegnamenti seri, di esempi producenti di effetti morali dentro le regole, sempre da vivo raziocinante ho trascorso e continuo a trascorrere spazzi di tempo e vicissitudini di vita, tra i tanti dello scorso secolo ed i primi undici anni di quello attuale che mi autorizzano, dopo una così varia e sofferta esperienza di vita, a dare un voto, ad esprimere un mio modesto giudizio, a tre situazioni temporali: quelli dell’era fascista, quelli dell’epoca della prima repubblica e quelli della cosiddetta seconda repubblica, per dire, brevemente, che la peggiore delle tre epoche, se si escludono vantaggi e svantaggi del progresso scientifico e tecnologico, dal punto di vista politico, amministrativo, morale, culturale, educativo, della volontà di economizzare e di lavorare delle nuove generazioni, di una vita morigerata e serena, l’ultimo periodo, cioè quello che stiamo attraversando, è il più scellerato, il peggiore di tutti, pieno di incognite che non lasciano ben sperare e non solo per la nostra nazione ma a livello globale.

Parlo da persona anziana e credo che ascoltare e parlare con una persona anziana del nostro presente e magari del futuro, costituisce o dovrebbe costituire la straordinaria opportunità di vedere la realtà da un punto di vista indipendente dall’attuale stile di vita, dalla tecnologia, dalla frenesia generale.

Rivolgendomi ai giovani dico: smettetela per un attimo di pensare che le vostre faccende quotidiane siano la cosa più importante del mondo. Fermatevi e andate a cercare la persona anziana più vicina, per conoscere il passato e preparare le basi per un futuro che non sia in antitesi con le migliori tradizione, adoperandovi, semmai, per rendervi degni eredi di quanti si sono sacrificati per voi, di quanti hanno lottato, sofferto, lavorato per aprirvi e spianarvi la strada per il raggiungimento agevole di mete che vi sarebbero state altrimenti precluse.

Andate a cercare una persona anziana, per conoscere le vostre radici, per aiutarvi a capire molte cose che non troverete neppure nei libri di scuola.

Parlare con una persona con tanti anni di esperienze sulle spalle “è un po’ come fare <permacultura dell’anima> per vedere la montagna dal piano, anche se forse sarebbe meglio dire, in questo caso, il piano dalla montagna. Al contempo, per gli anziani è un modo per sentirsi realmente utili e parte attiva di una comunità”.

Certo, la vita sarebbe infinitamente piu` bella se nascessimo a 100 anni e gradualmente ci avvicinassimo ai 20. Solo così, unendo alla esperienza, alla maturità psico-fisica degli anziani, il vigore, la freschezza della gioventù, si riuscirebbe a vivere di virtù e saggezza, con competenza e completezza. Ma non è così e quindi rassegniamoci a seguire le leggi della natura. Comunque potremmo e dovremmo adoperandoci per implementare l’incontro anziani e giovani ed amalgamare esperienze e saggezza con vigore e intraprendenza al fine di rendere più sana la società ed il mondo più vivibile.

Un proverbio cinese così recita : “Semina pensieri e mieterai azioni, semina azioni e mieterai abitudini, semina abitudini e mieterai un destino”.

Io aggiungo: se i nostri pensieri, le nostre azioni, le nostre abitudini sono buone, conformi alle regole del vivere civile nel senso esatto del termine, il nostro destino e quello delle nuove generazioni non potrà che essere pieno di sviluppi positivi . Altrimenti, se non siamo capaci di reagire alle provocazioni, alle insidie velenose che in questo mondo bello e perverso allo stesso tempo, come virus influenzali si propagano nella società, rassegniamoci al peggio, alla estinzione dell’uomo in quanto essere ragionevole.

Anche se, come si dice, il pesce puzza dalla testa, anche se i parlamentari e chi, in genere, salvo rarissime eccezioni che, però, messe nel fascio delle malerbe, non si notano, non emergono, non vengono premiati, stavo dicendo, anche se i parlamentari e chi amministra la cosa pubblica, non danno buon esempio, anzi, tanto cattivo che più cattivo non si può, anche se la casta del potere e degli altolocati più sopra menzionati meriterebbe se non la ghigliottina almeno i lavori forzati a vita, prendiamocela un pò anche con noi stessi i quali siamo l’origine, il principio di questo brutto andazzo e vi dico il perché: perché sappiamo solo lamentarci, recriminare, sparlare, senza prima averci fatto un esame di coscienza per verificare se noi, nel nostro privato, dentro e fuori le mura domestiche facciamo di meglio, se ci comportiamo in maniera più decente, più corretta, onesta di chi abbiamo scelto per governarci.

Chiederci, per esempio, se non attingiamo alle casse della stato per usufruire illecitamente di pensioni di anzianità, di invalidità, di assegni e sostegni sociali vari; se dichiariamo regolarmente ed esattamente i nostri redditi; se alcune categorie di professionisti, dai medici agli avvocati ecc, nonché artigiani, commercianti ed altre attività, per le loro prestazioni , per i loro servizi rilasciano la ricevuta fiscale o lo scontrino; se i pubblici funzionari, dal più alto in grado fino all’ultimo fanno il loro dovere con scrupolo secondo legge e mandato ricevuto, senza perdere del tempo nell’orario di servizio leggendosi i giornali, andando a prendersi il caffè, fumando ed inquinando, senza corrompersi, senza favoritismi, senza accettare regalie, senza mungere dal prossimo; insomma, verificare se tutti quelli che stiamo di quà dalle barricate del potere che detta leggi abbiamo la coscienza pulita.

Molière (pseudonimo di Jean-Baptiste Poquelin) commediografo e attore teatrale francese, a proposito di parlar male degli altri, disse: “Bisognerebbe fare un lungo esame di coscienza prima di pensare a criticare gli altri”.

George Herbert poeta, oratore e pastore inglese, disse: “Chi ha la casa fatta di vetro non dovrebbe gettare pietre contro quella degli altri.

Se dopo questo esame riteniamo di essere da parte giusta, della ragione, di aver fatto il nostro dovere di cittadini perbene, se non abbiamo la casa fatta di vetro come dice il suddetto poeta, a questo punto non dovrebbe mancarci la forza per colmare, dalla testa ai piedi, metaforicamente parlando, di escreti di funzioni fisiologici, chi, assumendo cariche di pubblica responsabilità si comporta da irresponsabile. Messo in pratica vuol dire, non pagare le tasse, non andare più a votare, economizzare il più possibile.

Solo così potremo fare scendere dal palcoscenico della politica e della cuccagna economica e finanziaria quanti immeritatamente vi sono saliti e con imperterrita faccia tosta ci stanno ancora sopra.

Quindi, a questo punto, sarebbe nostro diritto dovere suonare l’adunata e tutti insieme, decisi e compatti, abbattere questo sistema e creare un nuovo ordine sociale, una nuova costituzione aderente alle mutate esigenze, sotto il simbolo della “Civiltà dell’Asso di Bastoni”, di cui all’emblema riportato all’inizio della prima pagina.

So che è impresa difficile, poiché, la massa, la maggioranza della popolazione, si è ormai infilata nel buio di un tunnel pieno di pericolose trappole nel quale è impossibile trovare uno spiraglio di luce per uscirne o per uscirne indenni.

Comunque, chi, per sua fortuna o merito è fuori da quel tunnel, chi non si ancora convertito al qualunquismo o non si è fatto pecora del conformismo, si dia da fare e, con decisione, si unisca ai suoi simili. Non importa se si è in minoranza perché quasi sempre la minoranza unita e decisa vince sulla maggioranza disunita e indecisa

La civiltà dell’asso di bastoni rappresenta una preziosa occasione per spezzare alcune logiche perverse presente nei partiti, è un evento da credere e da sostenere nelle sue valenze positive.

La civiltà dell’asso di bastoni vuole rappresentare, infatti, un possibile catalizzatore delle speranze di tanta parte della società civile, per elaborare una cultura comune, un nuovo metodo di governare solidale, laico e particolarmente onesto.

C’è un fermento che esiste nella nazione ma che è invisibile a molti. E’ indispensabile unirsi, spendersi perché il flusso di energie positive possa contagiare l’intero corpo popolare. Tutto ciò è possibile solo rivendicando per noi stessi il ruolo di attori sulla scena sociale e non solo di assistiti.  Il primo passo da compiere, infatti, consiste nel cominciare a prendere parte  a quelle attività che prospettano il cambiamento, portando il proprio personale contributo e lottando perchè il nuovo che avanza non sia riassorbito da vecchie logiche ma possa portare questa Nazione, con dignità, al centro dello scenario globale.

E se ognuno fa qualcosa di positivo per migliore la vita si potrà invertire l’attuale tendenza al decadimento di ogni bene sostanziale.

Bisogna agire e presto, prima che del buon senso non si trovi più traccia, per fare diventare musica la legge morale; per dare un senso di dignità, di luce e di valori ai precetti giuridici; per dare un’anima pulita all’universo sociale, per mettere le ali al pensiero, dare uno slancio all’immaginazione, un fascino alla tristezza, un impulso alla serenità, alla gioia di una vita degna di essere vissuta intensamente in tutte le cose dentro le regole di una umana e civile convivenza, entro orizzonti chiari di aspirazioni, idee, fatti, e per raggiungere queste mete non vi è nulla di più logico e naturale che svincolarsi dai vizi (in primis il fumo), dalla shoppingmania, e dalla partitocrazia, perché, come giustamente disse Platone: “La politica, nella comune accezione del termine, non è altro che corruzione”. E, come disse Seneca: “Comandare non significa dominare, ma compiere un dovere". Ed io aggiungo: compiere un dovere con umiltà, competenza ed onesta.

Disse Lao Tzu : “Un viaggio di mille miglia comincia sempre con il primo passo”.

Ed io, avviandomi alla conclusione dico, che non ho fatto mille miglia ma un passo più lungo della gamba.

Certo, quest’articolo non è un trattato di economia nè di filosofia, non è un testo tecnico, non è un documento di psicologia, non è il preambolo di un romanzo o di un libro di poesie. Non ne ho le pretese e neppure le capacità per farlo! In compenso, qui, in queste incolte e disadorne righe, troverete, tra retorica ed ironia, anche tanta saggezza, franchezza e verità.

Qui non troverete le bugie dei cosiddetti “libri sacri” e neppure quelli della politica e dei mass media.

Sono giunto, finalmente, all’ultima pagina ed è giunta l’ora di chiudere dicendo che, forse avrò perso del tempo scrivendo quest’articolo e vagheggiato un po’ con la fantasia, però mi conforta il fatto di non aver sognato, ma di avere descritto una realtà (“Civiltà dell’Asso di Bastoni” a parte) che è sotto gli occhi di noi tutti, che è a conoscenza anche delle pietre.

Mi sarò dilungato troppo, sarò stato ripetitivo, avrò fatto degli errori di ortografia, avrò usato vocaboli e frasi poco garbati e me ne scuso con gli eventuali elettori, ma tutto è stato scritto senza interessi particolari se non solo quello di desiderare, di volere e vedere una società più sana, più giusta, più umana, il tutto senza caste, senza lobby, senza preti, padrini e padroni, e, naturalmente, con la nostra coscienza ed il portafoglio a posto.

Ci siamo intesi? Mi auguro di si!

Art. chiuso il 15 agosto 2011

                                                                        crigiochiaro

(1) Acqua pazza: Acqua potabile versata in un piatto, condita con olio, aglio, un pò di sale e di origano e, secondo gusti, un pò di peperoncino piccante

(2) Il movimento politico sociale del 68, ancora oggi controverso perché c’è chi dice che ha portato un mondo “utopisticamente” migliore e chi, invece, sostiene che esso ha fallito gli obiettivi di un vero cambiamento socio politico ed ha spaccato e distrutto la moralità e la stabilità politica mondiale, lasciando una società allo sbando, cioè,un mondo peggiore di prima.

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Il folle erede di Adamo

Indagini condotte nel corso degli anni sessanta registrano l’accentuarsi di alcune tendenze, tra le quali, oggi ancor più in evidenza, la femminilizzazione massiccia dei ruoli che furono e che per natura dovrebbero rimanere caratteristiche del maschio; femminilizzazione che oltre a determinare un conflitto di attribuzioni, quel che è peggio, sta producendo una caduta di prestigio del sesso maschile che investe la sua sfera professionale, la sua figura morale e sociale.

Ciò è innaturale, triste e sconvolgente.

La pretesa di dare alla donna maggiore potere anche in quei campi di attività e in determinate discipline in cui le peculiarità psico-fisiche dell’uomo sono un fattore preminente ed insostituibile è un assunto assurdo che, in un non tanto lontano futuro, potrà portare il genere umano a mutamenti irrazionali, ad una inversione in negativo anche del cromosoma sessuale.

Quì, oggi, il folle erede del mitico Adamo si ritrova, se non con una costola in meno, sicuramente privo di uno o ambo i testicoli, avendoli ceduti volontariamente e stupidamente alla insolente e sfacciata erede dell'utopistica Eva. Questo è vero come è vero che, oggi, in casa e anche nella società, a comandare sono le minigonne, il tanga, il maquillage, i tacchi a spillo, le neo tabagiste emule delle prostitute e dell'uomo nicotinizzato. Quindi, in considerazione del fatto che il gallo è spennacchiato, evirato e senza voce, a razzolare a loro piacimento, anche fuori dal loro recinto, ed a fare il “verso” o meglio a ciarlare sono le nuove invadenti galline.

                                                                         crigiochiaro

<37> P 

L'Italia è un bel strano paese .

Non si può fare a meno di definire l'Italia uno strano paese, tanto strano da far considerare la sua gente un popolo di "poveri ricchi". Poveri per le statistiche ed il fisco, ricchi nella realtà e nei fatti.

Sono così poveri questi ricchi al tal punto che, coloro che comprano la prima casa, una villa, un'auto di lusso, la barca da diporto, ecc., ecc., ecc., ogni anno aumentano di numero e di averi. E' impressionante, inoltre, l'aumento dell'acquisto della seconda casa.

Come si potrebbe spiegare questa tendenza se l'Italia fosse un paese di poveri veri? Forse con il ricorso ai prestiti, al mutuo, alle cambiali soltanto? C'è poco da credere, perché, se si è poveri, dove si prendono i soldi per pagare, in 15 o 20 anni mediamente, tante centinaia di miglia o migliaia di migliaia di euro, ed ogni mese detrarne, per questi soli motivi, centinaia o migliaia dal proprio reddito dichiarato? Parlo di reddito dichiarato perché a quello sommerso nessuno ci pensa e guai chi lo tocca.

E per tutte le altre esigenze e vizi diversi (auto, fumo, droga, maquillage, lotterie varie, vacanze, ristorante, discoteca, telefonini ecc.) sempre più in aumento, come fanno? Eppure si arrangiano (per modo di dire).

E, se questo "povero ricco" risulta nullatenente e nullafacente, come fa a vivere da pascià e comprarsi tutte le delizie di questo mondo? Perché ci sa fare? Come ci sa fare? Che tipo di affari fa?

Domande che richiedono risposte difficili. Ma nooo… è semplicissimo, basta lavorare all'italiana: uno che fatica e nove che guardano. Quello che fatica è il povero vero che paga le tasse. Quelli che guardano sono i "poveri ricchi" e proprio perché non faticano sono esenti da tributi e contributi.

Dicono che l'Italia è un paese di disoccupati, i quali, per le statistiche, un po’ salgono un po’ scendono a seconda da dove tira il vento della convenienza politica. Un po’ sono il 10, un po’ il 12, un po’ il 15 poi 8/8,50%. Magari saranno tanti quelli che si dichiarano disoccupati o che si trovano iscritti nelle liste di collocamento, ma soltanto 4 su 10 non trovano lavoro perché uno è schizofrenico, uno alcolista, un’altro drogato, ed un' altro ancora perchè non ha volontà di lavorare, oppure, di lavoro non ne ha proprio bisogno vivendo di rendita parassitaria, occulta.

E' un paese dove la forza lavoro si dichiara disoccupata ma non si trova manod'opera, dove il 25/35% della gente, secondo alcune stime, pratica un lavoro sommerso. Perché il sommerso fa comodo a tutti: lavoratori che si dichiarano disoccupati e che, oltre al normale salario, percepiscono l'assegno di disoccupazione o altre indennità e previdenze; datori di lavoro che non pagano contributi ed imposte varie; consumatori che risparmiano sui prodotti e sui servizi.

Anche il lavoro sommerso è un caratteristica, una escamotage per vivacchiare alla grande del "povero ricco" italiano, di questo furbacchione che conosce alla perfezione tanto le vie dei tribunali che quelle infinite del Signore.

Se l'Italia fosse un paese dove non c'è lavoro, dove l'economia non tira, milioni di stranieri non verrebbero qui a fare quello che agli italiani ripugna o non hanno bisogno di fare, ed altrettanti che vengono a vivere di accattonaggio in alcune ore del giorno e non si sa, o meglio non si vuol sapere, che cosa si danno da fare nelle altre ore del giorno e della notte, comunque e sempre riuscendo a campare con il denaro del "povero ricco" italiano, senza il dovere o l'obbligo di dare conto a nessuno, senza pagare tasse, tichet, senza la cecessità di avere documenti di riconoscimento o altro cui sono soggetti i pochi o molti, chi lo sa, veri poveri italiani.

Nulla importa a questo "povero ricco" se questi extracomunitari e comunitari arrivano a migliaia nella sua terra, tutti i giorni, senza alcun passaporto, permesso o contratto di lavoro, sbandati, sozzi, zoppi, ammalati, incinte, e chissà quanti malavitosi e pieni di droga. Gente che quasi quasi ci impone usanze e leggi del loro paese di provenienza. Mentre noi italiani, essendo dei "poveri ricchi" spensierati, li lasciamo venire liberamente e gli facciamo fare ciò che vogliono senza che debbano dare conto di niente, anzi siamo noi a dovergli rendere conto.

Una buona parte di questi stranieri, non bastando le nostre chiese, è venuta in Italia a piazzarci circa 650 moschee . Non bastando i nostri "poveri ricchi" preti ci hanno piazzato anche i loro "poveri arciricchi" ayatollah, iman ecc.. Non essendo sufficiente il nostro Dio, Gesù, e le strampalerie della Bibbia, dobbiamo sopportare anche gli islamisti oltranzisti, fondamentalisti di al Qaeda con il loro Allah, Maometto e le corbellerie del Corano.

Ci stiamo facendo sommergere, senza scomporci, senza invocare la legge sulla privacy, da un mare di prostitute, di "vò cumprà e di cinesi, di gente sbandata proveniente dall' Europa orientale, dall' Africa, dall'Asia, spesso reclutata da parte di attività mafiose o comunque illecite. Gente spesso poco raccomandabile, malavitosi per costituzione, nei cui paesi d'origine non trovano risorse sufficienti da arraffare, venuta quì per dare man forte ai loro consimili con brevetto Italy

Ci siamo fatti invadere da gente che invece di integrarsi nelle nostra cultura stanno cercando di disintegrare quella nostra.

Si costruiscono alloggi per i forestieri mentre il vero povero faticatore italiano (4.500.000 circa che pagano le tasse anche per questo), sta a guardare dalla finestra della casa in affitto.

Stiamo vendendo le nostre migliore aziende ai capitalisti d'oltralpe, stiamo svendendo il nostro orgoglio nazionale, la nostra cultura, il tutto senza rammaricarci.

Questo succede perché l'Italia è un paese strano, poco o per niente normale, arrendevole di fronte a situazioni che andrebbero affrontate con serietà e rigore.

Se l'economia peggiora o ristagna, se le cose dal punto di vista delle entrate vanno male, come si spiega che tanti "poveri ricchi" italiani si riversano nei supermercati uscendone con i carrelli zeppi di merce di tutte le specie, che comprano auto di lusso, che vestono abiti firmati, ecc.,ecc.,ecc.?

Si spiega con il fatto che l'Italia è un paese che, a causa dei "poveri ricchi", a perso la testa.

L'Italia, proprio perché è un paese di "poveri ricchi", tutti mandano i figli a scuola per fargli fare i bullisti o per snob, mentre nel campo del lavoro e delle professioni mancano persone qualificate e specializzate da inserire nelle industrie, nell'arte, nell'insegnamento scolastico ed universitario, negli ospedali, negli uffici pubblici, nei tribunali, nella politica ed in tanti altri comparti del sociale.

Ed a proposito di servizi pubblici ed ospedali, l'Italia è un paese in cui si può liberamente esercitare la professione di medico, anche specialista, e persino negli ospedali, senza aver conseguito alcuna laurea.

L'Italia è il paese più cattolico che ci sia, dove ha sede il Vaticano, il Papa, ma è anche uno tra i paesi con la più alta percentuale di criminalità, di imbroglioni, di lestofanti, di affaristi.

E' veramente difficile capire come stanno effettivamente le cose tra processo di produzione, scambio, consumo, insegnamento, preparazione professionale, tra cattiva e buona educazione, tra ladrocinio ed onestà, tra immigrazione, sporca politica e cattiva giustizia, il tutto convivente nel

panorama socio-attivo italiano, perché le statistiche servono solo a confonderci ancora di più le idee.

La realtà è, che, chi non produce ricchezza sofferta e pulita, chi non ha alcuna professione, arte o mestiere se non solo quello di essere sfacciato, presuntuoso, malavitoso, vive cento volte meglio dell'onesto lavoratore, del galantuomo che paga le tasse, di chi è veramente ricco di meriti.

L'altra realtà è, che, sembrerebbe che molti vorrebbero vivere di furbizie ma non essendone capaci sono costretti a pagarne un prezzo salato agli altri, a quelli che sanno esserlo, ai "poveri ricchi" 'italiani, a quelli che non possiedono nulla sulla carta ma sono padroni di mezza Italia.

Cose su cui nessuno indaga perché bisognerebbe, prima e seriamente, indagare su chi è tenuto ad indagare.

Chi va ad impelagarsi per capire meglio e mettere a nudo questo cose, per essere sistemate come la legge dei diritti e dei doveri comanda, come giustizia vera esige? Nessuno! Perché nessuno, dei pochi o molti poveri veri, da solo, può esimersi dal pagare le tasse per gli altri, per i "poveri ricchi" e per gli extracomunitari irregolari e stare zitto se non vuole pagare "tributi" peggiori. .

In questa situazione l'Italia deve considerarsi un paese ricco, oppure povero? Io, francamente, non riesco a dare una risposta esatta, non so esprimere un giudizio obiettivo. Potrei dire che l'italica gente è un misto di buone e pessime qualità, che fanno, insieme, delle ottime cose ed altrettante cattive, convivendo in relativa, apparente tolleranza per esigenze contingenti, fino a quando non si spezza la catena che li tiene legati. Ma questa catena non si rompe da se, per il logorio del tempo, ma dovrà essere il popolo degli onesti, dei lavoratori, dovranno essere coloro i quali desiderano che la legge sia veramente uguale per tutti, coloro i quali vogliano fare solo delle buone cose, che sentono ancora amor di patria, che amano la libertà nella disciplina e nell'ordine; dovranno essere gli uomini che si rifanno a questi valori, a valori morali alti, di Civiltà con la C maiuscola a romperla con forza se vogliono riacquistare la ricchezza vera della propria dignità .

                                                                      crigiochiaro                                       

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<<38 P>> 1 Maggio 2012

Civiltà dell’Asso di Bastoni.

Da un modesto ma libero, veramente indipendente blog, nonchè punto di riferimento, capolinea di nuove idee in arrivo e partenza, voglio lanciare una sfida a quanti sono scontenti dell'attuale sistema politico e partitocratico italiano, a quanti sono indignati nel vedere l'attuale classe politica e dirigenziale azzannarsi, sbuttanarsi tra loro alla faccia del ruolo istituzionale che ricoprono; nel vedere l'imbarbarimento della vita sociale; nel constatare sulla nostra pelle ed a nostre spese il degrado, le disfunzioni, il caos, il particolarismo, gli sperperi, truffe, “arraffamenti” e quant'altro di negativo regnanti nelle pubbliche istituzioni (scuole, ospedali, tribunali, amministrazioni locali, provinciali, regionali e nazionali), nonché gli imbrogli e ladronerie, passate e recenti, oltre che nel pubblico anche nel privato, nella giungla dell'economia privata. Dalla Olivetti, alla Parmalat, da Fastweb, a Telecom, e, perché no, dalle cosiddette cooperative di nome e non di fatto, alla Fiat i cui due maggiori "esponenti" (britannicamente parlando, "manager" che in italiano vuol dire "maneggiare"), Luca Montero di Montezemolo fino a non molto tempo addietro presidente, e Sergio Marchionne amministratore delegato, incassano, in compensi (quelli che si conoscono), alla faccia della miseria, la bellezza di 5,17 milioni di euro l'anno il primo e 4,782 milioni di euro l'anno il secondo. Mentre non demordono di incassare tanti soldi, continuano a mettere in cassa integrazione gli operai e chiudono le fabbriche italiane (vedi Termini Imerese), per andare ad ingrassare industrie automobilistiche estere in difficoltà (vedi Chrysler), tentando, inoltre, di acquistare (operazione fallita) un'altra industria in difficoltà, la Opel. Costruiscono stabilimenti nei paese dove la manod’opera gli viene e costare di meno,  per fronteggiare la concorrenza (dicono loro), ma i motivi non sono questi o solo questi ma di tutt’altre occulte o poco chiare faccende, di cui quattro chiaramente palesi:1) non avere a che fare con i sindacati italiani; 2) non avere a che fare con la politica italiana; 3) non avere a che fare con il fisco italiano, 4) guadagnare sempre di più.

Per non parlare, poi, del reddito (sempre più patrimoniale), che, come si apprende dalla fonti d’informazione, solo per i primi dieci sottoelencati paperoni d’Italia ammonterebbe a circa 50 miliardi di euro:

“Ecco chi sono i primi dieci "paperoni" d'Italia, secondo la classifica stilata da Forbes:

1) MICHELE FERRERO: il patron dell’omonimo gruppo dolciario vanta un patrimonio di 14,2 miliardi di euro e si conferma l’italiano più ricco, al 23mo posto nella classifica mondiale.

2) LEONARDO DEL VECCHIO: il fondatore del colosso degli occhiali Luxottica è al 74mo posto nel mondo, con una fortuna di 8,6 miliardi di euro.

3) GIORGIO ARMANI: con lo stilista irrompe la moda nella classifica dei più ricchi d’Italia. Armani ha un patrimonio di 5,4 miliardi.

4) MIUCCIA PRADA: ancora moda con la stilista, considerata da Forbes anche la 79ma donna più potente del mondo. La nipote del fondatore Mario ha un patrimonio di 5,1 miliardi di euro.

5) PAOLO E GIANFELICE ROCCA: i fratelli Rocca hanno ereditato il 10% di Techint Financial, che controlla Tenaris, attiva nel campo dell’ingegneria energetica. Il patrimonio è di 6 miliardi di 4,5 miliardi di euro

6) SILVIO BERLUSCONI: l’ex premier e fondatore di Mediaset e Fininvest è ’solò sesto, con un patrimonio di 4,4 miliardi.

7) PATRIZIO BERTELLI: il marito di Miuccia Prada, amministratore delegato del gruppo, ha un patrimonio di 2,77 miliardi di euro.

8) STEFANO PESSINA: ex ingegnere nucleare, patron di Alliance Unichem, fusa col colosso farmaceutico britannico Boots nel 2006. Un patrimonio da 1,95 miliardi.

9) BENETTON: la famiglia veneta, titolare dell’omonimo marchio di abbigliamento, è presente per intero: Carlo, Gilberto, 9) Giuliana e Luciano vantano un patrimonio di 1,5 miliardi ognuno.

10 MARIO MORETTI POLEGATO: il numero uno di Geox, nonostante il calo delle quotazioni azionarie, resta fra gli italiani più ricchi, con un patrimonio di 1,35 miliardi.”

 

Non so come vengono effettuate queste stime, dove vengono trovati questi dati e quanto esse corrispondono effettivamente alla ricchezza sia patrimoniale che reddituale di ognuno di detti papaveroni, perché, come ritengo, le loro ricchezze, nonché di altri migliaia tra paperoni, papare e paparini Italiani, non menzionate dalle statistiche, sono, forse e senza forse, di molto superiori a quelle stimate dai vari studi o comunque conosciute.

Naturalmente, per chi ha tanta ricchezza, se gli passa per la fantasia di fare politica, un posticino in parlamento non glielo toglie nessuno. Ed allora, oltre alla super ricchezza da loro già posseduta, ecco altri ghiotti privilegi, come quelli di cui godono i cosiddetti onorevoli (di nome e non di fatti), e che, tanto per citarne qualcuno, trascrivo il seguente, di mia più recente conoscenza, tratto dal portale Leonardo.it (finanziamenti) pubblicato il 14-03-2012 :

Mutui agevolati agli onorevoli: gli italiani che non conoscono vergogna

Bella la vita quando si è onorevoli: non solo stipendi da pascià e pensioni di lusso, gettoni e sconti di vario tipo, ma anche condizioni avvantaggiate per qualsiasi cosa. Inclusi i mutui. La vicenda è stata portata in tv a Piazza pulita, la trasmissione d’inchiesta di Corrado Formigli su La7, grazie a un’incursione con telecamera dell’Onorevole Barbato alla sede BNL di Palazzo Madama, documentando così le condizioni per mutui e prestiti non solo agli onorevoli, ma anche ai loro amici, figli, parenti e conoscenti. Insomma… se conoscete un onorevole, siete a cavallo.

I TASSI PER GLI ONOREVOLI
I tassi applicati per un mutuo agli onorevoli (e parenti, conoscenti, ecc) è un variabile all’1,57% (incluso lo spread). Condizioni più vantaggiose persino di quelle di cui godono gli stessi dipendenti della banca.

Condizioni assolutamente fuori mercato che nessun “comune mortale” potrebbe mai ottenere in una banca “normale”.

Per chi ha già tanti privilegi, viene da pensare che non c’è vergogna.”

Ma, vergogna a parte, tanto, questi, data la loro ricchezza e la faccia di bronzo, la vergogna se sbattono per le….zone più intime, io direi, invece, che simile ricchezze e privilegi sono un’offesa, uno spregio o meglio uno sfregio per le persone che lavorano e faticano per sopravvivere, per la gente onesta, per la dignità umana, per la democrazia.

D’accordo che non bisogna fare di tutte le erbe un fascio, ma quando si riscontrano situazioni come quelle conosciute e arcipubblicizzate del sesto classificato nella liste dei paperoni italiani e cioè Silvio Berlusconi, non per parlar male di lui, anzi, per certi versi dovremmo anche riconoscerne gli indiscutibili meriti, ma perché tra tutti i personaggi ricchi d’Italia è uno tra i più popolari, uno tra i più amati e bistrattati, a noi poveracci vengono le vertigini quando sentiamo parlare di certe cifre, non dei capitali che lui giustamente investe per portare avanti le sue aziende, ma per tantissimi quattrini che esborsa e che esulano dal lavoro, quattrini che fanno parte di situazioni extra, private, di divagazione personale.

Per esempio, tanto per citarne qualcuna a caso, il costo del divorzio tra Berlusconi e Veronica Lario (Veronica Lario, pseudonimo di Miriam Raffaella Bartolini nata a Bologna il 19 luglio 1956, è un'attrice italiana, nota solo per essere la seconda moglie di Silvio Berlusconi), la quale, sembrerebbe, dopo detto divorzio, che alla Lario andrebbero, oltre alla villa Belvedere Visconti sita nel comune di Macherio il cui valore è stimato in circa 80 milioni di euro, da godersela in usufrutto per tutta la vita, (possibilmente portandovi dentro, per farsi fottere o per fotterlo, un altro papero o pollo), si papperebbe, senza far nulla di utile per la società (che io sappia, oltre ad essere stata una dei principali azionisti del quotidiano il Foglio, sa, o sapeva solo recitare, fingere, cioè fare l'attrice mettendo a nudo il seno. Solo il seno?), si papperebbe, dicevo, la bellezza di € 300.000 netti al mese che corrispondono alla non indifferente cifra di 10.000 euro al giorno, e, tutto questo, alla faccia della povertà, di chi lavora, di chi è onesto, di chi non sa fottere il prossimo. Ma non è finita quì, poichè, sembrerebbe che, tra i due divorziati, vi siano ancora delle querelle relative al mantenimento della villa le cui spese, solo quelle ordinarie, ammonterebbero (e quì proprio mi scappa, in modo naturale, di dire: "minchia signor tenente") a circa due milioni di euro l’anno.

Quindi, soltanto questo divorzio, oltre alle spese accessorie, oltre a non poter più disporre della Villa Belvedere, verrebbe a costare a Berlusconi la bellezza di € 5,600,0000 (cinquemilionisecentomila) l’anno, Il che vuol dire che un operaio, per poter raggiungere tale stratosferica cifra, pur sudando le proverbiali sette camicie per guadagnare 100 € al giorno, dovrebbe lavorare tutti i giorni, domenica e festivi , buono e cattivo tempo, senza neppure un giorno di malattia, dalla nascita fino all’età di circa 156 anni.

Sembra un assurdo ma è pura realtà!

Pensate , anzi non si riesce neanche a pensare quello che accade di simile o peggio tra le altri decine o migliaia di ricchi fradici sparsi in tutt’Italia!

Quanto sopra evidenziato è solo una piccola goccia nel grande oceano delle follie, delle iniquità umane. Pertanto, per arrivare all’eliminazione dei sempre più dilaganti fenomeni di malcostume, di vizi, di improntitudini,di inaccettabile divario di ricchezze economiche e finanziarie tra i vari strati sociali, oso dire a quanti sono arcistufi, scoglionati di continuare a vedersi presi per i fondelli da questi neo sciacalli della malora, i quali, singolarmente o a gruppi, politicamente parlando scorrazzano con imperturbabile faccia tosta un po’ al centro, un po’ a manca o a destra e viceversa, secondo propria convenienza; mentre, economicamente e finanziariamente discutendo, la categoria di vip e papaveroni della politica, dell'industria, della finanza, del commercio, dello sport e spettacolo, della moda ed altri settori del vasto mondo dei loschi affari, sia privati che pubblici, fanno soventi viaggi a Montecarlo, in Svizzera, alle Maldive, alle Seicelle, a Singapore ecc. e non tanto per relax, ma, secondo le più svariate tipologie di interessi, a nascondere o investire i miliardi di euro tolti dalle tasche dei consumatori, dei lavoratori, dei poveri ed onesti cittadini italiani, con i più disparati e spudorati artifici, legali ed illegali. Contro questo malvezzo, quindi, ripeto ancora e (sperando di non rimanere, più di tanto, oltre che ripetitivo ripetente) intendo dire alla gente libera, onesta e saggia, che è giunta l'ora di unirci e fare sentire a questi "fottipopolo" non tanto la nostra voce quanto il nostro peso qualitativo, il nostro valore ideale e morale, la nostra forza di volontà al cambiamento e se necessario anche quella dei nostri muscoli.

Ci lamentiamo per quattro, cinque anni dello sfascio socio-politico, nonché morale, culturale ed economico e poi, come nulla fosse, zitti zitti, come tanti minchioni o fessacchiotti andiamo di nuovo a votare mettendo la croce sul simbolo dei partiti (partiti….cioè andati via dalle tradizioni più nobili), i quali, finito il tempo degli approcci, dei corteggiamenti, delle promesse e, dopo, terminate le elezioni, la croce ce la mettono addosso a noi. Scordandoci delle ingiustizie che abbiamo subite, continuiamo a comprometterci scrivendo la preferenza per il solito sbriga faccende, per il solito tornacontista o per il pappone di turno.

Questa sfida, questo invito, questo mio spassionato incitamento a rompere con gli indugi, le paure, di farla finita con le raccomandazioni, con le preghiere, promesse e speranze, è soprattutto rivolto alla gente onesta e coraggiosa.

La cosa da fare è semplice. Non implica costi economici, né di altro genere. La sfida consiste in questo: alle prossime elezioni, almeno fino a quando non avremo raggiunto una valida e perfetta organizzazione, non andiamo a votare e chi non se la sente, per paura di ricatti, può depositare nell’urna la scheda elettorale in bianco o meglio con la scritta W. l’Asso di Bastoni.

Che cos’è l’asso di bastoni? Un movimento, un nuovo rivoluzionario soggetto apolitico, antipartitocratico, per governare in modo nuovo, dove anche il più semplice dei cittadini può avere voce in capitolo.

Questo rivoluzionario movimento, da me ideato e che ho chiamato, per una serie di validi motivi che di seguito descriverò “Civiltà dell’Asso di Bastoni, il cui all’emblema, in calce riporto in tre diverse versioni è ancora in fase di perfezionamento. Quando, anche con l’aiuto di chi vorrà partecipare a questa impresa, sarà scelto l’emblema definitivo, se il popolo lo vorrà sarà dotato anche  di un programma e di uno statuto chiari, semplici, facile da interpretare, da applicare e fare applicare, di cui qui, scorrendo pagina, traccerò alcune linee salienti.

Pertanto, fino a quando questo movimento non avrà raggiunto la maturazione, ricevendo il beneplacito del popolo per presentarsi alle competizioni elettorali, pazienza, votiamo come sopra consigliato il che starebbe già a dimostrare che la volontà popolare c’è, e che, quindi, è scoccata l’ora di organizzarci non solo a livello ideale ma anche amministrativo, economico e di regole per potere entrare in competizione per il governo del paese ..

Forza ragazzi! Fatevi avanti perché l'avvenire sia nelle mani degli uomini responsabili, seri ed onesti. Non state sulla difensiva, ma passate al contrattacco perché venga, una volta per tutte, sconfitta una classe dirigente (salve le rare ma dovute eccezioni, che, però, hanno poca voce in capitolo quando non né hanno affatto), composta da scansafatiche, incompetenti presuntuosi, pazzi e ladri che sempre di più imperversano dappertutto.

Qualcuno si domanderà, perché l'Asso di Bastone come emblema? Perché oggi vi è l'esigenza che l'Asso di Bastone, venga adottato quale simbolo di un nuovo, moderno, anticonvenzionale soggetto politico, ed anche quale valido, nobile e forte strumento per dare in testa a politici, amministratori e funzionari pubblici e privati lassisti, sordi ai doveri ed alla morale, strapagati e disonesti; per dare in testa agli evasori fiscali, agli gnomi dei grandi capitali, agli speculatori finanziari, insomma, a tutti gli affaristi, a quanti organizzano o dirigono trame ed intrighi di attività illecite spesso restando nell'ombra, nonchè a quei cittadini in sintonia con i suddetti personaggi.

Perché l'Asso di Bastoni rappresenta la natura. Esso segue i principi dell’energia creativa, è l'incarnazione della forza e dello sviluppo. Perché il simbolo dell’asso di bastoni sta a significare prospettive migliori per il presente e per il futuro. E' la forza di chi detiene il comando e sa far seguire l'azione al pensiero, l'agire alla volontà stessa di agire : la concretezza, l'energia che crea.
E' il progresso, l'avventura, la sorpresa, l'evento positivo inaspettato, le potenzialità, le capacità.
E' il simbolo del comando, dell'autorità, del potere esercitato benevolmente, e, all’occorrenza, con decisione, fermezza e sicurezza.
E' la creazione del proprio destino.

Quindi l’Asso di Bastoni per porre fine alla ricchezza eccessiva ed all’eccessiva povertà, per una società equa a dimensioni umane in cui la vera ricchezza sia rappresentata dalle persone oneste, incorruttibili, volenterose, sagge, professionalmente preparate, civili.

L’Asso di Bastoni per un radicale rinnovamento sociale e istituzionale, l ‘Asso di Bastoni per la rìscrizione dei patti lateranensi, l’Asso di Bastoni perché alcune brutte abitudine e vizi insiti in molti strati della popolazione vengano, con le buone o cattive maniere, definitivamente debellati e cancellati anche dal vocabolario.

L’Asso di bastone per dare una mazzata ai sindacati politicizzati, che non fanno gli interessi dei lavoratori, degli operai che hanno voglia di lavorare, ma della politica in specie di quella sinistroide estrema.

L’Asso di Bastoni per snidare e conciare per le feste mangia a spasso e fannulloni.

Civiltà dell’Asso di Bastoni vuole essere un ordinamento che rispetti i diritti inalienabili delle buone usanze, un ordinamento in sintonia con quelli ambientalisti e salutisti, promuovendo e sostenendo, in particolare, chi pratica il veganismo, il lavoro in generale ed in particolare quello della terra, sia quello delle terre piane che delle colline e dei monti.

Civiltà dell’Asso di Bastoni vuole essere un ordinamento ideale perché la gente non soffra più o soffra di meno patologie e malattie degenerative dei nostri tempi dell’attuale inciviltà consumistica ed antiambientalista, malattie come il diabete, colesterolo, pressione sanguigna alta, arteriosclerosi, disturbi cardiaci, osteoporosi, artrite, cellulite, stitichezza, diarrea, obesità, stress, insonnia, emorroidi, allergie, demenza, disturbi paranoici e maniacali, nonché “poltronite”, “ladrocinite” “disonestite” e….via discorrendo.

Civiltà dell’Asso di Bastone perché tanti vizi, tanto scorretto procedere della presente generazione vengano debellati e si possa ritrovare una vita più tranquilla, più serena, più sana. più vivibile, più naturale.

Civiltà dell’Asso di Bastoni vuole essere l’elisir per dare più anni alla vita e vita nuova e sana agli anni, per arrivare in forma fino ad almeno cent’anni.

L'Asso di Bastone per far ritrovare i sensi a chi li ha smarriti! L'Asso di Bastone per un corretto, civile sviluppo sociale.

Civiltà dell’Asso di Bastoni per un ordinamento universale in cui tutto e tutti si possa convivere in piena armonia e solidarietà e per abolire le etichettature politiche di “centro”, “destra”, “sinistra” e “miscugli vari”, promuovendo sentimenti di fratellanza, di vicendevole aiuto materiale e morale tra tutti i membri della collettività.

Civiltà dell’Asso di Bastone, inoltre, per dare impulso alla scienza, perché vi sia un progresso verso forme migliori nel campo delle conoscenza, delle relazioni sociali, dei costumi, dei mezzi di vita.

Civiltà del’Asso di Bastoni perché discoteche e tabaccherie non possano più nuocere alla gente. Civiltà dell’Asso di Bastoni perché la prima abitazione nonchè gli immobili posti in zone disagiate, senza servizi pubblici, siano esentate, con legge costituzionale, dal pagamento dell’ICI o della nuova e ancora più esosa ed odiosa IMU.

L'Asso di Bastoni perché gli eletti dal popolo la finiscano di disonorare il mandato, facendosi chiamare anche onorevoli.

Se avete orgoglio e fegato iniziate questa nobile e necessaria impresa. Se volete che trionfi il lavoro, l'onestà, la libertà giusta, se volete giustizia sociale nella pace costruite la… guerra, quella che si combatte con le armi del voto.

Per quanto mi riguarda sono pronto, finchè vivrò, ad arruolarmi in questo nuovo civile esercito dei legionari dell'onore, sotto il simbolo della Civiltà dell'Asso di Bastoni, per il vero, totale rinnovamento dell'ordinamento sociale.

Le vere crisi non sono quelle economiche e finanziarie, programmate periodicamente dagli speculatori mestieranti, dalle multinazionali dei loschi affari, dal grupppo bilderberg e collegati (commissione trilaterale e gruppo Goldman Sachs, quest’ultima una delle più grandi banche d'affari del mondo), ma quelle del deficit morale e culturale, di mancanza di Civiltà con la C maiuscola, di autodisciplina e decoro in primis della classe dirigente, vi è carenza di persone sagge ed autorevoli nel più esatto significato dei termine, vi è scarsità di persone oneste. Non vi sono doveri uguali per tutti nè diritti secondo meriti tangibili, incontestabili. Quindi l’Asso di Bastoni perchè queste crisi e questi deficit vengano passati alla storia e non si ripetano più in nessuna forma. Per ottenere ciò l’Asso di Bastone propone, per chi sgarra, la pena dei lavori forzati a vita.

Civiltà dell’Asso di Bastoni per infliggere un duro e definitivo colpo agli errori del passato, una lotta convinta ai mali atavici della nostra amata Patria; Civiltà dell’Asso di Bastoni per la ripresa della nostra sovranità monetaria, la cacciata delle multinazionali e degli speculatori finanziari…Ecco cosa servirebbe all’Italia per essere nazione competitiva e rispettata. Un governo fatto di uomini soprattutto onesti e competenti, un popolo che rema all’unisono nella stessa direzione, un’attacco frontale ai Padroni del mondo, uno scossone alla Finanza mondiale, una vera lotta alla malavita organizzata e alla onnipresente corruzione.

Civiltà dell’Asso di Bastoni perché le industrie e tutto quello che fa parte del business economico e finanziario sia distribuito equamente tra nord, centro e sud Italia, per non creare disparità di lavoro e di beni economici tra aree geografiche diverse.

L’Asso di Bastoni da solo o l’Asso di Bastoni con la stella tricolore, la scopa ed il forcone, oppure l’Asso di Bastone con la stella tricolore, il forcone, la scopa, il piccone ed il badile, per fare pulizia di tutto ciò che è ’inutile, dannoso, infestante, per un vero, radicale rinnovamento sociale.

Ben a ragione Michelangelo Buonarroti disse :"Il maggior pericolo per tutti noi non è che il nostro fine sia troppo elevato e non riusciamo ad arrivarci, ma che sia troppo basso e lo raggiungiamo..."

E noi, per evitare il peggio, dobbiamo lottare uniti e con volontà tenace per raggiungere il fine più elevato sotto l”insegna della Civiltà dell”Asso di Bastoni.

Insomma, il grande deficit di moralità, di serietà, di professionalità, di governamento si potrà colmare soltanto con una Rivoluzione. O meglio, con un’ Utopia: votando Civiltà dell’Asso di Bastoni.

Provare per credere!                                          crigiochiaro 

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Verità storiche, dal 1927 al 2012, senza partigianerie, scevri da opinioni politiche e senza tendenze ideologiche.

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L’ITALIANO CHE SEMINO’ I BOLIDI DI HITLER (Art. tratto dalla rivista Focus Storia n. 3- Numero speciale- Estate 2005))

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Nato a Castel d’Ario (Mantova) nel 1892 Tazio Nuvolari (foto) fu uno dei maggiori ambasciatori di un’Italia all’avanguardia nella tecnica e nei motori. A 13 anni prese di nascosto l’auto del padre e, nottetempo, fece un giro per il paese. Esile e piuttosto basso, durante la grande guerra guidò camion e autoambulanze. Un giorno finì fuori strada e un ufficiale gli consiglio di “lasciare perdere l’automobile”. Fra il ‘23 e il ’24, ormai professionista, arrivarono le prime vittorie e, dal allora, niente riuscì a fermare la sua passione. Vinse la Mille Miglia nel ’30 e nel ’33. Due anni dopo, partito sfavorito al Gran premio di Germania, annegò nella polvere gli squadroni della Mercedes e dell’Auto Union, i bolidi di Hitler. Vittoria impossibile e clamorosa fu definita. E, soprattutto politicamente significativa.

Non fu da meno il trionfo di New York, l’anno dopo, alla coppa Vanderbit. A metà percorso, lo speaker annunciò che erano stati messi in palio mille dollari per chi fosse riuscito a rimanere per almeno un minuto davanti al campione italiano. Il premio, naturalmente, non fu mai pagato. Nuvolari che Ferdinand Porsche aveva definito “il più grande pilota del passato, del presente e del futuro” morì nel 1953.

Dalla suddetta premessa traggo lo spunto per fare una breve quanto confusa incursione, secondo mia conoscenza e opinione degli avvenimenti in campo politico e governativo, verificati e sperimentati negli anni che appartengono alla mia generazione e da me vissuti dal 1927 ad oggi. Naturalmente, e questo era il fine della premessa, non posso che parlare anche del fascismo facendo confronti e paragoni con altre forme di governamento.

Inizio concisamente col dire che la marcia su Roma e la conquista del potere da parte di Mussolini (28 ottobre 1922) rappresentarono il momento culminante di un periodo di scioperi (il cosiddetto biennio rosso, 1919-20), violenza e illegalità diffusa cui le istituzioni dello Stato liberale – governi deboli e incapaci di durare a lungo - non erano riuscite a porre rimedio, e che aveva visto le squadre di azione fascista protagonisti, in contrapposizione ai socialisti, ai sindacati e alle leghe contadine.

Da qui, tra alterne vicende,tra botta e risposta, tra soprusi, atti di violenza, reciproche vendette ed uccisioni, ha origine il fascismo mussoliniano.

Comunque, quel tipo di amministrazione della cosa pubblica, chiamata a titolo diffamatorio dittatura fascista e non partito fascista o governo fascista, tra luci ed ombre, tra efficienze e deficienze, giustizie ed ingiustizie (né più e né meno di come accade in questo Italico regine multipartitico cosiddetto democratico, ma che di democratico ha solo il peculato), fu efficace, però, tra le tante altre cose che oggi invece vanno male, oltre al riordinamento e riforme della legislazione, oltre che nelle opere pubbliche ed in molte altre materie in primis l’ordine pubblico (vi era più disciplina e meno corruzione in ogni settore della vita sociale), anche nella gestione dello sport.

Annullò le iniziative cattoliche (più dure a morire) e socialiste, favorendo lo sport di massa che altrimenti avrebbe faticato a imporsi. In quegli anni vediamo nascere:
- l'ideologia sportiva;
- la scienza dell'educazione fisica;
- lo sport militare e la diffusione dei valori nazionalistici;
- l'interesse dello Stato per campi-sportivi e palestre;
- l'aristocrazia dei "campioni".

Vedi imprese automobilistiche come quella sopra riportata tratto dal periodico Focus, ed altri sport come il calcio, ecc.

Vedi le grandi imprese aviatorie. Attraverso l'opera di Italo Balbo, dapprima sottosegretario (1926), e poi ministro dell'aviazione (1929), venne dato grande impulso alla nuova arma aerea: furono costituite scuole di alta quota e di alta velocità, furono effettuate crociere collettive del Mediterraneo occidentale (1928), del Mediterraneo orientale (1929), la trasvolata dell'Atlantico meridionale (1931) e la crociera di 24 apparecchi sul tragitto Roma-New York (1933 – Crociera aerea del Decennale), tutte imprese che ebbero vasta risonanza internazionale. I primati internazionali colti dall'aviazione italiana furono numerosi.

Vi sono le imprese marinare con l’impostazione in cantiere di un gigante del mare: il transatlantico oceanico Rex che conquistò diversi record mondiali. Il Rex ottenne il Nastro azzurro nell'agosto 1933 con una velocità media di crociera di 28,92 nodi, strappando il record precedentemente detenuto dal transatlantico tedesco Bremen .

Oltre ai successi di cui sopra ve ne sono altri di maggiore rilievo e peso sociale, ma poiché quest’articolo non è e non ha la pretesa di essere una escursione approfondita di tutte le iniziative, le opere, i risultati del ventennio, mi limito a citare brevemente solo quelle che ricordo, che sono a mia conoscenza.

Inizio con la “bonifica integrale” con la quale il fascismo rese salubri tante zone del territorio italiano infestate dalla malaria, rendendole fertili e facendo sorgere, in quei luoghi, città, borghi e dato lavoro a molta gente.

Detta bonifica acquistò un grande valore economico-sociale per assurgere ad un’importanza politico-demografico, che pose l’Italia al primo posto fra le Nazioni.

Vi fu l’impulso dato alla forestazione e all’agricoltura: nel 1931, grazie alla Battaglia del grano l'Italia riuscì ad eliminare un deficit sulla bilancia commerciale di 5 miliardi di lire ed a soddisfare quasi del tutto il suo fabbisogno di frumento, arrivando ad una produzione di 81 milioni di quintali. Nello stesso anno per l'Italia si registra anche il primato per la produzione di frumento per ettaro: la produzione statunitense, fino ad allora considerata la prima, raggiungeva infatti 8,9 quintali di frumento per ettaro, mentre quella italiana era quasi doppia, contando 16,1 quintali per ettaro.

Ci sono le strade ed autostrade: il 21 settembre del 1924 viene inaugurato a Lainate il primo tratto, da Milano a Varese, di quella che diverrà l'Autostrada dei Laghi, prima autostrada realizzata in Italia. Dal 1924 in avanti, a Lainate cominciarono ad arrivare tecnici da varie nazioni per studiare e copiare questa nuova strada veloce per auto, a pagamento. Era nata qui la "madre" di tutte le autostrade a pedaggio che hanno poi invaso il mondo.

Il decennio a cavallo degli anni venti e trenta vide in opera un grande interessamento del regime fascista nello sviluppo dei trasporti ferroviari, con il raggiungimento di risultati molto positivi, riscuotendo importanti successi e primati anche in campo internazionale. Il 20 luglio 1939, sul percorso Firenze-Milano, nel tratto fra Pontenure e Piacenza l'ETR 212, toccò i 203 km/h, stabilendo il primato mondiale per la categoria e dando inizio vero e proprio e con trent'anni di anticipo all'alta velocità ferroviaria.

Inoltre, l’impegno per porre fine al latifondo siciliano. Nell’estate del 1937 Mussolini compì il suo grande e promettente viaggio in tutta la Sicilia e nel discorso tenuto a Palermo il 20 agosto egli preannunziò la resurrezione economica dell’Italia con le memorabili parole: <<il latifondo siciliano sarà liquidato dal villaggio rurale il giorno in cui il villaggio rurale avrà l’acqua e la strada. Allora i contadini di Sicilia, come i contadini di tutte le parti del mondo, saranno lieti di vivere sulla terra che essi lavorano>>.

Venne riformata la scuola dietro il valido impegno del filosofo Giovanni Gentile e poi di Bottai e, infine e non ultima, la lotta alla mafia e la sua totale estirpazione.

Nel 1927,Winston Churchill, in visita a Roma, incontra Mussolini ed esprime pubblicamente il suo apprezzamento per il governo fascista.

Meditando si scopre che molte leggi, molte istituzioni, molte opere sono ancora quelli di Mussolini e del fascismo e, mentre alcune funzionano a scappamento ridotto, altre funzionano male o non funzionano affatto lasciate nella non curanza, nel totale abbandono, con grande spregiudicatezza non si pensa nè a far di meglio, nè a conservare ciò che di buono ci è stato tramandato. Tutto senza che nessuno si domandi come e perché ciò accade.

Il fascismo, in 18 anni circa (il resto sono anni di guerra), ha realizzato opere, compiuto innovazioni e miglioramenti in tutti i comparti del sistema Italia più e meglio di quanti non ne abbia fatto, in 66 anni, questo regime repubblicano. In compenso, a consolarci di essere in un regime democratico e repubblicano, possiamo vantare i seguenti primati: 66 anni di scandali: 66 anni di sottomissione dello stato laico al vaticano, 66 anni di malgoverni; 66 anni di bugie sul fascismo e sulla formulazione dei motivi per cui Mussolini decise di entrare in guerra a fianco della Germania nell’ultima guerra mondiale; 66 anni di bagarre, di odio, di sentimenti di profonda intolleranza politica ed anche etnica; 66 anni di mafia, di camorra, ndrangheta, sagra corona unita, di collisioni tra politica e organizzazioni criminose ; 66 anni di sindacalismo politico e di scioperi; 66 anni in cui oltre un milione e trecento mila persone (vedi nota E/1 in calce riportata) che vivono direttamente o indirettamente di politica si sono mangiata mezza Italia; ecc. ecc. ecc..

A proposito di repubblica, pur non avendo una grande memoria, mi è rimasta impressa questa frase pronunciata dalla mia maestra della 4 classe elementare (anno 1937/38), la quale, allontanatasi dall’aula per qualche minuto per andare in bagno o in segreteria, non so, al rientro ha trovato noi alunni intenti a fare baccano e, a quella vista, ci ha sgridati con la seguente frase: ragazzi…. cos’è questa repubblica! Da quel momento ho pensato e poi constatato che repubblica è sinonimo di bordello. Se Mazzini potesse resuscitare, dopo aver constatato che la sua “Giovane Italia”, la sua idea repubblicana, a causa di una politica da strapazzo, sporca, portata avanti da una generazione di politici degenerati, invece di maturare secondo il suo pensiero ha condotto l’Italia nel marciume politico ed amministrativo, anche lui non potrebbe che gridare: cos’è questo bordello di repubblica!

Una delle condizioni essenziali della libertà è l’autarchia, autarchia che fu in parte attuata da Mussolini per rendere l’Italia meno schiava dai prodotti stranieri. Un risultato positivo fu lo sviluppo della ricerca scientifica soprattutto nella chimica, in cui grande ruolo ebbero l'Istituto Guido Donegani, la Società Agricola Italiana Gomma Autarchica, e l'Azienda nazionale idrogenazione carburanti (ANIC), per la produzione di carburanti autarchici. Altro ente pubblico creato all'uopo durante il ventennio Fascista fu l'Agip.

Nell'ottica dell'autarchia dei carburanti in Italia fu emanata nel 1938 una legge che imponeva l'impianto a gassogeno su tutti gli autoservizi pubblici, comunali e non.

Il termine autarchia definisce, oltre al concetto di autosufficienza giuridica, ossia di autogoverno, quello di autosufficienza economica, chiamato anche "economia chiusa", in cui non sono presenti relazioni commerciali con l'estero e l'ecosistema economico nazionale non è influenzato dalle tendenze internazionali e dalle relative periodiche crisi politiche, economiche e finanziarie.

Secondo alcuni scrittori e pensatori di fama internazionale, tra cui Johann Gottlieb Fichte, l’autarchia è un modello in cui lo Stato deve garantire da una parte la libertà della comunità nazionale – e solo di conseguenza quella degli individui, dei ‘particolari’ – ed, allo stesso tempo, assicurare alla totalità dei suoi membri lavoro e benessere. Rispetto alle teorie politiche ed economiche odierne, che giustificano lo sviluppo ‘progressista’ della globalizzazione, potrebbe suonare come un appello regressista. Un appello a un regime economico che escluda il lusso e affermi uno stile di vita destinato al soddisfacimento delle necessità vitali, e non alla creazione di nuovi bisogni.

Oggi come oggi, con tanti vizi che vi sono in giro, con il quasi assoluto dominio degli affaristi, delle multinazionali del commercio, dell’industria e della finanza globalizzate, del più smodato consumismo, del pluralismo distruttore di singole civiltà, tradizioni, testimonianze, ammaestramenti e particolarità, l'autarchia è difficile se non impossibile da realizzare. Ciononostante dovrebbe essere un obiettivo cui bisognerebbe ambire, prima che il mondo finisca in un ammasso di letame, di spazzatura e di non ritorno ad una vita saggia, sana e serena.

Gli scambi commerciali in cui milioni di tonnellate di prodotti viaggiano per migliaia di km sono illogici e la terra non li può sostenere. Per cui questo sistema di produzione e commercio pluralistico e a briglie sciolte, che in termini puliti chiamerei confusionismo ed in termini volgari postribolo, che affossa il singolo e distrugge l’identità nazionale e personale, è destinato a collassare con ripercussioni che possono influire sul destino del genere umano. (Vedi nota esplicativa A/1-2-3-4 in calce riportata)

Ecco un esempio pratico ed attuale di come le cose si complicano quando si cerca di abbattere i confini, non solo quelli economici ma anche quelli politici e di amministrazione del sociale:

Fonte: Wikipedia

L'Unione europea contempla 23 lingue ufficiali, lingue parlate in almeno uno degli stati membri (anche se solo l'inglese, il francese e in parte minore il tedesco sono usate come lingue di lavoro all'interno della Commissione europea).

Il Parlamento europeo conta circa quattromila interpreti, per un costo stimato in quasi un miliardo di euro all'anno; mediamente un singolo documento può richiedere fino a una settimana per essere tradotto in tutte le lingue dell'Unione, spesso per la necessità di passare attraverso lingue intermedie, data la mancanza di interpreti in grado di tradurre direttamente da una lingua all'altra (le possibili combinazioni delle lingue ufficiali dell'unione, prese a due a due, sono infatti 253). Oltre al dispendio di risorse umane ed economiche, il lavoro di traduzione può compromettere la chiarezza dei documenti o addirittura portare alla perdita di informazioni e a divergenze fra versioni in lingue diverse del medesimo documento.

Per non dirlo alla paesana, eufemisticamente si direbbe : bel ca…volo di risultato!

Tenendo conto che oggi vi sono a disposizioni, per agevolare il lavoro e tutti gli adempimenti della vita quotidiana compresa l’amministrazione di uno stato, quasi settanta anni di progresso nel campo scientifico e tecnologico, possiamo dire che si stava socialmente, umanamente e moralmente meglio quando si stava economicamente e tecnologicamente peggio.

Nella concezione politiche come quelle radicale della rosa nel pugno e di Vendola con l’orecchino, il collettivismo è mettere spinelli, siringhe e culi in comune .

A proposito di orecchini, un uomo vero e serio e a maggior ragione un personaggio pubblico, non ha bisogno di ciondoli, orecchini, pendagli, monili vari e tatuaggi, ma solo di un bel paio di coglioni efficienti, validi per ogni circostanza. Ma siccome in democrazia tutto è permesso oltre a mandare l’economia a donne di strada, è permesso anche ad un leader politico e pubblico amministratore di indossare brillocchi e vantare la sua omosessualità.

Nicolás Gómez Dávila, scrittore e filosofo colombiano, disse: "Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo.

Ora, lasciando perdere tutte le ladronerie, le magagne politiche e di governo di questi settanta anni postfascisti, mettendo da parte tutti gli avanzi di galera che nel frattempo, nel pubblico e nel privato, hanno fatto bello e cattivo tempo secondo i propri interessi e loro porci comodi, se di errori commessi da Mussolini si può parlare il più grande è stato quello di allearsi con Hitler e di aver portato, tra impreparazione militare e traditori, l’Italia nella disastrosa guerra del 1940-45.

Qui, tuttavia, bisognerebbe aprire un capitolo a parte e vedere se Mussolini, che in un primo momento era per un non intervento, è stato poi costretto o ingannato da un lato dai successi militari riportati dalla Germania (guerra lampo) e, dall’altro, dai raggiri, tergiversazioni e doppiogiochismo delle varie diplomazie internazionali in particolare Inghilterra, Francia e USA, interessate a scompaginare la politica estera estremamente aggressiva e le mire espansionistiche di Hitler, nonché alcune sue giuste rivendicazioni.

Alla luce di molte indiscrezioni ed ipotesi che stanno alla base di quei delicati momenti storici, per stabilire la verità del perché di quella guerra e del perché Mussolini decise di schierarsi con la Germania, bisognerebbe resuscitare le memorie di Mussolini, di Hitler, di Neville Chamberlain e di Churchill, di Roosevelt e di Stalin e, perché no, anche dell’allora Imperatore del Giappone Hirohito con tutto il suo entourage politico e militare, mettendoli tutti su di un tavolo di confronto sereno, spassionato, senza reticenze ed incontrovertibile, poiché da quello che ci viene raccontato dai media e dalla politica c’è poco o niente da credere. Ognuno porta la sua versione secondo opinione e convenienza.

Una guerra nasce per diverse ragioni, che possono essere economiche, politiche o religiose, di rivendicazioni territoriali o etniche, di ambizioni espansionistiche e di dominio.

Infatti, alcuni giornalisti, scrittori e storici, fanno intendere, e ciò ha una buona percentuale di credenza visto come sono andate le cose dopo il trattato di Versailles del 1919, trattato il quale impose pesanti condizioni alla Germania, che la colpa maggiore, la quale ha scatenato la seconda guerra mondiale, sia da attribuire all’egoismo di Francia ed Inghilterra .

Bisognerebbe, quindi, rivedere la storia e intrattenersi, con obiettività, in particolare sui capitoli relativi alle soverchierie degli stati più grandi e sviluppati, dominatori, fino a dopo l’ultimo conflitto mondiale, di mezzo mondo come l’Inghilterra (vedi Commonwealth-Impero coloniale) e la Francia (vedi domini coloniali), soverchierie che, spesso, commettevano nei confronti delle nazioni più piccole e più deboli tra cui l’Italia e la Germania.

Guerra che, comunque, la Germania, il Giappone e l’Italia, senza l’intervento degli U.S.A., avrebbero vinto. Avrebbero vinto più per merito dei tedeschi e dei giapponesi poichè l’Italia, volendo essere sinceri, a causa dei traditori , dei panciafichisti e lavativisti, dei leccaculo della monarchia, delle deficienze della macchina bellica, sia dal punto di vista tecnologico che di capacità di comando strategiche e tattiche, è stata più che di aiuto d’impaccio. Infatti, sul fronte francese, l’Italia ha aperto le ostilità quando la Francia militarmente non esisteva più; sul fronte greco albanese, campagna iniziata nell’ottobre 1940, non riuscendo le nostre truppe ad avanzare di un metro,anzi ad indietreggiare, trascinando la guerra in una situazione di stallo, tant’è che nell’aprile 1941 sono dovuti intervenire i tedeschi che, con un blitz, invasero la Jugoslavia e la Grecia, costringendole, in pochi giorni, alla capitolazione; in Africa Orientale, difesa solo da soldati italiani, gli inglese hanno fatto ciò che hanno voluto: sul fronte libico egiziano, anche su questo fronte lontano dalla loro terra e dagli approvvigionamenti sono dovute intervenire, in soccorso al nostro esercito, le truppe corazzate del corpo di spedizione tedesco al comando del generale Rommel, soprannominato, per la sua bravura ed i successi riportati in africa, “la volpe del deserto”. Però, quando vengono a mancare gli indispensabili rifornimenti per continuare a combattere, non poteva che fare la stessa fine che hanno fatto i soldati italiani.

La guerra in Africa si è persa anche perché la obsoleta quanto mal guidata macchina militare Italiana non è stata in grado di compiere una sbarco nell’isola di Malta, allora possedimento e roccaforte inglese, ed occuparla militarmente, essendo essa vicino casa nostra, ed evitando, così, che gli inglese potessero intralciare i rifornimenti via mare alle nostre truppe impegnate sul fronte libico egiziano. Isola strategica la quale, malgrado i bombardamenti cui veniva sottoposta dai nostri aerei e anche tedeschi, è stata ben difesa ed usata dagli inglesi per impedire la nostra padronanza del tratto di mare che separa la Sicilia dalla Tunisia e dalla Libia. Errore, impotenza oppure imprudenza? Comunque sia, il nostro esercito, su tutti i fronti di quella guerra, ha fatto la stessa figura di quello di franceschiello (soprannome di Francesco II di Borbone ultimo re delle Due Sicilia prima dell’unificazione d’Italia,)

Considerata l’nconsistenza dell’apparato militare Italiano, l’interrogativo si pone, semmai, su cosa sarebbe accaduto dopo, nel contesto socio-politico e geografico, soprattutto in Europa, se ci fosse stata la vittoria delle potenze dell’asse, visto che si era andato delineando sempre più il pangermanismo ed il disegno imperialistico tedesco e, nell’estremo oriente, quello giapponese.

Eppure in merito all’occupazione militare della Polonia da parte di Hitler, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera del 1/9/1939, sembrerebbe che il dittatore tedesco non avesse tutti i torti, anzi più ragioni che torti. Ecco in merito un trafiletto dell’articolo dell’anzidetto quotidiano:”…..nell’intervento militare di Hitler c’è una conscia saggezza, e nel testo del documento una pagina di storia: è la liberazione di un popolo che vive a Danzica; il 90% di origine tedesca, ma nel 1918 subisce l’oppressione della Polonia, che respinge la proposta di Hitler basata su una ragionevole soluzione: l’autodeterminazione, cara a tutte le democrazie. Hitler ha invocato questo diritto dei popoli, ma la Polonia l’ha respinto con cieca intransigenza. Si pentirà!”.

Del resto le linee generali della spartizione della Polonia erano previste nelle clausole segrete del patto russo-tedesco del 23 agosto 1939: nell’insieme, la linea di demarcazione tra Germania e URSS correrà lungo la linea dei fiumi Narew-Vistola-San. La Lituania entrerà nella sfera d’influenza tedesca, mentre in quella dell’URSS finiranno in Estonia, Lettonia, Finlandia e Bessarabia (che dovrà essere restituita all’Unione Sovietica dalla Romania)

Da alcuni documenti inconfutabili risulterebbe con grande chiarezza che la Francia, tanto nel dicembre 1938 come anche nel febbraio 1939 era stata informata dalle autorità competenti tedesche circa le aspirazioni tedesche per il riconoscimento del suo spazio vitale nell’Europa Orientale e che il capo responsabile della politica estera francese, signor Bonnet, aveva promesso formalmente al ministro degli esteri del Reich von Ribbentrop che la Francia non avrebbe intralciato la via a queste aspirazioni. Sotto l’influenza Inglese, la Francia, nella primavera del 1939, ha abbandonato questa politica intromettendosi in questioni dell’Europa Orientale che non riguardavano in alcun modo gli interessi vitali francesi, ed ha minato la base dell’intesa franco-tedesca aiutando l’Inghilterra a scatenare la guerra

Comunque, diciamo che le guerre, le epurazioni, le dittature o meglio la eliminazione di chi si oppone ai governanti creando disagi non sono stati inventate da Mussolini ma ci sono sempre stati, magari usando metodi differenti ma sempre punitivi e coercitivi anche di carattere estremo, sia dalle dittature che dalle più evolute democrazie. Pensate, ancora oggi, in una delle più progredite democrazie del mondo e cioè gli Stati Uniti d’America, per alcuni reati, è in vigore la pena di morte anche in tempo di pace.

Un altro obbiettivo che intendeva raggiungere Mussolini e che non ha potuto portare a compimento per motivi tanto comprensibili che, per non offendere l’intelligenza di chi dovesse leggermi, non starò a perdere altro tempo per descriverli qui, era stata la lungimirante quanto civilissima idea e che sarebbe stata, se portata a compimento, la più grande rivoluzione, la più grande giustizia sociale in campo lavorativo, cioè la “socializzazione dell’economia”. Infatti, dopo la sua liberazione dal carcere dove era stato rinchiuso da parte di una congiura ordita dal re, da Badoglio e alcuni gerarchi dello stesso regime, dopo essere stato liberato dallo stato di detenzione dai paracadutisti tedeschi, ritornato a governare in quella parte d’ Italia in cui non era ancora arrivata l’avanzata delle truppe angloamericane, dopo aver fondato la repubblica sociale italiana, diete corpo anche ad una legge per la socializzazione dell’economia. Legge che, dati gli eventi bellici, non fu mai messa in pratica e, se non vi fossero stati come ostacolo la monarchia e le resistenze capitalistiche avrebbe forse attuato negli anni antecedenti alla guerra.

Con il termine socializzazione dell'economia si intende una teoria, attuata in ambito fascista repubblicano, di trasformazione sociale dell'economia nella quale la proprietà dei mezzi di produzione non è esclusiva del capitalista, ma è partecipata con i lavoratori impiegati nell'azienda. Un sistema antagonista nei confronti della società capitalistica, e di quella marxista. (Vedi nota esplicativa D/1 e D/2 in calce riportata)

 

Quella di Mussolini non è stata una vera e propria dittatura, come quella tedesca, come quella bolscevica, bensì un governo autoritario in un regime monarchico parlamentare, cioè, “l’Italia fascista è stata l’unico Paese totalitario che abbia vissuto, per oltre vent’anni, in un regime di sostanziale diarchia”. D’altronde ancora oggi in Inghilterra, Spagna, Svezia, Norvegia, Danimarca, Giappone ecc., regnano monarchie parlamentari e, in Arabia Saudita, Kuwait, Emirati Arabi, Oman ecc. monarchie assolute quindi peggio delle dittature, monarchie le quali, indipendentemente della loro forma (parlamentare, costituzionale o assoluta) altro non sono che istituzioni in cui lo stato è soggetto in parte o in tutto alla sovranità di una casta la quale, anche se le prerogative possono variare da uno stato all’altro, sempre ereditarie, dispendiose quanto inutili restano. A proposito di monarchia Mussolini ebbe a dire: "Invidio Hitler che non si deve trascinare a rimorchio dei vagoni vuoti”

Sono sistemi parlamentari, tanto quelli a costituzione monarchica, e repubblicana come quella italiana, in cui vige un ordinamento basato sulle elezioni della deputazione attraverso i suffragi popolari i quali, mentre per gli eletti aprono le porte che portano nel paradiso dei privilegi, per gli elettori aprono, invece, quelle dell’inferno delle varie imposizioni fiscali e di genere vario. Pertanto, le consultazioni elettorali non sono altro, per i popoli sottostanti alle democrazie che alle dittature, che fumo negli occhi, in quanto a dettare le leggi sono sempre stati e continuano ad essere quella cerchia di persone che fanno parte del potentato economico ed affaristico e che influenzano la politica.

Le vere dittature sono state quelle di Stalin, di Hitler, quella di Muammar Gheddafi, di Tito, di Fidel Castro, di Mao Tse-tung, ecc. , le quali, sotto alcuni punti di vista, dato il caos sociale, l ‘inettitudine a governare della classe politica dominante in quei momenti storici, sono state anche giuste, necessarie e migliori dei regimi che le precedettero.

Anche se letteralmente democrazia vuol significare potere del popolo, in realtà, la democrazia, avvalendosi della demagogia quale strumento per ottenere il consenso popolare, è possibile che degeneri in oclocrazia in cui il singolo uomo può ottenere il potere assoluto grazie alla sua capacità di manipolare le masse. In tale evenienza, il passo dalla oclocrazia alla dittatura camuffata, passata attraverso il suffragio popolare per democrazia, è breve quanto ingannevole.

Inoltre, per la gente comune, che cosa ha di meglio una forma di governo parlamentare, come quello che attualmente esiste in Italia, di fronte ad un governo autoritario? Forse quello di fare un giorno si e l’altro pure un putiferio di elezioni tra comunali, provinciali, regionali, nazionali e referendum, con infinite perdite di tempo e denaro prima che si arrivi a legiferare, ed enormi costi di gestione e di mantenimento di tutti gli apparati e delle migliaia di sanguisughe che vengono eletti, per prendere, infine, il popolo per i fondelli con qualche contentino che poi tanto utile ed indispensabile non è? E’ meglio questa costituzione, questa dis….organizzazione politica nata dopo il fascismo che non ha il re ma l’appannaggio del capo di stato il quale richiede altri erosioni alla finanza pubblica? E’ meglio questa “demoniocrazia” che non ti garantisce, né il lavoro, né la sanità, né l’ordine pubblico, né la pace, né l’onestà amministrativa, che ti crea complicazioni, burocrazia, e crisi d’ogni genere? Che non garantisce l’indipendenza nazionale essendo economicamente schiava dell’euro e militarmente serva degli USA? Oppure è meglio un governo autoritario o dittatura che sia che ti libera di tutti i fastidi, le incongruenze e le negatività di un regime democratico di nome ma non di fatto?

Porto qualche esempio:

1) In Inghilterra, per parlare di uno stato politicamente più evoluto del nostro, nonostante la storica vittoria militare, la reputazione di grande leader ed il notevole consenso popolare, Churchill perde, a sorpresa, le elezioni politiche del 1945 e deve lasciare il passo a Clement Attlee, leader del partito laburista. Queste sono le incongruenze, le incognite, i grandi buchi neri delle democrazie.

2) Il dittatore può giungere al potere anche democraticamente e senza violenza (valga l'esempio di Adolf Hitler, eletto dal popolo tedesco). La salita al potere di una dittatura è favorita da situazioni di grave crisi economica - sociali - lotte di classi - politiche - dopo una guerra, da instabilità del regime precedentemente esistente. Dittatura, quindi, giustificata da causa intrinseca.

3) In Italia, a causa di un sistema elettorale inefficiente, permissivo, inidoneo alle necessità di un paese che dopo l’unificazione territoriale parziale, avvenuta appena 151 fa con Firenze capitale, mentre quella effettiva, con Roma capitale è avvenuta 141 anni addietro e con quella etnica ancora in fase di consolidamento; a causa di un paese che non si è ancora politicamente emancipato, che è ancora alla ricerca di un’identità nazionale, di una compattezza ideale, mentale, economica tra nord e sud, a ciò aggiungendo l’incostanza, l’incoerenza, il voltafaccia, l’infedeltà, l’immoralità degli uomini politici; per questi motivi, dicevo, attualmente abbiamo un governo ((governo Monti) che non rappresenta l’ espressione elettorale, la volontà popolare, ma la cui nomina discende da una prerogativa del Capo dello Stato col precipuo intento di amministrare, non si sa fino a quando, la presente crisi economica, e non solo, ma anche politica e parlamentare. Questa che cos’ è democrazia o dittatura? E’ un aborto della democrazia chiamato “governo tecnico”, che di tecnico ha solo l’aumento delle tasse, l’incremento della disoccupazione e la crescita della povertà.

Scrive l’Eurispes: "L'Italia di oggi è come la casa di Oblomov Sempre più indifferenza per ciò che non riguarda gli interessi personali” ( Vedi nota esplicativa C/1 in calce riportata)

Siamo governati da personaggi facenti parte della del Gruppo dei Bilderberg, della trilaterale ecc., gruppi oggetto di critiche e di varie teorie del complotto, che reclutano politici, ministri, finanzieri, presidenti di multinazionali, magnati dell’informazione, reali, professori universitari, uomini di vari campi, uomini padroni del mondo che trattano una grande varietà di temi globali, economici, militari e politici e che, con le loro decisioni, influenzano la nostra vita, decidono, alla faccia della vera democrazia, la sorte dei sottostanti popoli.

Oggi, purtroppo, noi poveracci (medio e basso ceto, nullatenenti, lavoratori del braccio e della mente), non viviamo più nel monopartitismo fascista, ma dobbiamo sopportare, divisi e derisi, oltre alle decisioni incognite del gruppo anzidetto, anche la dittatura del pluripartitismo fatto di imberbi e dilettanti allo sbaraglio, nonché le soverchierie delle coalizioni nazionali e internazionali dell’industria, del commercio, economiche e finanziare. Ci troviamo, poveri ed inermi, nelle mani di banchieri che non sono soltanto banchieri ma anche membri della Commissione Trilaterale, del Club Bilderberg, dell’Aspen Institute, associazioni di tipo massonico che gestiscono il potere ai massimi livelli e che non lavorano per noi ma per realizzare il Governo mondiale delle 4 P (paperoni, papponi, padroni e predoni). (Vedi note esplicative F/1-2-3 in calce riportate)

Viviamo, per nostra buona o cattiva sorte, non so, in un’epoca in cui diuturnamente veniamo bombardati da una miriate di mezzi di informazione e disinformazione, dalla carta stampata a internet, dalla tv terrestre a quella satellitare, avvolti e sconvolti da una infinità di petulante reclame, tra silenzi e reticenze, tra verità, mezze verità e bugie d’ogni genere che disorientano l’opinione pubblica o la incanalano in quelli che sono interessi di parte. Oggi, per esempio, del terrorismo islamico e delle guerre (chiamate missioni di pace) che combattono le nazioni unite, Italia compresa, veniamo informati tutti i giorni anche se spesso in modo parziale e propagandistico, ma delle infinite piccole guerre globali, di quelle che si combattono in tutti i continenti dentro le mura di tante nazioni sottosviluppate o in via di sviluppo, per la conquista del potere, per il dominio di questa o quella casta o per l’indipendenza nazionale, e, mentre i morti di questi conflitti non si contano, nessuno ne parla o se ne parla poco. Queste piccole guerre all’interno dei vari stati, spesso fatte su commissione, vengono foraggiate dalle nazioni democratiche ed industrialmente sviluppate per svariati e loschi fini compreso quello della vendita di materiale bellico.

Tutto viene deciso al tavolo delle conferenze del club delle 4 P . Non si muove foglia che la 4P non voglia.

In tutto questo le dittature nonopartitiche non c’entrano nulla o c’entrano poco. Le guerre, come si vede, vengono preparate, fatte o fatte fare anche e soprattutto dalle democrazie siano esse a costituzione repubblicana, monarchica parlamentare o soltanto monarchica, anche dietro la regia delle 4P.

In quest’Italia antifascista, nata all’insegna dei tradimenti e delle barbarie fratricida, mentre si mandano a morire i nostri soldati sui campi di battaglia dai Balcani al medio oriente all’Afghanistan, senza sapere per quale ideale, se non solo quello dei guru che governano il mondo, mentre nella nostra nazione la guerra continua sul fronte politico, economico, finanziario, amministrativo e burocratico, della mafia, della camorra e dell’immoralità, facciamo finta di vivere in un paese normale, ma di normale c’è solo lo sfasciume in tutto e per tutto.

Abbiamo un ’Italia nella comunità Europea non in camicia nera, ma maglia nera in tutto e per tutto. I nostri primati in campo mondiale sono il caro benzina, il carico fiscale, mafia, camorra, ladronerie a livello politico ed istituzionale, partiti senza alcun nesso logico buoni soli per litigare e svergognarsi scambievolmente.

Oggi c’è la libertà, si, quella di fare e dire corna di tutti e di tutto impunemente; di rubare nel privato e nel pubblico e per di più essere onorati. Per i malavitosi, anche della peggiore risma, al posto della galera o il confino sono di moda gli arresti domiciliari nella propria abitazione o negli alberghi a 5 stelle in luoghi turistici, di villeggiatura; ti pagano e ti proteggono se fai il “cantante” cioè il pentito; per gli arrivisti, corrotti, ladri o disonesti, non importa, c’è sempre un posto al sole. Le raccomandazioni, in ogni campo, sono una prassi istituzionalizzata e l’incompetenza oltre al lassismo, particolarmente da parte dei vertici e di una buona parte del personale impiegatizio dell’amministrazione pubblica, in tutti gli Enti burocratici dello stato e parastato, sono ai massimi livelli di ignoranza e presunzione, creando, con le loro lungaggini, formalismi, favoritismi e incompetenza disfunzioni nei vari enti e disagi ai comuni cittadini.

Sarà il clima, sarà l’ambiente, il tipo di educazione ricevuta, sarà perché il freno alla libertà non funziona, sarà perché ciò sta scritto nel dna di alcune popolazione, di alcune razze umane, il fatto è che noi Italiani a causa di leggi permissive e di cattivo esempio di chi ci governa, non ci vergogniamo di essere riportati, da sondaggi, statistiche ecc., tra i paesi del mondo meno affidabili non solo dal punto di vista politico ma anche della pubblica moralità e, di conseguenza, anche privata.

Siamo tra i paesi più corrotti del mondo, al sessantanovesimo posto insieme al Ghana e Macedonia e, se non gli ultimi, tra gli ultimi nell’Unione Europea. (Vedi note esplicative H/1, H/2, H/3 in calce riportate)
A questo punto sorge spontanea una considerazione e cioè: se ci fosse stato ancora il fascismo e Mussolini, sarebbe accaduto tutto questo,? Sarebbe accaduto che l’Italia ogni giorno che passa si vede declassata non solo dalla agenzie di statistica ma anche dall’opinione pubblica internazionale?

Personalmente credo di no.

Questa è l’Italia antifascista:“Politici ammanicati, lobby finanziarie, raccomandati, mazzette, corruzione, scandali sessuali, precariato, immoralità, scontri di piazza, aziende e famiglie in fallimento, istruzione sanità e giustizia da terzo mondo, menefreghismo imperante, giovani illusi e disillusi che non possono e non sanno pensare al loro futuro. Questo è il triste quadro dell’Italia di oggi. Ma dove sono finiti i santi, gli eroi, i patrioti, gli scienziati, i poeti e i navigatori? Dov’è finito l’Impero Romano? ( Vedi nota esplicativa G/1 in calce riportata). Dov’è sono finiti Dante Alighieri, Giacomo Leopardi, Alessandro Manzoni, Giovanni Pascoli, Mazzini, Cavour, Garibaldi, Battisti? Dov’è finita l'Italia di Mussolini prima e di Pertini dopo? Dov’è finita la Repubblica democratica fondata sul lavoro la cui sovranità appartiene al popolo, che riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, il diritto al lavoro ed in cui tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge? Perché i politici non ci coinvolgono nella vita del Paese dicendoci una volta per tutte la verità sullo stato delle cose? Forse perché in loro non sono rimasti altri ideali se non solo il potere, gli onori e le pappatorie?”

Di fronte ad un simile quadro, spassionatamente non riesco a capire, a vedere, a trovare dove vi sono meno delusioni, confrontando vantaggi e svantaggi tra un sistema governativo parlamentare, multipartitico come quello che ai giorni nostri governa (tanto per dire, che sarebbe meglio dire sgoverna) l’Italia, ed un sistema di governo autoritario che fa quel che dice senza fare compromessi con nessuno, che mette al bando le guerre e le manifestazione di piazza irruenti che hanno per fine disordine e violenza, che non lesina spese per la difesa da attacchi esterni ed interni alle proprie funzioni, al proprio territorio, ai propri diritti, alla propria civiltà, che da il massimo impegno per la cultura, per il lavoro e per la ricerca scientifica e la giustizia sociale.

Mentre in un regime autoritario i comuni cittadini possono sentirsi assolti dagli sbagli, dalle magagne di chi li amministra, in un regime parlamentare, in cui chi li governa viene eletto per suffragio popolare, detti cittadini sono corresponsabile del malgoverno, della disonestà di chi è stato eletto facendosi chiamare, spudoratamente, anche onorevole; sono corresponsabili di quella disonestà politica (voltagabbanismo) e pecuniaria di cui politici ed amministratori si rendono colpevoli come dimostrato dalle varie inchieste giudiziarie delle quali tutti i giorni sono piene le cronache (tangentopoli e corruzionopoli), avendo contribuito con il consenso elettorale a determinare quest’andazzo, questa infelice gestione della politica e del potere. Cittadini che sanno solo brontolare con se stessi di fronte alle ingiustizie patite, invece di usare piedi e bastoni per dare addosso a chi di dovere.

Il fatto che gli uomini siano capaci di giustizia rende tanto la democrazia che la dittatura possibili; ma la loro inclinazione all’ingiustizia rende entrambi i sistemi impraticabili.

Quando in una democrazia vi è un proliferare di partiti e partitini da quattro soldi, ad uso e consumo personale, che come idealità hanno solo il potere e con il potere il mangia mangia, l’arraffamento di tutto ciò che è alla loro portata, forti della massima che recita: “cu mangia crisci, cu mori sparisci”; non si può essere governati in modo serio, come si deve in una società elettoralmente emancipata, in una nazione civile ed evoluta.

Se questo sistema non va per tutti i popoli, quello italiano compreso, non va perché essi non hanno ancora raggiunto quella maturità politica necessaria per darsi un sistema elettorale idoneo alle necessità del paese, non hanno imparato ad essere disciplinati, non hanno una indipendenza di carattere ideale ed elettorale, non hanno la cultura dell’onore e della patria; di quei popoli che mancano di patriottismo e le cui uniche risorse sono l’apatia e le feste; non va per i popoli indisciplinati, che non hanno serietà e costanza; per i popoli banderuola, dei girella che sventolano da parte di dove spira il vento dei favoritismi, del convenientismo o dell’ignoranza, di quei popoli che poi non hanno altri personaggi da farsi rappresentare in parlamento se non solo quelli che sono il risultato delle loro espressioni, della loro cultura, della propria mentalità. Questo non perché mancano le persone oneste, serie, preparate ma perché esse sono una sparuta minoranza e proprio per questo o vengono emarginate o non si espongono proprio per non sporcarsi la coscienza in mezzo tanto sudiciume morale, o perché trovano questo sistema elettorale sbagliato, inefficiente, non idoneo a formare governi che governano senza sfornare leggi impopolari, leggi buone sole per le bestie e per le bestialità umane.

Lo stesso discorso vale per un sistema di governo autoritario quando si trova a governare un popolo di siffatte caratteristiche. Per fare un esempio recente, di quest’ultima legislatura italiana, prendiamo il caso di quei deputati che ai tempi di Stalin cantavano bandiera rossa e oggi, per convenienza, invece di recitare il mea culpa e ritirarsi a vita privata, pur di contare cantano l’inno di Mameli e vanno a baciare le mani al Papa. Non sono di meno I neo-fascistini dell’ex MSI confluiti poi nel PdL i quali non hanno voluto smentire la tradizione italiana di tradire e con Fini questo è stato possibile scompaginando un governo che, nelle elezioni politiche del 2008, a seguito del consueto ed italico scioglimento anticipato delle Camere, ottenne la maggioranza relativa dei voti e, in base alla vigente legge elettorale del 2005, la maggioranza assoluta degli eletti.

Infatti, sia gli ex comunisti che i neo fascisti confezionati nell’Italia post-fascista avrebbero tradito anche ai tempi di Stalin e Mussolini, con la differenza, però, che, mentre oggi siedono tranquillamente nel parlamento e con incredibile faccia tosta vagano, pur di non rinunciare alla cuccagna, un po’ nei banchi di sinistra, un po’ in quelli di centro e un po’ in quelli di destra e viceversa, a quei tempi, se li avesse risparmiato la forca, sicuramente non avrebbero più potuto stare in posti di comando, non avrebbero più potuto rappresentare il popolo, non avrebbero più potuto sguazzare nel pubblico.

Qualche esempio? Eccolo qui: nel mese di maggio 1940, in Inghilterra, concause costringono il primo ministro Chamberlain a dimettersi ed al suo posto, dietro pressione dei conservatori, venne dato l’incarico di guidare la nazione a Churchill. Nonostante questi abbia promesso “lacrime, sudore e sangue” e a dispetto delle molte sconfitte subite dalla Gran Bretagna nei primi anni di guerra, la popolazione lo appoggiò incondizionatamente fino alla vittoria nel 1945.

Questo accade quando un popolo è evoluto e non rinnega il proprio orgoglio nazionale, mostrandosi compatto anche nelle situazioni più difficili, nelle evenienze più disagevoli e dure. Quando un popolo, come quello Inglese, sopporta, senza farne un dramma, sia il costo economico che le stramberie di una monarchia messa li solo come simbolo, come tradizione (in vigenza dal 25/12/1066), avendo come sostanza solo la coreografia, vuol dire che di strada che porta nel tempio della democrazia ne ha percorso tanta e con molta disciplina. (Sull’argomento dittatura o democrazia, vedi nota esplicativa B/1-2-3-4 in calce riportata)

Mi spiace, mi rattrista scrivere queste cose e vedere offeso il mio sentimento di italianità, ma a causa soprattutto di questi ladroni politici che da circa 66 anni turlupinano il nome dell’Italia nel mondo, non posso far finta di niente e nascondere le nostre debolezze, le nostre negatività dietro il paravento del solo orgoglio senza reagire con determinatezza con l’unica arma in mio possesso: lo scritto.

Purtroppo le parole non bastano a raddrizzare la situazione, per portare l’Italia sul binario della normalità, del rigore si ma con onestà di intenti. Le teorie senza pratica ed i proclami senza azione non bastano per metterci alla pari del popolo tedesco e di quello inglese, l’unica soluzione che ci rimane è una rivolta popolare guidata da un uomo all’altezza dell’impari compito, un uomo di sentimenti morali alti e muscoli d’acciaio inossidabile. Il problema è trovare quest’uomo idoneo alle necessità, cioè un uomo che con… duce la nostra Nazione, togliendo le guerre, ai fasti rinnovati del ventennio.

Passando alla regione Sicilia, In queste periodo, a causa dello scioglimento anticipato dell’Assemblea Regionale per le dimissioni del governatore in carica, raggiunto da inchieste giudiziarie per concorso esterno in associazione mafiosa, siamo in piena campagna elettorale per eleggere il nuovo governatore e 90 deputati. E, ancora una volta, al pantano di liste e listine si associa una caterva di canditati che sfarfallano con incredibile facilità e faccia tosta da destra a sinistra e viceversa, senza sapere, neanche approssimativamente, da che parte stanno, con quale corrente di pensiero, per quale ideologia, per quale principi ed idee si battono. Stiamo assistendo ad una campagna elettorale sfocata, senza entusiasmi e la gente che si domanda: ma io per chi e perchè devo votare? perché devo andare a foraggiare questa politica fatta di scandali e corruzioni? Dopo i riscontri negativi di un’amministrazione regionale fallimentare su tutti i fronti, buona parte degli elettori, stufi ed indignati, come sembrerebbe evidenziato dai sondaggi, si asterrà dal voto o voterà scheda bianca.

E’ un’assurdità vedere che nel solo collegio di Messina sono presenti 10 liste di candidati a governatore ed altre 19 listine collegati con il candidato n. 1 . Ogni lista è composta di undici nominativi e considerando quelle che non hanno raggiunto il quorum, abbiamo, nella sola provincia di Messina, tra personaggi conosciuti (10%), semiconosciuti (15%) e sconosciuti (75%) 188 pretendenti ad un seggio come deputato nella Regione Sicilia. Ci sono poi, valide per tutte le nove province, 110 nominativi nelle 10 liste dei candidati alla carica di presidente della regione.

Visti e considerati gli schieramenti politici e gli uomini in campo, alla fine non potremo che avere (mi auguro di sbagliarmi ma ci spero poco) un governo regionale ancora peggiore dei precedenti, uno dei soliti milazzismi. “Il lupo cambia il pelo, non il vizio”.

Tanto per incominciare, nelle varie liste dei nove collegi elettorali risultano 32 canditati indagati o condannati (fonte: Blitzquotidiano.it). Questi solo quelli che si sanno, che vengono scoperti, poi, e sono la maggior parte, ci sono quelli rimasti, per vari motivi, finora occulti. Abbiamo un candidado PD-UDC, ex comunista, che non fa mistero della sua omosessualità. Lui solo? Sembrerebbe esserci anche qualche indagato per spaccio e consumo di droga.

“La Regione chiuderà il 2012 con un debito di quasi 6 miliardi di euro, 100mila precari e interi settori polveriera da riformare: dalle società controllate ai rifiuti, dai forestali alla macchina burocratica. E con l'incognita di alcune inchieste giudiziarie aperte dalla Procura di Palermo che indaga sulla spesa dei gruppi parlamentari e sui fondi stanziati dalla Regione per i grandi eventi e per le iniziative inserite nel Circuito del Mito”.

«Preferisco non parlarne». Sembra strano, ma è la frase più ricorrente della campagna elettorale in terra di Sicilia. Qui si vota il 28 Ottobre per eleggere governatore e deputati del parlamento più antico e pagato al mondo. Qui la campagna elettorale, che una volta era una festa in odor di….. allegre mangiate, piazze gremite, in attesa della vendemmia dei voti, oggi assomiglia ad una quaresima. Facce lunghe, poche iniziative. Mentre I giorni che mancano al voto scorrono grame ed impietose, il popolo non vede l'ora che tutto questo finisca, non vede l’ora che questo tipo di democrazia e di fare politica venga abbattuto con una rivoluzione e sostituito con un nuovo ordine sociale corporativo.(Vedi PS in calce riportato)

Data la libertà esistente in Italia di parlare solo male del Fascismo e di Mussolini, non so se qualche clone di Palmiro Togliatti, possa ritenere questo scritto un’apologia del Fascismo, di quel Togliatti che, fuggiasco nell’URSS, durante il ventennio, ebbe a pronunciare , clandestino a Mosca, le seguenti parole: "E' per me motivo di particolare orgoglio avere rinunciato alla cittadinanza italiana perchè come italiano mi sentivo un "miserabile mandolinista" e nulla più. Come cittadino sovietico sento di valere dieci volte di più del migliore italiano".Quest’ anti-italiano più che antifascista, molto sfacciatamente, dal 1944 al 1945 ricoprì la carica di vice Presidente del Consiglio e dal 1945 al 1946 quella di Ministro di Grazia e Giustizia nei governi che ressero l'Italia dopo la caduta del fascismo ed è stato anche membro dell'Assemblea Costituente, contribuendo a scrivere corna del fascismo ma non del comunismo. Di quel comunismo Staliniano che in Russia, come in altri stati del mondo dove ha conquistato il potere, ha dimostrato di essere una dittatura nei confronti della quale quella fascista era acqua fresa.

Tante personalità che hanno fatto l’opposizione costruttiva al fascismo non sono scappati all’estero, ma sono rimasti in Italia, e quando hanno capito, visto e constatato che sostenere le loro tesi era tutto tempo perso,invece di continuare a creare conflitti sindacali, sociali e politici, di cui dopo la fine della prima guerra mondiale e fino all’avvento del fascismo la società italiana è stata investita con disagi d’ogni genere, si sono ritirati in buon ordine come ha fatto Giovanni Giolitti, oppure, quelli più coraggiosi, sapendo che i panni sporchi si lavano in famiglia, hanno continuato la loro opposizione rimando in patria, finendo magari al confino o in carcere come è accaduto a Gramsci. Invece, chi voleva fare l’opposizione al fascismo tramando nel torbido, sapendo che sarebbe stato esemplarmente punito, avendo la coscienza sporca e mancando di fegato, si è dato alla macchia complottando dall’estero.

Pertanto, visto e considerato che la  Costituzione Italiana è stata scritta in un momento di caos politico, come si fa a spiegare alle persone, solo con l'aiuto delle parole, il proprio punto di vista, la propria idea, senza essere etichettato come nostalgico del fascismo ogni qualvolta si apre bocca o si scrive qualcosa di buono fatta durante il ventennio? Se nostalgia significa una spinta verso il luogo di origine, verso il proprio paese, verso gli affetti, verso le proprie radici e la propria storia, spinta che consente di non sentirsi senza casa, senza appartenenza e costituisce una risposta al sentimento del pericolo incombente sulla propria identità: nostalgia intesa anche come consolazione e come rifugio o come anelito di vita nuova di fronte all’attuale buio politico, se per nostalgia s’intende questo o quanto di valido ha fatto il fascismo, allora io, alla faccia dei denigratori, sono avido di questa nostalgia.

Ai liberi da pregiudizi e da ogni forma di ideologia politica l’ardua sentenza.

A me, a questo punto, dopo aver vissuto per circa 16 anni l’era fascista e per quasi tre anni in più la monarchia; dopo avere attraversato tra il 1943 ed il 1946 brogli d’ogni genere (da quelle politiche a quelle elettorali, e da quelle diplomatiche a quelle militari, il diktat, Cassibile e la vergognosa resa senza condizioni, le manovre ancora non del tutto chiare che nel referendum monarchia o repubblica del 2 e 3/6/56 attribuirono la vittoria a quest’ultima), dopo essere approdato nel regime repubblicano ed aver conosciuto, fin’oggi, per altri 69 e passa anni, 67 governi, 28 presidenti del consiglio e 11 presidenti della repubblica; dopo le maturate esperienze di giovinezza <età evolutiva> (giovinezza fisica donata dalla natura da non confondere con la canzone del fascismo: “….giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza…”), poi di quella adulta, della terza e quindi della quarta età; tra esperienze scolastiche, militari, di lavoro, sindacali e politiche, di pensionato e di libero cittadino, viste e considerate le situazioni su descritte, le malefatte e le delusioni della gestione del potere pubblico passate e presenti, confrontando i due sistemi i quali, uno per certi motivi e l’altro per altri versi, non sono in grado di garantire onestà amministrativa, pace, lavoro e giustizia sociale nel più ampio significato del termine, non mi resta che gridare all’infinito con tutte le mie forze ideali, morali e fisiche che ancora mi rimangono, evviva l’Asso di Bastoni(:) ed avanzare, nel contempo, la seguente idea anche se, fino a quando il popolo non prenderà coscienza delle proprie azioni, essa non avrà un seguito, non sarà presa nelle dovute considerazioni rimanendo allo stato utopistico e che io chiamerei “Disposizioni per il rinnovamento dello Stato Italiano” :

Proposta:

Una legge costituente che abbia come base una repubblica presidenziale in cui il capo del governo venga eletto direttamente dal popolo e che, lo stesso, non può essere eletto, nella medesima persona, per più di due legislature. Ogni legislatura dovrà avere la durata di sette anni.

Un sistema elettorale in cui il partito che non ottiene il 10 più uno per cento dei suffragi non ha diritto ad alcun seggio.

Una legge elettorale in cui chi viene eletto in un dato partito, durante la legislatura non può passare ad un’altro partito o schieramento politico, ma, se non condivide più idee e programmi, non gli resta che dimettersi, subentrandogli, il primo dei non eletti.

Un sistema elettorale in cui non sono consentite coalizioni di liste e di partiti

Un sistema di votazione alle camere, da parte della deputazione nazionale, solamente palese e non segreto. Lo stesso dicasi per tutte le istituzioni pubbliche elettive (regioni, province, comuni). Resta segreto solo il voto del popolo.

Una legge elettorale in cui sia abolita la nomina dei senatori a vita.

Una legge in cui sia prevista l’elezione di un rappresentante parlamentare per ogni 300.000 abitanti e l’abolizione della denominazione di onorevole a chi viene eletto.

Eliminazione a tutti i parlamentari di quei privilegi che oggi rappresentano una vera cuccagna, mantenendo solo quelli strettamente indispensabili allo svolgimento del mandato ed in cui il trattamento economico e pensionistico sia pari a quello di un dipendente pubblico di livello medio dell’area direttiva, e, in questa logica, una legge che preveda un livello minimo e massimo di paghe e pensioni, nel pubblico e nel privato, che, a seconda delle categorie lavorative, professionalità e impegno, salvo comprovati meriti particolari, sia stabilita una paga media dentro la quale debbono oscillare quella massima che non dovrà superare il 100% di quel tetto e la minima che non può scendere sotto il 50%. Esempio: mettiamo un tetto medio di € 2000 – Quindi abbiamo, tetto medio €2000 più 100% = paga massima €4000; tetto medio €2000 meno 50%= paga minima €1000. Lo stesso dicasi per le pensioni e trattamento di fine rapporto.

Questo criterio, con gli appositi accorgimenti, da estendere a tutti i settori produttivi, a tutte le attività, dalle professioni al commercio, all’intrattenimento, allo sport, allo spettacolo ecc..

Un sistema elettorale in cui manager, giudici, medici, magnati della finanza ed altri papaveri del mondo degli affari, non abbiano diritto alla candidatura se non rinunciando, un anno prima delle elezioni e per tutta la durata della legislatura, alla propria professione, ai propri affari e presentandosi solo in un collegio diverso da quello della loro sfera di attività.

Un sistema elettorale in cui il potere sia visto come servizio nell’interesse della collettività ed il denaro come apportatore di benessere generale e non come mezzo di usurpazioni personali o di caste.

Una legge che preveda il confino o i lavori forzati per chi viene eletto e durante il suo mandato si rende responsabile di atti che disonorano le istituzioni.

Importante!!! I governi dei popoli siano essi chiamati monarchici, repubblicani, democratici o dittatoriali hanno in comune lo stesso fine: difendere vizi e difetti popolari, vizi e difetti i quali sono anche di una buona parte di chi governa, e ciò avviene, primo per non perdere il consenso dei molti viziati; secondo per la difesa e conservazione dei propri vizi; terzo per non far venire meno gli introiti fiscali. Tutto questo, al costo della salute delle persone e dell’ambiente. Esempio: anche le pietre ormai sanno che il fumo di tabacco fa male alla salute ed all’ambiente, che assieme ad altri vizi dannosi e pericolosi è una delle più grande schifezze dell’umanità, però, i governanti, pur rendendosene conto, non vanno a di la di semplici proclami e di futili divieti, non impediscono la produzione e la vendita di simili inquinanti e pericolosi prodotti, mettendo una pena tale da far passare la voglia di trasgredire anche al più acerrimo ed incallito viziato, cosa che un governo serio, fatto di persone interessate solo al bene comune e non ai propri vizi ed interessi, non esiterebbe a fare. Anche questo importantissimo punto da inserire nelle legge di rinnovamento dello Stato Italiano.

Divieto assoluto per tutti i cittadini impiegati nel pubblico di svolgere qualsiasi attività lavorativa nel privato.

Per ultima, facendo rivivere un’idea di Mussolini, una legge d ‘interesse collettivo in cui lo sfruttamento del lavoro rimanga un triste ricordo del passato e cioè la messa in pratica della “socializzazione dell’economia”.

I sopra descritti principi come punti saliente di un programma più vasto ed innovativo da estendere ad altre materie, ad altre discipline.

Dobbiamo finirla con le illusioni della bella vita, con gli incantesimi dei don Giovanni da strapazzo, bisogna smetterla di smanettare in modo continuo, incessante con i prodotti tecnologici, di fare la fila nei negozi per gli iPad, iPhone, per l’high-tech dell’ultima ora, di stare seduti per ore di fronte alla tv come rimbambiti, di sognare milioni monti e mari senza faticare, bisogna smetterla con gli sms, di usare il cellulare anche quando si va a cacare e l’auto anche per andare a orinare; dobbiamo smetterla di fare i nottambuli tra pizzerie, rosticcerie, ristoranti e discoteche; si deve sfatare l’idea che cu futti futti diu pedduna a tutti e, chi se ne infischia nulla rischia; bisogna dire di nò alle tentazioni, alle lusinghe, ai prodotti che come specchietti per le allodole, le 4p, per tenere buono e sottomesso il popolo, immettono sul mercato, diffondono nel sociale; è l’ora di finirla con l’idea di fare ognuno, comodamente, i propri interessi mangiando in modo ingordo, bisogna farla finita di foraggiare lo sport professionistico ed i teatrini della politica alla Beppe Grillo con tanti grilli per la testa, ma bisogna pensare piuttosto a quell’Italia che sopravvive, a quell'Italia fatta di gente che è ai margini della società, che ha la provvidenza come unica possibilità di essere, di un’Italia in cui corruzione, tasse, licenziamenti, scioperi e vertenze sindacali sono sempre all’ordine del giorno. Sarebbe ora che il popolo italiano desse una buona scrollata alle brutte abitudine acquisite in questi ultimi anni per ritrovare la via delle virtù e della saggezza, altrimenti il prossimo futuro (se ci sarà) sarà una brutta incognita per le nuove generazioni.

Urge un po’ di aria pura in tutto il sociale, poiché abbiamo dimenticato anche come si respira e come utilizzare la nostra energia vitale.

Il popolo sarà redento solo quando prenderà conoscenza e coscienza delle virtù, cioè di quella luce della saggezza, del sapere e dell’onestà che dovrebbe esserci riposta nel dna di ogni uomo, e con la quale poter combattere e sconfiggere le tenebre dell’egoismo, dell’arrivismo, degli insaziabili appetiti di potere, di denaro e di vizi. I politici, soprattutto i governanti, potranno liberarsi dal disonore che li avvolge solo sacrificandosi nell’interesse della collettività, rinunciando all’utile ed al dilettevole.

Alle cose eccelse si arriva attraverso le difficoltà, la costanza, il coraggio e la serietà di intenti e, quando occorre, anche con la forza ed il bastone.

Per àspera ad astra: attraverso le asperità, alle stelle.

Chiudo con una frase di Einstein :” Non ho idea di quali armi serviranno per combattere la terza Guerra Mondiale, ma la quarta sarà combattuta coi bastoni e con le pietre”.

Per chi ha intelletto e vuol capire l’antifona è chiara.

Punto e basta!

Ottobre 2012

N.B.-Chi scrive quest’articolo, come tanti altri liberi pensatori non soggetti nè alle direttive del club delle 4P e né a quelle di partito o ideologie varie, non ha alcuna pretesa di fare informazione, per due ordine di motivi: primo perché, sia per mancanza di mezzi finanziari che di santi in paradiso, forse sarò io solo a rileggermi quanto scritto; secondo perché non ho interessi particolari da difendere ma scrivo per il piacere di serbare ricordi delle mie opinioni in merito ai fatti vissuti nel corso dei miei anni. Se poi qualcuno vuol leggermi tanto onore e piacere.

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PS- Come volevasi dimostrare nelle elezioni siciliane i risultati previsti sono stati rispettati e a vincere sono stati coloro i quali, con la loro intelligente e giudiziosa decisione di astenersi dal voto (52,58%), non possono essere considerati corresponsabile degli ulteriori sviluppi negativi nella gestione politica e amministrativa dell’Isola, cosa che c’è da aspettarsi dati gli ambigui risultati, il caos venuti fuori da queste elezioni, impasticciati da chi è andato a votare.

Tra non voto e schede nulle quasi il 60% dei siciliani ha scelto di non dare il voto a nessuno. Il voto siciliano ci parla innanzitutto della crisi verticale del sistema politico che porta con se una crisi della democrazia e si profila un Parlamento politicamente delegittimato (perchè eletto da meno della metà degli aventi diritto).

Dove sta in questo caso la democrazia se, mentre la maggioranza degli elettori si è espressa decisamente contro questo tipo di fare politica e contro gli uomini che la rappresentano, chi ha raccattato meno di un terzo dei voti validi espressi da una minoranza di elettori, con impassibile faccia tosta canta vittoria e si accinge a governare la Sicilia? Questa non è democrazia e se non vogliamo definirla dittatura proprio per non offendere quanti credono in questa formula di governo, non resta che chiamarla mafia politica.

   (:) Vedi articolo precedente <P38>                           

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A sostegno di alcuni capitoli del su esposto articolo riporto quì qualche argomentazione presa su internet da siti diversi.

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Nota A/1

La concezione monistica di Fichte. ... L'incapacità autoregolatrice dell'economia.

La s-confinatezza dell'economia globale

La forma spaziale dello Stato raccoglie in sé politica e diritto. Identico l'ambito di vita: lotte ideologiche, competizione tra partiti, farsi e disfarsi di maggioranze e di governi, da un lato; dall'altro, susseguirsi di leggi e codici, esercizio di poteri amministrativi e giurisdizionali, stipulazione di contratti privati. Le sfere coincidono, o tendono a coincidere; e sono, ambedue, determinate e individuate dai confini. Ci sono bensì politica estera e diritto internazionale, ma, appunto, come un affacciarsi e protendersi di diritto e politica al di là del confine, onde l'uno si svolge inter nationes e l'altra si fa extera, ossia esce al di fuori e s'indirizza allo straniero.
Questo quadro, così racchiuso e serrato, è messo in pericolo dal capitalismo moderno: modo di economia che, applicando il criterio di divisione del lavoro e producendo in serie, esige mercati sempre più vasti e aperti. La volontà d'indefinito profitto, congiungendosi con le scoperte della scienza e le applicazioni della tecnica, non conosce confini. La sua propria natura sospinge a 's-confinatezza' e 'de-localizzazione'. Il produrre e lo scambiare non richiedono identità né di luoghi né di soggetti: essi si fanno ovunque e con chiunque. Il capitalismo ha tale grado di oggettività e neutralità da considerare i territori degli Stati come spazi di nessuno - o, meglio, come spazi dell'impersonale produrre e scambiare - e da spogliare gli individui dei loro caratteri - religiosi linguistici etnici - riducendoli a mere funzioni del mercato. Tutto ciò che presuppone confine, termine, limite viene minacciato e travolto: il capitalismo, nell'indefinito perseguimento del profitto, ignora la misura, capace di definire ambiti e soggetti, sfere e luoghi. E così, mentre politica e diritto si attardano entro la misura dei confini, e restano fedeli alle vecchie forme spaziali, l'economia capitalistica varca ogni barriera; non distingue cittadini e stranieri (poiché tutti agguaglia nell'omogeneità dello scambio), si espande ovunque, negozia con chiunque, si configura, insomma, come potenza planetaria e globale. La conterraneità perde qualsiasi importanza, e così la storia, che costituisce l'identità di gruppi e di luoghi; giova soltanto la funzionale contemporaneità, ossia la com-presenza sul mercato. Nota finemente Bernard Berenson, in una pagina di diario del 15 gennaio 1955: "Lo spazio è stato ridotto dal tempo, e il tempo stesso ridotto da sempre più rapide comunicazioni" (v. Berenson, 1959, p. 236).
Donde segue che gli uomini, non cessando di appartenere ai luoghi storici e pure entrando nella sconfinata dimensione dell'economia, si avvertono quasi divisi, scissi nella loro originaria unità. Non più individui, ma 'dividui': una duplicità che lacera e turba, e mette in forse l'elementare e stabile certezza del 'dove siamo'.

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A/2

Fra i pensatori che primi colsero il dissociarsi di sfera politico-giuridica e ambito economico un posto d'onore spetta, per rigore di analisi e ardimento di soluzioni, a Johann Gottlieb Fichte. Lo Stato commerciale chiuso (Der geschlossene Handelsstaat), risalente al 1800, s'industria a ricondurre politica, diritto ed economia entro una ferma e definita unità. Il carattere di esclusività, che vedemmo dominare gli istituti giuridici, viene anche applicato al sistema economico: "Ogni uomo è cittadino di uno Stato o non è tale: parimenti, ogni prodotto di un'attività umana appartiene alla sfera commerciale di esso o no; non si dà un terzo caso" (v. Fichte, 1800; tr. it., p. 35). Libero commercio e moneta comune potevano ben concepirsi nell'Europa cristiana, ma, frantumatasi quest'ultima nella molteplicità degli Stati nazionali, è evidente che a ciascuno Stato debbano corrispondere una sfera economica e una moneta territoriali. La chiusura del territorio, determinando unità e identità dello Stato, è altresì chiusura del commercio. Insomma, la ragione esige che "lo Stato si chiuda completamente a ogni commercio all'estero, formi d'ora in poi un corpo commerciale così separato, come finora ha formato un separato corpo giuridico e politico" (ibid., p. 116).
Rotta l'unità dell'Europa cristiana e scomposta la superficie di questa parte del globo nella molteplicità degli Stati nazionali (che sono forme, chiuse ed esclusive, di politica e diritto), che senso ha mai il rapporto commerciale tra un cittadino e uno straniero? Il diritto si sforzerà di attirarli e stringerli nella sfera di un solo Stato, poiché non è concepibile un diverso luogo, estraneo ai singoli territori statali, in cui quei soggetti possano incontrarsi e stipulare negozi. L'aut-aut dell'esclusività torna in modi forti e perentori: la negazione di luoghi terzi, neutrali e 'de-statalizzati', riconduce tutti gli scambi all'alternativa di appartenere o non appartenere all'ordinamento del singolo Stato. Non si può non appartenere a un ordinamento; non si può appartenere che a un solo ordinamento: "non si dà un terzo caso". Fichte percepisce, con acuta e sottile sensibilità, l'impazienza degli scambi di liberarsi dai vincoli territoriali, di farsi un loro proprio luogo in cui i soggetti non siano più cittadini e stranieri, ma puri homines oeconomici. La sua risposta è nella rigida chiusura del territorio.

La filosofia politica di Fichte nasce nel segno del giusnaturalismo e del contrattualismo. Lo scopo dello Stato è quello di educare tutti gli uomini alla libertà, realizzando una "società perfetta" nel senso di essere formata da uomini "liberi, ragionevoli e soprattutto onesti" tanto da non aver più bisogno di essere governati. Lo scopo di ogni governo è infatti quello di "rendere superfluo" se stesso.

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A/3

Lo stato commerciale chiuso

Nell'opera successiva "Lo stato commerciale chiuso" lo stato assume un'ulteriore funzione integrativa che gli conferisce l'aspetto di uno stato socialistico. Lo stato deve innanzitutto garantire il lavoro su cui si basa il benessere e l'eliminazione della povertà. Per questo il governo interverrà d'autorità a stabilire i vari settori lavorativi in modo che il numero dei componenti non sia né superiore né inferiore alla quantità di beni prodotti: così avviene per gli artigiani e i commercianti, mentre il numero di lavoratori addetti alla produzione agricola si stabilisce automaticamente in base alla quantità di terre coltivabili. L'obiettivo è quello di rendere autosufficiente economicamente lo stato che si configurerà come stato commerciale chiuso in modo da eliminare i conflitti tra gli individui, le classi e gli stati. Perché questo accada occorre però che si realizzino tre condizioni: che lo stato

  • produca tutto quanto di cui ha bisogno,
  • distolga i cittadini dai beni che non può produrre, oppure imponga il monopolio nei casi d'importazione dei beni mancanti,
  • raggiunga i suoi confini naturali e che sia padrone delle terre che gli appartengono per natura.

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A/4

L'atopia della rete telematica

Si è notato che la volontà di profitto non conosce frontiere, che il suo proprio luogo è dovunque si producano merci e si svolgano scambi. Già il 'dovunque' è di per sé globale: esso, trascendendo le determinazioni storiche dei luoghi, copre terra, mare e aria. La globalizzazione è nell'intrinseca logica del capitalismo; il produrre in serie per anonime masse di consumatori esige mercati sempre più vasti, e così converte il mondo in unico e immane mercato. Davvero illuminante che i trattati europei attribuiscano all'Unione lo scopo di 'creare' uno 'spazio senza frontiere interne': cioè di costituire uno spazio economico, un artificiale luogo di produzione e scambio sciolto dalla storicità dei confini. L''interno' è puro mercato.
Globalizzazione significa propriamente 'caduta dei confini'. Se i confini - come sopra abbiamo visto - generano l'identità dei luoghi, segnano l'appartenenza (linguistica, etnica, civica, culturale, religiosa) degli uomini, raccolgono i dimoranti nell'unità di una terra e i tempi nell'unità di una storia, ebbene la globalizzazione determina il declino di questo mondo. Il mercato globale riduce i luoghi a un 'dovunque', tutti fungibili e sostituibili, tutti misurati dal grado di profitto. Distendendosi al di sopra dei confini, il mercato 'de-localizza' e 'de-storicizza' gli uomini, e li chiama a specifiche funzioni nel sistema del produrre e dello scambiare. Tratti fuori dai luoghi, spogliati di identità e di storia, risolti nelle funzioni di mercato, gli uomini mai si ritrovano insieme (ma sempre l'uno contro o di fronte all'altro), e mai confluiscono in forme di unità. La 'uni-formità', ossia la regolarità ripetitiva, tiene luogo dell'unità.
I fenomeni globali - di cui si è tracciato un rapido e scarno profilo - conservano, per così dire, la fisicità di terra, acqua e aria. Ma assumono un diverso e inaudito carattere nel congiungersi con la tecnologia elettronica. Qui la tecnica non soltanto - come pure è accaduto nel Novecento - supera i confini, trascende le ideologie, raccorda e collega tutti i laboratori del mondo; ma genera anche un 'non-luogo', uno spazio astratto e artificiale, che non risiede nella fisicità di alcun punto terrestre. Il computer non è un mezzo per stare nel mondo: esso crea il suo proprio mondo, nel quale si può entrare o non entrare, navigare o non navigare. Parole, suoni e figure non sono né qui né lì, ma nel puro spazio telematico.
La globalità del mercato - o, meglio, dei mercati di singoli beni - non indica soltanto, per usare una formula schmittiana, la presa di possesso di terra, acqua e aria, ma si configura come l'occupazione dello spazio elettronico, ossia di un 'sopra-mondo', che, per sua propria natura, non conosce confini, e si dilata come e dove la tecnica permette. Lo spazio europeo senza frontiere interne vi assume la modesta importanza di una scheggia, di un frammento ancora contaminato dalla fisicità territoriale.
I fenomeni globali determinano una diversa concezione di tempo e spazio. La società agricola e la società del primo industrialismo ragionano per criteri di distanza e di durata. Al distacco tra punti dello spazio corrisponde l'intervallo tra momenti del tempo: per farsi vicini occorre un principio e una fine del viaggio; partenza e arrivo designano insieme il segmento geografico e cronologico. Ma velocità di trasporti e rapidità di comunicazioni, come annullano la distanza e costruiscono un indistinto 'ovunque', così sopprimono la durata e la convertono in pura simultaneità. Né il succedersi delle 'simultaneità', cioè dei singoli istanti di tempo in cui le parti decidono e attuano i negozi di scambio, genera una vera e propria durata. Qui non c'è propriamente nulla che duri, che si faccia nella memoria del passato e nella continuità tra lo ieri e l'oggi. Rimane soltanto l'ora, la registrazione meccanica del quadrante, che serve a misurare la quantità del produrre o dello scambiare in singole unità di tempo.

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Nota B/1

La democrazia

La democrazia è una forma di stato che, nella sua accezione contemporanea, si è via via affermata in modo particolarmente significativo negli ultimi due secoli. Nell'arco di più di due millenni, il concetto di democrazia ha tuttavia vissuto una continua evoluzione, subendo importanti modificazioni nel corso della storia. Le prime definizioni di democrazia risalgono all'antica Grecia.
Un primo riferimento universale lo si ritrova nei cinque regimi governativi platonici, in ordine discendente: aristocrazia, timocrazia, oligarchia, democrazia, che può portare alla tirannia in quanto inevitabile conseguenza dei comportamenti demagogici legati all'acquisizione del consenso. Un altro esempio è il principio aristotelico che distingue fra tre forme pure e tre forme corrotte di governo: monarchia (governo del singolo), aristocrazia (governo dei migliori) e timocrazia (governo dei censi aventi diritto), esse secondo il filosofo rischiavano di degenerare rispettivamente in dispotismo, oligarchia (governo di un'élite), e democrazia (potere del popolo). Quest'ultimo, gestito dalla massa, è stato in termini più moderni definito anche dittatura della maggioranza, "quantitativismo" politico e per ciò dispotico e autoritario.
Nell'antica Grecia la parola democrazia nacque come espressione dispregiativa utilizzata dagli avversari del sistema di governo pericleo. Infatti kratos, più che il concetto di governo (designato da archìa) rappresentava quello di "forza materiale" e, quindi, "democrazia" voleva dire, pressappoco, "dittatura del popolo" o "della maggioranza"-

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B/2

La dittatura della maggioranza è quel concetto politico che esprimerebbe, secondo il suo primo teorizzatore Tocqueville, il limite della democrazia moderna.

Infatti laddove c'è un sistema democratico, la maggioranza "decide" e non tiene in considerazione la visione espressa dalla minoranza che può invece essere autorevole o talvolta più adeguata ad un determinato contesto.

B/3 <<>>

Dittatura

Il termine dittatura ha origine nella Repubblica Romana, dove indicava l'ufficio del dittatore e la durata di quell'ufficio. Infatti la carica dell'antico dittatore romano - che assumeva il potere prevalentemente in tempo di guerra - era circoscritta nel tempo durando circa sei mesi. Il dittatore era un capo militare (un Dux), nominato dai Consoli Repubblicani Romani su proposta del Senato Romano; i consoli non potevano nominarsi dittatori, e il Senato poteva in ogni momento far decadere il mandato del dittatore. La nomina di un dittatore aveva luogo solo in circostanze particolarmente delicate o pericolose per lo Stato Romano, in cui era necessario che una sola persona prendesse le decisioni, al posto del senato. Furono nominati dittatori ad esempio Cincinnato, durante la guerra contro gli Equi e Quinto Fabio Massimo durante la seconda guerra punica, entrambi momenti in cui era a rischio l'esistenza stessa di Roma.

Un esempio di dittatura con forti motivazioni etiche, su basi teologiche e morali, è quella instaurata da Oliver Cromwell in Gran Bretagna tra il 1645 e il 1658, nata dalla ribellione al Sovrano Carlo I, giustiziato nel 1649 con l'accusa di immoralità, tirannia, tradimento e omicidio.

L'accezione negativa di dittature è nata con la Rivoluzione Francese: il Terrore giacobino instaurato da Robespierre fu chiamato Dittatura con riferimento a un regime politico tirannico. Karl Marx riteneva che tutti i regimi politici fossero in fin dei conti delle dittature, e per questo parlava della necessità di instaurare una dittatura del proletariato come fase propedeutica per il passaggio dal Capitalismo al Comunismo. Questa idea fu poi alla base dell'affermazione del Comintern secondo cui non vi era differenza tra Fascismo e sistemi rappresentativi occidentali.

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B/4

www.nwo.it

La dittatura di fatto e la democrazia apparente

di Carmelo R. Viola

Si parla di democrazia in maniera sempre più insistente nella totale ignoranza della biologia del potere. Tanto per cominciare occorre prendere atto che il potere non è qualcosa che possa esserci o meno – come pensano gli anarchici tradizionali, salvo ad esercitare il proprio – ma l'altra faccia della vita ovvero la vita stessa nella sua capacità di attuarsi. Si può dire “io posso, dunque sono”, il che non esclude l' “io penso, quindi sono” di Cartesio e l' “io mangio, quindi sono” di Gino Raya, solo annotando che il pensare e il mangiare sono possibili momenti della vita reale e quindi del potere. Chi non può pensare, non è, come chi non può mangiare. Ma ci riferiamo ovviamente all'uomo.

Un individuo della nostra specie, privo di ragione, ma capace di mangiare, non può certamente considerarsi un uomo ! Da questo punto di vista Cartesio è molto più vicino alla biologia sociale. L'aforisma rayano si riferisce – lo voglia o no – a qualunque “animale” (dall'ameba in su), il quale non può esistere senza prelevare dall'ambiente le sostanze di cui ha bisogno il suo metabolismo. Il limite del famismo sta in sé stesso perché la sola fame “alimentare” non va al di là dell'animalità, cioè della prima costante dell' “essere al mondo”. Né l'uso della parola fame nel senso più lato possibile (fame di sapere, per esempio) risolve questa aporia (difficoltà) di base del pensiero di Gino Raya. Infatti, ci costringe a dire fame e a pensare ad altro ed a subire l'influenza della parola stessa, la cui accezione reale non può superare un certo limite. Al contrario, la sua estremizzazione ideologica ci dà come risultato un vicolo cieco, cioè il “famismo”, sinonimo di “reciprocità fagica” e quindi di pessimismo sociale. Meglio avrebbe fatto Raya a limitarsi alla locuzione “biologia culturale”, che risponde perfettamente alla realtà.

Con l' “io posso, dunque sono” ci si riferisce ad ogni entità (sintesi) biologica per piccola che sia, ma soprattutto all'uomo, il cui sviluppo evolutivo è tutto un potere a livelli sempre più alti: dall'alimentarsi al sentirsi rassicurato, dal pensare all'ideare, dall'autoidentificarsi al trascendersi.

Questa introduzione aveva lo scopo di dimostrare che il potere pubblico esiste da sempre come emergenza di soggetti più forti (più potenti), che sfruttano il bisogno di potere dei più deboli. Da questa emergenza (di soggetti dominanti su soggetti inerti) nasceranno tutte le menzogne religiose, come quella – massima – che l'autorità venga da Dio (di cui si millanta di essere investito tuttora lo stregone di Roma) ma anche la verità, che si ha bisogno di un potere pubblico, portavoce dei diritti naturali dei singoli soggetti della collettività, ciò che si chiama impropriamente – o meglio demagogicamente – democrazia.

Infatti, nel momento in cui il potere – qualunque potere – si manifesta, è perentorio nel senso che persegue il fine giustificando ogni azione atta a raggiungerlo. Il soggetto che può pensare, non può non pensare come chi può colpire un soggetto tenuto all'obbedienza (sia pure per una ragione ingiusta) non può non colpirlo. Voglio dire che il potere pubblico, che deve far valere delle norme quali che siano, non può non farli valere con tutti i mezzi di cui dispone. È qui il senso del potere come dittatura, la quale non esclude la tolleranza e l'indulgenza, che confermano la dittatura stessa. L'agente che constata un'infrazione stradale, ha il potere (assoluto!) di sollevare contravvenzione anche se può chiudere un occhio.

Tutti i giorni subiamo la dittatura del potere pubblico, oggi “democratico”. Per esempio, a favore del fisco pagando le imposte, dirette e indirette, perfino le più inique o da considerarsi magari illegittime (come il canone RAI), pagando i farmaci al prezzo imposto dalle industrie con la complicità dello Stato. Lo subiamo nei riguardi di tutte le forze dell'ordine; nei riguardi dei segreti di Stato; nei riguardi degli accordi interstatali presi sulla testa della collettività (vedi “G8”). Dobbiamo rispettare qualunque legge o decreto dal parlamento-potere legislativo anche se contrari ai veri bisogni e diritti naturali delle genti.

A dispetto delle migliori norme costituzionali il cittadino è costretto a subire l'uso arbitrario del potere pubblico che di quelle norme non si cura, anzi le calpesta disinvoltamente: per esempio, l'art. 4, inutilmente invocato dai disoccupati e l'art. 11 (antibellico) che fa dell'Italia una serva militare degli USA ! Ecco la conferma della faccia dittatoriale di fatto del potere ! Perché il potere pubblico (dittatoriale) diventi democratico, cioè gestito dal popolo (come dice l'etimologia) è un'illusione quasi puerile poterlo ottenere attraverso il “gioco elettorale” perché anche qui il ruolo decisivo è giocato dai più forti (potenti): ne è dimostrazione eloquente la cosiddetta “più grande democrazia del mondo”, cioè gli USA, dove i promotori, protagonisti e finanziatori del detto gioco sono quasi sempre potenti uomini d'affari e banchieri. Non per niente il senato nordamericano è detto “club dei miliardari”. Tale gioco serve solo a legittimare formalmente coloro che vanno lassù (sulla pedana del potere pubblico).

Il gioco elettorale lascia le cose come stanno in regime liberista, cioè “privatista”: la dittatura di fatto persiste anche in “forma passiva”, quando si limita ad arbitrare le competizioni dei padroni privati. Ne è prova eclatante la SpA postale che sta consumando un abuso dopo l'altro sotto l'occhio annuente del pubblico potere. Proprio a questo livello “para-forestale”, antropozoico o antropomorfo, il potere pubblico risulta più che mai lontano dal fabbisogno della collettività, il lavoro essendo diventato una merce da mercato e la legge è accessibile a chi ha soldi per pagarsela e per farsi più ragione ! Con l'introduzione di fatto del “libero iniquo canone”, il cittadino povero è alla prese di concittadini investiti del “potere” di vendere l'uso di un tetto al maggior prezzo possibile.

Perché il potere pubblico da dittatura di fatto diventi “potere di tutti” – cioè democrazia – bisogna abolire totalmente la predonomia (insomma, il capitalismo) ed attuare la vera economia: socializzando il lavoro e i suoi prodotti con l'uso di una moneta passiva a tempo, coniata solo dallo Stato, e adeguando allo stesso meccanismo il possesso di beni immobiliari (casa con verde) contro il millenario crimine della proprietà privata illimitata, vero deus ex machina di uno Stato-dittatura e di una democrazia-farsa.

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Nota C/1

Eurispes: (26 gennaio 2001) "L'Italia di oggi è come la casa di Oblomov Sempre più indifferenza per ciò che non riguarda gli interessi personali”
Sogna, fantastica sul futuro, sdraiato sul letto della sua casa di Pietroburgo. Così passa la vita Ilia Ilic Oblomov, il protagonista trentatreene del romanzo di Ivan Goncarov, che il romanziere scrisse nella Russia di metà Ottocento. Ha mille propositi Oblomov, ma muore senza averne attuato neanche uno. Fa mille promesse, mentre amori e amicizie si dissolvono. Incapace di reagire e mentre la sua casa va in rovina aggredita dall'incuria, aspetta che qualcuno risolva i problemi. Non solo quelli materiali, anche quelli morali. La casa di Oblomov, assomiglia all'Italia di oggi. Il paragone, piuttosto forte, lo fa Gian Maria Fara, presidente dell'Eurispes, presentando oggi a Roma il rapporto del suo Istituto su "Italia 2001".
Un'Italia apatica, che ha iniziato a diventare tale negli anni Novanta. Che ha perso, strada facendo, eroismo, creatività e curiosità. Dove il patriottismo è diventato quello di una partita di calcio. Un'Italia che entra nel nuovo Millennio con il solo bagaglio dell'apatia. Che non fa nulla, come Oblomov.
E' accaduto tutto durante gli anni Novanta spiegano i ricercatori: "Il Paese ha attraversato un processo di atomizzazione che tutt'ora si propaga a macchia d'olio dal privato al sociale e viceversa. Gli italiani vorrebbero abdicare alla maturità e ai suoi doveri senza per questo cedere un solo diritto, un solo piacere", scrive l'Eurispes.
Individui che si chiudono a riccio, "sempre più indifferenti a tutto ciò che non tocca direttamente i loro interessi personali". Capaci di occuparsi solo dei loro mutui, del rincaro di bollette e tariffe, ma incapaci di affrontare i grandi problemi, come la globalizzazione o la salvaguardia ambientale del pianeta. Queste proteste vengono delegate a frange agguerrite. Come il "popolo di Seattle".
E la politica che fa? E' travolta da questo atteggiamento, spiega l'Eurispes, perde consenso e credibilità. Perché "l'opinione pubblica appare sempre più frastornata da una comunicazione politica che sembra strumentale e tesa più a catturare il consenso momentaneo che non a rappresentare con chiarezza le vere posizioni e le reali convinzioni dei partiti e degli schieramenti". Si è trasformata in "arte dell'attesa", alla ricerca "quasi ossessiva di uno spazio, di una finestra dalla quale affacciarsi nelle case della gente per raccontare e rassicurare, per insultare l'avversario o promettere soluzioni mirabolanti, in una sorta di asta per il consenso". I veri problemi, intanto, possono aspettare.
"D'Alema dì qualcosa di sinistra". La frase diventata celebre dell'ultimo film di Nanni rappresenta un po' questa incertezza che attraversa il mondo politico. Dov'è la destra e dov'è la sinistra, si domandano i ricercatori dell'Eurispes? La "base" dell'una è diventata sostenitrice dell'altra, mentre una destra più moderna è appoggiata dalle più insicure e precarie fasce dei lavoratori.
La via di uscita per l'Eurispes passa per un superamento dell'attuale sistema , che "di fatto esclude ampie porzioni dell'elettorato che non si riconoscono nel ticket voluto dalla 'reductio' costituzionale. Non solo. Bisogna anche investire sui giovani, costringerli o forse aiutarli a sottrarsi al soffocante abbraccio della famiglia per evitare che il fatalismo dei genitori sia la loro unica eredità.

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Nota D/1

Socializzazione dell'economia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Con il termine socializzazione dell'economia si intende una teoria, attuata in ambito fascista repubblicano, di trasformazione sociale dell'economia nella quale la proprietà dei mezzi di produzione non è esclusiva del capitalista, ma è partecipata con i lavoratori impiegati nell'azienda.

La socializzazione nel fascismo

Il termine venne coniato nel 1943 per indicare una dottrina economica concepita dal fascismo all'interno del sistema economico corporativista della Repubblica Sociale Italiana, ma i prodromi vanno individuati nella Carta del Carnaro promulgata a Fiume nel 1920 e nella Carta del Lavoro del 1927. La socializzazione fascista avrebbe dovuto costituire, nelle intenzioni dei suoi proponenti, la "terza via" nei confronti dei due maggiori sistemi economici del Novecento: il capitalismo ed il comunismo, sia per quanto riguarda l'economia che per i suoi riflessi sul piano sociale. Prese parte al suo sviluppo anche l'ex comunista Nicola Bombacci (caro amico di Benito Mussolini) che contribuì a quest'opera riprendendo, tra l'altro, le teorie dell'anarchico ucraino Nestor Ivanovyč Machno, dal fabianesimo e dal distributismo geselliano. Amico di vecchia data di Benito Mussolini, nonché condivisore degli ideali socialisti del Fascismo, Nicola Bombacci collaborò a questa politica economica della Repubblica Sociale Italiana senza tuttavia rinnegare i propri ideali comunisti, ma sforzandosi di farli collimare con la forte politica sociale fascista.

La socializzazione dell'economia attuata durante la RSI, deriva dalla corporazione proprietaria ideata da Ugo Spirito, ovvero la corporazione che diventa proprietaria dell'azienda, ricercando l'equilibrio tra le due componenti della produzione: lavoro e capitale.

La socializzazione si trovò affiancata agli altri due "capisaldi" dell'ideologia economica del fascismo: il "corporativismo" e la "fiscalità monetaria", come base del sistema politico della democrazia organica.

 

« I nostri programmi sono decisamente rivoluzionari le nostre idee appartengono a quelle che in regime democratico si chiamerebbero "di sinistra"; le nostre istituzioni sono conseguenza diretta dei nostri programmi; il nostro ideale è lo Stato del Lavoro. Su ciò non può esserci dubbio: noi siamo i proletari in lotta, per la vita e per la morte, contro il capitalismo. Siamo i rivoluzionari alla ricerca di un ordine nuovo. Se questo è vero, rivolgersi alla borghesia agitando il pericolo rosso è un assurdo. Lo spauracchio vero, il pericolo autentico, la minaccia contro cui lottiamo senza sosta, viene da destra. A noi non interessa quindi nulla di avere alleata, contro la minaccia del pericolo rosso, la borghesia capitalista: anche nella migliore delle ipotesi non sarebbe che un'alleata infida, che tenterebbe di farci servire i suoi scopi, come ha già fatto più di una volta con un certo successo. Sprecare parole per essa è perfettamente superfluo. Anzi, è dannoso, in quanto ci fa confondere, dagli autentici rivoluzionari di qualsiasi tinta, con gli uomini della reazione di cui usiamo talvolta il linguaggio » (Benito Mussolini, Milano, 22 aprile 1945)

   

Storia e definizione

Tale teoria economica venne elaborata e prevista nel Manifesto di Verona, documento che conteneva il programma politico del Partito Fascista Repubblicano, allora alla guida della neo costituita Repubblica Sociale Italiana. Il manifesto fu presentato durante il Congresso del PFR tenutosi a Verona il 14 novembre 1943. Fino ad allora, secondo i fascisti intervenuti a Verona, ogni realistico tentativo di apporre più ardite modifiche al sistema economico italiano era naufragato di fronte all'ostracismo dei poteri economici definiti come plutocrazia.

Nel Manifesto di Verona si affermava che la base della Repubblica Sociale Italiana e della dottrina economica del Partito Fascista Repubblicano è il lavoro (articolo 9); che la proprietà privata, frutto di lavoro e risparmio sarebbe stata garantita, ma non si sarebbe dovuta per ciò trasformare in entità disgregatrice della personalità altrui sfruttandone il lavoro (articolo 10). Tutto ciò che era di interesse collettivo, da un punto di vista economico si sarebbe dovuto nazionalizzare (articolo 11). Nelle aziende sarebbe stata avviata e regolata la collaborazione tra maestranze e operai per la ripartizione degli utili e per la fissazione dei salari (articolo 12). In agricoltura le terre incolte o mal gestite sarebbero state espropriate e riassegnate a favore di braccianti e cooperative agricole (articolo 13). L'Ente Nazionale per la casa del popolo avrebbe avuto l'obbiettivo di fornire una casa in proprietà a tutti (articolo 15). Si sarebbe costituito un sindacato dei lavoratori, obbligatorio, e avrebbe riunito tutte le categorie (articolo 16).

 

« Troppo capitalismo non significa troppi capitalisti, ma troppo pochi capitalisti » (G. K. Chesterton, "The Uses of Diversity", 1921)

   
Socializzazione delle imprese

Fu Mussolini già il 23 settembre 1943 nel formare il governo a volere l'istituzione del ministero dell'Economia corporativa, nominando ministro prima Silvio Gai e dal 1 gennaio 1944 Angelo Tarchi. Fu quest'ultimo ad accelerare la stesura del decreto legge sulla socializzazione.

La socializzazione delle imprese - vista con sospetto e boicottata dalla Germania nazionalsocialista, operante riforme socialiste su un diverso binario[2] - venne disposta inizialmente con il Decreto Legislativo del 12 febbraio 1944 N.375, alla firma di Benito Mussolini unita a quelle di Domenico Pellegrini Giampietro e Piero Pisenti. Per diretta conseguenza il compito venne assegnato al ministro dell'Economia corporativa l'ingegner Angelo Tarchi, che si insediò nella sede del ministero, a Bergamo.

La base della socializzazione è la totale assenza di lavoro dipendente, ovvero: ogni entità produttiva appartiene in egual misura a tutti i suoi lavoratori, senza più padroni né dipendenti. Ciò a differenza del capitalismo, dove un'entità produttiva è di proprietà di una persona o di una società di persone, anche estranee alla produzione, mentre la produzione è affidata a lavoratori dipendenti. E, a differenza della dottrina comunista, dove si ritiene che la proprietà privata dei mezzi di produzione debba essere abolita e collettivizzata in un sistema che l'assegna allo Stato stesso.
La socializzazione redistribuisce la proprietà, eliminando i rapporti umani di sudditanza e dipendenza salariati, confidando sulla naturale maggior responsabilizzazione dei lavoratori di fronte all'autogestione del loro lavoro e del loro capitale. Similmente al capitalismo, la teoria socializzatrice prevede il diritto alla
proprietà privata, la libertà d' iniziativa economica, il rispetto della legge della "domanda-offerta" e della libera concorrenza. La socializzazione, a differenza della collettivizzazione comunista, non prevede l'attuazione dei propri contenuti dottrinali mediante una rivoluzione espropriativa, ma mediante la proibizione legislativa del lavoro salariato e la contemporanea concessione di un credito sociale. La gerarchia e la distribuzione degli utili delle grandi aziende verrebbe decisa attraverso il consenso di tutti i lavoratori dell'azienda, nello stile del corporativismo e in un'ottica di meritocrazia.

Gli industriali italiani erano naturalmente ostili ad una riforma così vasta e drastica, che avrebbe perlomeno sensibilmente ridotto il loro enorme potere e, sebbene ufficialmente avessero appoggiato la proposta, tentarono in ogni modo di affossare la legge.

Il 20 giugno 1944, ossia appena quattro mesi dopo il decreto legislativo, il dirigente della federazione fascista degli impiegati del commercio, Anselmo Vaccari, in un rapporto diretto a Mussolini riportò le difficoltà di far comprendere ai lavoratori il provvedimento socializzativo a causa della perdita di ascendente del fascismo tra la popolazione per motivo delle sorti belliche.

L'attuazione integrale della socializzazione era prevista, ironia della sorte, per il 25 aprile 1945.

Difatti il 25 aprile 1945 tra i primi atti politico-amministrativi del CLNAI (il CLNAI era formato da: comunisti (PCI), cattolici (DC), azionisti (PdA), liberali (PLI), socialisti (PSIUP) e democratici-progressisti) dopo la sconfitta del fascismo nel nord Italia, vi fu proprio l'abrogazione del Decreto Legge sulla Socializzazione.

Critica

Per i critici di parte comunista, "socializzazione" non avrebbe il significato di parificazione totale delle ricchezze, in quanto, anche se la proprietà di una azienda è percentualmente uguale per tutti, la suddivisione dei profitti non sarebbe stata ugualmente la stessa, ma decisa dall'assemblea aziendale a seconda dei ruoli o delle capacità. Di conseguenza, i dirigenti nominati avrebbero potuto ricevere una percentuale superiore alle maestranze, e questi dirigenti avrebbero potuto anche essere gli ex-proprietari. Inoltre un'azienda meno produttiva di un'altra avrebbe inevitabilmente assicurato redditi netti suddivisi inferiori rispetto ad una più produttiva.

I sostenitori della socializzazione rispondono che il sistema non sarebbe più codificato dal diritto dello Stato o da contratti sindacali, ma lasciato liberamente all'autogestione dell'assemblea dei lavoratori di ogni azienda. L'operaio o l'impiegato, co-proprietari dell'azienda in cui lavorano, avrebbero perciò tutto l'interesse al successo ed all'espansione dell'azienda stessa. Si otterrebbe perciò una maggior responsabilizzazione al lavoro ed un maggior reddito per gli ex-dipendenti rispetto al salari.

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D/2

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Distributismo, noto anche come distribuzionismo, è una filosofia economica formulata da alcuni pensatori quali Gilbert Keith Chesterton, padre Vincent McNabb e Hilaire Belloc per applicare quei principi di dottrina sociale della Chiesa cattolica che affondano le proprie radici nell'esperienza benedettina (ora et labora) ed espressi modernamente nella dottrina di papa Leone XIII contenuta nell'enciclica Rerum novarum[1] e ulteriormente sviluppati da papa Pio XI nell'enciclica Quadragesimo anno[2]. Secondo il distributismo, la proprietà dei mezzi di produzione deve essere ripartita nel modo più ampio possibile fra la popolazione generale, piuttosto che essere centralizzata sotto il controllo dello stato (nel socialismo) o di pochi privati facoltosi (nel capitalismo). Una sintesi del distributismo si trova nel postulato di Chesterton «Troppo capitalismo non significa troppi capitalisti, ma troppo pochi capitalisti».

In sostanza, il distributismo si distingue per la sua idea di distribuzione dei beni e dei mezzi di sostentamento, prima fra tutti la proprietà della casa. Il distributismo sostiene che, mentre il socialismo non permette alle persone di possedere proprietà (che sono sotto il controllo dello stato o del comune), e il capitalismo permette a pochi di possedere (come inevitabile risultato di competizione meritocratica), il distributismo cerca di consentire che la maggior parte delle persone diventino i proprietari dei mezzi di produzione e della propria casa. Come Hilaire Belloc stabilì, la "stato distributivo" (lo stato che ha attuato il distributismo) contiene "un agglomerato di famiglie di diversa ricchezza, ma di gran lunga il maggior numero di proprietari dei mezzi di produzione".Questa più ampia distribuzione non si estende a tutti i beni, ma solo a mezzi di produzione e di lavoro, la proprietà che produce ricchezza, cioè, le cose necessarie per l'uomo per sopravvivere. Esso include terra, strumenti, ecc. Ma anche la casa, fondamentale per la vita stessa dell' uomo e della famiglia.

Il distributismo è stato spesso descritto come una terza via alternativa a socialismo e capitalismo. Tuttavia, alcuni l'hanno visto più come una aspirazione, visto che è stato realizzato con successo solo a breve termine e localmente a favore dei principi di sussidiarietà e solidarietà (questi raggiunti in cooperative locali finanziariamente indipendenti). Essi sostengono che in futuro il lavoro salariato sarà visto così come oggi viene visto lo schiavismo.

Distributismo e fascismo

Controversie sul distributismo nella comunità si sono verificate a causa delle comunanze delle associazioni di distributismo con alcuni gruppi fascisti. Ciò comprende gruppi come ad esempio l'Unione Britannica dei Fascisti e il Partito nazional-sociale cristiano, i quali sostengono le opinioni distributiste. I sostenitori del Nazional-anarchismo anch' essi favorevoli al distributismo, come Troy Southgate indicando il suo impegno per l'idea. Va inoltre osservato che, dal momento che la maggior parte dei distributisti sono cattolici, essi credono nella Chiesa e rifiutano l'anarchismo.

Molte tracce portano le radici al fascismo o viceversa, e si può vedere il distributismo come una versione di corporativismo. Colui il quale concorse a traghettare il distributismo al fascismo fu il poeta americano Ezra Pound. Ci sono molte analogie tra i due sistemi, notevoli parallelismi tra la socializzazione delle aziende e imprese e il distributismo. Oltretutto per esclusione le uniche comunanze sono tra questi sistemi, visto che il distributismo rifiuta sia il comunismo che il capitalismo. Ma ci sono differenze tra le due filosofie, in particolare il fascismo era permissivo verso le grandi imprese e quelle statali. Va inoltre notato che la maggior parte dei distributisti sono di fede cattolica e seguendo la Chiesa rifiutano il nazionalismo laico.

Nonostante questo, solamente i partiti politici fascisti fanno propria la dottrina economica distributista a parte qualche gruppo anarchico.

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Nota E/1

CAMPAGNA UIL: MENO COSTI DELLA POLITICA = MENO TASSE

SINTESI DELL’ANALISI E DEI NUMERI

Secondo le nostre stime, sono oltre 1,3 milioni le persone che vivono direttamente, o indirettamente, di politica.

Un esercito composto da oltre 145 mila tra Parlamentari, Ministri, Amministratori Locali di cui 1.032 Parlamentari nazionali ed europei, Ministri e Sottosegretari; 1.366 Presidenti, Assessori e Consiglieri regionali; 4.258 Presidenti, Assessori e Consiglieri provinciali; 138.619 Sindaci, Assessori e Consiglieri comunali.

A questi vanno aggiunti gli oltre 12 mila consiglieri circoscrizionali (8.845 nelle sole Città Capoluogo); 24 mila persone nei Consigli di Amministrazione delle 7 mila società, Enti, Consorzi, Autorità di Ambito partecipati dalle Pubbliche Amministrazioni; quasi 318 mila persone che hanno un incarico o una consulenza elargita dalla Pubblica Amministrazione; la massa del personale di supporto politico addetto agli uffici di gabinetto dei Ministri, Sottosegretari, Presidenti di Regione, Provincia, Sindaci, Assessori Regionali, Provinciali e Comunali; i Direttori Generali, Amministrativi e Sanitari delle ASL; la moltitudine dei componenti dei consigli di amministrazione degli ATER e degli Enti Pubblici.

Ogni anno i costi della politica, diretti e indiretti, ammontano a circa 18,3 miliardi di euro, a cui occorre aggiungere i costi derivanti da un “sovrabbondante” sistema istituzionale quantificabili in circa 6,4 miliardi di euro, arrivando così alla cifra di 24,7 miliardi di euro.

Una somma che equivale al 12,6% del gettito Irpef (comprese le Addizionali locali), pari a 646 euro medi annui per contribuente.

Vediamo di seguito il dettaglio.

Per il funzionamento degli Organi dello Stato centrale (Presidenza della Repubblica, Camera dei Deputati, Senato della Repubblica e Corte Costituzionale, Presidenza del Consiglio, Indirizzo politico dei Ministeri) secondo il Bilancio preventivo dello Stato, quest’anno i costi saranno di oltre 3,2 miliardi di euro (82 euro medi per contribuente).

Per gli Organi di Regioni, Province e Comuni (funzionamento Giunte e Consigli) i costi ammontano a 3,3 miliardi di euro (85 euro medi per contribuente).

Per il funzionamento della Presidenza della Repubblica, Camera dei Deputati, Senato della Repubblica e Corte Costituzionale, per il 2011, sono previste spese per quasi 2 miliardi di euro. 2

Per il funzionamento della Corte dei Conti, Consiglio di Stato, CNEL, CSM, Consiglio Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia, nel Bilancio dello Stato sono stati stanziati 529 milioni di euro.

Per il solo funzionamento della Presidenza del Consiglio, per il 2011, sono previste spese per 477 milioni di euro.

I costi per l’indirizzo politico dei Ministeri (che comprendono esclusivamente i costi di funzionamento dei Centri di responsabilità amministrativa quali il Gabinetto e gli uffici di diretta collaborazione all’opera del Ministro) ammontano nel 2011 a 226 milioni di euro.

Nel 2010 il solo costo per il funzionamento dei Consigli e Giunte Regionali è stato di circa 1,2 miliardi di euro, pari al 14,1% del gettito derivante dall’Addizionale Regionale IRPEF.

Per le Province il costo per il funzionamento dei rispettivi Consigli e Giunte, come si ricava dai certificati consuntivi del 2008 (ultimo dato omogeneo pubblicato dal sito del Ministero degli Interni) è stato di circa 455 milioni di euro.

Per i Comuni, comprese le Comunità Montane e le Unioni dei Comuni, nel 2008 (vale lo stesso discorso delle Province) il costo per il funzionamento delle Giunte e Consigli è stato di oltre 1,6 miliardi di euro, che equivale al 55,8% del gettito delle Addizionali Comunali IRPEF.

Per le consulenze, gli incarichi, le collaborazioni e le spese per i comitati e varie commissioni la spesa nel 2009 è stata di 3 miliardi di euro.

Per i compensi, le spese di rappresentanza, il funzionamento dei consigli di amministrazione, organi collegiali, delle Società pubbliche o partecipate ed Enti, locali e nazionali, si sono spesi nel 2010 2,5 miliardi di euro.

I costi di gestione del parco auto della Pubblica Amministrazione (auto blu e grigie), secondo una stima molto prudente, ammontano a circa 4,4 miliardi di euro l’anno.

Il costo per la direzione delle 255 Aziende sanitarie e ospedaliere è di oltre 350 milioni di euro; mentre il costo dei Consigli di Amministrazione degli Ater/Aler è di circa 40 milioni di euro.

I costi per il personale contrattualizzato, di nomina politica, per le Segreterie di Presidenti, Sindaci e Assessori, secondo nostre stime, si aggirano intorno a 1,5 miliardi di euro l’anno.

Fin qui i costi diretti e indiretti della politica per un importo – come già sopra precisato - pari a 18,3 miliardi di euro.

Roma, Marzo 2011

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Nota F/1

I contro le lobby internazionali che gestiscono il potere finanziario ed economico.

www.stampalibera.com

Le associazioni massoniche: il trait d’union tra le lobby dell’alta finanza che gestiscono le multinazionali – che hanno in mano l’economia globale – ed i governi del mondo. La rete del potere mondiale. Chi è Mario Monti e a quali poteri risponde. Il golpe italiano, chi c’è dietro e quali sono i loro obiettivi.

Che il nominato premier Mario Monti sia parte integrante dei gruppi di potere che cercano di controllare – o forse, che controllano – il mondo, lo sappiamo bene. Fa parte dell’Aspen Institute, ha preso parte a diverse riunioni del gruppo Bilderberg, e ha ricoperto addirittura il ruolo di “Presidente europeo” della Commissione Trilaterale, estensione del super magnate Rockfeller, braccio destro della potentissima famiglia Rothschild, che ha in mano quasi tutte le banche centrali del mondo.

Monti ha ricoperto importanti incarichi (è stato advisor) per la superbanca d’affari USA Goldman Sachs, definita “il miglior posto per produrre denaro che il capitalismo globale sia mai riuscito a immaginare” con una capacità d’investimento di 12.000 miliardi di euro all’anno (il debito pubblico che sta mettendo in ginocchio l’Italia ammonta a poco meno di 2.000 mld di euro) e un valore di oltre un trilione, ovvero un miliardo di miliardi. (1.000.000.000.000.000.000) una banca Goldman Sachs, responsabile di aver mandato sul lastrico svariate decine – se non centinaia – di migliaia di famiglie americane e di altre parti del mondo, in particolare nei paesi poveri che più si prestano alle speculazioni, visto che pur di ingrassare il proprio business, i dirigenti Goldman Sachs non si fanno alcuna remora a speculare sulle carestie, derrate alimentari, sulla povertà della povera gente. Generare profitto: si occupano di questo, all’interno della “super banca”, ben 30.000 dipendenti che percepiscono una media di 700.000 dollari all’anno, che grazie ai “premi” riconosciuti a chi è stato particolarmente produttivo possono superare – anche di molto – il milione di dollari. I dirigenti di spicco, ovviamente prendono molto di più, anche oltre 10 volte tanto.

Oltre a Goldman Sachs ci sono altre banche molto influenti, legate anch’esse alle associazioni massoniche sopracitate, una di queste è Morgan Stanley, dove – guardacaso – lavora “Monti jr“, il figlio di Mario Monti, alla quale il Ministero del Tesoro italiano a Gennaio 2012 ha elargito in gran silenzio, 2 miliardi e 567 milioni di euro per un affare (per la banca, non per il governo) di “derivati”. Soldi che il governo – visto i tempi difficili, almeno per i cittadini – avrebbe potuto rimborsare in comode rate, e magari girare una parte agli imprenditori italiani che hanno fornito merci e servizi allo stato, a cui l’erario deve un totale di 70 miliardi di euro. Un’altra banca d’affari molto influente è JP Morgan.

Le associazioni di stampo massonico citate sopra (Aspen Institute, ma ancor di più gruppo Bilderberg Commissione Trilaterale ma anche altre club di Roma, ilCFR) e le lobby dell’alta finanza, le “super banched’affari(Goldman Sachs, Morgan Stanley, JP Morgan) sono legate a doppio filo, in quanto gli uomini che ne fanno parte sono gli stessi: i dirigenti di punta delle lobby dell’alta finanza e i loro uomini di fiducia (uno di questi, evidentemente, Mario Monti) sono tutti membri delle associazioni massoniche, nel cui ambito interagiscono con i politici più importanti, e quindi i governi del mondo. Da molti anni a questa parte tutti i presidenti degli Stati Uniti che si sono avvicendati sono stati – tutti – membri del Bilderberg, o legati a doppio filo ad esso, così come gli uomini di Goldman Sachs(ufficialmente “ex”)ricoprono ruoli chiave all’interno del governo americano, come il Ministero delle finanze.

Queste banche d’affari, vere e proprie lobby dell’alta finanza, sono proprietarie/azioniste legate a doppio filo alle 147 multinazionali che controllano, condizionano e gestiscono a loro uso e consumo l’economia globale: hanno in mano i mezzi d’informazione più autorevoli, mediante i quali “costruiscono” l’immagine dei politici che i cittadini di tutto il mondo eleggeranno. Laddove sorgano organi di informazione di cui non sono direttamente proprietari, possono sempre “addomesticarli” mediante cospicui contratti pubblicitari. Il vero editore dei giornali infatti sono le agenzie pubblicitarie, che consentono a un determinato organo di ricevere ottimi introiti ed espandersi, ma possono affondarlo se decidono di boicottarlo in quanto contrasta i loro interessi. Le grandi campagne pubblicitarie non vengono gestite direttamente dalle aziende: queste si affidano ad agenzie, che stabiliscono come e dove investire: e la maggior parte – in termini di valore economico – dei contratti pubblicitari è gestito da poche agenzie, riconducibili in un modo o nell’altro, alle associazioni di stampo massonico e/o alle lobby dell’alta finanza sopracitate.

Nel panorama dell’alta finanza, dei mercati finanziari, dell’economia delle nazioni, dell’industria e del commercio, rivestono un ruolo importantissimo, fondamentale leagenzie di rating, deputate a stabilire, mediante una classificazione definita”rating” quanto siano “affidabili” governi e imprese. Leagenzie di rating principali sono tre, soprannominate “le tre sorelle Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings. Quando le agenzie di rating “declassano” una nazione, (o un’impresa) questa viene ritenuta meno affidabile; investire su di essa (cioè concedere credito a una determinata nazione, mediante titoli obbligazionari, o ad un’impresa) viene considerato più rischioso, pertanto aumentano i tassi di interesse che questa deve corrispondere. Questo è un potere immenso, in quanto un abbassamento eccessivo del rating può significare tassi di interessi talmente elevati da determinare la bancarotta, sia per le imprese che per le nazioni, che sono costrette ad aumentare la pressione fiscale per pagare gli interessi necessari per avere liquidità.

Da notare come le agenzie di rating siano aziende private, e guarda caso legate a doppio filo alle lobby dell’alta finanza che le gestiscono a proprio uso e consumo, visto che in molti caso hanno favorito (inconsapevolmente?) alcune società, attribuendo loro un rating positivo anche in assenza dei presupposti per farlo: è il caso della Lehman brothers, che poco prima di dichiarare bancarotta era ritenuta assolutamente affidabile (classificata A2) fattore che ha spinto numerosi investitori a investire forti somme, mentre in altri casi, alcune società (e nazioni) hanno ricevuto un rating eccessivamente penalizzante, mettendole in difficoltà poiché per avere “accesso al credito” erano costrette a corrispondere tassi di interesse elevatissimi. Per maggiori informazioni, leggi “agenzie di rating, ecco chi controlla le tre sorelle“.

Ora viene il “bello”… La procura ha accertato che una di queste agenzie di rating, Moody’s, remava contro l’Italia.E guarda caso, MONTI ERA UN COLLABORATORE DI MOODY’S, prima di essere NOMINATO premier!

L’agenzia di rating “Standard & Poor’s” mirava a destabilizzare l’Italia La procura chiude le indagini sull’agenzia di rating. Cinque le persone coinvolte con l’accusa di manipolazione di mercato continuata e pluriaggravata. “Fornivano intenzionalmente ai mercati un’informazione falsa in merito all’affidabilità creditizia italiana, in modo da disincentivare l’acquisto di Btp e deprezzarne il valore“

Ricapitolando:

Monti è legato a praticamente tutte le associazioni di stampo massonico e alle principali lobby dell’alta finanza, che controllano anche le agenzie di rating.

1. Le agenzie di rating hanno manovrato CONTRO l’Italia, fornendo informazioni FALSE ai mercati sulla nostra attendibilità.

2. Monti lavorava ANCHE per una delle più importanti agenzie di rating, Moody’s.

3. Grazie alla manipolazione delle agenzie di rating lo spread è salito a livelli vertiginosi = tassi elevatissimi per avere liquidità = tasse e aumento debito pubblico – e la situazione che tutti conosciamo.

4. Per “risolvere” i problemi che hanno deliberatamente provocato, hanno imposto la nomina di Monti, che lavorava per le agenzie di rating che ci hanno penalizzato (lavorava anche per i poteri dell’alta finanza che controllano le agenzie di rating)

E tutt’oggi l’Italia è costretta a pagare interessi altissimi (lo spread) per avere liquidità, un vero e proprio COMPLOTTO ordito a danno dell’Italia, che ha affidato il governo a un collaboratore della stessa agenzia di rating che stava remando contro di lei!

Le conclusioni:

Questa lunga – necessaria – premessa mi auguro che sia stata sufficientemente chiara, per cercare di decifrare la situazione, e sopratutto chi c’è dietro a tutto questo. L’Italia è vittima di un complotto, un feroce complotto, e i nostri politici anziché difendere i nostri interessi, si sono piegati a compromessi con questi poteri forti. Il fatto che Enrico Letta, vice-presidente del PD abbia partecipato al meeting Bilderberg di quest’anno, è piuttosto eloquente. Lo stesso Berlusconi, che inizialmente – nei giorni di Novembre, immediatamente precedenti alle sue dimissioni, quando “l’attacco” all’Italia era nell’apice – sembrava intenzionato a opporre resistenza, dopo che “i mercati” (controllati ad uso e consumo dei poteri descritti sopra) hanno fatto perdere 10 punti percentuali alla sua Mediaset in un solo giorno, ha dichiarato la “resa incondizionata”, piegandosi a sostenere Monti – in cambio sicuramente di accordi personali – anche se questo gli è costato la PERDITA DI TUTTO IL CONSENSO che (incredibilmente) aveva mantenuto fino a quel momento Tra l’altro, Mario Monti, presentato da tutti i politici e dai media come il “salvatore della patria” già in passato aveva fatto grossi danni all’economia italiana: danni che però, hanno rappresentato un beneficio per le lobby dell’alta finanza di cui Monti è emissario.

Ormai siamo un giocattolino in mano agli speculatori, incentivati anche dalle direttive dell’Unione Europea, che si stanno arricchendo sempre di più alle nostre spalle, con la complicità di quei politici che gli hanno steso un tappeto rosso, e cercano di farci sopportare tutto questo seminando paura (lo spettro di conseguenze economiche ancora più terribili), con discorsi fuorvianti (“è necessario” – “salva Italia” etc) e le solite promesse da marinaio di “ripresa” (ripresa che non ci sarà mai, ma sarà sempre peggio, almeno per noi cittadini… le grandi aziende hanno delocalizzato o stanno delocalizzando: non c’è lavoro, non c’è soldi.. QUALE RIPRESA PUO’ ESSERCI?).

I poteri forti dell’alta finanza mirano innanzitutto alla nostra riserva aurea: alla quale punteranno “se non molto presto, abbastanza presto” – come ha dichiarato Nigel Farage in occasione dell’ultima intervista che gli ho fatto – ma anche AI BENI PUBBLICI ITALIANI: ad iniziare dalle percentuali di proprietà delle aziende che lo stato possiede ancora, fino al patrimonio immobiliare che l’Italia sarà COSTRETTA A VENDERE – anzi: a Svendere – per ripianare il debito pubblico. Nel frattempo, Monti ha varato – sta varando – varerà – altre leggi che favoriscono tutti i poteri forti citati in precedenza, da quelli economico-bancari alle multinazionali, proprietari della “grande impresa” e della “grande distribuzione”, facendo chiudere i negozi dei cittadini, grazie all’oppressione fiscale e al calo dei consumi, che saranno soppiantati da centri commerciali o catene di negozi legate alle grandi aziende, che a capo hanno sempre gli stessi proprietari: le lobby dell’alta finanza. Si venderà la nostra sovranità e i nostri beni, con un occhio di riguardo per le caste: ormai credo che tutti si siano resi conto che Monti sta purgando solo i cittadini del ceto medio-basso: questo perché avere i potenti contro potrebbe nuocere al suo disegno, per esempio difficilmente i notai potranno dare contro a Monti, visto che ha abolito la “tariffa massima” e potranno guadagnare di più. Avere contro loro, non sarebbe stato semplice come avere contro gli operai della FIOM che si sono visti eliminare l’articolo 18… ci farà aderire alla fregatura colossale rappresentata dal MES, che è una DITTATURA ECONOMICA spacciata per fondo di stabilità – le manovre finanziare “salva Italia” in realtà, sono servite esclusivamente a rastrellare i soldi necessari per aderire ad esso

Quello a cui stiamo assistendo oggi è la naturale prosecuzione del processo che è iniziato nel 1992, a bordo del Panfilo Britannia, come illustra l’articolo DOSSIER: Ecco quando è iniziata la crisi dell’Italia; era il 1992 sul panfilo Britannia

“l tutto é iniziato il 2 giugno 1992, nei pressi di Civitavecchia, sul Britannia, il lussuosissimo panfilo della Regina Elisabetta. I più grandi banchieri anglo-americani lo affittarono a peso d’oro con lo scopo di avere un luogo sicuro in cui poter “chiacchierare” con gli italiani. Su quel panfilo l’Italia venne svenduta alle banche internazionali.

Lì venne decisa la scellerata privatizzazione dei principali beni dello Stato italiano. La SIP, le autostrade, ENI, le Ferrovie dello Stato, le Poste e addirittura la Banca d’Italia”.

Il mondo è succube di una minoranza, un’élite composta da poche centinaia di potenti che dopo essersi appropriati del governo USA (1) stanno estendendo il loro dominio a tutte le altre nazioni del mondo, ad iniziare dalle nazioni europee e quelle che hanno in mano le materie prime. Laddove non possono conquistare il potere con le armi politico-economiche, lo fanno con le armi. Hanno in mano le redini dell’economia, dei mercati finanziari, industriali e del commercio: e stanno rastrellando a se tutte le ricchezze del mondo. Ma quello che vogliono non sono i soldi, ne hanno fin troppi. Quello che vogliono, è il POTERE: che senza dubbio è detenuto da chi è proprietario di tutto. E chissà che quei “complottisti”, che sostengono che l’élite vuole instaurare un “governo mondiale”, con una moneta mondiale – il tutto ovviamente gestito da loro – non abbiano ragione…

(1) J.F. Kennedy parlò di questi “poteri oscuri” che intendeva sconfiggere: ma purtroppo non c’è riuscito, ed è stato eliminato. E il suo successore annullò immediatamente l’ “ordine esecutivo 11110” con il quale Kennedy consentiva al Ministero del Tesoro USA di stampare moneta senza il controllo della FED, la banca centrale USA – privata – che dal 1913 gestisce il Dollaro, dominando quindi l’economia statunitense.

Fonte: Autore: Alessandro Raffa per nocensura.com

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Venerdì 1 giugno 2012

L'agenzia di rating “Standard & Poor’s" mirava a destabilizzare l’Italia

17:10 | Pubblicato da admin |

La procura chiude le indagini sull'agenzia di rating. Cinque le persone coinvolte con l'accusa di manipolazione di mercato continuata e pluriaggravata. "Fornivano intenzionalmente ai mercati un’informazione falsa in merito all’affidabilità creditizia italiana, in modo da disincentivare l’acquisto di Btp e deprezzarne il valore”

Aver messo in atto “una serie di artifici concretamente idonei a provocare” tra l’altro “una destabilizzazione dell’immagine, prestigio e affidamento creditizio dell’Italia sui mercati finanziari”. Con queste parole i magistrati di Trani hanno notificato ieri a Milano l’avviso di conclusione delle indagini ai vertici di Standard&Poor’s. Non solo. Perché l’accusa dei pm all’agenzia di rating americana è anche quella di aver utilizzato, in fase di elaborazione dei rating dell’Italia, “analisti (non identificati) inesperti e incompetenti” nonché comunicazioni ai mercati fatte non “in maniera ‘tempestiva’, bensì in maniera ‘selettiva e mirata’ in relazione ai momento di maggiore criticità della situazione politica economica italiana”.

L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Michele Ruggiero della procura di Trani,  ipotizza il reato di manipolazione di mercato continuata e pluriaggravata a carico di cinque persone: il presidente di Standard & Poor’s financial service Deven Sharma, il managing director del rating di Londra Yann Le Pallec, Eileen Zhang (di S&P Europe); Frankiln Crawford Gill e Moritz Kraemer della direzione europea del rating sui debiti sovrani. Secondo i magistrati queste persone, in posizione apicale dell’agenzia, “attraverso descritti artifici, a carattere informativo – costituenti condotte solo in apparenza lecite, ma effettivamente illecite per come combinate fra loro, con modalità e tempi accuratamente pianificati – fornivano intenzionalmente ai mercati finanziari, quindi agli investitori, un’informazione tendenziosa e distorta (come tale anche “falsata”) in merito all’affidabilità creditizia italiana ed alle iniziative di risanamento e rilancio economico adottate dal governo italiano, per modo di disincentivare l’acquisto di titoli del debito pubblico italiano e deprezzarne, così, il valore”.

Nell’avviso di chiusura indagini, il pm Ruggiero ricostruisce i fatti, attraverso quattro diverse date, contestualizzando i report dell’agenzia e gli effetti avuti sul mercato. E contesta le aggravanti: la “rilevante offensività giacché commessi in danno dello Stato sovrano italiano” e l’ aver “cagionato alla Repubblica Italiana un danno patrimoniale di rilevantissima gravità”.

Tutto nasce da un esposto-denuncia dei presidenti di due associazioni dei consumatori, Elio Lannutti, di Adusbef, e Rosario Trefiletti, di Federconsumatori, che, dopo aver ringraziato il magistrato, annunciano da subito che si costituiranno parte civile “a nome di migliaia di risparmiatori frodati”. “E’ stata una indagine laboriosa – dice il pm Ruggiero – perché abbiamo dovuto rileggere tutti gli episodi che erano legati in pratica alle tappe dei pronunciamenti di S&P sull’Italia. L’indagine – aggiunge – svela cosa c’è dietro”. E questo ha portato anche a un cambiamento del reato. “L’ imputazione – spiega Ruggiero – è stata comunque rivoluzionata perché prima si parlava di notizie false, non vere, ora si parla di questioni molto, ma molto più gravi”.

Nell’avviso di conclusione delle indagini si fa riferimento a quattro date chiave (venerdì 20 maggio 2011, venerdì 1 luglio 2011, lunedì 5 dicembre 2011 e venerdì 13 gennaio 2012) contestualizzando i report dell’agenzia e gli effetti avuti sul mercato. L’accusa è quella di “aver posto in essere una serie di artifici” tanto nell’elaborazione quanto nella diffusione delle comunicazioni.  Dall’avviso di conclusione delle indagini i difensori degli indagati hanno venti giorni di tempo per presentare memorie o chiedere supplementi di indagine. Con la chiusura di questo ramo dell’inchiesta, rimangono ancora aperte le indagini che vedono coinvolte le altre due altre società di rating,Moody’s e Fitch.

A gennaio la Guardia di finanza aveva perquisito gli uffici milanesi di S&P e Fitch per acquisire documenti in relazione ai report negativi per l’Italia, diffusi tra maggio e luglio scorsi.

“Riteniamo che le accuse riportate siano prive di ogni fondamento e non supportate da alcuna prova. Continueremo a difendere strenuamente le nostre azioni e la reputazione della società e delle nostre persone”, hanno commentato in una nota i legali di S&P.

fonte: ilfattoquotidiano.it

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F/2

I non pro e non contro le lobby internazionali che gestiscono il potere finanziario ed economico.

Monti, i Bilderberg e la Trilaterale

di Emanuele Menietti

Siamo andati a vedere cosa c'è di concreto nelle voci cospirazioniste sul futuro presidente del Consiglio

14 novembre 2011

Da quando il presidente Napolitano ha annunciato, prima in maniera implicita, poi esplicitamente e in maniera formale, di voler affidare a Mario Monti la creazione di un nuovo governo, sono iniziate a circolare molte voci sulla carriera e gli incarichi assunti negli anni dall’economista. I detrattori accusano Monti di far parte di grandi banche di investimenti come Goldman Sachs e di essere parte attiva in alcune associazioni – specialmente il gruppo Bilderberg e la Commissione Trilaterale. Queste organizzazioni vengono spesso accusate di essere al lavoro per costruire una grande cospirazione, un “nuovo ordine mondiale”, per favorire banche, multinazionali, i-poteri-forti e le grandi potenze mondiali. Allora abbiamo messo insieme le cose che si sanno su queste organizzazioni e sul ruolo del potenziale futuro presidente del Consiglio al loro interno.

Gruppo-Bilderberg
È un gruppo che si riunisce una volta all’anno e i cui incontri riservati furono organizzati per la prima volta a fine maggio del 1954 presso l’Hotel de Bilderberg (Oosterbeek, Paesi Bassi), luogo che diede anche il nome all’iniziativa. L’associazione nacque con lo scopo di contrastare l’antiamericanismo nell’Europa occidentale e per incentivare maggiore collaborazione tra Stati Uniti e paesi europei sia sul fronte politico che su quello finanziario. Il gruppo organizza di norma una sola riunione all’anno cui sono invitati meno di 150 partecipanti, solitamente personaggi influenti dal mondo delle imprese, della finanza, delle università e della politica. Gli incontri durano pochi giorni e sono preclusi ai giornalisti, che non possono nemmeno avvicinarsi alle aree in cui si tiene il summit. La zona degli incontri è sorvegliata di solito da società di sicurezza private, a volte con il sostegno delle forze dell’ordine. Chi si avvicina o prova a ottenere informazioni viene rapidamente allontanato (quest’anno Mario Borghezio della Lega Nord fu arrestato dalla polizia e successivamente bandito dal Cantone dei Grigioni per tutta la durata del summit).

Proprio a causa dell’estrema riservatezza, nel corso degli anni il gruppo Bilderberg è stato accusato di ordire oscure cospirazioni da parte di attivisti e organizzazioni politiche, che paragonano spesso gli incontri dei partecipanti a quelli della massoneria intenta a creare un “nuovo ordine mondiale”, per quanto non ci sia alcuna prova che durante i convegni si siano mai fatte discussioni o prese decisioni di questo genere (non si capisce nemmeno quali dovrebbero essere, queste decisioni). Le opinioni sul tipo di cospirazioni cambiano molto a seconda dei detrattori e così anche le ipotesi sui risultati raggiunti da oltre mezzo secolo. Gli organizzatori degli incontri difendono la scelta di svolgere tutto senza far trapelare informazioni: i partecipanti ai convegni si sentono così liberi di dire davvero che cosa pensano senza temere la diffusione delle loro dichiarazioni da parte della stampa.

Mario Monti è membro del Consiglio direttivo del gruppo Bilderberg dallo scorso anno. Il Consiglio viene eletto ogni quattro anni e non ci sono limiti al numero dei mandati per i singoli consiglieri: si occupa di organizzare l’incontro annuale e di selezionarne i partecipanti. Monti risulta tra gli invitati dell’incontro dello scorso giugno a Saint Moritz (Svizzera), ma non è l’unico italiano ad avervi partecipato. Nella lista compaiono anche il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, Franco Bernabè (Telecom), John Elkann (FIAT), e Paolo Scaroni (ENI). I temi affrontati durante l’incontro sono stati molteplici: dal ruolo delle economie emergenti all’innovazione tecnologica nelle economie occidentali, passando per le sfide per l’economia europea. Proprio per le ragioni di riservatezza con cui sono organizzati gli incontri, non sappiamo che cosa abbia fatto o detto Monti durante il summit (a cui di recente hanno preso parte anche, tra gli altri, Barroso e Van Rompuy). In veste di presidente della Bocconi, Monti ha partecipato agli incontri del gruppo Bilderberg anche nel 2010 e nel 2009.

Commissione-Trilaterale
È una organizzazione non governativa fondata nel 1973 dal magnate statunitense David Rockefeller per favorire la cooperazione tra Europa, Stati Uniti e Giappone. L’obiettivo all’epoca era quello di superare le distanze e i disaccordi tra queste tre parti del mondo, cercando di aprire il dialogo e il confronto su temi di natura politica ed economica. Il Nord America è rappresentato da 120 membri, l’Europa da 170 e l’Asia da 85 membri (nel corso degli anni l’organizzazione si è aperta ad altri paesi orientali oltre il Giappone). La Commissione Trilaterale è stata criticata da organizzazioni politiche e di attivisti con motivazioni simili a quelle usate per il gruppo Bilderberg. L’accusa è quella di voler creare un sistema sovranazionale per gestire il potere senza alcuna legittimazione democratica.

Mario Monti è direttamente impegnato nell’organizzazione come presidente del gruppo europeo dal 2010, affiancato da un presidente per il gruppo americano e da uno per l’area asiatica. Tra i membri italiani della Trilaterale [pdf] ci sono anche Enrico Letta (PD), Carlo Pesenti (Italcementi), Luigi Ramponi (PdL, ex Comandante della Guardia di Finanza ed ex direttore del SISMI), Maurizio Sella (Banca Sella) e Marco Tronchetti Provera (Pirelli). Monti ha il compito di coordinare il lavoro del nucleo europeo dell’organizzazione. Nel corso degli incontri globali, in genere uno l’anno, e di quelli in Europa, la Commissione Trilaterale si occupa di questioni economiche e produce analisi e previsioni sull’andamento dei mercati, sulle opportunità per imprese e altre organizzazioni di collaborazione. I risultati degli incontri e degli studi vengono pubblicati regolarmente e pubblicamente, evitando le chiusure e la segretezza del gruppo Bilderberg.

Goldman-Sachs
È una delle più grandi e importanti banche di affari del mondo. Ha sede legale negli Stati Uniti ed è quotata alla borsa di New York. Offre consulenze a migliaia di società, che la utilizzano per gestire i loro investimenti, per ristrutturarsi e per effettuare nuove acquisizioni. La banca si occupa anche degli investimenti a rischio e sui derivati, e amministra fondi previdenziali. Considerata la sua enorme influenza, è stata spesso criticata per aver condizionato l’andamento dei mercati o aver favorito speculazioni spregiudicate, che hanno contribuito alla progressiva crisi finanziaria di questi ultimi anni.

Mario Monti è diventato nel 2005 consulente internazionale di Goldman Sachs International. Da allora si è occupato di politica internazionale e mercati di capitali, offrendo la propria consulenza per il Goldman Sachs Global Markets Institute. Ha realizzato rapporti e analisi sostenendo le proprie teorie economiche in materia di stabilità dei conti pubblici e liberalizzazioni. Monti non ha alcun ruolo esecutivo o dirigenziale all’interno della banca.

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F/3

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il Gruppo Bilderberg (detto anche conferenza Bilderberg o club Bilderberg) è un incontro annuale per inviti, non ufficiale, di circa 130 partecipanti, la maggior parte dei quali sono personalità influenti in campo economico, politico e bancario. I partecipanti trattano una grande varietà di temi globali, economici, militari e politici.

Il gruppo si riunisce annualmente in hotel o resort di lusso in varie parti del mondo, normalmente in Europa, e una volta ogni quattro anni negli Stati Uniti o in Canada. Ha un ufficio a Leida nei Paesi Bassi. I nomi dei partecipanti sono resi pubblici attraverso la stampa ma la conferenza è chiusa al pubblico e ai media.

Dato che le discussioni durante questa conferenza non sono mai registrate o riportate all'esterno, questi incontri sono stati oggetto di critiche e di varie teorie del complotto, come ad esempio quella sostenuta da Daniel Estulin nel libro Il Club Bilderberg. Gli organizzatori della conferenza, tuttavia, spiegano questa loro scelta con l'esigenza di garantire ai partecipanti maggior libertà di esprimere la propria opinione senza la preoccupazione che le loro parole possano essere travisate dai media.

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Nota G/1

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

L'Impero romano (in latino Imperium Romanum) è lo Stato romano consolidatosi nell'area euro-mediterranea tra il I secolo a.C. e il IV secolo.

Le due date che generalmente identificano l'inizio e la fine di un'entità statuale unica sono il 27 a.C., primo anno del principato di Ottaviano, con il conferimento del titolo di Augusto, e il 395, allorquando, alla morte di Teodosio I, l'impero viene suddiviso in una pars occidentalis e in una orientalis. L'Impero romano d'Occidente si fa terminare per convenzione nel 476, anno in cui Odoacre depone l'ultimo imperatore legittimo, Romolo Augusto. La vita dell'Impero romano d'Oriente si protrarrà invece fino al momento della conquista di Costantinopoli da parte degli Ottomani nel 1453.

Pur non essendo il più vasto impero mai esistito, spettando tale primato innanzitutto all'Impero Britannico e per continuità territoriale all'Impero Mongolo, quello di Roma è considerato il più grande in termini di gestione e qualità del territorio, di organizzazione socio-politica e di importanza del segno lasciato nella storia dell'umanità. In tutti i territori sui quali estesero i propri confini i romani costruirono città, strade, ponti, acquedotti, fortificazioni, esportando ovunque il loro modello di civiltà e al contempo assimilando le popolazioni e civiltà assoggettate, in un processo così profondo che per secoli ancora dopo la fine dell'impero queste genti continuarono a definirsi romane. La civiltà nata sulle rive del Tevere, cresciuta e diffusasi in epoca repubblicana ed infine sviluppatasi pienamente in età imperiale, è alla base dell'attuale civiltà occidentale.

Oltre all'Impero romano d'Oriente, unico Stato successore a pieno titolo dell'Impero romano, le altre entità statuali che si rifecero ad esso, in Occidente (il Regno franco e il Sacro Romano Impero) ed in Oriente (l'Impero bulgaro prima, e successivamente la Russia degli Zar) continuarono ad usare i titoli adottati dall'Impero romano, sino all'epoca delle rivoluzioni e ancora oggi le istituzioni politiche, sociali e giuridiche delle democrazie occidentali si ispirano a Roma ed alla sua storia millenaria.

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Nota H/1

Il Messaggero.it /economia

Corruzione, Italia tra i primi in Europa

Cresce in Italia la corruzione praticata, il cui costo ammonta a diversi miliardi di euro, mentre calano denunce e condanne: è quanto evidenzia il rapporto sulla corruzione in Italia realizzatodalla commissione nominata dal ministro Filippo Patroni Griffi e coordinata da Roberto Garofoli. Un rapporto che preoccupa il premier Mario Monti. «Il diffondersi delle pratiche corruttive - scrive il presidente del Consiglio nella presentazione del Rapporto - mina la fiducia dei mercati e delle imprese, scoraggia gli investimenti dall'estero, determina quindi, tra i molteplici effetti, una perdita di competitività del Paese». ………………….

Le ultime rilevazioni sull'indice della corruzione percepita, calcolato da Transparency International, ricorda il Rapporto, collocano l'Italia al 69° posto nel mondo (a pari merito con il Ghana e la Macedonia), con un progressivo agravamento negli ultimi anni. Analoga tendenza registra la Banca mondiale attraverso le ultime rilevazioni del Rating of control of corruption (RCC), che collocano l'Italia agli ultimi posti in Europa e con un trend che evidenzia un costante peggioramento negli ultimi decenni. …………

H/2

La stampa.it /cronche- 22/10/2012

In Italia si aggrava la corruzione nella classifica mondiale siamo con Ghana e Macedonia.

Il Ghana è vicino, l’Europa lontana. Si diffonde sempre di più la corruzione in Italia, nonostante il calo di denunciati e condannati. Il fenomeno causa danni per diversi miliardi di euro e rappresenta un freno alla crescita del Paese. È il quadro che emerge dal Rapporto sulla corruzione elaborato dalla commissione di studio nominata dal ministro della Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi e coordinata dal magistrato del Consiglio di Stato Roberto Garofoli.  …………….

Ed un fenomeno così pervasivo comporta costi economici pesanti, stimati dalla Corte dei Conti in diversi miliardi di euro. C’è inoltre, rileva il Rapporto, un aumento dei costi strisciante ed un rialzo straordinario che colpisce i costi delle grandi opere, calcolata intorno al 40%. Vanno poi considerati i costi economici indiretti, come i ritardi nella definizione delle pratiche amministrative, il cattivo funzionamento degli apparati pubblici, la non oculata gestione delle risorse pubbliche, la perdita’ di competitività e freno alla crescita del Paese. A questo proposito viene ricordato come un valore nell’indice di percezione della corruzione di Transparency International al livello di uno dei Paesi meno corrotti avrebbe garantito all’Italia un tasso di crescita’ economica di oltre il triplo a breve termine e di circa il doppio a breve termine (1970-2000). 

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TGCOM24 - 23/10/12

Arriva nei cinema italiani "Viva l'Italia", fotografia impietosa di un Paese invaso da figli per nulla dotati, piazzati qua e là grazie alle raccomandazioni (mentre quelli bravi vanno all'estero) e dove i politici sono corrotti e disposti a tutto per il potere. Il regista Massimiliano Bruno non risparmia nessuno, nella tradizione della commedia all'italiana. Tra i protagonisti Michele Placido, Raoul Bova, Ambra Angiolini e Alessandro Gassman.

Cosa racconta il film? Di un importante senatore di origine meridionale, Michele Spagnolo (Michele Placido), politico corrotto, senza scrupoli né ideali, che a un certo punto viene colpito da una rara malattia che lo costringe a dire sempre la verità. Diventa così promotore di una singolare iniziativa: creare l'articolo 140 della Costituzione per sancire il diritto di ogni cittadino a conoscere la verità.
In questa tempesta di verità finalmente liberate, sprofonda ovviamente anche tutta la sua famiglia e soprattutto i suoi tre figli. Ovvero Riccardo (Raoul Bova), medico integerrimo che non vuole avere nulla a che fare con il padre; Susanna (Ambra Angiolini), attricetta con una pessima dizione che lavora solo per il fatto di essere una Spagnolo e, infine, Valerio (Alessandro Gassman), un buono a nulla in carriera, sempre grazie al potere del padre. "Volevo sottolineare i problemi del nostro Paese facendoci una risata, ma anche una risata amara perché su certe cose c'è davvero poco da ridere", dice il regista .

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<P40> Pubblicato il 21/05/2013

Ritornare all’antica sapienza e saggezza.

Coltivare la terra, fare arte e mestiere sono stati tra i più naturali e sicuri lavori del passato per vivere degnamente e non morire inquinati, per non patire crisi economiche e finanziarie, per non contrarre cattive abitudini e malattie demenziali che rendono difficile vivere normalmente.

Considerati i disastri economici, ecologici ed ambientali che l’attuale società, basata sulla crescita sfrenata e sulla globalizzazione, ogni giorno che passa crea sempre di più, paradossalmente coltivare la terra ( senza fare ricorso alla chimica: pesticidi, fertilizzanti, diserbanti, ecc ) in maniera veramente biologica, nolenti o volenti, è il futuro o quanto meno un modo per sopravvivere alle sempre più crescenti e devastanti crisi economiche, finanziarie e occupazionali e non solo, ma anche culturali, morali, ambientali e di insidie per la salute. Poi, visto e considerato che molti terreni di pianura sono stati occupati e resi inservibile dalla cementificazione, per necessità di cose si dovranno rivalorizzare colline e monti.

Data la folle rincorsa alla città, ai grossi e disumani centri urbani, alle industrie sempre più automatizzate e allo stesso tempo controproducenti, veri mostri di malessere ecologico, sociale ed economico, depredatori delle risorse naturali, ineluttabilmente si andrà incontro, intanto all’esaurimento delle materie prime e quindi al venir meno di quei mezzi di produzione su scala industriale che hanno segnato l’epoca dei consumi smodati e dell’usa e getta (arma letale del consumismo) e, di conseguenza, nel malaugurato ma possibile caso in cui l’attuale ecosistema vada in tilt, la nuova generazione di persone, non so di quella presente, ma sicuramente quella prossima, sempre più viziata, sempre più dipendente dai sempre più sofisticati congegni tecnologici, se incapace di adattarsi a quello che sapevano fare i nostri avi, a lavorare la terra o fare dell’artigianato, ad illuminare la notte con lumini ad olio, misurare il tempo senza orologio, prevedere le condizioni atmosferiche senza bisogno di strumenti, conoscere e raccogliere verdure selvatiche per alimento, nutrirsi con il pane fatto in casa nel forno a legna, allevare e tenere bestie per quel che possono servire e non per snob, insomma, se non sapranno vivere in modo autonomo, altro non gli resterà che soccombere.

Ripenso alle considerazioni, piene di buon senso, dei nostri avi, che però paiono dimenticate in questo boom economico ed industriale che ha rubato braccia all’agricoltura e cementificato la nostra terra, ma che, come un boomerang, crisi su crisi, recessioni su recessioni, caos su caos, in un non tanto lontano tempo avvenire, per necessità di cose, per vivere, per non morire di fame, per non venire soffocati dall’immondizia della società dei consumi, per porre rimedio alla degenerazione della cultura e dei costumi, vedrà ritornare l’uomo alla terra e alle arti e mestieri, che per egoismo e snaturatezza, per rincorrere vizi, agi e follie ha incoscientemente abbandonati, imprudentemente snobbati.

Occorre rendersi conto che con la fine della civiltà industriale e della cultura consumistica finisce drammaticamente una visione del mondo vista sotto il profilo del profitto, dell’eccedenza di ricavo, dell’affarismo spregiudicato, della speculazione e della corruzione. Altro che pensare al mercato e a salvare le banche, altro che illudersi sperando nella ripresa economica e finanziaria! Qui se non si vuole assistere ad uno scannamento globale tra essere umani, bisogna invertire rotta e subito cambiando mentalità e stili di vita.

Occorre farla finita con l'obsolescenza pianificata o obsolescenza programmata. Che cosa è l’obsolescenza pianificata o programmata secondo l’Enciclopedia Treccani: “Espressione con cui si fa riferimento al processo mediante il quale, nelle moderne società industriali, vengono suscitate nei consumatori esigenze di accelerata sostituzione di beni tecnologici o appartenenti ad altre tipologie. Tale processo viene attivato dalla produzione di beni soggetti a un rapido decadimento di funzionalità, e si realizza mediante opportuni accorgimenti introdotti in fase di produzione (utilizzo di materiali di scarsa qualità, pianificazione di costi di riparazione superiori rispetto a quelli di acquisto, ecc.), nonché mediante la diffusione e pubblicizzazione di nuovi modelli ai quali sono apportate modifiche irrilevanti sul piano funzionale, ma sostanziali su quello formale.”

Altra definizione, in merito all’uso e getta, tratta dall’Enciclopedia wikipedia

“L'obsolescenza pianificata o obsolescenza programmata nel design industriale è una politica volta a definire il ciclo vitale (la durata) di un prodotto. In tal modo in fase di progettazione viene deliberatamente definita una vita utile limitata di un prodotto, che quindi diventerà obsoleto o non funzionante dopo un certo periodo. Ciò si può ottenere costruendo i beni in oggetto con materiali di qualità inferiore, o mediante l'inserimento di meccanismi anche di tipo elettronico o seguendo comunque canoni costruttivi tali da rendere impossibile o troppo costosa la loro riparazione una volta che dovessero guastarsi.

Un modo molto più sottile per rendere prematuramente obsoleto un prodotto che ancora funziona è quello di immetterne sul mercato dopo poco tempo una nuova versione dotata di maggiori optional, preferibilmente dopo una adeguata campagna pubblicitaria che induca nel consumatore finale l’idea che la sua “vecchia versione” del prodotto sia ormai sorpassata ed inadeguata.

L'obsolescenza pianificata ha dei benefici esclusivamente per il produttore, perché per ottenere un uso continuativo del prodotto il consumatore è obbligato ad acquistarne uno nuovo. L'obsolescenza pianificata è stata criticata sia per l'incentivazione di un surplus di rifiuti, per l'enorme e non sostenibile spreco delle risorse derivante dalla diffusa applicazione di queste politiche e per il fatto di creare artificialmente dei bisogni da parte del consumatore; Apple venne per esempio citata in giudizio nel 2003, con una class action a causa della durata delle batterie dell'iPod, volutamente programmate con una breve vita in modo che il consumatore compri dei nuovi modelli dopo un limitato periodo di uso, anche perché l'azienda in origine non volle offrire sul mercato delle batterie di ricambio” .

Insomma, se gli umani la smetteranno di farsi colonizzare dall’ideologia dell’usa e getta ci sarà sempre un negozietto dove si vendono prodotti artigianali meno sofisticati ma più validi sotto il profilo della praticità e della durata e ci sarà pure un riparatore in grado di sistemarvi, nel caso di guasti, detti prodotti, siano essi per la casa, per il lavoro o per altri utilità, senza prosciugarvi il portafoglio e senza sporcare l’ambiente.

Nessuno presta attenzione al significato poco filosofico ma molto pragmatico della massima che era scritta sul frontone del tempio di Delfi (Grecia): "Niente di troppo!" <<Il significato originario è incerto, deducendo da alcune formule a noi pervenute (Nulla di troppo, Ottima è la misura, Non desiderare l'impossibile), sarebbe quello di voler ammonire a conoscere i propri limiti, «conosci chi sei e non presumere di essere di più»; sarebbe stata dunque una esortazione a non cadere negli eccessi.>>

Pochi sospettano che la circolazione eccessiva, direi forzata, di merci e denari è foriera di disordini sociali e malesseri psicologici. Al contrario. Ormai un pensiero ossessivo annebbia la mente di ognuno: la possibilità di inserirsi in qualche iniziativa per fare soldi, la ricerca di un notevole utile o profitto personale, senza eccessivi scrupoli. Poco importa il modo. E' il fine che conta.

Tutto soccombe di fronte alla tendenza a moltiplicare gli affari economici, nonchè di fronte agli insediamenti industriali ed alla cementificazione selvaggia di terreni fertili e produttivi che hanno cambiato in negativo, in meno di un secolo, non solo la conformazione del territorio ma la stessa vita delle persone. Oltre all’elevato rischio di crisi ambientale per cause antropiche (sottrazione di terreni agricoli, campi elettromagnetici, odori nauseanti, polveri, fumi, particolato, emissioni gassose di ogni genere, ecc,ecc) esiste anche il rischio di gravi crisi occupazionali. Infatti più è elevato il numero di industrie in particolare cosiddette pesanti, di grosse imprese commerciale ed altre attività a scopo di lucro, più si corre il pericolo di licenziamenti di massa per il venir meno di quelle condizioni ambientali ed economiche che determinarono la messa in opera di simili attività. Per portare qualche esempio, vedi Officine Galileo; vedi ipermercato affiliato Carrefour della Gdm; vedi Metallurgica Sicula, vedi Pastificio Puglisi; vedi Molini Lo Presti; vedi Sacelit, per citare solo quelle che hanno smesso l’attività nell’hinterland Milazzese, nella così chiamata Valle del Mela e che, al momento, mi vengono in mente.

A proposito della Sacelit mi corre l’obbligo di allargare l’argomento trattandosi di ex industria che, come tante altre ancora esistenti nel comprensorio industriale della suddetta Valle, in cambio di un’ aleatoria occupazione di manodopera ci hanno ripagato con la cultura della morte, con il sacrificio di tante vite umane, per cui, a ragione, a qualcuno è venuto, in mente di chiamare dette industrie “fabbriche della morte”.

Dunque, Sacelit ex fabbrica di materiale per l’edilizia a base di calcestruzzo ed amianto, in attività per 38 anni e chiusura avvenuta nel 1993, in cui erano occupati 220 operai circa e che, fin’oggi, ha fatto contare, insieme con altre realtà industriali ancora presenti, oltre 100 morti per contaminazione dovuta ai rifiuti degli stabilimenti industriali e la lavorazione di prodotti inquinanti come l’amianto.

E non finisce qui. Non sono  bastati, tra operai e comuni cittadini costretti a vivere in un territorio ad alto tasso di inquinamento ambientale, più di 100 morti di questi anni a causa di attività industriali, per fermare speculazioni e far maturare una coscienza e un'etica del lavoro, una coscienza e un’etica di gestire adeguatamente un territorio in cui ben si potevano sviluppate attività più consone all’ambiente e alla vita umana. Qui è accaduto l'impensabile. Nel 2002  a fronte di una certificazione di una bonifica mai avvenuta del terreno della ex Sacelit , rilasciata dalla Asl 5 di Messina, l'imprenditore Rosario Runza, presidente della società commerciale “Punto industria srl” decide di comprare quel terreno per farvi sorgere un deposito di derrate alimentari che attraverso il Consorzio “Europa distribuzione” commercializzava derrate alimentari in tutti i punti vendita di supermercati siciliani. Cibo all'amianto, dunque. Intatti, una commissione di esperti del Ministero dell'Ambiente nel gennaio 2007 ha accertato la presenza di rilevanti quantità di amianto sugli alimenti e sui macchinari utilizzati per il trasporto. Com'è stato possibile che accadesse di nuovo che quelle fibre d'amianto contaminassero lavoratori e cittadini? Com’è possibili che, in particolare la raffineria e la centrale termoelettrica, potessero continuare ad inquinare una delle zone territoriali più belle della Sicilia? La risposta è semplice: rincorsa disonesta allo sporco denaro e pubbliche autorità corrotte.

Verrebbe da dire: prima i morti e poi il fallimento e non tanto per ironia del destino quanto per responsabilità dell’uomo e delle sue istituzioni. Infatti, è anche accaduto quanto segue: - Fonte stampa libera.it del 19 apr.2012 –..BARCELLONA PG: Gruppo Runza (che fanno capo all’imprenditore messinese Rosario Runza), fallite 5 società. Debiti per 45 milioni, niente concordato. Il dettaglio del mosaico finanziario (PUNTO CRAI - OLD MARKET- EUROPA GROUP SERVICE – SICRAL - PUNTO DUE)

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Cronaca da Messina e dintorni

Barcellona – Le cinque società del gruppo commerciale che fanno capo all’imprenditore messinese Rosario Runza sono state tutte dichiarate fallite dai giudici della Sezione fallimentare del Tribunale di Barcellona (presidente Michele Galluccio, componenti Assunta Cardamone e Danilo Maffa), che ieri hanno depositato il provvedimento che segna il definitivo tracollo finanziario di uno dei più noti gruppi commerciali della provincia. Il gruppo gestiva una rete di supermercati e discount che hanno collezionato debiti per oltre 45 milioni….”

Un territorio, quello tra Milazzo e Pace del Mela, ritenuto“area critica ad elevata concentrazione di attività industriali”, ai sensi dell’articolo 13 del D.Lgs. 334/99 e in cui i morti per tumore e malattie causate dall' inquinamento ambientale sono in continua crescita. Valle in cui oltre alle aziende che hanno cessato la loro attività per fallimento o altri motivi, sono in attività, escludendo le industrie minori, complessi industriali altamente inquinanti, tra i più grandi d’Italia, vedi raffineria petroli, vedi centrale elettrica, vedi cogeneratore, ed ancora, acciaierie del tirreno (Dal 2008 è denominata Duferdofin Nucor S.r.l.), ed un’impianto per il recupero del piombo dalle batterie esauste.

In Italia, i campi coltivati e coltivabili sono vittima dell'espansione delle città, dei grossi complessi industriali e dell'incuria. A tal proposito ecco l’allarme lanciato in questi giorni dalla Coldiretti:L'Italia ha perso negli ultimi 20 anni il 15% della terra coltivata. La colpa è della cementificazione e dell'abbandono provocato da un "modello di sviluppo sbagliato" che ha costretto a chiudere 1,2 milioni di aziende agricole nello stesso arco di due decenni (…)”.

Infatti i terreni espropriati per far sorgere nella Valle del Mela industrie pesanti, erano dei terreni fertili che ben si prestavano ad ogni varietà di colture agricole e davano lavoro a tanta gente senza inquinare l’ambiente e senza morti. Escludendo le industrie minori, e i due più importanti centri commerciali (Parco Corolla ed ex GDM affiliato Carrefour), la sola area occupata dalla raffineria, dalla centrale elettrica e dal laminatoio Duferdofin-Nucor ammonta a circa 3.150.000 mq di cui 2.120.000 mq dalla prima, 540.000 mq dalla seconda e 490.000 dalla terza.

A causa di questo andazzo non c'è più il futuro di una volta: né del passato remoto, né di quello prossimo. C’è soltanto un avvenire sempre più incerto e pericoloso. C’è solo il futuro di un verbo che non vorremmo mai coniugare nè al presente nè al futuro: morire. Morire per colpa, per responsabilità, per incuria, per sconsideratezza. Morire per bisogno, morire per il lavoro.

Se questo è progresso allora meglio tornare ai più tranquilli tempi del passato.

“Miseri noi che non siamo baciati in fronte dal fremito d’ali della storia che passa. Miseri noi che non siamo avvolti dalla fiamma ideale del destino che si compie”.

Tra affari senza scrupoli morali, speculazioni finanziarie, industrie, propaganda, vizi, usi, abusi, calcio e calcetto abbiamo perso il ben dell’intelletto, ed a furia di trucchi per favorire l’apparenza abbiamo perso la sostanza.

Vogliamo una crescita sostenibile? Indicazione ipocrita, visto che nessuna crescita è sostenibile un pianeta i cui ritmi di sfruttamento e la popolazione crescono con queste proporzioni

E’ assurdo, è pazzesco, è un crimine mantenere la crescita economica a scapito di qualunque altro valore o priorità e fabbricare prodotti, dal cellulare alle abitazioni, dal vitto al vestiario con la precisa intenzione di ingannare il prossimo, falsificandoli, facendoli durare poco se non si vogliono comprare ad un prezzo molto salato e, comunque, anche in questo caso, con garanzia (anche questa piena di se e di ma) di pochi anni e sempre, in caso di guasti, da rendere sconveniente quando non impossibile la loro riparazione. Insomma è delittuoso vedersi frodare su tutto, anche sull’aria che respiriamo.

E’ da incoscienti andare a braccetto con l’effimera quanto svantaggiosa moda solo per snob, spesso per imitare le cose peggiori.

Oggi, per esempio, tra le tante altre brutte abitudini, con a capo il demenziale vizio di fumare, vi è anche quell’altro altrettanto demenziale fenomeno, peculiarmente italico, del consumo di acqua dichiarata "potabile" pur se imbottigliata in contenitori di plastica e trasportata in giro per la nazione a costi sociali inaccettabili.

Come ho appena accennato, il nostro Paese capeggia negativamente la classifica mondiale dei consumatori di acqua "plastificata" pur ricoprendo un territorio complessivamente ricchissimo di acque naturalmente potabili.

Ma il potere persuasivo della propaganda pubblicitaria è riuscito in pochi anni a convincere i consumatori che sia una cosa normale e quasi dovuta acquistare acqua “plastificata” per il consumo quotidiano.

Il successo di mercato delle acque minerali è chiaramente uno scandalo.

«Non è difficile capire, ora, perché il business dell’acqua minerale sia così lucroso e le ragioni che hanno spinto il capitale privato a influenzare, tramite la pubblicità e la potenza della grande distribuzione, il comportamento delle popolazioni occidentali a diventare dei grossi consumatori d’acqua minerale»,

“Ci troviamo di fronte a un fenomeno di sfruttamento a fine di lucro di un bene demaniale che fa parte del patrimonio inalienabile delle regioni. Lo sfruttamento avviene con il beneplacito formale ed esplicito delle autorità pubbliche. Le regioni hanno ceduto il diritto di gestione delle acque minerali a delle tariffe ridicolmente basse”

“Attirate dagli alti livelli di profitto e dalla allettanti promesse future del business acqua, potenti imprese come la Coca Cola sono entrate anch’esse nel settore introducendo un nuovo tipo di 'acqua da bere', l’acqua purificata. L’acqua 'purificata' non è altro che acqua d’acquedotto sottoposta ad alcune operazioni di demineralizzazione e di declorizzazione”
Tutto ciò in una logica commerciale di profitto e di abusi. La mercificazione dell’acqua, facilitata dal boom delle acque minerali, rappresenta, in mezzo a tante altre scandalose attività, uno dei mali più gravi e insidiosi della nostra epoca piena di sconsiderazioni.

Da non dimenticare, inoltre, che le acque in bottiglia hanno un impatto devastante sull’ambiente, considerando che, da quanto ho appreso da fonti internet e secondo i dati di Mineracqua, per produrre le bottiglie di plastica per le acque minerali vengono utilizzate, 350mila tonnellate di polietilentereftalato o PET, si può stimare un consumo di 665mila tonnellate di petrolio e un’emissione di gas serra complessiva di circa 910mila tonnellate di CO2 equivalente, trasporto compreso.

Non è poi vero che le acque minerali imbottigliate sono automaticamente più sane dell'acqua di rubinetto. Infatti la legge tollera nelle acque imbottigliate, delle concentrazioni di sostanze nocive superiori a quelle vietate per l'acqua di acquedotto.

Da non sottovalutare poi che l'acqua in bottiglia lasciata al sole (e, dall’imbottigliamento al consumo, di sole chissà quanto ne prende), è molto dannosa perchè il calore reagisce con i prodotti chimici della plastica e libera la diossina nell'acqua

A tutto questo vanno aggiunti, oltre al fastidio per il continuo rifornimento, i costi per l’acquisto dell’acqua confezionata che sono mediamente dalle 300 a 1000 volte superiori di quella del rubinetto, oltre i costi ingenti per lo smaltimento, come rifiuto e riciclaggio, delle bottiglie di plastica e il derivante inquinamento ambientale.

Questa è pura follia, è scemenza tra le tante altre follie e scemenze della presente generazione di pseudo-umani

In Italia, l’acqua, come tutti i prodotti estratti dal sottosuolo, appartiene allo Stato che ne può dare in concessione a privati lo sfruttamento. Infatti, mentre l’acqua così detta minerale e stata da tanto tempo concessa ai privati a scopo di lucro, visto e considerato che l’Italia non scarseggia in quanto a coglioni, poichè vi sono più coglioni che uomini, i nostri improvvidi governanti non mancheranno, quanto prima, di privatizzare anche l’acqua del rubinetto.

Mi sono soffermato spendendo qualche rigo in più sull’argomento acqua perche l’acqua, non quella imbottigliata, ma in generale tutte le acque che la natura ha posto in essere sul nostro pianeta è l’elemento senza il quale sulla terra non esisterebbe non solo industrie, moda e sperperi, ma neppure noi. Non esisterebbe la vita. Senza industrie e senza vizi si può vivere in modo molto naturale, senza acqua no.

L'acqua è l'elisir della vita per eccellenza e contribuisce, se assunta in quantità sufficiente, in maniera determinante al nostro benessere (il nostro corpo è composto al 70% di acqua).

Auspico, pertanto, un risveglio delle coscienze e l’abbandono del consumismo spinto, nonché la fine della mercificazione, dello sfruttamento a scopo di lucro di tutte le creazioni umane e naturali.

Insomma, siamo un popolo di sfasati, sfaticati, drogati, viziati, consumisti, inquinatori, affaristi, sbandati, tartassati, idioti; un popolo di illusi, di sciocchi, di conformisti, di pecoroni, di ladri e di traditori che vive si in un bel pianeta (eccetto calamità naturali), ma, di contro, in un contesto socioeconomico fatto di contraddizioni, di spropositi e di pazzie.

In quest’epoca storica noi tutti continuiamo a sopravvivere ascoltando più la pubblicità che i consigli degli avi e di quei pochi saggi che ancora rimangono; consumiamo ogni giorno il doppio o il triplo di quello che ci serve, e, così facendo, creiamo un mondo diviso in due, dove, da una parte si muori d’indigestione e inquinamento e dall’altra dove si muore di fame e di stenti. Il nostro futuro, quindi, dipenderà dalle scelte che faremo. Ispirandoci a criteri di vera umanizzazione e convivialità, proponiamoci di farlo col sorriso sulle labbra, perché imparare a ridere di noi stessi e dei nostri stolti comportamenti, può allungare la vita.

Salve le dovute quanto rare eccezioni, così come sta finendo l’autenticità e la virilità dell’uomo, così come è finita l’autenticità e la genuinità della domma, così come è finita la certezza del matrimonio e della famiglia nonché la certezza di paternità naturale della prole, è finita anche la certezza della genuinità e durata di qualsiasi tipo di prodotto dell’attività umana. Oggi è di moda la convivenza e le parole marito e moglie stanno scomparendo dal vocabolario sostitute dai vocaboli compagno e compagna, mentre la femmina, sempre più riluttante ad avere figli, ricorre, senza tanti scrupoli, alle terapie anticoncezionali o abortive.

Pensate, riflettete o menti umane, e soffermatevi un po’ a considerare l’abissale differenza di costume esistente tra le donne del passato e quelle di oggi, tra le mamme del passato e quelle di oggi:

< Il 90% delle mamme italiane inizia ad allattare in ospedale, ma al momento delle dimissioni la percentuale si colloca ben al di sotto e in alcune realtà italiane non supera il 30%. E alla fine, solo il 5% delle mamme italiane a casa continua ad allattare il proprio piccolo in maniera esclusiva. Il resto abbandona o opta per un allattamento misto. Il dato è contenuto nel quinto Rapporto di aggiornamento della Convenzione sui Diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia (2012), reso noto durante il 69esimo congresso nazionale della Società italiana di pediatria (Sip). I pediatri italiani parlano di "un'occasione persa: quella di garantire ai neonati l'allattamento esclusivo almeno sino ai 6 mesi di vita, come raccomanda l'Organizzazione mondiale della sanità".

Eppure i benefici, non solo per il bambino ma anche per la mamma, sono noti e sono state confermate da una recente revisione Cochrane di Donald Kramer della McGuill University di Montreal illustrata dallo stesso Kramer al Congresso Sip. Dalla review risulta che i bambini allattati esclusivamente al seno per 6 mesi presentano meno infezioni intestinali rispetto a quelli alimentati in maniera mista a partire da 3-4 mesi, senza alcun deficit di crescita. Questo vantaggio è stato rilevato sia nei paesi industrializzati sia in quelli in via di sviluppo e alla stessa conclusione è arrivata l'Accademia Americana di Pediatria (Aap) nello statement pubblicato nel 2012.

Come ha spiegato Giuseppe Davanzo, presidente del Tavolo Tecnico Operativo Interdisciplinare per la Promozione dell'Allattamento al Seno del ministero della Salute, bisogna “considerare gli effetti positivi non solo per il bambino, ma anche per la mamma. La letteratura documenta come allattare al seno più a lungo, anche in maniera non esclusiva, riduce il rischio di tumore della mammella e dell'ovaio ed anche di osteoporosi".> Fonte: Farmacia. it

Pensate, riflettete “o gente, per volar su nate” e se non sentite ripugnanza, anzi direi schifo per la femmina che oggi, oltre alle tante altre “scemenzate”, non allatta più al seno i propri figli neonati, ma invece li fa soffrire, li ubriaca, li inquina con il fumo e la puzza repellente di tabacco combusto delle sigarette, dicevo, chi non sente ribrezzo per questo genere di femmina, che non può chiamarsi mamma nè donna ma troia, vuol dire, dicevo, che siete il frutto dello stesso impasto, un essere della stessa “malaspecie”.

La scusa che molte donne sono costrette a rientrare al lavoro prima dei sesto mese di età del bambino a causa di contratti di lavoro atipici che non prevedono adeguate tutele nel periodo della maternità, che mancano nidi aziendali che consentano alle madri di allattare mentre sono al lavoro, non è una giustificazione plausibile ma la conferma che le fabbriche dei bisogni ed i vizi costringono, chi manca di autonomia economica e di autocontrollo, a cadere nell’imboscata, nel tranello escogitato dal capitale che crea lavoro allo scopo di favorire il consumismo e con il consumismo il sudiciume della presunzione e della’immoralità. Se, fino ad un certo punto, potrebbe essere giustificato il mancato all’allattamento al seno per esigenze di lavoro, non è giustificabile però, neanche per sogno, il criminoso atteggiamento, intanto in generale, della femmina e dell’uomo che fumano, e, in particolare, della femmina incinta o con figli da allevare, e, pertanto, se ci fosse una vera civiltà giuridica, fumatori e fumatrici sarebbe da condannare i primi ai lavori forzati e le seconde all’ergastolo.

Questo, purtroppo, non potrà accadere finchè leggi e giustizia vengono dettate ed amministrate dal capitalismo e da altrettanta “mala specie” di individui.

Pensate, riflettete generazione di uomini e donne, giovani ed anziani non ancora corrotti dalle male usanze della presente epoca e con lealtà ditemi quale sentimento provate di fronte al raccapricciante spettacolo cui ho dovuto assistere giorni fa e che, purtroppo, non si tratta di caso singolo ma, ormai, di consuetudine, di costume di persone che, così facendo si credono realizzate. Durante le mie usuali camminate per le vie di Milazzo per mantenere in forma il fisico e allo stesso tempo osservare l’ambiente, lo svolgimento della la vita associata dell’uomo, ho notato una femmina ferma sul marciapiedi nei pressi del semaforo del rione S.Giovanni, vestita in moto attillato e provocante, con scarpe avente un tacco a spillo di circa 20 cm, con tanto di chioma sciolta e pendente in parte di fin sopra il seno e in parte fin quasi il fondo schiena, occhi vistosamente snaturati, labbra e unghie delle mani rosso fuoco e un tatuaggio su una gamba. La stessa, in una mano teneva una sigaretta accesa, nell’altra il telefonino con il quale in quel momento era intenta a telefonare, e poi, accanto a se, un passeggino con dentro un bambino di pochi mesi e, sempre a suo fianco, un cagnolino con il guinzaglio accattato a detto passeggino.

Indipendentemente dal fatto che singolarmente ognuno è libero anche di suicidarsi, socialmente vedo in simili deplorevoli comportamenti un segno di insipienza, di mancanza di senso di responsabilità, di vanità infettiva; vedo degli atteggiamenti sciocchi, infantili o di cattivi adulti; delle Imbellettature, delle maschere che giovano solo alla vanità.

Oggi non si parla d’altro che di gay, di matrimoni omosessuali, di figli adottivi, di divorzi, di sigarette elettroniche oltre a quelle di tabacco, di iphone, iPod , tablet, cellulari, auto, facebook, twitter, calcio, bar, ristoranti, discoteche, maquillage, animali da compagnia (meglio dire per capriccio, per chi non ha nulla da fare, per chi ha deciso di rinunciare alla propria libertà, per chi ha deciso di convivere con le bestie) ed altre decine di manie, di cose insensate quando non perverse che stanno a dimostrare che la vera crisi non è tanto economica quanto mentale, cioè di mancanza di materia sana, incorruttibile dentro il cranio.

Non si tratta di tornare indietro, ma, mettendo al bando il menefreghismo, il permissivismo, l’ingordigia, l’affarismo, i vizi ed il lusso spropositato di alcune popolazioni in specie occidentali, urge fare tesoro dell’antica sapienza per non lasciare ai posteri un mondo pieno di incognite.

Ritornare all’antica sapienza e saggezza non vuol dire rinunciare a tutto ma sviluppare tecnologie veramente utili, facendone di esse giusto uso, tenendo presente la lezione della storia naturale del pianeta la quale insegna che nessun sistema economico basato sui combustibili fossili è compatibile con il sistema naturale, che l’eccessivo consumo di materie prime senza il necessario rinnovamento è inconciliabile con le riserve della terra e prima ne diventiamo consapevoli meglio sarà per tutti.

In atto le alternative sono: in primo luogo dare un impulso confacente e convincente all’agricoltura; seconda cosa, dopo i dovuti perfezionamenti, rendere concrete, sicure ed economicamente vantaggiose le energie ricavabili dalle proprietà dell’acqua, dalle radiazioni solari e dalla fissione nucleare.

La scienza deve fare il suo corso per sviluppare tutte quelle cose utili per il miglioramento e, possibilmente, anche per allungare la vita e non inventare congegni inutili o mortali come le bombe all’idrogeno ed altre micidiali armi da guerra per lo sterminio, per la distruzione di massa.

Per costruire una nave, un aereo, un missile, un treno, un’auto, gli stessi macchinari per produrre quanto detto e tutti quegli altri migliaia di congegni oggi di moda, dagli elettrodomestici al telefonini e poi farli funzionare, occorre tanto di forza lavoro e altrettanto di combustibile e di materie prime che la terra non potrà continuare a fornirci all’infinito, o meglio, scusate il termine, ad minchiam.

Questa terra non l’abbiamo ereditata e non siamo padroni di distruggerla ma per viverci ben operando e per consegnarla, più feconda e vivibile possibile, ai nostri discendenti.

Senza naturalezza non esiste bellezza così come senza prudenza e sincerità non esiste ricchezza né economica né di sentimenti alti e nobili.

Stiamo attraversando, facendo sempre salve, come ripeto, le dovute eccezioni e usando vocaboli dal suono somigliante ma di significato diverso, alla degenerazione (in particolare psichica) della presente generazione di esseri umani per cui si rende indispensabile ed urgente una rigenerazione su basi solide ed incorruttibili.

Bando, pertanto, ai nostri comportamenti sconsiderati, all’autolesionismo di maniera, alla rinuncia della difesa dei proprî interessi, della salute e di una vita a dimensione umana; bando all’economia di mercato basata sulla globalizzazione che annulla le identità nazionali; bando alla crescita sostenibile; bando alla casta delle delle 7 p (pappatori, padroni, paperoni, politicanti, poltroni, predoni e preti) che dominano il mondo depredando, saccheggiando e inquinando il territorio, illudendo, schiavizzando e scorticando i sottostanti popoli, persone, quelle della casta 7p, che, in campo sociale, culturale, politico, economico, si attribuiscono speciali diritti e privilegi, ma dare vita ad una seria, incisiva e duratura riforma dei nostri comportamenti (unica ed efficace arma di difesa dalla setta delle 7 p) per arrivare a vivere decentemente, senza tanti problemi e senza tanti patemi, senza rubare e senza pregare, in una società basata in primis sull’onestà e quindi sull’autarchia e sulla socializzazione dell’economia.

I Suddetti accumulatori del potere politico, capitalistico e della logica del profitto, produttori di bisogni, di guai, di necessità del superfluo, hanno continuamente proposto rimedi parziali del presente, ma mai una soppressione definitiva delle ineguaglianze, della povertà, anzi, la loro politica è dare un contentino a tutti e mantenere gabbato e sottomesso il popolo, e, mentre loro si possono permettere di vivere al sicuro, immersi nel “superlusso” e nelle “extracomodità”, fare una vita che il disattento consumatore, la gente comune non può neppure sognare, gente che, invece, gli tocca vivere di stenti quando non anche morire nel nome del lavoro, per fare comodo al capitalismo privato o pubblico che sia. Lavoro dettato dall’incessante ammasso di capitale come unico fine da parte dei magnati della grande industria, dell’alta finanza e, permettetemi di pensare, magnati anche della implicita quanto altrettanta grande corruzione.

Ciò avviene attraverso quell’insieme di processi che oggi definiamo, in modo arrogante, “modernizzazione”, “progresso” mentre i cui effetti devastanti sono sotto gli occhi di tutti, mentre le loro conseguenze negative sono palesemente ricadenti sulla pelle del povero, del medio ceto, sui lavoratori. Processi volti piuttosto a giustificare le logiche del profitto e della mercificazione di realtà profondamente diverse, attraverso una trasformazione, in peggio, non solo economica, ma anche, come è evidente, del tessuto sociale, istituzionale e culturale. Ciò si verifica attraverso le multinazionali dell’industria, del commercio, delle banche, generalmente molto potenti e talvolta in grado di condizionare i governi nazionali dei paesi in cui operano.

Viviamo in una realtà simulata in cui non si tengono in considerazione le necessità effettive, inalienabili del genere umano, il diritto dei popoli a vivere di verità e non di mistificazioni e mercificazioni anche delle qualità umane, delle relazioni sociali, delle tradizioni culturali, e dei valori ideali ed estetici. Non si tiene conto del il diritto dei popoli di vivere in un pianeta plurimo e non amorfo, non in una sorta di pianeta anglobalizzato, gastro-globalizzato, di affari globalizzati e di altre globalizzate castronerie in cui tanti speculatori della globalizzazione ed altrettanti illusi di globalismo, sull’altare di un mondo senza frontiere e senza diversità vorrebbero sacrificare etnie, tradizioni, civiltà, patrimoni culturali di varia origine e natura maturate in millenni di storia dell’umanità.

Perché l’uomo ed in particolare il capitalismo internazionale vuole rendere uguale, globalizzato, con l’integrazione dell’intera economia mondiale in un unico mercato, con conseguente superamento delle barriere nazionali, ciò che la natura ha creato diverso e per differenti fini? Semplice. Per favorire il processo di espansione degli affari e dei profitti. Certamente non per eliminare ingiustizie e disuguaglianze sociali. Sicuramente no per migliorare l’ambiente, di apportare condizione di tranquillità e di armonia negli elementi della natura; sicuramente no per il miglioramento dello stato di salute delle popolazioni, di concordia e serenità nei rapporti fra individui; senza dubbio no per un mondo senza crisi economiche e senza guerre.

Attenzione, tanto per capirci, non sono un antiglobal, né condivido con verdi ed ambientalisti il loro programma, le loro idee. Al contrario di loro io sono per la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina, sono per la tav e per tutte quelle opere che possono migliorare i rapporti d’amicizia tra i popoli e non per fare speculazioni, fermo restando che ogni popolo, ogni nazione deve conservare la propria cultura, la propria civiltà, la propria economia, la propria autonomia, la propria etnia e non portarli all’ammasso.

Così come ogni persona deve vivere nella propria casa, anche i popoli, per non far succedere quello accade tutti i giorni in cui si incontrano per le nostre strade migliaia di accattoni, per non far succedere quello che è accaduto a Milano pochi giorni fa (sabato 11 marzo 2013) giorno in cui un clandestino ghanese ha ucciso a picconate tre persone e ne ha ferite altre due, anche i popoli dicevo, devono vivere nel proprio ambiente, nella loro terra d’origine.

Naturalmente ciò non vuol dire che in casa mia io non possa ospitare persone di mio gradimento, anzi, ben vengano se ciò può tradursi in una reciproca soddisfazione di desideri, di bisogni, di amicizia. Lo stesso dicasi per quanto riguarda la migrazione di persone da uno stato all’altro, tanto temporanee che permanenti, a condizioni che ciò avvenga dietro richiesta di vuole espatriare per giustificati motivi e sotto controllo delle pubbliche autorità sia del paese d’origine che di quello di immigrazione. No, quindi, alla emigrazione di massa, alla emigrazione clandestina forzata o volontaria gestita dalla mafia la quale crea, nei paesi di immigrazione, quelle situazioni di disagio che poi si traducono in razzismo. Razzismo che, visto come atteggiamento discriminatorio verso chi è di razza, o anche di tradizioni, cultura, lingua diverse dalle proprie, non approvo.

Le migrazioni comportano la partenza , che consiste nel lasciare il luogo dove si è trascorsa la propria infanzia, l’adolescenza, dove si sono condivisi i propri sentimenti, lo stesso campo comunicazionale, le cose a noi care e gli affetti ed è per questo che quando non vengono gestite in maniera ottimale dalla comunità internazionale, essi creano eventi traumatici.

Già in un edificio condominiale, in cui si parla la stessa lingua e le persone che ci abitano si conoscono abbastanza bene, non si riesce ad andare d’accordo perché ci sono sempre di mezzo coloro i quali non hanno ricevuto o assimilato quella educazione indispensabile per una comune e civile convivenza, figuriamoci quello che può accadere in una unione politica di nazioni, di popoli in cui uno non comprende l’altro ed in cui linguaggio, cultura, tradizioni, economia, disciplina e quant’altro occorrente per poter arrivare ad una completa e armonica fusione, o meglio dire confusione, sono distanti anni luce. Ne è di esempio la Comunità Europea che pur non essendo ancora unita nè politicamente, ma nemmeno dal punto di vista monetario, avendo diversi paesi membri dell’U.E. (10 su 27) deciso, e bene hanno fatto, di tenere cara la loro moneta e di rimanere fuori dall’ Eurozona, incomincia a dare segni di stanchezza, di incompatibilità tra i vari sistemi etnici, economici, costituzionali ed istituzionali

Varietà rima con verità, serietà, realtà, bontà. Mentre fusione rima con confusione, simulazione, delusione, uccisione

Alla monotonia imposta dal sistema industriale e capitalistico è preferibile la molteplicità, la pluralità, la varietà voluta dalla natura.

 

Il vero problema è che, oggi, per mantenere integre le diversità di valori, di cultura e di civiltà, si rende sempre più difficile far capire alla gente l’importanza di una società basata sulle leggi dell'ereditarietà, visto che l’opinione pubblica è maggiormente influenzata dalla tesi fusionista imposta dal Sistema, anzichè dalle prove scientifiche e delle regole dettate dalla natura.

E’ proprio il caso di dire, senza se e senza ma, che si stava meglio quando si stava peggio, infatti, come riportato da Tgcom24-Salute- del 12-04-2013, “uno studio svolto in Olanda mostra che, a causa dei cattivi stili di vita, la salute peggiora di generazione in generazione. La ricerca, su oltre 6mila individui, è stata condotta dall'Istituto di sanità pubblica olandese e pubblicata sulla rivista European Journal of Preventive Cardiology”.

Questo per quanto riguarda la salute, ma, per analogia, si stà peggio anche su altri fronti i quali non fanno che rendere sempre più difficile e caotica quanto depressiva e dispersiva di energia e risorse la nostra vita.

Ernest Hemingway scrittore e giornalista statunitense, premio nobel per la letteratura nel 1954, disse: “Oggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno. Ma quello che accadrà in tutti i giorni che verranno può dipendere da quello che farai tu oggi.”

Anche se i tempi non sono stati mai facili, il rifiuto per tutto ciò che ha sapore di assistenzialismo, paternalismo, statalismo, consumismo, apparenza, e di tutti gli elementi negativi caratterizzante l’attuale epoca, può farci guadagnare una vita più serena, con meno rischi, per noi stessi e per gli altri.

Colui che segue la folla non andrà mai piu’ lontano della folla. Colui  che va  da solo sarà più probabile che si troverà in luoghi dove nessuno è mai   arrivato. (Albert Einstein)

Se vogliamo vivere tranquilli non perdiamo altro tempo tergiversando su ciò che è palese:"Una via sbagliata fa perdere l'unica risorsa non rinnovabile, il tempo". Bisogna inevitabilmente rinunciare ad una vita piena di spropositi e, facendo tesoro dell’antica sapienza e saggezza, riguadagnarsi la terra, le arti ed i mestieri prima che sia tropo tardi. La ricetta è: condurre una vita non necessariamente da sparagnini, né da scialacquoni, ma parsimoniosa, contenuta nei limiti di una giusta misura, aliena da eccessi.

Spazzando via le nubi che impediscono di veder sorgere, in un cielo limpido e sereno, albe irradianti virtù, prepariamoci sin da ora ad abbandonare la via che porta, inesorabilmente, nel mondo corrotto degli egoismi, dell’odio, degli spropositi e dei vizi. Diamo forza all’amore per la terra e tra la gente, in un mondo in cui la convivenza sociale sia una convivenza veramente civile e umana a tutti gli effetti, una fratellanza fatta di persone responsabili e non di pecoroni e di sfruttatori, non un concubinato poligamico.

Occorre creare una nuova primavera di intenti, di vita, una nuova società fondata sul rispetto della natura e di se stessa, una reviviscenza culturale ed ideale che contesta in diverso modo, se necessario anche coercitivo, la rappresentazione offerta dalla tendenza più diffusa circa i processi politici, economici e di sviluppo attuali.

“La Terra non si governa con l'economia. Le leggi di natura prevalgono sulle leggi dell'uomo”. Questo il titolo dell'appello lanciato dalla comunità scientifica italiana.

In tutto questo caotico svolgersi della nostra vita, già a partire dagli anni 50/60 circa ad oggi, la criminalità e la corruzione sono aumentati vertiginosamente in tutti i paesi occidentali, in correlazione con i cambiamenti socioculturali.

Il boom consumistico del dopoguerra ha messo in circolazione molti beni mobili ed immobili di alto valore, appetibili per affaristi, per i ladri e per il fisco, mentre venivano meno certe forme di controllo.

Aumentano i giovani lasciati dai loro genitori a briglia sciolte dirigersi a zonzo verso il mondo dell'astrazione, più spesso fuori casa in contesti sottoculturali, cresciuti in un consumismo che pretende l’immediato soddisfacimento dei desideri. In conseguenza di uno sviluppo economico deviante, nella cultura giovanile di oggi è venuta meno l’etica del lavoro e del dovere. mentre rifiuto delle norme e delle consuetudini comunemente accettate, trasgressioni, discoteche e droghe sono diventate sinonimo di libertà.

Il lassismo, l’imprevidenza, l’incapacità dei governanti, se non di altri ma del nel nostro paese sicuramente, di fare leggi serie e di farli rispettare da tutti senza distinzione di caste, la mancanza di autorità corrette e non corrotte e quindi legittimati per imporsi, quale tutori credibili delle istituzioni, della democrazia, del quieto vivere, nonchè famiglie sempre più allo sbando senza una guida morale, tutto questo allontanamento da norme e valori, di guerra al buon senso, messo il tutto insieme nel calderone ribollente di negatività, contribuisce a creare questo “malandazzo” in cui il crimine diventa, a sua volta, pretesto per misure repressive contro i poveri.

Tutti, a prescindere dall’etnia, dal sesso, dal reddito, abbiamo diritto di vivere in una società ed in un’ ambiente sani, equilibrati e sostenibili per cui sarebbe ora di smetterla da parte di tutti, istituzioni, famiglie e giovani, ricchi, meno ricchi e poveri con le cretinate, con il lassismo e menefreghismo, per dar vita ad un’economia pulita, sana, senza speculazione e senza falsità, in armonia con le esigenze più impellenti dei popoli ed in particolare dei ceti meno abbienti.

Secondo le proiezioni, entro il 2050 il numero delle persone che vivono nei grandi agglomerati urbani del nostro pianeta passerà dagli attuali 3,4 miliardi a 6,4 miliardi. Il numero delle auto circolanti in tutto il mondo sarà inoltre quattro volte quello attuale.

Se già oggi, non solo nei grandi centri urbani ma anche nelle città più piccole e nei comuni si sta stretti e male sia per numero di abitanti, sia per automezzi in circolazione, sia per numero di bestie detenuti nelle abitazioni e, non ultimo, per le grandi montagne di spazzatura depositata per le vie quale monumento al consumismo, rifiuti urbani, in mezzo ai quali chissà quanti pericolosi, sempre in aumento e sempre più difficile e costose da smaltire, se, come dicevo, per i soli motivi esposti sopra è già emergenza oggi, come si potrà vivere e cosa potrà accadere, quali alterazioni subirà la vita nel prossimo futuro con il raddoppio demografico dei grossi centri urbani e tutto quanto esso si porta appresso?

Chiunque ha senno capisce che quello attuale è un sistema impazzito, un treno senza conducente che corre sparato entro un tunnel alla cui fine vi è un profondo abisso. Il giorno in cui detto treno precipiterà in quell’abisso sarà il giorno della catastrofe, dello sconvolgimento dell’ordine naturale e quindi di quello sociale. Quel giorno non spargerò una lacrima perché forse non ci sarò e se ci sarò non ne avrò il tempo.

Nella realtà di oggi non si sente parlare più di ambienti completamente naturali, poiché essi sono in netta minoranza rispetto agli ambienti completamente modificati. L'uomo da sempre è intervenuto profondamente sull'ambiente, cercando di adattarlo alle proprie esigenze, spesso in modo scorretto; proprio per questo motivo, sempre di più, l'ambiente naturale diviene territorio modificato e gestito dall’uomo in modo complicato, invivibile.

Anche gli edifici vengono costruiti, oggi, con materiale che emana sostanze inquinanti. Quindi anche i muri delle nostre case, compreso le strutture e attrezzature che servono al completamento funzionale e decorativo delle stesse, contribuiscono all’inquinamento ambientale

Va bene che i tempi sono cambiati, ma sono cambiati passando dai propositi saggi agli spropositi demenziali. Pur riconoscendo l'utilità delle eccezionali conquiste dell'alta tecnologia, sembra giunto il momento di una contro-rivoluzione. L'uomo, per forza di cose, deve di nuovo andare alla ricerca di continuità, di valori che durino nel tempo. Non appare forse evidente il desiderio di opporre ai mutamenti del tempo la qualità e la cura artigianali? La voglia di possedere oggetti e strumenti che rivelino una propria individualità, al di là della mera funzione? Di respirare un po’ di aria pura? Oggi, per far ciò, bisogna proseguire convinti sulla strada delle migliori tradizioni, dobbiamo soddisfare le nostre aspirazioni senza compromettere la vita di oggi e di domani ma anche di oltre il domani.

Da una proporzione armonica tra natura ed opere dell’uomo siamo passati ad una sproporzione tra ambiente salubre a favore di un ambiente nocivo le cui conseguenze forse è ancora presto per verificarle compiutamente

Vagando da un argomento all’altro, non riesco a sottrarmi dall’ aggiungere quest’altro capitolo, facendo anch’esso parte delle stranezze dell’umanità, dicendo che è semplicemente vergognoso e criminoso sapere che, in questo mondo, c’è gente che si può permettere il lusso di spendere due miliardi di dollari per farsi la casa (vedi Mukesh Ambani, India); che c’è chi può passare alla moglie divorziata 100.000 € al giorno (vedi Silvio Berlusconi - Italia)-fonte www.ilsole24ore.com del 18/05/2013; che c’è chi può spendere 1,2 miliardi di dollari per farsi costruire lo Yacht più grande e caro del mondo (Vedi il russo Roman Abramovich). Sempre Roman Abramovich, per salutare il capodanno 2012, si è concesso la festa più lussuosa e costosa al mondo. Il miliardario russo ha infatti organizzato una festa da 5 milioni di sterline, quasi 6 milioni di €, sull’isola caraibica di St Barth. Tutto questo scialacquamento, questa dilapidazione di denari avviene mentre c’è chi muore di fame, mentre i governi non trovano soldi neppure per le emergenze, mentre si parla di crisi economica e non di sfruttamento dei lavoratori e di offesa alla povertà. Tutti questi miliardi posseduti non solo dai sopra evidenziati personaggi, ma anche da altre centinaia di paperoni sparsi per il mondo, senza mettere in discussione la loro abilità, sono tutti denari spellati, con arte, all’improvvido consumatore. Vedi ancora, solo per citare i primi due che capeggiano la classica mondiale degli uomini più ricchi: 1) Carlos Slim Helu & famiglia (73 Miliardi di $) Messico– Settore: Telecomunicazioni. 2) Bill Gates (67 Miliardi di $) USA– Settore: Informatica.

Certo, inviando msm per gioco, telefonando per cose inutili, usando il computer per divertimento e altri gadget che non soddisfano un reale bisogno, logicamente non si fa altro che contribuire all’arricchimento di tanti magnati nei più disparati settori produttivi, anche di prodotti di nessuna utilità pratica per il consumatore, ma molto lucrosa per il produttore.

Henrik Ibsen, scrittore, drammaturgo, poeta e regista teatrale norvegese, disse: “Condurre la propria vita in modo da realizzarsi: questo mi sembra il massimo risultato raggiungibile per un essere umano” Realizzarsi vuol dire capire bene l’importanza della vita, non creare problemi e false aspettative.

Lo sviluppo sfrenato avvenuto in quest’ultimo mezzo secolo con la vita a ciclo continuo, i negozi aperti 24 su 24, Internet, il forno a microonde, il telefonino, auto con navigatore satellitare ecc., se da un lato ci ha dato maggiore comodità, dall’altro verso ci rende schiavi di un modello di vita imposto dall’esterno facendoci cadere in una crisi di identità. Se domani, non mi stanco di ripetere, per un imprevedibile quanto possibile evento catastrofico, queste comodità, questi aggeggi dell’attuale tecnologia dovessero venire meno, dalla crisi di identità a quella di astinenza, causata dalla mancanza di quelle cose di abituale uso e consumo ne hanno cagionato il vizio, il passo sarà breve .

C’è il rischio che un lungo e ricchissimo ciclo culturale, quello iniziato con l’illuminismo e l’affermazione del Soggetto, si concluda realizzandosi nel suo contrario, nell’annientamento del Soggetto.

Il modo in cui gli uomini del passato hanno concepito e vissuto il loro tempo è un percorso privilegiato ai fini della comprensione della via da seguire, oggi, per il del raggiungimento di una società evoluta ma sobria e realista, proiettata nel futuro con sempre migliori prospettive, aliena da vizi.

Dopo questa farraginosa tiritera mi piace citare anche il seguente capitolato di un’articolo su “agricoltura chimica”, tratto dal sito viveremeglio.org., capitolato in cui mi riconosco e faccio mio: “Si cercano in realtà le vie del progresso, del benessere e della salvezza sopratutto fuori di noi, e non già nel miglioramento di quello che noi stessi siamo, dei nostri modi di pensare e di agire. L'uomo moderno è capace di trasformare tutto, ma dimentica di sviluppare se stesso. Se la causa prima ed ultima del malpasso in cui ci troviamo è dunque dentro di noi, resta parimenti nelle nostre mani la possibilità di ristabilire il nostro equilibrio interiore e con esso un'armonia feconda nel nostro cantuccio di universo. Sì, il problema sta dentro di noi, non fuori di noi. È dunque dentro di noi che dobbiamo trovare la soluzione e la via della nostra salvezza.

Dato che viviamo in un mondo rivolto soprattutto alla rincorsa, in particolare da parte della casta delle 7p, per la gestione del potere politico e con esso dettare leggi solo di loro gradimento, nonchè del potere economico e finanziario per fini speculativi, riservando al popolo tributi salati senza corrispettivo, ed al consumatore miglioramenti esteriori ma di scarsa qualità e non indispensabili, perché non liberarci della loro brama di dominio, delle loro soverchierie ed inganni, del loro sfarzo, senza fare né guerre né rivoluzioni, ma in modo semplice e senza rischi, incominciando a comportarci in modo più attento, intelligente, rispettoso della salute, dell'ambiente e del portafoglio? Basta essere saggi. Oggi c'è ancora questa possibilità. Domani non si sa.

Per imparare ad essere saggi occorre andare, ogni giorno, alla bellissima ricerca del proprio io, senza paura di mettersi contro le banalità della moda, contro coloro che cercano di strumentalizzare la nostra personalità

O si è sapienti, o si è stolti, tutto il resto è indifferente. Nessuno, di conseguenza, è schiavo per natura, l'essere umano è assolutamente libero di approdare alla saggezza, mentre schiavo è soltanto colui che si fa dominare dalle passioni.

Un uomo è intelligente quando manifesta indipendenza dalla comuni aspettative

La mia sarà un’utopia, ma sensata, auspicabile, e, con Oscar Wilde, dico: « Una carta del mondo che non contiene il Paese dell'Utopia non è degna nemmeno di uno sguardo, perché non contempla il solo Paese al quale l'Umanità approda di continuo. E quando vi getta l'ancora, la vedetta scorge un Paese migliore e l'Umanità di nuovo fa vela. »

Mi ero appassionato tanto dell’argomento fin qui posto al punto che avevo dimenticato di scrivere la parola fine. Ora che mi sono ricordato, prima di chiudere questo lungo e involuto articolo, desidero raccomandare a chi dovesse leggermi, quanto segue : fatene anche a meno dei miei consigli ma non perdete la testa con gli acquisti compulsivi, non fatevi ingannare dalle apparenze, fate uso di ciò che è indispensabile ma con saggezza.

Con rispetto per le idee di tutti ma anche delle mie, dopo questo sproloquio, concludo dicendo che, mentre a buon intenditore sarebbero bastate poche righe, con dispiacere, ma per dovere, a teste dure, invece, forse non essendo neppure sufficienti i consigli dei più illustri psicologi e neurologi, sarebbero salutari, dulcis in fundo, tante legnate per far loro riacquistare i sensi.

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PS

Come una ciliegina sulla torta non potevano che fare parte di questo scritto i seguenti aforismi estrapolati da internet ed in parte da me modificati:

Disapprovo quello che fate, ma, se potessi, qualora il vostro agire non fosse di nocumento al prossimo, difenderei fino alla morte il vostro diritto di farlo.

Il dialogo fra capitale e lavoro è come il dialogo tra politica e cittadini, dà gli stessi risultati di un colloquio fra un sordo ed un muto.

Pubblicità, credito al consumo e obsolescenza programmata sono i tre ingredienti necessari a far girare la giostra degli affari.

Chi lascia che le proprie azioni vengano guidate dagli altri vuol dire che è privo di autonomia decisionale, vuol dire che è schiavo dei mass media o dell’ordine umiliante del suo superiore, vuol dire che è succube del volere altrui.

È stato notato che tra tutti gli animali quelli che perdono più tempo per la loro toeletta sono i gatti, le mosche e le donne. (Charles Nodier, Massime e pensieri)

Il potere è come la bellezza per mezzo della quale una donna affascina un amante e terrorizza un marito. (Ambrose Bierc)

La sicurezza del potere si fonda sull’ insicurezza dei cittadini. (L. Sciascia

Si può ragionevolmente ritenere che chi pensa che il denaro possa tutto, sia egli stesso è disposto a tutto per il denaro. (Benjamin Franklin)

Lo schiavo, nell’attimo in cui respinge l’ordine umiliante del suo superiore, respinge insieme la sua stessa condizione di schiavo. (A. Camus)

Chiamiamo libero colui che esiste per se stesso e non per un altro (Aristotele)

Chi lotta duramente per racimolare l'indispensabile, ha bisogno di evadere dalla sua miseria conquistando qualcosa di superfluo.

Tutta la vita umana non è se non una commedia, in cui ognuno recita con una maschera diversa, e continua nella parte, finché il gran direttore di scena gli fa lasciare il palcoscenico. (Erasmo da Rotterdam, Elogio della follia)

Quando analizziamo la persona le strappiamo la maschera e scopriamo che quello che sembrava individuale, alla base è collettivo. (Carl Gustav Jung, La struttura dell’inconscio)

Imparerai a tue spese che lungo il tuo cammino incontrerai ogni giorno milioni di maschere e pochissimi volti. (Luigi Pirandello)

I consumatori moderni possono etichettare sé stessi con questa formula: io sono = ciò che ho e ciò che consumo. (Erich Fromm, Avere o essere?, 1976)

Per permettere alla società dei consumi di continuare il suo carosello diabolico sono necessari tre ingredienti: la pubblicità, che crea il desiderio di consumare, il credito, che ne fornisce i mezzi, e l'obsolescenza accelerata e programmata dei prodotti, che ne rinnova la necessità. (Serge Latouche, Breve trattato sulla decrescita serena, 2007)

Che cos'è che ha trasformato i proletari e i sottoproletari italiani, sostanzialmente, in piccolo borghesi, divorati, per di più, dall'ansia economica di esserlo? Che cos'è che ha trasformato le "masse" dei giovani in "masse" di criminaloidi? L'ho detto e ripetuto ormai decine di volte: una "seconda" rivoluzione industriale che in realtà in Italia è la "prima": il consumismo. (Pier Paolo Pasolini)

La futura occupazione di tutti i bambini, così come si presenta oggi, è di essere consumatori specializzati. (David Riesman, La folla solitaria, 1950)

Un uomo può essere fiero di essere impopolare nel dettare e praticare virtù e saggezze, di dire a chiare lettere quello che non va, a portare lo scompiglio nella coscienza degli apatici e di coloro che si compiacciono di se stessi anche quando sono snaturati.

I valori che in precedenza avevano assicurato l'adesione sociale e la cooperazione degli individui sembrano oggi smarriti. (Tratto dal libro "Questioni di sopravvivenza")

Mai nella storia degli inganni umani così tanti sono stati imbrogliati da così pochi.

I fessi badano all'usanza, gli sprovveduti alla novità, i pazzi al lusso e i saggi alla sostanza.

L’essere umano crea i problemi e, al tempo stesso, ne patisce le conseguenze

E' una grave colpa che noi teniamo conto delle lezioni della vita solo quando non ci servono più.

Amore! Potessimo tu ed io cospirare col fato, per afferrare intera la guasta trama delle cose. Non la faremmo forse a pezzi per poi riplasmarla più simile ai nostri desideri?

Quando finisco di dire quello che devo dire, finisco di parlare. (Francesco Crispi)

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Ed io, invece, per dirla alla Francesco Crispi, finalmente ho finito di dire quello che dovevo dire e, qui, provvisoriamente, ho finito di parlare.

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<1>

Che cosa accade se uno Stato stampa i soldi di cui ha bisogno?

E’ il sogno di molti appianare il debito pubblico con una produzione ad hoc dì nuova moneta. Ma le conseguente sarebbero disastrose. La storia lo testimonia.

Uno Stato può finanziare il proprio disavanzo emettendo quantità sempre maggiore di soldi. Ma ciò non è privo di effetti sull’economia, e la conseguenza sarebbe quella di far salire l’inflazione alle stelle. La Bolivia ci provò negli anni ottanta e il risultato fu che i prezzi cominciarono ad aumentare di 10 volte al mese. Anche per il denaro vale infatti la legge della domanda e dell’offerta: più ce n’è e meno vale. Quando c’è tanta moneta in circolazione, la gente tende a liberarsene in fretta (e quindi a spendere), nel timore che il giorno o il mese dopo i propri risparmi abbiano un più basso potere d’acquisto. Si genera, in altre parole, un eccesso di denaro rispetto ai beni disponibili: la richiesta di beni cresce e, con essa, crescono i prezzi. Il debito pubblico si alleggerisce, ma le spese aumentano e lo Stato, con le proprie entrate, non è più in grado di farvi fronte. Le conseguenze. Nel lungo periodo vengono scoraggiati gli investimenti e la produzione cala: il costo dei prodotti nazionali supera quello dei prodotti esteri e a risentirne sono le esportazioni. Fenomeni di inflazione sono frequenti, in particolare, in caso di guerra, quando uno Stato immette grandi masse di denaro per provvedere a opere belliche, economicamente non produttive. La Germania, dopo la prima guerra mondiale, stampò molto denaro per far fronte alle difficoltà economiche. Il 6 novembre del 1923 erano in circolazione 400.338.326.350.700 milioni di marchi e l'inflazione aveva superato di 755.700 volte i livelli di 10 anni prima: chi faceva la spesa lo faceva con le borse piene di soldi. Per un marco prebellico, ne occorrevano 1,422.900.000.000 postbellici. Un biglietto del tram costava 50 miliardi, un litro di latte 360 miliardi. Nel luglio 1990, meccanismi analoghi portarono in Argentina il tasso d'incremento mensile d'inflazione al 1.800%

                                              <<<<<<<O>>>>>>

<2>

Regioni Italia per Popolazione

Pos

Regione

Residenti

%Italia

Numero Comuni

Numero Province

1

Lombardia

9.917.714

16,4%

1.544

12

2

Campania

5.834.056

9,6%

551

5

3

Lazio

5.728.688

9,4%

378

5

4

Sicilia

5.051.075

8,3%

390

9

5

Veneto

4.937.854

8,1%

581

7

6

Piemonte

4.457.335

7,4%

1.206

8

7

Emilia-Romagna

4.432.418

7,3%

348

9

8

Puglia

4.091.259

6,7%

258

6

9

Toscana

3.749.813

6,2%

287

10

10

Calabria

2.011.395

3,3%

409

5

11

Sardegna

1.675.411

2,8%

377

8

12

Liguria

1.616.788

2,7%

235

4

13

Marche

1.565.335

2,6%

239

5

14

Abruzzo

1.342.366

2,2%

305

4

15

Friuli-Venezia Giulia

1.235.808

2,0%

218

4

16

Trentino-Alto Adige

1.037.114

1,7%

333

2

17

Umbria

906.486

1,5%

92

2

18

Basilicata

587.517

1,0%

131

2

19

Molise

319.780

0,5%

136

2

20

Valle d'Aosta

128.230

0,2%

74

1

Totale

60.626.442

8.092

110

Con 60.626.442 di abitanti (al 1º gennaio 2011), l'Italia è il quarto paese dell'Unione europea per popolazione (dopo Germania, Francia e Regno Unito) ed il 23º al mondo. Il Paese ha, inoltre, una densità demografica di 200,03 persone per chilometro quadrato, più alta della media europea.

Città principali. Posizione – Municipalità - Popolazione 1ª Roma 2.761.477, 2ª Milano 1.324.110 3ª, Napoli 959.574, 4ª Torino 907.563 5ª Palermo 655.875, 6ª Genova 607.906, 7ª Bologna 380.181, 8ª Firenze 371.282, 9ª Bari 320.475, 10ª Catania 293.458

                                      <<<<<<<<O>>>>>>>>

<3>

Di seguito è riportata la tabella dei 390 comuni siciliani in ordine decrescente di popolazione. Dati Istat al 31-07-2011.

 

Comune

Abitanti

Provincia

1

Palermo

655.875

Palermo

2

Catania

293.458

Catania

3

Messina

241.882

Messina

4

Siracusa

123.324

Siracusa

5

Marsala

82.915

Trapani

6

Gela

77.246

Caltanissetta

7

Ragusa

73.767

Ragusa

8

Trapani

70.598

Trapani

9

Vittoria

63.470

Ragusa

10

Caltanissetta

60.167

Caltanissetta

11

Agrigento

59.195

Agrigento

12

Bagheria

56.472

Palermo

13

Modica

55.317

Ragusa

14

Acireale

53.244

Catania

15

Mazara del Vallo

51.402

Trapani

16

Misterbianco

49.717

Catania

17

Paternò

49.577

Catania

18

Alcamo

45.861

Trapani

19

Barcellona Pozzo di Gotto

41.926

Messina

20

Sciacca

41.095

Agrigento

21

Caltagirone

39.526

Catania

22

Licata

39.019

Agrigento

23

Monreale

38.334

Palermo

24

Adrano

36.742

Catania

25

Carini

36.546

Palermo

26

Canicattì

35.138

Agrigento

27

Augusta

34.580

Siracusa

28

Favara

33.796

Agrigento

29

Milazzo

32.528

Messina

30

Partinico

31.930

Palermo

31

Avola

31.798

Siracusa

32

Castelvetrano

30.712

Trapani

33

Comiso

30.563

Ragusa

34

Mascalucia

28.983

Catania

35

Aci Catena

28.963

Catania

36

Erice

28.459

Trapani

37

Misilmeri

28.187

Palermo

38

Giarre

27.908

Catania

39

Enna

27.874

Enna

40

Termini Imerese

27.688

Palermo

41

Gravina di Catania

27.291

Catania

42

Scicli

26.558

Ragusa

43

Niscemi

26.463

Caltanissetta

44

Belpasso

25.683

Catania

45

Noto

24.094

Siracusa

46

Palma di Montechiaro

24.030

Agrigento

47

Biancavilla

23.983

Catania

48

Lentini

23.904

Siracusa

49

San Cataldo

23.313

Caltanissetta

50

Floridia

23.164

Siracusa

51

San Giovanni La Punta

22.581

Catania

52

Pachino

21.991

Siracusa

53

Rosolini

21.733

Siracusa

54

Tremestieri Etneo

21.509

Catania

55

Piazza Armerina

20.938

Enna

56

Villabate

20.420

Palermo

57

Ribera

19.591

Agrigento

58

Bronte

19.427

Catania

59

Pozzallo

19.289

Ragusa

60

Aci Castello

18.150

Catania

61

Aci Sant'Antonio

17.682

Catania

62

Carlentini

17.552

Siracusa

63

Porto Empedocle

17.367

Agrigento

64

Scordia

17.265

Catania

65

Palagonia

16.554

Catania

66

Ispica

15.593

Ragusa

67

Castellammare del Golfo

15.302

Trapani

68

Riposto

14.927

Catania

69

Nicosia

14.477

Enna

70

Mascali

13.974

Catania

71

Leonforte

13.914

Enna

72

Cefalù

13.809

Palermo

73

Patti

13.693

Messina

74

Melilli

13.353

Siracusa

75

Grammichele

13.348

Catania

76

Capo d'Orlando

13.303

Messina

77

Pedara

13.260

Catania

78

Sant'Agata di Militello

13.147

Messina

79

Barrafranca

12.975

Enna

80

Raffadali

12.916

Agrigento

81

Menfi

12.812

Agrigento

82

Ravanusa

12.715

Agrigento

83

Francofonte

12.370

Siracusa

84

Priolo Gargallo

12.180

Siracusa

85

Valderice

12.155

Trapani

86

Cinisi

12.097

Palermo

87

Ficarazzi

12.082

Palermo

88

Motta Sant'Anastasia

11.920

Catania

89

Mazzarino

11.881

Caltanissetta

90

Terrasini

11.760

Palermo

91

San Gregorio di Catania

11.745

Catania

92

Lipari

11.442

Messina

93

Paceco

11.419

Trapani

94

Corleone

11.374

Palermo

95

Casteldaccia

11.300

Palermo

96

Riesi

11.172

Caltanissetta

97

Partanna

11.168

Trapani

98

Randazzo

11.163

Catania

99

Belmonte Mezzagno

11.149

Palermo

100

Taormina

11.119

Messina

101

Mussomeli

11.086

Caltanissetta

102

Salemi

10.971

Trapani

103

Santa Flavia

10.948

Palermo

104

Ramacca

10.831

Catania

105

Campobello di Mazara

10.830

Trapani

106

Capaci

10.608

Palermo

107

Trecastagni

10.569

Catania

108

Altofonte

10.382

Palermo

109

Campobello di Licata

10.297

Agrigento

110

Santa Croce Camerina

10.072

Ragusa

111

Acate

10.024

Ragusa

112

Fiumefreddo di Sicilia

9.812

Catania

113

Troina

9.675

Enna

114

Trabia

9.674

Palermo

115

Giardini Naxos

9.659

Messina

116

Aragona

9.588

Agrigento

117

Zafferana Etnea

9.418

Catania

118

Sant'Agata li Battiati

9.316

Catania

119

Castelbuono

9.259

Palermo

120

Santa Teresa di Riva

9.322

Messina

121

Palazzolo Acreide

9.082

Siracusa

122

Racalmuto

8.993

Agrigento

123

Sortino

8.934

Siracusa

124

Villafranca Tirrena

8.868

Messina

125

San Giuseppe Jato

8.743

Palermo

126

Casteltermini

8.464

Agrigento

127

Santa Venerina

8.437

Catania

128

Caccamo

8.356

Palermo

129

Agira

8.263

Enna

130

Valguarnera Caropepe

8.263

Enna

131

Chiaramonte Gulfi

8.239

Ragusa

132

Naro

8.192

Agrigento

133

San Giovanni Gemini

8.179

Agrigento

134

Viagrande

8.179

Catania

135

Militello in Val di Catania

7.919

Catania

136

Pantelleria

7.821

Trapani

137

Solarino

7.796

Siracusa

138

Valverde

7.784

Catania

139

Petrosino

7.644

Trapani

140

Regalbuto

7.488

Enna

141

Torregrotta

7.448

Messina

142

Isola delle Femmine

7.371

Palermo

143

Borgetto

7.329

Palermo

144

Canicattini Bagni

7.322

Siracusa

145

Sommatino

7.312

Caltanissetta

146

San Filippo del Mela

7.304

Messina

147

San Pietro Clarenza

7.294

Catania

148

Altavilla Milicia

7.276

Palermo

149

Terme Vigliatore

7.267

Messina

150

Nicolosi

7.264

Catania

151

Pietraperzia

7.239

Enna

152

Gioiosa Marea

7.207

Messina

153

Santa Maria di Licodia

7.142

Catania

154

Gangi

7.086

Palermo

155

Calatafimi Segesta

7.003

Trapani

156

Campofelice di Roccella

6.985

Palermo

157

Lercara Friddi

6.974

Palermo

158

Tortorici

6.758

Messina

159

Marineo

6.811

Palermo

160

Rometta

6.660

Messina

161

Balestrate

6.633

Palermo

162

Santa Margherita Belice

6.617

Agrigento

163

Vizzini

6.593

Catania

164

Montelepre

6.457

Palermo

165

Cammarata

6.420

Agrigento

166

Pace del Mela

6.404

Messina

167

Serradifalco

6.331

Caltanissetta

168

Lampedusa e Linosa

6.318

Agrigento

169

Sambuca di Sicilia

6.178

Agrigento

170

Piana degli Albanesi

5.993

Palermo

171

Grotte

5.891

Agrigento

172

Brolo

5.851

Messina

173

Santa Caterina Villarmosa

5.729

Caltanissetta

174

Acquedolci

5.633

Messina

175

Centuripe

5.622

Enna

176

San Cipirello

5.495

Palermo

177

Linguaglossa

5.456

Catania

178

Custonaci

5.424

Trapani

179

Mirabella Imbaccari

5.413

Catania

180

Calatabiano

5.411

Catania

181

Cerda

5.397

Palermo

182

Assoro

5.376

Enna

183

Mineo

5.337

Catania

184

Villarosa

5.289

Enna

185

Spadafora

5.203

Messina

186

Prizzi

5.143

Palermo

187

Santa Ninfa

5.097

Trapani

188

Catenanuova

5.082

Enna

189

Aidone

5.044

Enna

190

Mistretta

5.043

Messina

191

Butera

4.945

Caltanissetta

192

Santo Stefano Quisquina

4.923

Agrigento

193

Bisacquino

4.877

Palermo

194

Santa Lucia del Mela

4.771

Messina

195

Castel di Judica

4.710

Catania

196

Calascibetta

4.658

Enna

197

Siculiana

4.570

Agrigento

198

Santo Stefano di Camastra

4.564

Messina

199

Capri Leone

4.562

Messina

200

Realmonte

4.559

Agrigento

201

Delia

4.551

Caltanissetta

202

Camporotondo Etneo

4.503

Catania

203

San Vito Lo Capo

4.377

Trapani

204

Gibellina

4.313

Trapani

205

Favignana

4.299

Trapani

206

Torrenova

4.276

Messina

207

Roccalumera

4.260

Messina

208

Caltavuturo

4.194

Palermo

209

Torretta

4.181

Palermo

210

Bolognetta

4.122

Palermo

211

Collesano

4.115

Palermo

212

Piedimonte Etneo

4.111

Catania

213

Saponara

4.103

Messina

214

Francavilla di Sicilia

4.081

Messina

215

Naso

4.074

Messina

216

Maletto

4.063

Catania

217

Mazzarrone

4.038

Catania

218

Piraino

4.006

Messina

219

Cattolica Eraclea

3.969

Agrigento

220

San Fratello

3.961

Messina

221

Caltabellotta

3.943

Agrigento

222

Bivona

3.942

Agrigento

223

Alia

3.881

Palermo

224

Venetico

3.861

Messina

225

Ciminna

3.858

Palermo

226

Portopalo di Capo Passero

3.801

Siracusa

227

Nizza di Sicilia

3.773

Messina

228

Valledolmo

3.743

Palermo

229

Gagliano Castelferrato

3.723

Enna

230

Maniace

3.696

Catania

231

Ragalna

3.679

Catania

232

Vallelunga Pratameno

3.676

Caltanissetta

233

Furnari

3.644

Messina

234

Polizzi Generosa

3.624

Palermo

235

Castellana Sicula

3.580

Palermo

236

Montemaggiore Belsito

3.564

Palermo

237

San Michele di Ganzaria

3.558

Catania

238

San Biagio Platani

3.531

Agrigento

239

Cianciana

3.529

Agrigento

240

Lascari

3.482

Palermo

241

Camporeale

3.477

Palermo

242

Petralia Soprana

3.462

Palermo

243

Caronia

3.433

Messina

244

Furci Siculo

3.387

Messina

245

Villafrati

3.383

Palermo

246

Capizzi

3.374

Messina

247

Castiglione di Sicilia

3.338

Catania

248

Sant'Angelo di Brolo

3.309

Messina

249

Castell'Umberto

3.305

Messina

250

Raddusa

3.290

Catania

251

Campofranco

3.245

Caltanissetta

252

Trappeto

3.239

Palermo

253

Aci Bonaccorsi

3.233

Catania

254

Monterosso Almo

3.200

Ragusa

255

Castronovo di Sicilia

3.189

Palermo

256

Milena

3.180

Caltanissetta

257

Giarratana

3.152

Ragusa

258

Gaggi

3.146

Messina

259

San Piero Patti

3.126

Messina

260

Alessandria della Rocca

3.095

Agrigento

261

Buseto Palizzolo

3.067

Trapani

262

Licodia Eubea

3.059

Catania

263

Tusa

3.053

Messina

264

Pollina

3.050

Palermo

265

Montevago

3.034

Agrigento

266

Nissoria

3.022

Enna

267

Castrofilippo

3.019

Agrigento

268

Mezzojuso

3.010

Palermo

269

Chiusa Sclafani

2.982

Palermo

270

San Pier Niceto

2.977

Messina

271

Petralia Sottana

2.972

Palermo

272

Vicari

2.962

Palermo

273

Falcone

2.938

Messina

274

Monforte San Giorgio

2.898

Messina

275

Sciara

2.871

Palermo

276

San Cono

2.848

Catania

277

Galati Mamertino

2.830

Messina

278

Burgio

2.813

Agrigento

279

Letojanni

2.785

Messina

280

Sinagra

2.773

Messina

281

Santa Elisabetta

2.753

Agrigento

282

Roccapalumba

2.657

Palermo

283

Castroreale

2.650

Messina

284

Ferla

2.609

Siracusa

285

Cesarò

2.572

Messina

286

Alì Terme

2.597

Messina

287

Montallegro

2.541

Agrigento

288

Montalbano Elicona

2.479

Messina

289

Merì

2.391

Messina

290

Scaletta Zanclea

2.301

Messina

291

Giardinello

2.277

Palermo

292

Palazzo Adriano

2.257

Palermo

293

Rodì Milici

2.193

Messina

294

Alimena

2.185

Palermo

295

Cerami

2.179

Enna

296

Oliveri

2.169

Messina

297

Vita

2.156

Trapani

298

Resuttano

2.153

Caltanissetta

299

Buccheri

2.148

Siracusa

300

Ventimiglia di Sicilia

2.098

Palermo

301

Alcara Li Fusi

2.092

Messina

302

San Marco d'Alunzio

2.090

Messina

303

Camastra

2.064

Agrigento

304

Giuliana

2.063

Palermo

305

Baucina

2.027

Palermo

306

Marianopoli

2.023

Caltanissetta

307

Geraci Siculo

1.942

Palermo

308

Lucca Sicula

1.901

Agrigento

309

Contessa Entellina

1.891

Palermo

310

San Mauro Castelverde

1.875

Palermo

311

Gualtieri Sicaminò

1.846

Messina

312

Savoca

1.823

Messina

313

Librizzi

1.789

Messina

314

Salaparuta

1.746

Trapani

315

Villalba

1.738

Caltanissetta

316

Itala

1.676

Messina

317

Montedoro

1.655

Caltanissetta

318

Sant'Alfio

1.650

Catania

319

Montagnareale

1.646

Messina

320

Isnello

1.614

Palermo

321

Roccamena

1.587

Palermo

322

Mazzarrà Sant'Andrea

1.575

Messina

323

Ficarra

1.574

Messina

324

Longi

1.568

Messina

325

Poggioreale

1.562

Trapani

326

Fiumedinisi

1.545

Messina

327

Graniti

1.539

Messina

328

Sant'Alessio Siculo

1.531

Messina

329

Sant'Angelo Muxaro

1.489

Agrigento

330

Bompietro

1.486

Palermo

331

Sutera

1.454

Caltanissetta

332

Pettineo

1.448

Messina

333

San Teodoro

1.430

Messina

334

Villafranca Sicula

1.430

Agrigento

335

Novara di Sicilia

1.425

Messina

336

San Salvatore di Fitalia

1.403

Messina

337

Calamonaci

1.387

Agrigento

338

Castel di Lucio

1.380

Messina

339

Campofiorito

1.336

Palermo

340

Militello Rosmarino

1.336

Messina

341

Ustica

1.335

Palermo

342

Aliminusa

1.308

Palermo

343

Valdina

1.280

Messina

344

Pagliara

1.249

Messina

345

Joppolo Giancaxio

1.247

Agrigento

346

Godrano

1.171

Palermo

347

Roccavaldina

1.165

Messina

348

Buscemi

1.135

Siracusa

349

Raccuja

1.120

Messina

350

Ucria

1.126

Messina

351

Fondachelli-Fantina

1.122

Messina

352

Blufi

1.089

Palermo

353

Milo

1.088

Catania

354

Castelmola

1.079

Messina

355

Santa Domenica Vittoria

1.075

Messina

356

Acquaviva Platani

1.019

Caltanissetta

357

Gratteri

1.014

Palermo

358

Mirto

1.011

Messina

359

Cefalà Diana

1.006

Palermo

360

Antillo

968

Messina

361

Malfa

958

Messina

362

Comitini

949

Agrigento

363

Tripi

944

Messina

364

Santa Cristina Gela

942

Palermo

365

Casalvecchio Siculo

920

Messina

366

Forza d'Agrò

910

Messina

367

Limina

909

Messina

368

Motta Camastra

891

Messina

369

Santa Marina Salina

889

Messina

370

Sperlinga

881

Enna

371

Reitano

865

Messina

372

Alì

830

Messina

373

Motta d'Affermo

828

Messina

374

Malvagna

816

Messina

375

Cassaro

814

Siracusa

376

Frazzanò

788

Messina

377

Moio Alcantara

752

Messina

378

Roccella Valdemone

711

Messina

379

Leni

701

Messina

380

Basicò

685

Messina

381

Mongiuffi Melia

659

Messina

382

Mandanici

646

Messina

383

Scillato

635

Palermo

384

Bompensiere

619

Caltanissetta

385

Campofelice di Fitalia

553

Palermo

386

Floresta

539

Messina

387

Condrò

491

Messina

388

Sclafani Bagni

455

Palermo

389

Gallodoro

390

Messina

390

Roccafiorita

227

Messina

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<4>

Misurare la lunghezza di un fiume non è sempre semplice e, anche se può sembrare strano, ancora oggi non si sa con esattezza se il fiume più lungo del mondo sia il Nilo oppure il Rio delle Amazzoni. Tradizionalmente il Nilo è considerato il più lungo, ma recenti studi brasiliani suggeriscono che, considerando l'estuario del Rio delle Amazzoni come parte integrante del fiume, questo risulterebbe più lungo del Nilo. Quel che è certo è che il Rio delle Amazzoni non ha rivali per quel che riguarda la portata d'acqua, il numero di affluenti e il bacino idrografico, decisamente maggiori rispetto a tutti gli altri fiumi del mondo.

Classifica dei 10 fiumi più lunghi del mondo (in ordine decrescente di lunghezza)

 

Fiume

Continente

Lunghezza (km)

1

Nilo

Africa

6.650

2

Rio delle Amazzoni

America del Sud

6.400

3

Fiume Azzurro

Asia

6.300

4

Mississippi – Missouri – Jefferson

America del Nord

6.275

6

Yenisei – Angara – Selenga - Ider

Asia

5.870

7

Fiume Giallo

Asia

5.464

8

Ob – Irtysh

Asia

5.410

9

Mekong

Asia

4.909

5

Rio de la Plata – Paraná – Paranaiba

America del Sud

4.880

10

Congo – Chambeshi

Africa

4.700

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10 fiumi più lunghi d’Italia in ordine decrescente di lunghezza

Nome dei fiumi - KM - Regioni attraversate
Po 652 Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto
Adige 410 Trentino-Alto Adige, Veneto
Tevere 405 Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio
Adda 313 Lombardia
Oglio 280 Lombardia
Tanaro 276 Piemonte, Liguria
Ticino 248 Svizzera, Piemonte, Lombardia
Arno 241 Toscana
Piave 220 Veneto
Reno 211 Toscana, Emilia-Romagna

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10 montagne più alte d’Italia in ordine decrescente di altezza
Nome dei monti - Catena montuosa - Altezza - Regione
Monte Bianco Alpi Graie 4810 Valle d'Aosta
Monte Rosa Alpi Pennine 4634 Piemonte/Valle d'Aosta
Cervino Alpi Pennine 4478 Valle d'Aosta
Gran Paradiso Alpi Graie 4061 Piemonte/Valle d'Aosta
Pizzo Zupò (Bernina) Alpi Retiche 3996 Lombardia
Ortles Alpi Retiche 3899 Trentino-Alto Adige
Monviso Alpi Cozie 3841 Piemonte
Monte Cevedale Alpi Atesine 3764 Lombardia/Trentino-Alto Adige
Palla Bianca Alpi Atesine 3738 Trentino-Alto Adige
Marmolada Dolomiti 3342 Trentino-Alto Adige/Veneto
<=>
Cinque laghi più grandi d’italia
Lago di Garda 370 km²
Lago Maggiore 212 km²
Lago di Como 145 km²
Lago Trasimeno 128 km²
Lago d'Iseo 65,3 km

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Secondo una stima dell'agenzia scientifica USGS (United States Geological Survey) ogni anno nel mondo si verificano diversi milioni di terremoti. Gran parte di essi non vengono nemmeno localizzati a causa della bassissima intensità o per il fatto che avvengono in aree troppo remote.

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<7>

Circa 96.000 Km di vasi sanguigni e loro ramificazioni irrigano le cellule del corpo umano trasportando ossigeno e elementi nutritivi principalmente, ma anche tossine da eliminare, ormoni, cellule di difesa .

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Il cuore, dalla dimensioni di un pugno, questo potente muscolo si rilascia e si contrae circa 100.000 volte al giorno in risposta a segnali elettrici prodotti dal suo stesso sistema elettrico. Esso pompa da 5 a 6 litri di sangue in un minuto a riposo, ma più di 20 litri al minuto durante l’esercizio fisico.

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Il sistema digestivo è costituito dal tubo digerente ( mediamente lungo 11 metri), che va dalla bocca all’ano, a cui sono collegate ghiandole (salivari, fegato, cistifellea, pancreas) che gli riversano il proprio secreto.

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Lo stomaco dilatato contiene da 2 a 4 litri di cibo.

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              (26/05/2012)

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                                                    Pagine distensive

Massime, proverbi, aforismi e pensieri.

Ah, non mi dite che siete d'accordo con me! Quando la gente è d'accordo con me, mi sembra sempre di aver torto.

Al giusto nuoce chi al malvagio perdona.

Amici e nemici occorre sceglierli con molta cura.

Amico, noterai che al mondo ci sono più coglioni che uomini. Di ciò ricordati.

Anche i mestieri più brutti hanno i loro lati piacevoli. Per esempio, se fossi un becchino o persino un boia, ci sono persone per le quali lavorerei con vero entusiasmo.

Anche sul trono più alto del mondo, si sta seduti sul proprio culo.

Cercate il consiglio degli anziani giacchè i loro occhi hanno fissato il volto degli anni e le loro orecchie hanno ascoltato le voci della vita.

Ci sono tre cose che possono essere definite infinite: l’universo,la stupidità e la disonestà umana. Ma, mentre per l’universo possono esserci dei dubbi, sulla stupidità e sulla disonestà umana ci sono solo certezze.(#)

Contro i sentimenti siamo disarmati, poiché esistono e basta, e sfuggono ad una qualunque censura. Possiamo rimproverarci un gesto, una frase, ma non un sentimento: su di esso non abbiamo alcun potere.

Dai principi si deduce una probabilità, ma il vero o una certezza si ottengono solo dai fatti.

Di tutte le cose che la sapienza procura in vista della vita felice, il bene più grande è l'acquisto dell'amicizia.(Epicuro)

E’ più facile mettere in ridicolo una buona azione che imitarla.

E’ più facile spezzare un atomo che un pregiudizio (Albert Einstein)

Gli idioti sono una saggia istituzione della natura che permette agli stupidi di ritenersi intelligenti. (Orson Welles)

Gli uomini hanno imparato a volare come uccelli, a nuotare come pesci, a fornicare come porci, ma non hanno imparato l'arte di vivere come fratelli che si rispettano. (#)

Guida pratica della scienza moderna: 1) Se è verde o si muove è biologica. 2) Se puzza è chimica. 3) Se non funziona è fisica.

Gabbatu lu santu (onorato il santo), finita la festa, sciupio e degrado, illusione e stanchezza è quello che resta. (*)

Il cervello è un organo meraviglioso. Comincia a lavorare quando ci si alza dal letto e smette quando si entra in ufficio. (R. Frost)

Il progresso non si può fermare come non si può fermare il tempo (Albert Einstein)

Il miglior educatore è colui che, oltre a saper dire di no ai capricci dei bambini e dei ragazzi, sa dare buon esempio di sè. (*)

In generale la giustizia è uguale per tutti, perché è utile nei rapporti sociali; ma in casi particolari, e a seconda dei luoghi e delle condizioni, risulta che la stessa cosa non è giusta per tutti. (Epicuro)

Invecchiare è ancora il solo mezzo che si sia trovato per vivere a lungo. (Saint-Beuve)

La libertà economica è la condizione necessaria della libertà politica. (Luigi Einaudi)

La medesima persuasione che ci incoraggiò a credere che nessun male è eterno o lungamente duraturo ci fa anche ritenere che la sicurezza più grande che si attui nelle cose finite è quella dell'amicizia.(Epicuro)

La politica ha due facce: una a manca e l'altra a dritta, una cotta e l'atra fritta. (*)

L'arte migliore è quella in cui la mano, la testa e il cuore di un uomo procedono in accordo.
John Ruskin

La teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perchè, Noi abbiamo messo insieme la teoria e la pratica: non c’è niente che funzioni…. e nessuno sa il perchè. (Albert Einstein)

La vita è come un rotolo di carta igienica: srotoli, strappi... srotoli, strappi... e alla fine non ti rimane che un tubo!

Le quattro M dell'economia: Moto Massimo, Mangiare Minimo.

L'esperienza ci dice che la prima difesa degli uomini deboli è recriminare.

L'esperienza è una luce che dopo aver illuminato il cammino già fatto il suo riflesso rischiara la via del cammino da fare. (#)

La esperienza non falla mai, ma sol fallano di nostri giudizi. ( Leonardo)

Lo disse Dante, lo confermò Napoleone che quando non basta la sgridata ci vuole un bel ceffone. (*)

La vita è il perenne fluire di tutte le cose: dal nulla all'essere e dell'essere al nulla. (*)

La vita è meravigliosa ma breve ed è da irresponsabili lasciar trascorrere il suo tempo inutilmente o per cose futili. (*)

La vita è un dono della natura; ma una bella vita è il dono della saggezza. (Proverbio greco)

La vita per essere piena e reale, deve contenere le preoccupazioni del passato e dell'avvenire in ogni attimo del fuggevole presente; il lavoro quotidiano deve essere compiuto per la gloria dei trapassati e per il benessere dei posteri. (Conrad)

Nessuno può mostrare troppo a lungo una faccia a sé stesso e un'altra alla gente senza finire col non sapere più quale sia quella vera.

Non è la libertà che manca. Mancano gli uomini che sanno gestirla. (*)

Non siamo uomini di buona volontà se ci limitiamo a piangere ciò che si è perso, se ricordiamo solo ciò che non può più tornare. Lo saremo solo se diventiamo consapevoli di ciò che di meglio c'è in noi, di più vitale, e se seguiamo la voce di questa Coscienza.

Sapere di sapere quello che si sa e sapere di non sapere quello che non si sa: ecco il vero sapere. (Confucio)

Se ad un povero dai del vitto gli dai da mangiare per un giorno, lasciandolo vivere tristemente per tutta la vita; se lo aiuti ad uscire dalla povertà hai fatto un’azione meritevole di cui puoi andare fiero, ma non hai risolto il problema della povertà; se ti adoperi perché non vi siano poveri hai fatto la cosa più grande e giusta di questo mondo.(*)

Se ciascuna generazione fosse tenuta a costruirsi le proprie abitazioni, quest'unico cambiamento, relativamente così poco importante di per sé, implicherebbe quasi ogni riforma della cui mancanza soffre la società odierna.

Se cominci a sentire il peso della tua età, non lamentarti. Ti basti pensare a coloro cui questo privilegio è stato negato.

Se vuoi cambiare le opinioni di una donna, devi essere d'accordo con lei.

Se vuoi sapere cosa una donna voglia veramente dire, guardala, non ascoltare le sue parole.

Sembra di essere meno disgraziati, quando non si è soli a soffrire. (Voltaire)

Sembrare e non essere è come filare e non tessere .

Sii vigile, ma non indifferente; attento e non sbadato; coraggioso ma non imprudente; paziente ma non permissivo; affettuoso ma non apprensivo; silenzioso ma non taciturno; sincero ma non ingenuo; generoso ma non sprecone, idealista ma non nostalgico; rispettoso ma alieno alle sottomissioni; volenteroso e sagace, ma senza vizi. Se hai tutte queste virtù mi piacerebbe conoscerti, perché sei perfetto, quasi come me ! (#)

Solo ora, con la maturata esperienza, ho il diritto di scrivere ciò penso del passato, del presente e della natura delle cose vissute. (#)

Sovente chi parla non sa, chi sa non parla. (*)

Suocera e nuora tempesta e gragnola.

Troppo cibo rovina lo stomaco, troppa libertà l'esistenza. (#)

Tutti hanno il diritto di essere stupidi. Ma alcuni esagerano.

Uomo tabagista, uomo senza testa. (*)

Vivere meglio il tempo presente significa: non vivere pensando al tempo passato perché se lo ricordi o se lo rimpiangi è passato comunque; non vivere pensando al tempo futuro perché neanche tu sai quanto te ne è rimasto. Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo e ricorda che dovunque andrai, qualsiasi cosa tu farai, con te ci sarà sempre la tua migliore amica, la vita. (#)

Vivere significa lanciarsi in avanti verso traguardi sempre più elevati e tentare di arrivarci. (Pasternak)

Vuoi sapere qual'è il miglior gioco? Far del bene e parlar poco. (*)  

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Aforismi, massime, frasi e citazioni sulla politica

La legge è fatta esclusivamente per lo sfruttamento di coloro che non la capiscono, o ai quali la brutale necessità non permette di rispettarla.
B. Brecht

A proposito di politica... ci sarebbe qualcosa da mangiare?
Totò

Se l'esperienza ci insegna qualcosa, ci insegna questo: che un buon politico, in democrazia, è tanto impensabile quanto un ladro onesto.
Henry Louis Mencken

La corruzione esiste da molto tempo, ed è quindi molto vecchia, ma ogni anno, invece di morire, diventa sempre più subdola ed arzilla.
Carl William Brown

Mentre il governo vi frega l'opposizione vi da l'illusione di salvaguardare i vostri diritti, quando finalmente le cose cambiano l'opposizione va al governo, il governo va all'opposizione e voi continuate tranquillamente ad essere fregati.
Carl William Brown

Sin da quando il popolo ha conquistato il diritto di voto i burocrati si sono impegnati per rendere i sistemi di governo sempre più stupidi e caotici e purtroppo ci sono riusciti.
Carl William Brown

L'attore deve saper fingere, deve saper mentire, nell'antichità veniva designato con il termine " hypocritès "; ecco spiegato perché i nostri politici sono bravi attori.
Carl William Brown

Un cretino è un cretino. Due cretini sono due cretini. Diecimila cretini sono un partito politico.
Franz Kafka

Un illuso è un solo illuso, due illusi sono solo due illusi, diecimila o più illusi sono un partito politico di cretini. (*)

Non c'è vocabolo di cui non si sia oggi fatto così largo abuso come di questa parola: libertà. Non mi fido di questo vocabolo, per la ragione che nessuno vuole la libertà per tutti; ciascuno la vuole per sé.
Otto von Bismarck

Molti dei nostri uomini politici sono degli incapaci. I restanti sono capaci di tutto.
Boris Makaresko

La politica è guerra senza spargimento di sangue, mentre la guerra è politica con spargimento di sangue.
Mao Tse-tung

Il vizio inerente al capitalismo è la divisione ineguale dei beni; la virtù inerente al socialismo è l'uguale condivisione della miseria.
Winston Churchill

Non si dicono mai tante bugie quante se ne dicono prima delle elezioni, durante una guerra e dopo la caccia.
Otto von Bismarc

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L'angolo degli indovinelli

-Se piove, anche se gioca in casa, si bagna. Chi è? La squadra di calcio.

-Su di un albero ci sono cinque uccelli, un cacciatore ne spara uno, quanti ne  rimangono?    Nessuno,perchè scappano tutti.(*)

- Dov'è che giovedì viene prima di mercoledì? Nel dizionario...

- Come si chiama l'insegnante di storia dei pesci? Storione.

- Perché non si è mai visto uno scheletro buttarsi col paracadute?  Perché   non ha fegato.

- Che ci fa una donna grassa sulla spiaggia? Una rotonda sul mare.

- Che cos'è un dentista? E’ una persona che mangia con i denti degli altri.

- Cosa hanno in comune una pulce ed una gallina? Entrambe fanno i    pulcini.

- In un auto che affronta una curva, qual è la ruota che gira di meno?
  Quella di scorta...
 

  - E’ piccola e smella…va a cavallo senza sella… passa il mare senza     nave, entra nelle case senza chiave, siede a tavola dei re….indovina chi è?  La mosca.

- Perché le donne vanno sempre al bagno in due?
  Perché le amiche si vedono nel momento del bisogno!

- Quale animale salta più alto di un albero?
  Tutti, perché gli alberi non saltano!

Ha tre gambe ma non cammina. Chi è? La Sicilia.

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La pagine dei colmi

>Qual'è il colmo per un naufrago? Risposta: Stare in mezzo al mare ed avere il morale a terra!

>Qual'è il colmo per un ortopedico? Risposta: Ridursi all'asso.

>Qual'è il colmo per una calamita? Rispota: Non sentirsi molto attraente.

>Qual'è il colmo per un medico? Risposta: Influenzare i suoi pazienti.

>Sai qual'è il colmo per un muratore? Risposta: Avere paura del cemento armato.

>Qual'è il colmo per un elettricista? Risposta : Vivere isolato.

>Qual'è il colmo per un militare? Risposta: Restare solo in compagnia…

>Qual'è il colmo per un professore universitario? Risposta: Guardare un fiume che segue il suo corso!

>Qual' è il colmo per un credente? Risposta : essere allergico alla spirito di…vino. (*)

>Sapete qual è il colmo per un carabiniere? Arrestare un carico di cemento prima che sia armato

>Sapete quale' il colmo per un pescatore? Avere la moglie sarda di nome Alice

>Sapete qual è la differenza tra uno stupido e uno specchio? Lo stupido parla senza riflettere   mentre  lo specchio non parla ma riflette.

>Sapete qual'è il colmo per gli amici degli animali? Avere una bella gatta da pelare. (*)

>Sapete qualè il colmo per un prete? mangiare il pollo alla diavola.

>Sapete il colmo per un albero di Natale? Essere conciato per le feste.

>Sapete qual è il colmo per un sindaco? Avere la moglie fuori dal comune

>Sapete qual'è il colmo per un idraulico? Avere un figlio che non capisce un tubo!!!!

>Sapete qual'è il colmo per un giardiniere? Piantare la fidanzata ogni primavera!!!

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L'angolo delle barzellette

Un tizio torna a casa e trova un uomo nudo sotto al letto. Imbestialito dice alla moglie: Cosa ci fa questo sotto al letto??? E la moglie:  Sotto al letto niente! Ma vedessi sopra..

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Lui: - Un giorno mi sposerai?? Lei: - Credo proprio di no. Nella mia famiglia c'è l'abitudine di sposarci fra noi: mia zia ha sposato mio zio; mia nonna ha sposato mio nonno; mia mamma ha sposato mio padre..

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- Caro, ti ricordi che, appena sposati, mi chiamavi Regina? - Certo cara, ma allora c'era la monarchia...

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La moglie dice al marito: - Voglio farmi un intervento di chirurgia plastica! Il marito, continuando a leggere il giornale, seraficamente ribatte: - Amore... fare la chirurgia plastica è come cambiare le piastrelle in bagno: cambi le piastrelle ma il cesso rimane comunque!!!

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Per il decimo anniversario di matrimonio una coppia fa un viaggio in Germania. Mentre attraversano la Selva Nera, vedono un'indicazione che dice: "Pozzo dei desideri." Si fermano, leggono le istruzioni e il marito getta una moneta nel pozzo esprimendo un desiderio. Poi la moglie fa lo stesso, ma, mentre si sporge, perde l'equilibrio, precipita e annega. Ritornando all'automobile, l'uomo commenta: "Però... funziona davvero!"

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In un piccolo paese di provincia arriva un nuovo giovane prete e nel pomeriggio svolge la sua prima confessione: è una signora. - Si apra figliuola... - Vede padre, ho fatto... e poi... ed infine sono caduta nella fontana. Il prete, un po' perplesso: - Va bene figliuola... per penitenza dirai...

Dopo un po' si presenta un'altra signora: - Allora padre, io... e poi... e poi sono caduta due volte nella fontana. - Figliuola, ma... va be' via... recitami un atto di dolore e sarai assolta.

Passano due giorni e il prete nota che parecchie donne cadono nella fontana. Spinto dal senso del dovere e ignaro del fatto che, nel gergo del paese, cadere nella fontana voleva dire fare adulterio, il prete si reca dal sindaco. - Mi scusi signor sindaco, ma vengo a sapere che molte donne del paese cadono nella fontana di continuo, bisognerebbe fare qualcosa prima che qualcuna si faccia male! Il sindaco sentendo l'ingenuo prete si mette a ridere rumorosamente, molto divertito. Ah ah ah, caro Don Franco, non si preoccupi, è solo una sciocchezza...  Ma... sarà anche una sciocchezza, però anche sua moglie c'è già caduta tre volte...

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  Un professore di matematica invia un fax alla moglie, con il seguente messaggio:”Carissima, capirai, ora che hai 54 anni io ho alcune necessità che già non puoi più soddisfare. Sono felice con te, e sinceramente spero che tu non ti senta ferita od offesa a sapere che quando riceverai questo fax io sarò al Big Dick Hotel con la mia segretaria che ha 18 anni. Tornerò a casa prima della mezzanotte”. Quando il tipo arriva all'hotel trova un fax per lui:”Caro marito, grazie per l'avviso. Approfitto dell'occasione per ricordarti che anche tu hai 54 anni e per informarti che quando riceverai questo messaggio, io sarò alloggiata all'Hotel Happy Dust con il mio maestro di tennis, anche lui 18enne. Siccome sei un matematico, potrai comprendere facilmente che in queste circostanze il 18 entra più volte nel 54 che non il 54 nel 18. Non mi aspettare, arriverò domani mattina. Tua moglie”.

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  Si stava meglio quando si stava peggio, perché:

Quando comandava il re si mangiava un pollo in tre.
Quando si salutava alla romana si mangiava un pollo alla settimana.
Quando si è cominciato con il "Sia lodato Gesù Cristo" il pollo non si è più visto.
Poi sono arrivati i garofani rossi ed alla prima mossa son spariti pure le ossa.
Ora che comandano i figli dei preti, del duce e di Togliatti, sono spariti pure i piatti! (#)

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 Alunno e professore

Durante una lezione, il professore fa una domanda ad un alunno: Sai qual è la risposta più pronunciata dai ragazzi? L'alunno:Boh... non lo so!
E il professore: Esatto!

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 All'accademia navale

L'esaminatore al candidato:
- Se il capitano della nave grida: "Un uomo in mare!", come ti comporti?
- Semplice, prendo il primo passeggero che mi capita e lo scaravento in acqua!!

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- Perché le donne vanno sempre al bagno in due?
  Perché le amiche si vedono nel momento del bisogno!

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 Due impiegati comunali si incontrano per strada:
- Ciao Mario! Posso offrirti un caffè?
- No, grazie! Il caffè non mi fa dormire!
- Ma come? Sono le otto di mattina!!!
- Appunto... sto andando in ufficio...

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Dal dottore.

- Mio figlio ha ingoiato un euro!-

Non si preoccupi signora, conosco persone che hanno ingoiato miliardi di euro e sono ancora vivi, anzi stanno meglio di chi non ne ha mai ingoiato.

- Allora che mi consiglia di fare?

- Lasciare che suo figlio impari ad ingoiare più euro possibili. (#)

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Discussioni

Una donna ha quasi sempre l'ultima parola in ogni discussione.

Qualsiasi altra cosa un uomo dice e' l'inizio di una nuova discussione.

L'unica soluzione per farla parlare di meno è quella di …...trovare la soluzione. (#)

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Futuro

Una donna si preoccupa del futuro finchè non trova marito. Un uomo non si preoccupa mai del futuro finchè non trova una moglie.

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Matrimonio

Una donna sposa un uomo sperando che cambi, e lui non cambierà. Un uomo sposa una donna sperando che non cambi, e lei cambierà.

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Segno dei tempi

Sulla porta di un'officina di riparazioni è affissa una targhetta con la seguente scritta: "Possiamo sistemare qualsiasi oggetto". Sotto il citofono della stessa officina, si trova scritto il seguente avviso: "Citofono guasto, bussare alla porta". (#)

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Successo

Un uomo di successo è colui il quale guadagna più di quanto sua moglie sia in grado di spendere. Una donna di successo è quella capace di spendere più di quanto guadagna il marito.(#)

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Una donna va dal sessuologo:

- Sa dottore, non è per me, ma per mio marito, sembra che perda colpi, non riesce più a concludere niente. Mi aiuti... non so più cosa fare!
- Si spogli signora.
- Ma... è per mio marito non per me!
- Non si preoccupi signora... farò diventare suo marito un TORO!!!
- Mi fa molto piacere dottore... ma... perché mi devo spogliare io?
- Signora cara... lo vuole fare diventare, suo marito, un toro? E allora tanto per cominciare gli facciamo le corna...

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Religione

Giorno del giudizio: Paradiso. Moana si ritrova insieme ad altre due famose pornostar davanti a San Pietro. Il Santo interpella prima le altre due:
- Savannah, lo sai che hai molto peccato in vita tua?
- Si!
- Sei pentita di quello che hai fatto?
- Si!
- Bene... eccoti le chiavi del Paradiso! Vai figliuola!
Dopo si rivolge all'altra:
- Tracy, lo sai che hai molto peccato in vita tua?
- Si!
- Sei pentita di tutto ciò che hai fatto?
- Si!
- Tieni, eccoti le chiavi del Paradiso! Vai in pace!
Tocca poi a Moana:
- Moana, sai che in vita tua hai peccato più delle altre?
- Si!
- Sei pentita?
- No!
- Tieni, eccoti le chiavi di casa mia! Vai che poi ti raggiungo...

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Calcio

Ragioni per le quali il calcio è meglio del sesso:

1. Si può giocare sia in casa che fuori casa.
2. Dura 90 minuti.
3. Puoi chiedere una sostituzione quando sei stanco.
4. Puoi stare sicuro che lo farai almeno una volta alla settimana.
5. Il pubblico gioisce quando segni.
6. Le attrezzature protettive si possono lavare e riusare.
7. Vieni pagato senza essere una puttana.
8. Puoi giocare con le palle davanti al pubblico.
9. Puoi baciare i compagni senza essere preso per omosessuale.
10. Puoi segnare con la testa e con le gambe.

Ragioni per le quali il sesso è meglio del calcio:
1. Si possono usare anche le mani.
2. Non devi aspettare il fischio d'inizio per cominciare.
3. Non devi aspettare per 90 minuti prima di poterti levare la maglietta.
4. Non c'è l'intervallo.
5. Ti puoi rilassare dopo avere segnato.
6. Non ti becchi lesioni ai legamenti crociati (o in ogni caso, molto   raramente).
7. Biscardi non potrà dire la sua sulle tue prestazioni.
8. I campi sono praticabili  con ogni tempo, anche quando piove o nevica.
9. Puoi scegliere con chi giocare, dove vuoi e come vuoi.
10.Il gioco può durare quanto vuoi ed in qualunque giorno e ora (#)

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  L’angolo delle rime e poesie

Gabbatu lu Santu (onorato il santo), finita la festa,

sciupio e degrado, illusione e stanchezza è quello che resta.(*) 

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Non c’è pane senza lotte, non vi è vita senza morte.

Non c’è buio senza luce, non vi è guerra senza pace

Non c'è natura senza semi, non vi è persona senza problemi.

Non c’è monte senza cime, non vi è poesia senza rime.

Non c'è rose senza spine, non vi è cosa senza fine.

Non c'è diritti senza doveri, non vi è libertà senza averi.

Non c’è di meglio in questo mondo, dell’amore più profondo. (*)

                                                            crigiochiaro

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Se fumi non profumi,

anzi, fai puzza repellente, peggio degli escrementi,

ed inquini fortemente la salute e l’ambiente.

Il fumo infastidisce la gente che capisce,

perchè sa che il tabagismo è stupito conformismo

e la nicotina materia da latrina.

Inutile nascondere la verità, la sigaretta nel suo complesso

rovina l’ambiente, il portafoglio, la salute e il sesso,

e, chi ne fa uso è un presuntuoso oppure ottuso.

Il fumare è una brutta mania, che si trasforma in pandemia,

lasciando milioni di morti lungo la sua via.

Fumare è una bestialità che rima bene con inciviltà

e se qualcuno non è d’accordo con quanto dico,

della saggezza è gran nemico (*)

                                              crigiochiaro

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Diversivi

La pasta alimentare conforme alla legge e alle tradizioni locali è un alimento tipico italiano. .

« ...il nostro più che un popolo è una collezione. Ma quando scocca l'ora del pranzo, seduti davanti a un piatto di spaghetti, gli abitanti della Penisola si riconoscono italiani... Neanche il servizio militare, neanche il suffragio universale (non parliamo del dovere fiscale) esercitano un uguale potere unificante. L'unità d'Italia, sognata dai padri del Risorgimento, oggi si chiama pastasciutta »

(C. Marchi, Quando siamo a tavola, Rizzoli, 1990)

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<<Chi mai fosse tra i ghiottoni

L’inventor dei maccheroni

Vi son dispute infinite

Né decisa è ancor la lite>>

(G.Columbro, Le muse familiari, in “Molini d’Italia”, n.4 1984)

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Definizioni e peculiarità dell'aria intestinale.

Flatulenza: emissione di gas dal retto.

La flatulenza, in genere quella non rumorosa, "asonica" o insonora, spesso maleolente, sfugge all'udito ma non all'olfatto e talvolta da far arricciare il naso.

Scoreggia : emissione rumorosa di gas intestinali.

Lo scoreggia, in genere rumoroso, che può sfuggire all'udito solo se sovrastato da un rumore più forte, si divide in quattro categorie e cioè: offis o flaccidus (rumore appena percettibile - sub sonico); parabellum (rumore ben percettibile prolungato o frammentato - sonico); reboante o altisonus (rumore rimbombante, rintronante-super sonico ); piritussubbumm (rumore molto forte, dinamitico, arcisupersonico).

Nelle prime due categorie può anche verificarsi rumore frammisto a puzza, mentre le ultime due categorie ed in particolare l'ultima, non emanano fetore. Infatti, si dice, "tromba di culo sanità di corpo".

La tromba sonora del culo non è solo bisogno corporale, o necessità fisiologica salutare, ma un ottimo mezzo per mettere buon umore ed allegria, per interrompere un'imbarazzante silenzio, per pernacchiare un dissenso, nonchè le meschinità della TV, dei giornali, della politica, ecc. ecc., nella maniera più consona, naturale ed efficace.

Non vi sembra questo il sistema più democratico, civile, legale e costituzionale (art. determinativo: tutti i cittadini sono uguali di fronte ai bisogni corporali e tutti hanno lo stesso diritto di usare i gas intestinali per le proprie e più svariate esigenze) per manifestare la propria contrarietà a certe prese di posizione, non essendo il piritussubbumm un'arma che può uccidere, ma uno strumento musicale naturale che può raccordare i sensi a chi li ha stonati?

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Effetto ottico

E' più lunga la linea verticale a destra o quella a sinistra?

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Sono della stessa lunghezza, se non ci credi prendi il righello

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Proverbi e detti siciliani

Ci dissi lu priuri a la batissa: "senza soddi non si canta missa. Traduzione (Disse il priòre alla badessa: senza soldi non si canta messa. Significato "nulla è gratis, tutto ha un prezzo da pagare")

La femmina è comu li muluna; mmezzo a centu ci nne bona una. (La donna é come i cocomeri: in mezzo a cento ce n'é una buona).

Cu si marita sta cuntentu un gnonnu, chu mazza un poccu sta cuntentu u nannu. Traduzione (Chi si sposa sta contento un giorno, chi ammazza un maiale sta contento un anno)

Megghiu un cani amicu ca n’amicu cani. Traduzione (Meglio un cane amico che un amico cane)

U veru amico si canusci nno bisognu. Traduzione (II vero amico si conosce nei momenti di bisogno)

Cu si marita e nun si ni penti avi a truvatura i bellumunti. Traduzione (Chi si sposa e non si pente trova il tesoro di bellomonte. “Bellomonte è una collina di 600 metri di altitudine posta in territorio di S. Lucia del Mela dove, appunto, si narra di un tesoro nascosto nelle viscere del monte)

U giuvani viziuso, quannu è vecchiu è bisugnusu. Traduzione (Il giovane vizioso, quando diventerà vecchio sarà un bisognoso. Significato: chi non semina in gioventù non raccoglie in vecchiaia)

Nuddu si pigghia si non si rassumigghia. (Nessuna persona ne prende un’altra se non si assomiglia)

Consila comu vò, sempri è cucuzza. Traduzione (Condiscila come vuoi, è sempre zucca. Significato: quando una cosa non è buona all’origine, non c’è rimedio per poterla migliorare).

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L’angolo degli esperimenti

Come fare entrare un uovo in una bottiglia.

Questo esperimento mostra come si possa far entrare e uscire un uovo sodo da una bottiglia, semplicemente usando variazioni di pressione .

Sul web esistono molti esperimenti simili che spiegano alcune reazioni chimiche effettuabili da chiunque e con semplicità. Una di queste è quella dell’uovo che entra, senza rompersi, in una normale bottiglia di vetro con il collo del diametro inferiore all’uovo.

Come fare? Ecco: sciacquate con cura una bottiglia di vetro, asciugatela e ungete il collo con acqua o dell’olio di oliva. Prendete dei pezzetti di carta, oppure un batuffolo di cotone imbevuto di alcol, date loro fuoco con un fiammifero e metteteli dentro la bottiglia. Quindi posizionate subito l’uovo sul collo della bottiglia. La combustione consuma l'ossigeno e fa diminuire la pressione, risucchiando l'uovo all'interno. L’uovo scivolerà nella bottiglia senza rompersi.

Successivamente capovolgendo la bottiglia in modo che l'uovo ne ostruisca l'apertura e scaldando lentamente l'aria contenuta, tenendo sempre la bottiglia a collo in giù, l'aumento di pressione fa uscire nuovamente l'uovo.

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N.B.

Per quanto attiene le pagine distensive, i contenuti contrassegnate con l'asterisco tra parentesi (*) sono farina del mio sacco; quelle contrassegnate con il cancelletto tra parentesi (#) sono di altri autori, in parte sconosciuti, ai quali sono state da me apportate delle modifiche.Tutte le altre produzioni non sottoscritte “crigiochiaro” sono di vari autori molti dei quali ignoti.

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